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India Himalaia


Cham di Hemis, valle dell’Indo, Nubra e Rupshu

Un affascinante incontro con il mondo del Ladakh


PARTENZA
13/06/2015
RITORNO
29/06/2015
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
17 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Si raggiunge Leh, la capitale del Ladakh, in volo da Delhi. Tenendo Leh come base si eseguono tre stupende escursioni: ad ovest lungo l’Indo arrivando fino a Mulbeck, ai confini occidentali del Ladakh; poi a nord, scavalcando l’altissimo passo del Kardung, nella valle di Nubra; quindi ad est ai laghi del Rupshu. Rientrati dall’altopiano si partecipa al grande festival di Hemis, il più celebre dei Cham del Ladakh. In sintesi, è un percorso che porta ad un incontro completo con l’affascinante cultura e l’incredibile ambiente naturale di quella che da molti viene considerata la più bella regione dell’Himalaia.

La prima escursione inizia ad ovest di Leh dalla storica oasi di Bazgo e la visita dei resti artistici più interessanti del Ladakh: i famosi affreschi di scuola Ghandara di Alchi e gli sconosciuti dipinti di Saspol. Si visitano Mangyu, una perla di bellezza nell’Himalaia, Wanla, un’oasi che preserva un tempio dell’XI secolo attribuito a Rinchen Zangpo, e il monastero di Lamayuru, posto arditamente su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da montagne completamente desertiche.

Ci sono sempre mille soli al di là delle nuvole.

 Presentazione del viaggio


La prima escursione inizia ad ovest di Leh dalla storica oasi di Bazgo e la visita dei resti artistici più interessanti del Ladakh: i famosi affreschi di scuola Ghandara di Alchi e gli sconosciuti dipinti di Saspol. Si visitano Mangyu, una perla di bellezza nell’Himalaia, Wanla, un’oasi che preserva un tempio dell’XI secolo attribuito a Rinchen Zangpo, e il monastero di Lamayuru, posto arditamente su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da montagne completamente desertiche. Oltre Lamayuru ci si spinge fino a Mulbeck, dove si trovano la pittoresca valle di Gyal e l’eremo di Shergol. Rientrando, si visitano i monasteri di Rizong e Likir.

La seconda escursione porta a nord di Leh, scavalcando l’altissimo passo del Kardung verso la valle di Nubra, uno spazio incastonato tra i monti che custodisce monasteri e villaggi molto interessanti, dove anche solo la bellezza naturale costituisce un ottimo motivo per spingersi fin qui. La cornice di monti maestosi ha al suo centro delle insospettate dune di sabbia bianca lambite da due fiumi, dove vivono i cammelli bactriani e si trovano laghetti nascosti e fonti termali.

La terza escursione porta nel Rupshu, il lembo occidentale del vastissimo altopiano tibetano, una zona incontaminata fatta di vasti spazi e abitata da popolazioni nomadi che vivono seguendo tradizioni archetipe, con isolati monasteri nei pressi di laghi turchesi, dove i colori vividi della natura esaltati dall’aria rarefatta sembrano dipingere, come in una tavolozza, le praterie, i laghi e le montagne circostanti.

MODALITÀ DEL VIAGGIO

Gli spostamenti vengono effettuati in jeep. A Leh si alloggia in un comodo hotel – si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro alberghetto di montagna, ma la pulizia è sufficiente, si dispone di stanze con bagno e acqua calda. Durante la prima escursione a ovest di Leh si alloggia in piccoli alberghetti per 2 notti e una in un campo fisso, a Nubra in una locanda o in campo fisso e nel Rupshu in campi fissi. Queste sistemazioni richiedono un minimo di spirito di adattamento, si immagini una condizione simile a quella che da noi può offrire un rifugio alpino; alcuni sono decisamente carini, arredati in tipico stile ladakho, e donano la piacevole sensazione di alloggiare con le famiglie locali. I campi fissi sono ben attrezzati con tende con letti, lenzuola e servizi.

