India Himalaia
Ladakh, Rupshu, Lahaul, Spiti, Kinnaur
Grande traversata dell’Himalaia indiano









Sintesi del viaggio
Da Delhi si raggiunge in volo Leh, la capitale del Ladakh situata nella parte settentrionale dell’Himalaia indiano, dove si potrà seguire la giornata finale degli insegnamenti tenuti dal Dalai Lama, si partecipa al festival di Shachukul, nella remota valle dello Shyok, e si visita il magico lago di Pangong. Inizia quindi la grande traversata che dalla valle dell’Indo porta sull’altopiano del Rupshu e attraverso le regioni del Lahaul, dello Spiti e del Kinnaur arriva ai limiti meridionali della catena himalaiana a Shimla: un percorso avvincente attraverso le diverse aree naturali, climatiche ed etniche di una delle regioni più belle in assoluto al mondo.
Presentazione del viaggio
Arrivati a Leh nella valle dell’Indo si trascorre la prima giornata tranquilli per favorire l’acclimatazione, visitando Sankar Gompa e la parte vecchia della cittadina. Si avrà l’opportunità di partecipare alla chiusura degli insegnamenti tenuti da S.S. il XIV Dalai Lama, che prevede il conferimento di una benedizione per la lunga vita; vi sarà una vastissima folla, con gran parte delle persone che sfoggia gli abiti tradizionali più belli. Si raggiunge Shachukul valicando il passo del Chang (5320 mt) che porta a nord est di Leh, vicinissimi al confine col Tibet, dove è incorso l’annuale Cham del monastero con rappresentazioni di musiche e danze in maschera e costume eseguite dai monaci. Si coglie l’opportunità per trascorre una notte sulle rive del meraviglioso lago di Pangong, situato poco più a est, e si rientra a Leh visitando Tak Tok e Chemrey.
Si lascia la valle dell’Indo verso sud seguendo la strada che porta al passo del Taglang (5328 mt), che si apre sull’altopiano del Rupshu, territorio dei nomadi, dove con una breve deviazione ci si reca al lago di Tso Kar. Si scavalca quindi il passo del Lachlung (5060 mt) godendo dei panorami spettacolari di questa regione desertica e, oltre il passo di Baralacha (4883 mt), si entra nel Lahaul arrivando a Keylong, il centro principale dove vi sono alcuni Gompa da visitare, tra cui Kardong è il principale; questa zona giova di maggiore umidità e si osserva un po’ di verde sui pendii. Si risale quindi la valle del fiume Chandra, che incanta per le fantastiche guglie, monti turriti di granito e ghiacciai che ne ornano il lato meridionale, fino al magico lago di Chandra Tal (il “Lago delle luna”) incastonato tra i monti. Superato il Kunzum La (4551 mt) si entra nello Spiti, una regione che fu parte dell’antico regno tibetano di Gughe; qui oltre alla meraviglia naturale di valli profondissime pressoché desertiche dai colori contrastati vi sono reperti artistici belli e molto importanti, primo per fama il monastero di Tabo, che gli amanti dell’arte chiamano l’ “Ajanta dell’Himalaia”. Si visitano tutti i siti più belli e si segue il corso del fiume Spiti arrivando alla confluenza col Sutlej, con i ripidi monti che cominciano ora gradatamente ad avere una copertura arborea, e si entra nella regione del Kinnaur. Questo antico regno segna il punto di transizione tra la cultura induista e buddista; l’architettura è caratteristica, con un uso misto di pietra e legno, anche finemente intagliato. Da Kalpa, la vecchia capitale, gli indù scrutano le cime glaciali del Kinnaur Kailash, una montagna sacra che ricorda la forma del mitico Kailash e supera i 6000 metri: secondo alcuni questa è la dimora invernale di Shiva. Si esplora la valle di Sangla e si prosegue quindi lungo il Sutlej arrivando a Shimla, la capitale coloniale estiva del Raj britannico edificata sulla cresta dei monti che contornano le pianure dell’India. Da qui si va Delhi completando la grande traversata.
