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India Himalaia


Grande traversata, da Shimla a Leh e Srinagar

Dal Kinnaur, Spiti e Ladakh fino allo Zanskar e al Kashmir


PARTENZA
11/07/2015
RITORNO
26/07/2015
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
07/08/2015
2a ESTENSIONE
DURATA
16 – 28 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Alcuni amici viaggiatori ci hanno chiesto: qual è il viaggio più bello al mondo? Dopo accanite discussioni tra appassionati esploratori tra i primi 10 itinerari in assoluto abbiamo votato questo; solo gli interessi personali possono poi enunciare il primato tra i dieci, ma tra gli amanti dell’Himalaia il tifo va per questa grande traversata: dalle pianure gangetiche attraverso il Kinnaur esplorando tutte le regioni tibetane dell’India e uscendo ad ovest in Kashmir.

Questo tour più che speciale oggi è eseguibile con l’utilizzo di jeep e senza l’esigenza di campi mobili: non vi sono quindi particolari difficoltà tecniche, basta solo avere spirito d’avventura ed essere un po’ adattabili. Il tour può essere seguito tutto o si può scegliere una delle due fasi; la seconda parte può essere infatti seguita anche un viaggio a sé stante.

Ci sono sempre mille soli al di là delle nuvole.
  • Leh
  • Shey
  • Tikse
  • Hemis
  • Matho
  • Alchi
  • Lamayuru
  • Mulbeck
  • Rangdum
  • Padum
  • Thongde
  • Zangla
  • Karcha e Bardan
  • Mune
  • Dzongkul
  • Kargil
  • Srinagar
  • Delhi

 Presentazione del viaggio


Questo tour più che speciale oggi è eseguibile con l’utilizzo di jeep e senza l’esigenza di campi mobili: non vi sono quindi particolari difficoltà tecniche, basta solo avere spirito d’avventura ed essere un po’ adattabili. Il tour può essere seguito tutto o si può scegliere una delle due fasi; la seconda parte può essere infatti seguita anche un viaggio a sé stante.

Si lascia Delhi in treno per Shimla e da qui si prosegue con le jeep fino al lontano Kashmir. Si risale il corso del fiume Sutlej entrando nel cuore dell’Himalaia indiano iniziando con l’esplorazione delle valli del Kinnaur, con Bhimakali e Kalpa, arrivando fino nella remota valle di Sangla, con Kamru e Chitkul. Si assiste alla metamorfosi del territorio: man mano che si procede verso nord diventa meno arboreo, e il mondo culturale si trasforma passando dalle aree induiste a quelle buddiste. Oltre Morag, a pochi chilometri dal confine col Tibet, si devia verso nord ovest seguendo il fiume Spiti, affluente del Sutlej; l’ambiente qui è già arido e le gole scavate dalle acque sono ancora più aspre e profonde che in Kinnaur. Questa regione, che fu parte del Regno di Gughe, oltre all’abbaglio offerto dalla stupefacente bellezza naturale, conserva tesori artistici eccezionali: non ce se ne farà sfuggire neppure uno! Il valico del Kunzum porta poi a nord ovest in Lahaul; si segue la valle del Chandra, tra le più selvagge che si incontrano, priva anche di villaggi con ardite formazioni turrite di granito che separano a sud dal Pir Panjali, arrivando a Keylong, centro principale della regione. Si procede ora verso nord attraverso passi molto alti e spettacolari, il Baralacha (4883 mt) e il Lachlung La (5060 mt), arrivando negli altipiani del Rupshu, lembo occidentale del vasto Ciangtang tibetano. Si sosta in uno dei laghi più belli della regione, Tso Kar, e oltre il Taklang La (5328 mt) si arriva nella valle dell’Indo in Ladakh. Da qui si può proseguire o rientrare da Leh a Delhi in volo.