I CHAM DEL LADAKH

I Cham del Ladakh, di cui lo Tsechu di Hemis è il più celebre e importante, offrono un ottimo modo per avvicinarne la cultura e lo spirito, ammirando i monaci agghindati con maschere e sgargianti costumi tradizionali che al suono di musiche rituali creano una riproduzione simbolica dello Tse Chu, ovvero l’evocazione di Guru Rimpoce (Padmasambhava) e dei principali insegnamenti del buddismo tibetano. Ogni monastero aggiunge anche parti inerenti la propria storia e origine, facendo di ogni Cham un capolavoro a sé. Molto è stato scritto in merito a queste sofisticate rappresentazioni per interpretare il significato trascendente dei movimenti, delle figure, delle musiche e dei testi. Ma al di là di un interesse accademico, in queste occasioni si partecipa a uno dei rari momenti in cui la gente si stacca dalle fatiche della dura vita dell’ambiente himalaiano: tutti accorrono indossando bellissimi costumi tradizionali e per il visitatore, ma anche per i ladakhi stessi, l’aspetto umano, folcloristico e di scambio che animano l’evento hanno un interesse forte almeno quanto il contenuto esoterico.

 Programma del viaggio


Nota: chi lo desidera, può portare indumenti caldi e invernali o cancelleria per la scuola da regalare. Questi materiali verranno raccolti in loco dai nostri collaboratori per essere distribuiti a chi ne ha più bisogno, solitamente alla fine del viaggio: così si possono lasciare anche cose usate che non si desidera riportare a casa.

1°g.  Sabato 13 giugno, partenza in volo per Delhi  

2°g.  14/6 Delhi – Leh 
Il volo per Leh parte alle 5.30 circa; dall’aereo di godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. A Leh si viene ricevuti dalla guida, Tsewang Phuntsog. Sistemazione in uno dei migliori hotel della città (il Grand Willow o simile) e riposo per favorire l’adattamento alla quota; Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi.

3°g. 15/6 Leh – Alchi 
Si lascia Leh in direzione ovest seguendo il deflusso del grandioso fiume Indo; oltre la spettacolare confluenza con lo Zanskar si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte e templi con decorazioni stupende che contengono due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol: custodiscono meravigliosi affreschi in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si prosegue per il vicino monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene dei magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si alloggia in una locanda dell’oasi.

4°g.  16/6 Alchi – Lamayuru
Si prosegue per un tratto lungo la sponda meridionale dell’Indo per poi risalire una pittoresca valle a sud del fiume che porta allo stupendo villaggio di Mangyu, di bellezza archetipa, dove nei piccoli Gompa e in alcuni Stupa si trovano reperti artistici di finezza insospettabile, che originano dall’XI secolo: ci si chiede come mani così raffinate abbiano potuto giungere in una delle valli più remote al mondo! Tornati al fiume si può provare l’ebbrezza di attraversarlo su un (sicurissimo) ponte sospeso mentre le jeep fanno il giro della vallata percorrendo qualche chilometro di strada e arrivando allo stesso punto. Si continua a seguire la valle dell’Indo verso ovest e quindi la strada risale una spettacolare gola verso sud; la si lascia con una deviazione che porta all’oasi di Wanla, che preserva un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente all’esoterica scuola dei Drigung, restaurato da un gruppo di svizzeri, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. Tornati sulla strada principale ci si inerpica tra le incredibili erosioni terrose della “valle della luna”; secondo la tradizione queste peculiari forme indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata dai ladakhi una ‘terra pura’. Qui si trova Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’himalaia, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da policrome montagne desertiche. Si alloggia in una locanda dell’oasi.

5°g.   17/6 Lamayuru – Mulbeck
Si prosegue lungo la strada che serpeggia verso ovest; prima del passo si segue una stradina sterrata che porta all’eremo di Atise, un luogo di ritiro del monastero di Lamayuru.  Superato il Fatu La (4147 mt) e oltre il valico del Namika (3760 mt) si raggiunge Gyal, un caratteristico villaggio con un tempio ricavato traforando la roccia, ripreso nel film “Samsara”. Poco oltre si arriva a Mulbekh; qui, oltre alla famosa statua rupestre di Buddha Maitreya (VII secolo), si trovano due monasteri posti su di un vicino, ripido colle. Si completa la giornata recandosi al vicino villaggio di Shergol, impreziosito da un piccolo monastero abbarbicato a uno sperone roccioso (anche questo si vede in “Samsara”). Si alloggia in un vicino, ben allestito campo fisso.