MODALITÀ DEL VIAGGIO
Gli spostamenti vengono effettuati in jeep e non sono richiesti campi mobili. Ove possibile si alloggia in hotel e si utilizzano anche tre campi fissi, che sono ben attrezzati. In alcune località dello Spiti e del Kinnaur le sistemazioni sono piuttosto spartane senza servizi in stanza e alcune locande possono non essere provviste di lenzuola pulite. È quindi una buona soluzione aver con se un sacco a pelo, o almeno un sacco lenzuolo. Il cibo è solitamente semplice ma gustoso, molto buono per chi ama la cucina indiana, ma a volte poco vario. È quindi un viaggio entusiasmante che richiede senso di adattamento e capacità di vivere le situazioni locali.
Programma del viaggio
1°g. Sabato 12 luglio, partenza per Delhi
All’arrivo ci si trasferisce alle partenze nazionali per imbarcarsi per Leh. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può predisporre un servizio di accoglienza all’aeroporto e prenotare un hotel e ogni altro servizio richiesto; solitamente per i trasferimenti viene utilizzato l’Ashok Country Resort che è vicino all’aeroporto.
2°g. 13/7 Delhi – Leh
Il volo per Leh parte alle primissime ore del mattino, solitamente verso le 5.30 (orario da confermare); dall’aereo di godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. All’arrivo si viene ricevuti dal rappresentante di Amitaba del Ladakh e dalla guida locale che seguirà i partecipanti fino al 16/7. Sistemazione in uno dei migliori hotel della città, il Lhasermo o simile, e riposo per favorire l’adattamento alla quota; Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi.
3°g. 14/7 Cerimonia di lunga vita e partenza per Shachukul
Da Leh si raggiunge la zona degli insegnamenti, dove ci si unisce alle persone che hanno partecipato all’evento; alcuni di questi seguiranno questo stesso programma fino al 16/7. Le cerimonie per la lunga vita finiscono nell’arco della mattina; al termine si parte per Shachukul. Si risale per un tratto la valle dell’Indo; oltre Tikse e Stakna una valle laterale porta a nord salendo al passo di Chang (5320 mt), con grandiosi panorami che spaziano dalle oasi di Chemrey e Tak Tok alle catene di monti che si affacciano sulla valle dell’Indo e oltre, fino al Kang Yaze (6500 mt), la più alta vetta della regione. La discesa attraversa alcune pasture e si immerge tra monti policromi fino a giungere al fiume Shyok che da qui scorre verso Nubra; lo si risale per un breve tratto fino al villaggio di Tangtse, il principale della regione con le rovine di un vecchio castello e un tempio recentemente ricostruito; si alloggia qui in una locanda.
4°g. 15/7 Shachukul – Pangong
Proseguendo lungo lo Shyok e poi per una valle a sud (circa 10 km) si arriva al villaggio e al monastero di Shachukul, di scuola Drigung Kagyu, dove si svolge il festival con diverse rappresentazioni di danze sacre eseguite con maschere e costumi. Nel vecchio Gompa si ammirano alcune interessanti statue, e, nel Lhakhang, affreschi nuovi ma di ottima fattura che ritraggono, tra i vari soggetti, l’origine della scuola Drigung. Nel pomeriggio si torna verso Tangtse e si prosegue per il lago di Pangong (4400 mt) risalendo un piccolo affluente dello Shyok verso est, attraverso un ambiente con forti colorazioni dove deserto e pasture si intersecano tra monti sulle cui cime si vedono alcuni ghiacciai; si arriva presto in vista delle acque incredibilmente turchesi del mitico lago di Pangong. Una vastità azzurra, l’aria incredibilmente pura, tra monti altissimi, oltre ogni nostra capacità descrittiva, che ispirò alcuni passaggi stupendi dell’interessante libro “La via delle nuvole bianche” di A. Govinda. Si alloggia in un campo fisso in vista del lago.