Dopo la visita dei famosi monasteri che contornano Leh si prosegue il viaggio verso ovest seguendo un itinerario entusiasmante sia per l’incomparabile bellezza della natura che per l’opportunità che offre di visitare molti dei monasteri e villaggi più belli del Ladakh e dello Zanskar, dove il tour prevede la visita di gran parte dei siti significativi della regione. Da Bazgo ed Alchi fino a Lamayuru, superati gli alti passi che portano a Mulbeck si arriva fino al fiume Suru se ne risalgono le acque verso sud fino ai piedi del Nun Kun (7135 mt), accedendo al remoto regno dello Zanskar. Si giunge in occasione del Naro Nasial, il festival annuale del monastro di Sani, e si segue un circuito completo di questa remota regione. Si rientra quindi a nord fino a Kargil e si completa la traversata verso ovest attraverso il valico dello Zojla arrivando a Srinagar. Da qui si rientra a Delhi in volo.

MODALITÀ DEL VIAGGIO

Gli spostamenti vengono effettuati in jeep e non sono richiesti campi mobili. Ove possibile si alloggia in hotel e si utilizzano anche tre campi fissi ben attrezzati. In alcune località del Kinnaur, dello Spiti e dello Zanskar le sistemazioni sono piuttosto spartane senza servizi in stanza e alcune possono non essere provviste di lenzuola immacolate. È quindi una buona soluzione aver con se un sacco a pelo, o almeno un sacco lenzuolo. Il cibo è solitamente semplice ma gustoso, molto buono per chi ama la cucina indiana, ma a volte poco vario. È quindi un viaggio entusiasmante che richiede senso di adattamento e capacità di vivere le situazioni locali.

 Programma del viaggio


1°g.  Sabato 11 luglio, partenza per Delhi

2°g.  12/7 Delhi
Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondete locale di Amitaba e trasferimento in hotel nei pressi, l’Ashok Country Resort o simile. Giornata di relax; per chi fosse interessato si può effettuare una visita guidata di Delhi, su richiesta (non inclusa).

3°g.  13/7 Delhi – Shimla 
Si parte in treno per Shimla; si lascia Delhi alle 7.40 con lo Shatabdi Express arrivando a Kalka alle 11.40; qui si prende il treno di origine coloniale, lo Shimal Himalayan Queen, che parte alle 12.10 con arrivo a Shimla (2130 mt) alle 17.20. Questa cittadina appollaiata sulle cresta dei monti, vecchia capitale del Raj britannico, conserva ancora molti edifici in stile coloniale. Sistemazione presso l’hotel East Bourne.

4°g.  14/7 Shimla – Sarahan 
A Shimla vengono rilasciati i permessi di transito per lo Spiti; completata la necessaria burocrazia si parte. La strada inizialmente segue le creste dei monti, per poi scendere al fiume Sutlej di cui si inizia a risalire il corso e, oltre Rampur (924 mt), si sale a Sarahan (2290 mt). Questo villaggetto fu una capitale del regno di Bushahr; vi si trova il palazzo dell’ultimo Maharaja, ma il sito che attrae fin qui è il tempio induista di Bhimakali il cui edificio ligneo più antico risale a circa 800 anni fa. È uno degli esempi più belli di architettura tradizionale di queste regioni himalaiane. Si alloggia in un semplice alberghetto.

5°g.  15/7 Sarahan – Sangla (Kinnaur) 
Si torna al vorticoso fiume Sutlej e se ne risale il corso superando le profonde gole intagliate dalle possenti acque ai piedi di montagne ripidissime e spettacolari. Prima di Rekong Peo si imbocca una valle scoscesa che si affaccia sul lato orografico destro, dove tuona un impetuoso torrente himalaiano. Si arriva a Sangla, un villaggio con molte case tradizionali e alcuni templi, tipiche costruzioni del Kinnaur; si visita anche il forte di Kamru, che fu una capitale del regno di Bushahr, che si raggiunge con una breve passeggiata. Si alloggia in un semplice albergo, il Parkash o simile.

