India Himalaia
Ladakh, Zanskar e Kashmir
Con il festival del Naro Nasial a Sani









Sintesi del viaggio
Il viaggio inizia in Ladakh da Leh con la visita dei famosi monasteri che la contornano e segue quindi la valle dell’Indo verso ovest esplorandone i siti più belli da Bazgo, Alchi e Mangyu fino a Lamayuru; superati gli alti passi che portano oltre Mulbeck fino al fiume Suru se ne risalgono le acque fino ai piedi del Nun Kun (7135 mt), accedendo al remoto regno dello Zanskar. Si giunge in occasione del Naro Nasial, il festival annuale del monastro di Sani, e si segue un circuito completo che porta a conoscere gran parte dei luoghi più interessanti di questa remota regione. Si rientra quindi a nord fino a Kargil e si completa la traversata verso ovest attraverso il valico dello Zojla arrivando a Srinagar. Da qui si torna a Delhi in volo.
- Leh
- Shey
- Tikse
- Hemis
- Matho
- Alchi
- Lamayuru
- Mulbeck
- Rangdum
- Padum
- Thongde
- Zangla
- Karcha e Bardan
- Mune
- Dzongkul
- Kargil
- Srinagar
- Delhi
Presentazione del viaggio
Il tour oggi è eseguibile con l’utilizzo di jeep ma senza l’esigenza di campi mobili: non vi sono quindi particolari difficoltà tecniche, basta solo avere spirito d’avventura ed essere un po’ adattabili. Il viaggio può essere seguito anche come prosecuzione del programma Grande traversata himalaiana.
MODALITÀ DEL VIAGGIO
Gli spostamenti vengono effettuati in jeep e non sono richiesti campi mobili. Ove possibile si alloggia in hotel e si utilizzano anche due campi fissi ben attrezzati. In alcune località le sistemazioni sono piuttosto spartane senza servizi in stanza e alcune possono non essere provviste di lenzuola immacolate. È quindi una buona soluzione aver con sé un sacco a pelo, o almeno un sacco lenzuolo. Il cibo è solitamente semplice ma gustoso, molto buono per chi ama la cucina indiana, ma a volte poco vario. È quindi un viaggio entusiasmante che richiede senso di adattamento e capacità di vivere le situazioni locali.
Programma del viaggio
Nota: chi ne ha la possibilità, può portare indumenti caldi e invernali o cancelleria per la scuola da regalare. Questi materiali verranno raccolti dai nostri collaboratori per essere distribuiti a chi ne ha più bisogno, solitamente alla fine del viaggio: così si possono lasciare anche cose usate che non si desidera riportare a casa.
1°g. Giovedì 23 luglio, partenza per Delhi
2°g. 24/7 Delhi – Leh
Il volo per Leh parte nelle primissime ore del mattino, solitamente verso le 5.30 (orario da confermare); dall’aereo di godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. All’arrivo si viene ricevuti dal rappresentante di Amitaba per il Ladakh; sistemazione in uno dei migliori hotel della città (il Grand Willow o simile) e riposo per favorire l’adattamento alla quota: Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi. Si incontrano i partecipanti che sono giunto dallo Spiti.
3°g. 25/7 Leh: escursione a Shey, Tikse, Hemis e Matho
Escursione ai monasteri della valle. Si lascia Leh verso est transitando da Shey, che fu anche la sede del palazzo reale. Poco oltre ci si ferma al monastero Ghelupa di Tikse, tra i più celebri e attivi, una delle perle del Ladakh: ricco di templi, contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang. La grande statua di Maitreya posizionata nel tempio a destra dell’ingresso, se pur di recente fattura, è ora diventata uno degli oggetti simbolo più famosi del Ladakh. Si prosegue per Hemis, il monastero più grande del Ladakh, di scuola Drukpakagyu; questo sito è un’importante meta di pellegrinaggi con molte sale affrescate che ospitano una ricca collezione di tanka, statue d’oro e stupa (reliquiari) incastonati con pietre preziose. Rientrando a Leh si completano le visite a Matho, l’esoterico monastero di scuola Sakya reso celebre dal peculiare festival invernale che è presenziato da… degli oracoli; in effetti è un luogo che dà a molti la sensazione di essere intriso di forze magiche, in special modo nello scuro Gonkhang degli oracoli, col pavimento coperto di tsampa e pervaso dall’odore di chang.
4°g. 26/7 Leh – Alchi
Si lascia Leh in direzione ovest seguendo il deflusso del grandioso fiume Indo; oltre la spettacolare confluenza con lo Zanskar si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte e templi con decorazioni stupende che contengono due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol: custodiscono meravigliosi affreschi in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si prosegue per il vicino monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si alloggia in una locanda dell’oasi.