5°g. 16/7 Pangong – Leh
Si parte alla volta di Leh superando di nuovo l’altissimo Chang La. Scesi dal passo con una piccola deviazione si raggiunge il monastero di Tak Tok, l’unico di scuola Nyingmapa del Ladakh, che contiene interessanti affreschi ed è costruito di fronte a una grotta dove secondo la tradizione meditò Guru Padmasambhava. Proseguendo la discesa lungo al bella vallata si arriva Chemrey, un Gompa dalla struttura vicina all’archetipo di quello che un visitatore immagina essere un luogo di ritiro himalaiano, con le casette dei monaci incastonate nei versanti di un ripido colle sulla cui cima sorgono i templi, tanto che fu scelto per girarvi il film ‘Samsara’. Dopo la visita si prosegue per Leh; si alloggia nel medesimo hotel.
6°g. 17/7 Leh – Tso Kar – Sarchu
Si risale la valle dell’Indo per un tratto lasciandola verso sud con la strada che porta al passo del Taglang. Si attraversano vallate policrome e si transita dal villaggio di Gya, posto a circa 4200 mt; un luogo particolare, tranquillo e rurale, dove si trovano molti interessanti chorten e un tempio posto sulla rupe che chiude il versante opposto della vallata situato tra le rovine del grande forte che cingeva le creste ardite della montagna. Oltre il valico, alto 5328 mt, si accede all’altopiano del Rupshu, territorio dei nomadi, gente che sopravvive a condizioni climatiche impensabili; in diversi punti si vedono i loro campi e le greggi di yak, e a volte anche animali selvaggi come il kyang, miriadi di marmotte, raramente i lupi e spesso le aquile. Una deviazione porta al lago di Tso Kar, stupendo gioiello turchese il cui sale è stato estratto e usato per secoli come merce di scambio in Ladakh. Rientrati sulla strada principale si continua verso sud transitando dal campo tendato di Pang e si valica il Lachlung La (5060 mt) accedendo alla zona meridionale del Karnak, uno dei regni del trekking di queste remote regioni. Arrivati nella piana di Sarchu si sosta per la notte in un campo fisso.
7°g. 18/7 Sarchu – Keylong
Si prosegue lungo l’altopiano fino al passo del Baralacha (4883 mt) che si apre sulla regione del Lahaul, un territorio ancora piuttosto desertico ma più arboreo del Ladakh. Oltre Darcha, punto di accesso per un trekking che porta in Zanskar, seguendo il fiume si arriva a Keylong (3350 mt), “capitale” del Lahaul. Sistemazione in un modesto albergo (il Tashi Delek o simile). Nei dintorni si trovano alcuni Gompa; ci si reca a visitare Sharshul, posto sul monte sopra il paese, e se vi è tempo sufficiente Khardong, situato sul lato opposto della valle.
8°g. 19/7 Keylong – Kaza
Si segue il deflusso della valle e alla confluenza col fiume Chandra si visita il piccolo monastero Drukpa di Tupchiling. Si risale la valle del Chandra lasciando dopo un tratto la strada principale, che conduce a Manali attraverso il passo del Rothang, incontrando un ambiente molto selvaggio dove le montagne turrite sembrano delle magiche cittadelle sospese nel cielo e a sud la possente lingua di un grande ghiacciaio giunge fino al fondovalle. Ai piedi del valico del Kunzum con una deviazione si raggiunge il Chandra Tal (lago delle luna), che ha ispirato un bel libro di racconti scritto da Massimo Dusi, “Il lago delle visioni”. Superato il passo del Kunzum (4551 mt) si entra in Spiti, incontrando i primi insediamenti a Lossar. A Kaza (3600 mt), centro principale della regione, ci si sistema presso l’hotel Snowland o simile.
9°g. 20/7 Kaza
Escursione al monastero di Ki, il principale dello Spiti, dove nel 2000 S.S. il XIV Dalai Lama ha conferito una grande iniziazione di Kalachakra. Da Ki si prosegue per Kibber (4200 mt) e Tashigang (4400 mt): questi interessanti villaggi, sui bordi dell’altopiano, sono tra i più alti luoghi permanentemente abitati dell’Himalaia.