6°g.  16/7 Sangla – Kalpa 
Si prosegue lungo la valle arrivando fino a Chitkul, un tipico villaggio himalaiano molto ben conservato, l’insediamento situato nel punto più alto. Si rientra quindi a Sangla e si prosegue tornando fino al fiume Sutlej; se ne prosegue la risalita per un tratto fino a Rekong Peo (2290 mt), l’attuale capitale del Kinnaur, da dove si sale al panoramico villaggio di Kalpa (2960 mt), posto sul versante occidentale della valle. Questo grazioso villaggio conserva il tipico carattere del Kinnaur, con le costruzioni miste di legno e pietra, e vi si trova un interessante complesso templare; fu prescelto come località di soggiorno dai coloni inglesi per il clima e la spettacolarità della visuale che offre: se è limpido si ammira il Kinnaur Kailash, mitico monte di oltre 6000 metri, che prende il suo nobile nome più che da una somiglianza effettiva col monte Kailash dal fatto che da molti è considerato la dimora invernale di Shiva. Si alloggia in un semplice hotel, il Golden Apple o simile.

7°g.  17/7 Kalpa – Nako (Spiti) 
Tornati a Rekong Peo si prosegue verso nord; le foreste iniziano progressivamente a diradarsi e a Morag si ammira un’ultima torre fortificata costruita nel tipico stile della regione, stratificando pietre e legno, che segna il punti più settentrionale della regione storica del Kinnaur.  Arrivati alla confluenza col fiume Spiti, a pochi chilometri dal confine tibetano, si inizia a risalirne il corso e dopo aver oltrepassato alcune gole si sale sui ripidi versanti dei monti ormai desertici fino al bellissimo villaggio di Nako (3600 mt), dove si alloggia in un semplice albergo. Passeggiare tra le strette viuzze del paese riporta indietro nel tempo; vi è un laghetto, considerato sacro, con diversi piccoli templi e un monastero storicamente importante di scuola Drukpa, che risale all’XI secolo, dove si assapora un primo esempio dell’antica arte pittorica di Gughe.

8°g.  18/7 Nako – Tabo 
Dopo Nako si incontra uno dei punti più spettacolari del percorso, con la strada che serpeggia altissima sopra la valle con panorami eccezionali. Si torna poi al livello del fiume e lo si segue arrivando alla località di Chango, dove su uno sperone sopra il villaggio vi è un vecchio tempio; il monastero Kagyu, di recente costruzione, è invece all’interno dell’ampia vallata, ricca oggi di alberi di mele, l’importante fonte di reddito del villaggio. Si arriva quindi a Tabo, dove si trova un importantissimo, antico Gompa, intatto dai tempi del grande santo tibetano Rinchen Zangpo che ne curò l’attuale disposizione nell’XI secolo. Per l’ineguagliabile bellezza di statue ed affreschi è stato battezzato  l’ “Ajanta dell’Himalaia”, ma Tabo è una perla anche per la potente energia spirituale che lo permea. Si pernotta in una locanda tibetana.

9°g.  19/7 Tabo – Kaza 
Si prosegue la risalita del fiume Spiti; con una deviazione sul versante settentrionale della valle si raggiunge il colle dove è appollaiato il panoramicissimo monastero di Dankar, che origina  dall’XI secolo, che si erge tra monti ornati dai ghiacciai e domina la confluenza dei fiumi Pin e Spiti. Sulla sommità del monte si trovano i resti del vecchio palazzo nobiliare utilizzato in passato dal Gyalpo di Dankar. Si lascia questa magica oasi incastonata tra i selvaggi monti himalaiani seguendo una strada sterrata di recente costruzione che passa a mezza costa sopra l’ampia valle dello Spiti e si addentra verso nord nella valle laterale che porta a Lhalung. Questo bel villaggio perfettamente preservato custodisce un  Gompa fondato anch’esso nel periodo del celeberrimo Tabo, intorno all’anno 1000, quando questa zona era parte dell’antico regno di Gughe. Gli interni di questo pressoché ignorato tempio sono un esempio rarissimo della metamorfosi che l’arte giunta da Ghandara e Nalanda ha avuto nell’incontro col mondo dell’Himalaia. Tornati al fiume Spiti in breve si arriva a Kaza (3600 mt), ‘capitale’ dello Spiti, dove ci si sistema in un semplice alberghetto; la tappa è di circa 72 km.