6°g.  18/6 Mulbeck – Leh 
Si rientra a Leh ripercorrendo la panoramicissima strada seguita fin qui; oltre l’oasi di Lamayuru, raggiunto l’Indo e dopo averlo seguito per un tratto lo si lascia con una deviazione verso nord incontrando un interessante convento femminile e poco oltre il monastero di Rizong, ritenuto tra i più ascetici del Ladakh, che sembra quasi sospeso alla chiusura di una stretta valle; l’abate, Rizong Rimpoce, è l’attuale “Ganden Tripa”, ovvero il capo della scuola Ghelupa. Proseguendo verso Leh e oltrepassata la confluenza tra Indo e fiume Zanskar, una breve deviazione porta al monastero di Likir, di tradizione Ghelupa il cui abate è un fratello di S.S. il XIV Dalai Lama, con un’imponente statua di Maitreya che sovrasta il bel complesso; vi risiedono circa 150 monaci. Giunti a Leh ci si accomoda presso il medesimo hotel.

7°g.  19/6 Leh 
Si utilizza la giornata per le visite a Leh: la città vecchia, il Palazzo Reale con i templi adiacenti, la Pagoda della Pace e il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal. Non mancherà il tempo per girare tra i tanti mercatini e negozietti che contribuiscono a rendere questa cittadina così accattivante.

8°g. 20/6 Leh – Kardung La – Nubra 
L’escursione alla valle di Nubra inizia con la salita al passo del Kardung (5602 mt) posto a nord della città, che offre una visuale vastissima sulle infinite catene di monti che si stendono lungo il fiume Indo. La discesa si apre sulla valle del fiume Shyok (dove si scende fino a circa 3300 mt) e conduce ad una vasta piana formata dalla confluenza tra il fiume Shyok e il fiume Nubra, che scorre da nord alimentato dagli enormi ghiacciai del Karakorum. A Diskit si visitano il villaggio e il monastero abbarbicato alle rocce, che offre una splendida panoramica sulla valle. Si prosegue poi per il piccolo monastero di Hunder, situato ai piedi di una stretta gola, un luogo di ritiro dove vivono pochi ospitali monaci; nell’oasi rigogliosa si trovano anche dei bellissimi chorten. Nei pressi vi sono delle splendide dune di sabbia bianca, un luogo indimenticabile per godere le luci della sera. Si alloggia presso l’hotel Karma Inn o simile.

9°g.  21/6 Nubra – Kardung La – Leh
Si prosegue l’esplorazione di Nubra, giungendo nella parte settentrionale della vallata al monastero di Sumur; poco oltre, una breve passeggiata porta ad un magico laghetto, cinto da colline moreniche dalla cui sommità si gode una magnifica vista. Si inizia quindi il viaggio di ritorno – la vista incredibile merita almeno un secondo passaggio. A Leh sistemazione nel medesimo albergo.

10°g. 22/6 Leh – Tso Kar
Si lascia Leh in direzione est; oltre Tikse una valle laterale a nord porta a Chemrey, un Gompa dalla struttura molto vicina all’archetipo di come ci si possa immaginare un luogo di ritiro himalaiano, con le casette dei monaci incastonate nei versanti di un ripido colle sulla cui cima sorgono i templi, tanto che fu scelto per girarvi il film ‘Samsara’. Oltre Chemrey si arriva al monastero di Tak Tok, l’unico di scuola Nyingmapa del Ladakh, che contiene interessanti affreschi ed è costruito di fronte ad una grotta dove secondo la tradizione meditò Guru Padmasambhava. Tornati nella valle dell’Indo si prosegue lungo la strada che porta al passo del Taglang, alto ben 5328 mt, che si apre sull’altopiano del Rupshu. Si entra nel territorio dei nomadi, gente che sopravvive a condizioni climatiche impensabili; in diversi punti si potranno incontrare i loro campi e le greggi di yak, e anche animali selvaggi come il kyang, miriadi di marmotte, raramente i lupi e spesso le aquile. Tso Kar è il primo dei grandi laghi che si incontrano in questa regione, il cui sale è stato estratto e usato per secoli come merce di scambio in Ladakh. Si sosta qui in un campo fisso; la quota è di circa 4500 mt.

