India Himalaia
Ladakah e Zanskar, con il festival di Sani
Estensioni per Nubra e l’altopiano del Rupshu









Sintesi del viaggio
Il viaggio inizia in Ladakh da Leh con i famosi monasteri che la contornano e segue quindi la valle dell’Indo verso ovest esplorandone i siti più belli da Bazgo ed Alchi fino a Lamayuru; superati gli alti passi che portano oltre Mulbeck fino al fiume Suru se ne risalgono le acque fino ai piedi del Nun Kun (7135 mt) accedendo al remoto regno dello Zanskar. Si giunge in occasione del Naro Nasial, il festival annuale del monastro di Sani, e si segue un circuito completo che porta a conoscere gran parte dei luoghi più interessanti di questa remota regione.
Rientrati a Leh, è prevista un’estensione che porta alla valle di Nubra e poi sull’altopiano del Rupshu, per una visita veramente completa di questa meravigliosa parte dell’Himalaia indiano.
Presentazione del viaggio
Rientrati a Leh, è prevista un’estensione che porta alla valle di Nubra e poi sull’altopiano del Rupshu, per una visita veramente completa di questa meravigliosa parte dell’Himalaia indiano.
Il viaggio prevede di raggiungere e di rientrare da Leh, la piccola capitale del Ladakh, in volo da Delhi. A Leh si sosta per due notti, utili anche per l’acclimatazione, e si esplorano la città e i monasteri dell’ampia valle dell’Indo. Si parte quindi con delle jeep seguendo un itinerario entusiasmante sia per l’incomparabile bellezza della natura che per l’opportunità che offre di visitare molti dei monasteri e villaggi più belli del Ladakh e dello Zanskar, dove il tour prevede la visita di gran parte dei siti significativi della regione. Lasciata Leh si alloggia in semplici hotel, campi fissi e locande per l’intero percorso. Gli alberghetti locali richiedono un minimo di spirito di adattamento, si immagini una condizione simile a quella che da noi può offrire un rifugio alpino. Alcuni sono decisamente carini, arredati in tipico stile ladakho, e donano la piacevole sensazione di alloggiare con le famiglie locali. A Leh si utilizza un comodo albergo – si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro semplice hotel di montagna, ma la pulizia è sufficiente, le stanze hanno bagno e acqua calda e l’hotel dispone di un generatore di corrente nel caso (…spesso) “salti” la luce.
Amitaba in Zanskar segue diverse attività. A Rangdum collabora al mantenimento del dispensario medico, al villaggio di Aksho alla sistemazione della scuola del villaggio, a Sani ha completato un progetto di restauro e in diversi siti ha collaborato con la “Stupa Onlus” ai restauri degli stupa, tra cui quelli di Rangdum, Phe e Zangla dove, con il Gyalpo (Re) dello Zanskar che è stato nostro ospite in Italia, sono stati fatti interventi nel villaggio e al convento femminile. I partecipanti beneficeranno così dei nostri contatti nella regione, potendo avere un incontro più approfondito con la gente del luogo.
A completamento del viaggio, per una visione d’insieme di questa meravigliosa regione del mondo, è prevista un’estensione in due fasi: alla valle di Nubra a nord di Leh e, a seguire, ai grandi laghi dell’altopiano del Rupshu nel grandioso territorio dei nomadi.
LA REGIONE HIMALAIANA DELLO ZANSKAR
(vedi anche Zanskar)
Lo Zanskar è la regione più remota dell’Himalaia indiano, raramente raggiunta dai visitatori. Per arrivarci si percorrono 230 km da Leh, la capitale del Ladakh, verso ovest fino a Kargil, lungo una strada spettacolare e molto varia che segue inizialmente il fiume Indo e transita dal monastero di Lamayuru, e, valicando due panoramici passi, porta a Mulbeck. Si passa quindi dalla zona a maggioranza islamica di Kargil imboccando l’unica via di accesso allo Zanskar agibile ai veicoli motorizzati, una spettacolare strada sterrata bloccata dalla neve anche per 9 mesi all’anno, che risale le acque del fiume Suru, un affluente dell’Indo. Dopo aver sfiorato maestosi ghiacciai che scendono da vette altissime dominate dal Nun (7135 mt) si raggiunge l’isolato monastero di Rangdum, posto su un colle morenico al centro di una valle di inimmaginabile bellezza, dove le vaste pasture degli yak sono coperte da milioni di stelle alpine. Rangdum segna la transizione dal mondo dell’Islam che popola le valli sottostanti alla cultura del buddismo tibetano. Proseguendo oltre il passo del Pensi La, abitato da miriadi di marmotte e alto circa 4400 mt, il punto più alto del viaggio dove la vista spazia sulle distese glaciali del misterioso massiccio del Sickle Moon, si giunge alla valle del fiume Dado, nello Zanskar.