10°g.  20/7 Kaza 
Escursione al monastero di Ki (4116 mt), il principale dello Spiti, dove nel 2000 S.S. il XIV Dalai Lama ha conferito la grande iniziazione tantrica di Kalachakra. Da Ki si raggiunge Kibber (4205 mt), dove si trova un magico giardino con i resti di un grande Lama; si prosegue per Tashigang (4400 mt), ultimo avamposto di presenza umana dove è ancora possibile una magra coltivazione della tsampa, dove si trovano anche sorprendenti affreschi all’interno dell’antico Stupa. Questi interessanti villaggi, sui bordi dell’altopiano Tibetano, sono tra i più alti luoghi permanentemente abitati dell’Himalaia.

11°g.  21/7 Kaza – Passo di Kunzum (4551 mt) – Keylong (Lahaul)
Lasciata Kaza si risale la parte più alta del corso del fiume Spiti arrivando allo spettacolare passo del Kunzum, che si apre sul Lahaul. Seguendo il fiume Chandra verso ovest si entra in questa nuova regione, che presenta un ambiente molto selvaggio e un po’ più arboreo, dove i ghiacciai giungono fino al fondovalle e le montagne turrite sembrano delle magiche cittadelle sospese nel cielo. Si transita alla base settentrionale del passo del Rothang dove ci si congiunge alla strada che giunge da Manali, che si seguirà da qui fino in Ladakh; prima di arrivare a destinazione, alla confluenza del fiume di Keylong, con una breve deviazione si visita il piccolo monastero Drukpa di Tupchiling. A Keylong (3350 mt), ‘capitale’ del Lahaul, sistemazione in un modesto albergo (il Tashi Delek o simile).

12°g.  22/7 Keylong – Tso Kar (Rupshu) 
Dopo la visita di Shashur Gompa, posto proprio sopra al paese, si parte verso nord arrivando al villaggio di Darcha, punto di accesso per un trekking che porta in Zanskar, da dove inizia la salita al passo del Baralacha (4883 mt) che porta nel Rupshu. La discesa dal passo è più breve, perché ora si è giunti sull’altopiano, dove le quote minime superano i 4000 mt; in questo deserto d’alta quota i colori sono vividi, l’aria purissima. Superata la zona si Sarchu, un distretto pressoché disabitato  conosciuto come ‘Karnak meridionale’, uno dei regni del trekking di queste remote regioni, si valica un passo ancora più spettacolare, il Lachlung La (5060 mt), arrivando a Pang, da dove si risale ancora per un tratto con visuali su vallate erosive inimmaginabili, e con una deviazione a est si raggiunge il lago di Tso Kar, uno dei grandi laghi di questa regione da cui per secoli è stato ricavato il sale, utilizzato come merce di scambio in Ladakh. Si alloggia in un campo fisso.

13°g.  23/7 Tso Kar – Taklang La – Leh (Ladakh)
Si lascia l’altopiano del Rupshu attraverso il grandioso passo del Taklang (5328 mt); lungo la discesa si sosta a Gya, dove si trovano un monastero su una rupe tra le rovine di un grande forte che cingeva le creste ardite della montagna e alcuni antichi Stupa alle spalle del villaggio. Si prosegue attraverso una stretta valle che stupisce per la magicità delle policromie e porta nella valle dell’Indo. Si segue verso ovest il corso del mitico fiume, sostando per una visita al bel monastero di Stakna, che sorge in posizione panoramica su una collina morenica di fianco al possente Indo; rivela affreschi molto ben curati e solitamente è anche possibile visitare l’appartamento dell’Abate. Da qui si giunge in breve a Leh, dove si alloggia in uno degli hotel migliori della cittadina, il Grand Willow o simile.

14°g.  24/7 Leh
Visita di Leh: il Palazzo Reale con i templi adiacenti, la Pagoda della Pace, il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal, la parte vecchia e il mercato. Oggi giungono a Leh coloro che seguono la parte del viaggio che continua in Zanskar e Kashmir.