11°g. 23/6 Tso Kar – Korzok (Lago di Tso Moriri) 
Il percorso continua a essere meraviglioso, attraverso due passi e il bellissimo laghetto di Tso Kyagar, capolavoro di questa natura incontaminata, il tipico ambiente dove vive il Kyang, il cavallo selvaggio dell’altopiano che condivide le pasture con gli yak dei nomadi. Si raggiungere poi Korzok, un villaggio con un interessante monastero sulle sponde del lago Tso Moriri, il gioiello turchese del Rupshu; si alloggia in un campo fisso. Al tramonto le cime innevate che si affacciano a sud del lago e sfiorano i 7000 mt appaiono colorate di rosa.

12°g. 24/6 Tso Moriri 
Si dedica la giornata all’esplorazione della zona, con una magnifica passeggiata lungo le rive del lago, e si visitano il monastero e il piccolo villaggio; nella valle alle spalle del paesino spesso si accampano i nomadi con i loro grandi greggi di yak. Sono molto speciali i tramonti dal colle che sovrasta monastero e villaggio.

13°g. 25/6 Korzok – Leh 
Il percorso di ritorno riporta al laghetto di Tso Kyagar e, oltre il passo, si scende dall’altopiano raggiungendo l’Indo nei pressi del villaggio di Mahe; si seguono le spettacolari gole del fiume che dopo un lungo tratto si aprono sulla valle che porta a Leh, dove si alloggia nel medesimo albergo.

14°g. 26/6 Leh: Techu di Hemis e visita di Shey e Tikse 
Si lascia Leh verso est; si sosta per una visita a Shey, che fu anche la sede del palazzo reale, e al monastero Ghelupa di Tikse, tra i più celebri e attivi, una delle perle del Ladakh: ricco di templi, contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang. La grande statua di Maitreya posizionata nel tempio a destra dell’ingresso, di recente fattura, è diventata uno degli oggetti simbolo più famosi del Ladakh. Si arriva quindi al grande monastero di Hemis (circa40 km da Leh), il principale di scuola Drukpakagyu del Ladakh; questo sito è un’importante meta di pellegrinaggi e ospita una ricca collezione di tanka, statue d’oro e stupa (reliquiari) incastonati con pietre preziose. Si  seguono le rappresentazioni del festival che si svolgono nel grande cortile antistante i templi e i rituali che si tengono all’interno. Fuori dal Gompa si tiene un vivace mercatino e tutta l’area pullula di pellegrini agghindati nei costumi tradizionali. Nel tardo pomeriggio si rientra a Leh.

15°g. 27/6 Leh: Techu di Hemis e visita di Matho e Stock 
Si torna a Hemis, dove oggi proseguono le danze e i rituali più importanti del Cham; è molto interessante partecipare alle cerimonie che si svolgono nel tempio principale al mattino prima delle rappresentazioni, con i canti profondi dei monaci e le evocative musiche tibetane, immersi nell’atmosfera senza tempo del Lhakhang, dove gli affreschi tantrici che emergono dalla penombra sembrano condurre nelle dimensioni interiori della mente. I momenti più attesi di questa giornata sono la danza delle otto forme di Guru Padmasambhava, eseguita con particolare sfarzo utilizzando antichi costumi e maschere di stupenda fattura, e l’esposizione della grande tanka. Nel pomeriggio rientrando a Leh si sosta all’oasi di Matho, dove si trova un affascinante sito di scuola Sakya reso celebre dal peculiare festival invernale che è presenziato da… degli oracoli; in effetti è un luogo che dà a molti la sensazione di essere intriso di forze esoteriche, in special modo nello scuro Gonkhang degli oracoli, col pavimento coperto di tsampa e pervaso dall’odore di chang.

16°g. 28/6 Leh – Delhi 
Verso le 7.30 del mattino volo per Delhi, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza.

17°g. Lunedì 29 giugno, arrivo a destinazione

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Phyang Gompa

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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.