5°g. 27/7 Alchi – Lamayuru
Si prosegue per un tratto lungo la sponda meridionale dell’Indo per poi risalire una pittoresca valle a sud del fiume che porta allo stupendo villaggio di Mangyu, di bellezza archetipa, dove nei piccoli Gompa e in alcuni Stupa si trovano reperti artistici di finezza insospettabile, che originano dall’XI secolo: ci si chiede come mani così raffinate abbiano potuto giungere in una delle valli più remote al mondo! Tornati al fiume si può provare l’ebbrezza di attraversarlo su un (sicurissimo) ponte sospeso mentre le jeep fanno il giro della vallata percorrendo qualche chilometro di strada e arrivando allo stesso punto. Si continua a seguire la valle dell’Indo verso ovest e quindi la strada risale una spettacolare gola verso sud; la si lascia con una deviazione che porta all’oasi di Wanla, che preserva un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente all’esoterica scuola dei Drigung, recentemente restaurato da un gruppo di svizzeri, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. Tornati sulla strada principale ci si inerpica tra le incredibili erosioni terrose della “valle della luna”; secondo la tradizione queste peculiari forme indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata dai ladakhi una ‘terra pura’. Qui si trova Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’Himalaia, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da policrome montagne desertiche. Si alloggia presso l’hotel Moonlight.
6°g. 28/7 Lamayuru – Mulbeck
Si prosegue lungo la strada che serpeggia verso ovest; prima del passo si segue una stradina sterrata che porta all’eremo di Atise, un luogo di ritiro del monastero di Lamayuru. Superato il Fatu La (4147 mt) e oltre il valico del Namika (3760 mt) si raggiunge Gyal, un caratteristico villaggio con un tempio ricavato traforando la roccia, ripreso nel film “Samsara”. Poco oltre si arriva a Mulbekh; qui, oltre alla famosa statua rupestre di Buddha Maitreya (VII secolo), si trovano due monasteri posti su di un vicino, ripido colle. Si alloggia in un comodo e ben allestito campo fisso.
7°g. 29/7 Mulbeck – Rangdum (Zanskar)
Si transita per Kargil, da dove si imbocca la strada che porta verso lo Zanskar. La zona è un po’ più arborea rispetto al Ladakh e a maggioranza mussulmana; ogni villaggio ha una piccola moschea con il minareto, molti uomini hanno lunghe barbe ma le donne non sono velate. Il Nun e il Kun, le più alte vette di quest’area himalaiana, dominano un’ampia ansa del fiume Suru in cui si tuffano le possenti seraccate di ghiaccio che giungono fino al fiume, dove si transita con le jeep. Superate le gole ai loro piedi una valle spettacolare ornata da ardite vette di granito da cui si protendono poderosi ghiacciai porta al plateau dove, tra le pasture degli yak ricche di stelle alpine, regna solitario il monastero di Rangdum. Si alloggia in un campo fisso.
8°g. 30/7 Rangdum – Sani – Padum
Valicato il Pensi La (4400 mt), che offre visuali spettacolari sui ghiacciai, si entra nella valle dello Zanskar; si segue il fiume Doda raggiungendo la vasta piana formata dalla confluenza con lo Tsarap, il cuore dello Zanskar, dove si trovano i principali villaggi e monasteri. Al Gompa di Sani, protetto da un muro di cinta e ombreggiato da alberi, che qui sono rari, oggi è iniziato il festival di Naro Nasial; si sosta qui iniziando ad osservare le rappresentazioni. Questo antico monastero custodisce la statua di Naropa, lo stupa con i resti di Kanishka, un maestro che visse intorno all’anno mille, e affreschi attribuiti a Zadpa Dorje. Giunti alla vicina Padum, la nuova “capitale” dello Zanskar, si alloggia presso lo Zambala Hotel, un semplice alberghetto che sarà il “campo base” per le escursioni e visite dei prossimi 3 giorni. Sulla collina sovrastante è situato un interessante monastero, immerso tra preziosi alberi, da cui si gode un bel panorama.
9°g. 31/7 Sani: Naro Nasial
Oggi si svolgono le rappresentazioni più importanti del festival, con danze che interessano diversi temi eseguite da monaci agghindati con sgargianti costumi tradizionali e maschere che raffigurano divinità, animali e piccoli demoni. Le danze sono precedute da una lunga preparazione di pratiche meditative, consacrazioni di oggetti e cerimonie impreziosite da salmodie recitate con tonalità profonde accompagnate dal suono di cimbali, tamburi e corni. Punto saliente di questa giornata è l’esposizione nel corso della mattina della veneratissima statua di Naropa, uno dei maestri principali della tradizione Kagyupa a cui appartiene Sani, motivo principe del festival. Nel corso della giornata chi lo desidera avrà la possibilità di recarsi a visitare il convento femminile con una passeggiata tra i campi dell’oasi. Per chi è più energetico un’escursione a piedi (circa un’ora e mezza di cammino) porta all’eremo di Guru Nima Oser Chaphuk, dove si dice abbia svolto un ritiro Guru Padmasambhava. Rientrando a Padum si visita il villaggio di Pipiting, dove si trovano un grande stupa e un monastero.