PER CHI RIENTRA

15°g. 25/7 Leh – Delhi e volo di rientro  

16°g.  Domenica 26 luglio, arrivo a destinazione

PER CHI PROSEGUE PER LO ZANSKAR E IL KASHMIR

15°g.  25/7 Leh: escursione a Shey, Tikse, Hemis e Matho 
Escursione ai monasteri della valle. Si lascia Leh verso est transitando da Shey, che fu anche la sede del palazzo reale. Poco oltre ci si ferma al monastero Ghelupa di Tikse, tra i più celebri e attivi, una delle perle del Ladakh: ricco di templi, contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang. La grande statua di Maitreya posizionata nel tempio a destra dell’ingresso, se pur di recente fattura, è ora diventata uno degli oggetti simbolo più famosi del Ladakh. Si prosegue per Hemis, il monastero più grande del Ladakh, di scuola Drukpakagyu; questo sito è un’importante meta di pellegrinaggi con molte sale affrescate che ospitano una ricca collezione di tanka, statue d’oro e stupa (reliquiari) incastonati con pietre preziose. Rientrando a Leh si completano le visite a Matho, l’esoterico monastero di scuola Sakya reso celebre dal peculiare festival invernale che è presenziato da… degli oracoli; in effetti è un luogo che dà a molti la sensazione di essere intriso di forze magiche, in special modo nello scuro Gonkhang degli oracoli, col pavimento coperto di tsampa e pervaso dall’odore di chang.

16°g.  26/7 Leh – Alchi 
Si lascia Leh in direzione ovest seguendo il deflusso del grandioso fiume Indo; oltre la spettacolare confluenza con lo Zanskar si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte e templi con decorazioni stupende che contengono due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol: custodiscono meravigliosi affreschi in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si prosegue per il vicino monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si alloggia in una locanda dell’oasi.

17°g.  27/7 Alchi – Lamayuru 
Si prosegue per un tratto lungo la sponda meridionale dell’Indo per poi risalire una pittoresca valle a sud del fiume che porta allo stupendo villaggio di Mangyu, di bellezza archetipa, dove nei piccoli Gompa e in alcuni Stupa si trovano reperti artistici di finezza insospettabile, che originano dall’XI secolo: ci si chiede come mani così raffinate abbiano potuto giungere in una delle valli più remote al mondo! Tornati al fiume si può provare l’ebbrezza di attraversarlo su un (sicurissimo) ponte sospeso mentre le jeep fanno il giro della vallata percorrendo qualche chilometro di strada e arrivando allo stesso punto. Si continua a seguire la valle dell’Indo verso ovest e quindi la strada risale una spettacolare gola verso sud; la si lascia con una deviazione che porta all’oasi di Wanla, che preserva un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente all’esoterica scuola dei Drigung, recentemente restaurato da un gruppo di svizzeri, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. Tornati sulla strada principale ci si inerpica tra le incredibili erosioni terrose della “valle della luna”; secondo la tradizione queste peculiari forme indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata dai ladakhi una ‘terra pura’. Qui si trova Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’Himalaia, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da policrome montagne desertiche. Si alloggia presso l’hotel Moonlight.

18°g.  28/7 Lamayuru – Mulbeck
Si prosegue lungo la strada che serpeggia verso ovest; prima del passo si segue una stradina sterrata che porta all’eremo di Atise, un luogo di ritiro del monastero di Lamayuru.  Superato il Fatu La (4147 mt) e oltre il valico del Namika (3760 mt) si raggiunge Gyal, un caratteristico villaggio con un tempio ricavato traforando la roccia, ripreso nel film “Samsara”. Poco oltre si arriva a Mulbekh; qui, oltre alla famosa statua rupestre di Buddha Maitreya (VII secolo), si trovano due monasteri posti su di un vicino, ripido colle. Si alloggia in un comodo e ben allestito campo fisso.

19°g.  29/7 Mulbeck – Rangdum (Zanskar) 
Si transita per Kargil, da dove si imbocca la strada che porta verso lo Zanskar. La zona è un po’ più arborea rispetto al Ladakh e a maggioranza mussulmana; ogni villaggio ha una piccola moschea con il minareto, molti uomini hanno lunghe barbe ma le donne non sono velate. Il Nun e il Kun, le più alte vette di quest’area himalaiana, dominano un’ampia ansa del fiume Suru in cui si tuffano le possenti seraccate di ghiaccio che giungono fino al fiume, dove si transita con le jeep. Superate le gole ai loro piedi una valle spettacolare ornata da ardite vette di granito da cui si protendono poderosi ghiacciai porta al plateau dove, tra le pasture degli yak ricche di stelle alpine, regna solitario il monastero di Rangdum. Si alloggia in un campo fisso.