10°g. 21/7 Kaza – Tabo
Si segue la valle del fiume Spiti verso sud. Nei pressi della confluenza col fiume Pin una valle a nord porta al villaggio e al tempio di Lhalung, fondato nel medesimo periodo del celeberrimo Tabo intorno all’anno 1000, quando questa zona era parte dell’antico regno di Gughe. Gli interni di questo pressoché ignorato tempio sono un esempio rarissimo della metamorfosi che l’arte giunta da Ghandara e Nalanda ha avuto nell’incontro col mondo dell’Himalaia. Tornati a valle, si prosegue per un tratto e si lascia di nuovo la strada principale per inerpicarsi lungo una stradina fino a un colle dove a 4000 metri è arroccato l’antico monastero di Dankar, che domina la confluenza dei fiumi Pin e Spiti. Dopo la visita si prosegue per Tabo; si pernotta in una locanda tibetana.
11°g. 22/7 Tabo – Nako
L’antico Gompa di Tabo è rimasto intatto dai tempi del grande santo tibetano Rinchen Zangpo che ne curò l’attuale disposizione (XI secolo). Tabo è considerato l’”Ajanta dell’Himalaia” per l’ineguagliabile bellezza di statue e affreschi, ed è una perla anche per la potente energia spirituale che lo permea. Dopo un’approfondita visita si prosegue lungo le gole dello Spiti; a Chango si sosta per visitare il Gompa posto su un colle che domina la vallata. Proseguendo, una deviazione porta al bel villaggio di Nako, dove vi è anche un piccolo lago, il cui Gompa dell’XI secolo, di scuola Drukpa, conserva antichissimi affreschi. Si alloggia in una locanda.
12°g. 23/7 Nako – Kalpa
Arrivando verso la confluenza con il Sutlej ci si reca con una deviazione e un’escursione a piedi al tempio di Tilasangh, dove si dice che a una statua di Chenresi crescano i capelli. Seguendo il deflusso impetuoso del Sutlej si giunge in Kinnaur. A Morag si trova una torre costruita nel tipico stile della regione stratificando pietre e legno, e a Ribba vi è un Gompa, Arrivati nel capoluogo della regione, Rekong Peo (2290 mt), si sale al paese di Kalpa (2960 mt), l’antica capitale, che fu prescelto dai coloni inglesi per il clima e la spettacolarità della visuale che offre: se è limpido si ammira il Kinnaur Kailash, mitico monte di oltre 6000 metri, che prende il suo nobile nome dalla sua somiglianza col monte Kailash. Si alloggia in un semplice hotel, il Golden Apple o il Grand Shangrila.
13°g. 24/7 Kalpa – Sangla
Tornati a valle si prosegue per un tratto lungo il Sutlej, lasciando il corso del fiume per seguire una valle laterale che porta a Sangla, un villaggio con molte case tradizionali; si alloggia qui presso il Parkash hotel o simile. Si esplora la zona recandosi al villaggio di Chitkul, che conserva interessanti templi lignei, e si visita con una breve passeggiata il forte di Kamru che sovrasta Sangla. Questo luogo era la capitale dell’antico regno di Bushahr.
14°g. 25/7 Sangla – Shimla
Si torna sul Sutlej e lo si segue fino a quando la strada si sposta sulle creste dei monti arrivando a Shimla (2130 mt), la vecchia capitale del Raj britannico che conserva ancora molti edifici in stile coloniale. Sistemazione in albergo, lo Spars Lodge o simile.
15°g. 26/7 Shimla – Delhi e volo di rientro
Si parte alla volta di Delhi transitando dalla città di Chandigart; si arriva in serata e ci si reca all’aeroporto internazionale dove la gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto.
16°g. Domenica 27 luglio, arrivo a destinazione
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Phyang Gompa
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Strada verso Pang
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.