10°g. 1/8 Padum, escursione a Thongde e Zangla
Si segue il versante orientale del fiume Zanskar arrivando a Thonde, un interessante monastero posto su di una rupe da cui si gode un’indimenticabile visuale. Si prosegue per Zangla, la vecchia capitale dello Zanskar, dove se sono presenti si potranno incontrare il Gyalpo dello Zanskar e la sua famiglia e visitare la loro attuale residenza, che noi considereremmo umile visto il loro stato nobiliare, ma che in questa regione è una vera reggia. Si visitano l’antico castello di Zangla, sede storica del Gyalpo, posto in una bellissima posizione che domina la valle dove si trovano anche molti chorten, di cui il più recente è quello di Bakula Rimpoce, l’Abate del Ladakh recentemente scomparso; nell’oasi è situato anche un interessante convento femminile. Si rientra in serata a Padum.
11°g. 2/8 Padum, ecursioni a Karcha, Bardan e Mune
Si attraversa il fiume arrivando al bel villaggio di Karcha, dominato dal grande monastero di scuola Ghelupa costruito sulle rupi rocciose, il principale dello Zanskar. La visita rivela diverse sale e alcuni affreschi dell’XI secolo; sul monte antistante è situato l’antico convento femminile, ricco di sorprendenti reperti artistici. Rientrati a Padum, nel pomeriggio si imbocca la strada sterrata che risale la stretta valle del vorticoso fiume Tsarap: la meta sono Bardan e Mune. Si raggiunge prima Bardan, un monastero di circa 400 anni costruito su una rupe a picco sul fiume, e quindi con le jeep ci si inerpica fino all’oasi e al monastero di Mune, dove il villaggio sopravvive in un ambiente decisamente molto selvaggio.
12°g. 3/8 Padum – Dzongkul – Rangdum
Si risale la valle del fiume Doda e, al ponte di Ating, si segue la mulattiera jeeppabile che porta nella valle dell’Umasi La, dove sospeso ad una rupe si trova l’eremo di Dzongkul, che fu il principale luogo di ritiro del grande maestro Naropa autore del testo sui sei yoga, tutt’ora una delle guide esoteriche principali utilizzate dagli yogi tibetani. Tornati a valle si prosegue verso ovest e si sosta per una visita al piccolo Gompa del villaggio di Phe; si continua lungo la strada che si era utilizzata all’arrivo, valicando il Pensi La – la bellezza inimmaginabile del contesto naturale merita almeno questo secondo passaggio! A Rangdum si alloggia nel medesimo campo fisso.
13°g. 4/8 Rangdum – Kargil
Si prosegue oltre le gole del Nun, dove i ghiacci lambiscono le acque potenti del fiume Suru, e se ne segue il flusso fino a Kargil, dove si alloggia in hotel. La cittadina a un che di luogo di frontiera; il confine di cessate il fuoco col Pakistan è pochi chilometri di distanza e la presenza dell’esercito indiano massiccia. La maggioranza della popolazione è musulmana, ma non si riscontrano problemi di aggressività verso gli stranieri, anzi, da qui a Srinagar si resterà sorpresi dalla disponibilità della gente.
14°g. 5/8 Kargil – Srinagar (Kashmir)
Si sale in direzione ovest verso la valle di Dras, famosa per le incredibili punte di gelo che vi si registrano in inverno: fino ad oltre i -50°c. Il valico dello Zojla offre lo spettacolo di un’incredibile trasformazione naturale: si sale in un ambiente arido, lambendo le strisce di neve che arrivano spesso fino alla strada, e si scende nella valle di Sonamarg, ricca di foreste di pini; in pochi altri luoghi al mondo il cambiamento è così radicale. Giunti nell’ampia valle di Srinagar ci sistema in una comoda casa galleggiante del lago Dal.
15°g. 6/8 Srinagar – Delhi e volo di rientro
Mattina di relax; si effettua un giro con la barca del lago Dal e dei canali di Srinagar, utilizzando le ‘shikara’, le tipiche barche a remi dotate di comodissimi cuscini. Nel pomeriggio ci si imbarca sul volo per Delhi (orario da confermare), dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza.
16°g. Venerdì 7 agosto, arrivo a destinazione
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Phyang Gompa
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Rangdum Gompa
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.