20°g.  30/7 Rangdum – Sani – Padum 
Valicato il Pensi La (4400 mt), che offre visuali spettacolari sui ghiacciai, si entra nella valle dello Zanskar; si segue il fiume Doda raggiungendo la vasta piana formata dalla confluenza con lo Tsarap, il cuore dello Zanskar, dove si trovano i principali villaggi e monasteri. Al Gompa di Sani, protetto da un muro di cinta e ombreggiato da alberi, che qui sono rari, oggi è iniziato il festival di Naro Nasial; si sosta qui iniziando ad osservare le rappresentazioni. Questo antico monastero custodisce la statua di Naropa, lo stupa con i resti di Kanishka, un maestro che visse intorno all’anno mille, e affreschi attribuiti a Zadpa Dorje. Giunti alla vicina  Padum, la nuova “capitale” dello Zanskar, si alloggia presso lo Zambala Hotel, un semplice alberghetto che sarà il “campo base” per le escursioni e visite dei prossimi 3 giorni. Sulla collina sovrastante è situato un interessante monastero, immerso tra preziosi alberi, da cui si gode un bel panorama.

21°g.  31/7 Sani: Naro Nasial 
Oggi si svolgono le rappresentazioni più importanti del festival, con danze che interessano diversi temi eseguite da monaci agghindati con sgargianti costumi tradizionali e maschere che raffigurano divinità, animali e piccoli demoni. Le danze sono precedute da una lunga preparazione di pratiche meditative, consacrazioni di oggetti e cerimonie impreziosite da salmodie recitate con tonalità profonde accompagnate dal suono di cimbali, tamburi e corni. Punto saliente di questa giornata è l’esposizione nel corso della mattina della veneratissima statua di Naropa, uno dei maestri principali della tradizione Kagyupa a cui appartiene Sani, motivo principe del festival. Nel corso della giornata chi lo desidera avrà la possibilità di recarsi a visitare il convento femminile con una passeggiata tra i campi dell’oasi. Per chi è più energetico un’escursione a piedi (circa un’ora e mezza di cammino) porta all’eremo di Guru Nima Oser Chaphuk, dove si dice abbia svolto un ritiro Guru Padmasambhava. Rientrando a Padum si visita il villaggio di Pipiting, dove si trovano un grande stupa e un monastero.

22°g.  1/8 Padum, escursione a Thongde e Zangla 
Si segue il versante orientale del fiume Zanskar arrivando a Thonde, un interessante monastero posto su di una rupe da cui si gode un’indimenticabile visuale. Si prosegue per Zangla, la vecchia capitale dello Zanskar, dove se sono presenti si potranno incontrare il Gyalpo dello Zanskar e la sua famiglia e visitare la loro attuale residenza, che noi considereremmo umile visto il loro stato nobiliare, ma che in questa regione è una vera reggia. Si visitano l’antico castello di Zangla, sede storica del Gyalpo, posto in una bellissima posizione che domina la valle dove si trovano anche molti chorten, di cui il più recente è quello di Bakula Rimpoce, l’Abate del Ladakh recentemente scomparso; nell’oasi è situato anche un interessante convento femminile. Si rientra in serata a Padum.

23°g.  2/8 Padum, ecursioni a Karcha, Bardan e Mune  Si attraversa il fiume arrivando al bel villaggio di Karcha, dominato dal grande monastero di scuola Ghelupa costruito sulle rupi rocciose, il principale dello Zanskar. La visita rivela diverse sale e alcuni affreschi dell’XI secolo; sul monte antistante è situato l’antico convento femminile, ricco di sorprendenti reperti artistici. Rientrati a Padum, nel pomeriggio si imbocca la strada sterrata che risale la stretta valle del vorticoso fiume Tsarap: la meta sono Bardan e Mune. Si raggiunge prima Bardan, un monastero di circa 400 anni costruito su una rupe a picco sul fiume, e quindi con le jeep ci si inerpica fino all’oasi e al monastero di Mune, dove il villaggio sopravvive in un ambiente decisamente molto selvaggio.

24°g.  3/8 Padum – Dzongkul – Rangdum 
Si risale la valle del fiume Doda e, al ponte di Ating, si segue la mulattiera jeeppabile che porta nella valle dell’Umasi La, dove sospeso ad una rupe si trova l’eremo di Dzongkul, che fu il principale luogo di ritiro del grande maestro Naropa autore del testo sui sei yoga, tutt’ora una delle guide esoteriche principali utilizzate dagli yogi tibetani. Tornati a valle si prosegue verso ovest e si sosta per una visita al piccolo Gompa del villaggio di Phe; si continua lungo la strada che si era utilizzata all’arrivo, valicando il Pensi La – la bellezza inimmaginabile del contesto naturale merita almeno questo secondo passaggio! A Rangdum si alloggia nel medesimo campo fisso.

25°g.  4/8 Rangdum – Kargil
Si prosegue oltre le gole del Nun, dove i ghiacci lambiscono le acque potenti del fiume Suru, e se ne segue il flusso fino a Kargil, dove si alloggia in hotel. La cittadina a un che di luogo di frontiera; il confine di cessate il fuoco col Pakistan è pochi chilometri di distanza e la presenza dell’esercito indiano massiccia. La maggioranza della popolazione è musulmana, ma non si riscontrano problemi di aggressività verso gli stranieri, anzi, da qui a Srinagar si resterà sorpresi dalla disponibilità della gente.

26°g.  5/8 Kargil – Srinagar (Kashmir) 
Si sale in direzione ovest verso la valle di Dras, famosa per le incredibili punte di gelo che vi si registrano in inverno: fino ad oltre i -50°c. Il valico dello Zojla offre lo spettacolo di un’incredibile trasformazione naturale: si sale in un ambiente arido, lambendo le strisce di neve che arrivano spesso fino alla strada, e si scende nella valle di Sonamarg, ricca di foreste di pini; in pochi altri luoghi al mondo il cambiamento è così radicale. Giunti nell’ampia valle di Srinagar ci sistema in una comoda casa galleggiante del lago Dal.

27°g.  6/8 Srinagar – Delhi e volo di rientro 
Mattina di relax; si effettua un giro con la barca del lago Dal e dei canali di Srinagar, utilizzando le ‘shikara’, le tipiche barche a remi dotate di comodissimi cuscini. Nel pomeriggio ci si imbarca sul volo per Delhi (orario da confermare), dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza.

28°g. Venerdì 7 agosto, arrivo a destinazione

CLIMA E ATTREZZATURA

A Delhi in estate ci possono essere anche 35/40 gradi e piogge. In Spiti, Ladakh e Zanskar invece il clima è generalmente secco e le temperature più miti. Alle alte quote del Rupshu (Tso Kar) le escursioni termiche sono notevoli, con il sole caldo che brucia nonostante l’aria fresca, e qui le temperature minime possono arrivare anche d’estate a 5/10 gradi. Il viaggio non richiede campi mobili, ma si sosta in alcuni campi fissi, che sono ben attrezzati e dotati di calde trapunte; per l’igiene si consiglia comunque di avere con sé almeno un sacco lenzuolo, o eventualmente di dotarsi di un sacco a pelo omologato per utilizzo a zero gradi, in quanto i dati di termicità dei sacchi indicate dai produttori sono sempre sopravvalutate. Nella parte himalaiana meridionale del Kinnaur e soprattutto nella regione di Shimla le piogge sono più probabili, ma con variazioni annuali sempre più significative. Il Lahaul e ancor più lo Spiti e lo Zanskar hanno un clima estivo generalmente secco, ma anche qui la pioggia può arrivare più facilmente che a nord nel Ladakh. È opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare con tranquillità le serate più fredde; le temperature estive comunque non scendono mai sotto lo zero. Si consiglia di portare degli indumenti in pile e una giacca di piumino o meglio ancora una giacca da montagna in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode e un paio di scarponcini caldi adatti ai percorsi a piedi. Portare anche un piccolo zaino. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di portare il filtro polarizzatore.

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 DOCUMENTI DI VIAGGIO

PAESI E TRADIZIONI

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Phyang Gompa

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Monti dello Spiti

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.