In questo sperduto territorio la vita è durissima, per riuscire a coltivare un po’ di tsampa e piselli con il primo caldo di primavera i contadini devono spargere della terra sulla neve per velocizzarne lo scioglimento, altrimenti con la breve estate questo resistentissimo cereale che abbonda in tutto il Tibet non fa a tempo a crescere! La durezza delle condizioni non sembra però togliere la serenità e il sorriso aperto alla gente che si incontra, forse perché ispirata da una profonda fede religiosa.
Lo Zanskar nella storia ha avuto dei momenti d’indipendenza, ma generalmente è stato un territorio legato alle sorti del regno del Ladakh, con un’autonomia regalatagli di fatto dall’isolamento. Nel villaggio di Zangla risiede ancora il Gyalpo, ovvero il re di questo feudo himalaiano, un personaggio rispettato e autorevole grazie al carisma personale, ma senza poteri oggettivi.
Programma del viaggio
1°g. Sabato 2 agosto, partenza per Delhi
Per raggiungere Delhi Amitaba utilizza voli Lufthansa, Swiss, KLM o di altre compagnie scelte dai viaggiatori; la maggior parte dei voli giunge a Delhi nelle prime ore del mattino successivo. All’arrivo ci si trasferisce alle partenze nazionali per imbarcarsi per Leh. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può predisporre un servizio di accoglienza all’aeroporto e prenotare un hotel e ogni altro servizio richiesto; solitamente per i trasferimenti viene utilizzato l’Ashok Country Resort che è vicino all’aeroporto.
2°g. 3/8 Delhi – Leh
Il volo per Leh parte nelle primissime ore del mattino, solitamente verso le 5.30 (orario da confermare); dall’aereo di godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. All’arrivo si viene ricevuti dal rappresentante di Amitaba per il Ladakh, Tsewang Thinless; sistemazione in uno dei migliori hotel della città e riposo per favorire l’adattamento alla quota: Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi.
3°g. 4/8 Leh: escursione a Shey, Tikse, Hemis e Matho
Escursione ai monasteri della valle. Si lascia Leh verso est transitando da Shey, che fu anche la sede del palazzo reale. Poco oltre ci si ferma al monastero Ghelupa di Tikse, tra i più celebri e attivi, una delle perle del Ladakh: ricco di templi, contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang. La grande statua di Maitreya posizionata nel tempio a destra dell’ingresso, se pur di recente fattura, è ora diventata uno degli oggetti simbolo più famosi del Ladakh. Si prosegue per Hemis, il monastero più grande del Ladakh, di scuola Drukpakagyu; questo sito è un’importante meta di pellegrinaggi con molte sale affrescate che ospitano una ricca collezione di tanka, statue d’oro e stupa (reliquiari) incastonati con pietre preziose. Rientrando a Leh si completano le visite a Matho, l’esoterico monastero di scuola Sakya reso celebre dal peculiare festival invernale che è presenziato da… degli oracoli; in effetti è un luogo che dà a molti la sensazione di essere intriso di forze magiche, in special modo nello scuro Gonkhang degli oracoli, col pavimento coperto di tsampa e pervaso dall’odore di chang.
4°g. 5/8 Leh – Alchi
Si lascia Leh in direzione ovest seguendo il deflusso del grandioso fiume Indo; oltre la spettacolare confluenza con lo Zanskar si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte e templi con decorazioni stupende che contengono due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol, che si raggiungono con una bella passeggiata tra alberi di albicocco: custodiscono meravigliosi affreschi in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si prosegue per il vicino monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si alloggia in una locanda dell’oasi.
5°g. 6/8 Alchi – Lamayuru
Si prosegue per un tratto lungo la sponda meridionale dell’Indo per poi risalire una pittoresca valle a sud del fiume che porta allo stupendo villaggio di Mangyu, di bellezza archetipa, dove nei piccoli Gompa e in alcuni Stupa si trovano reperti artistici di finezza insospettabile, che originano dall’XI secolo: ci si chiede come mani così raffinate abbiano potuto giungere in una delle valli più remote al mondo! Tornati al fiume si può provare l’ebbrezza di attraversarlo su un (sicurissimo) ponte sospeso mentre le jeep fanno il giro della vallata percorrendo qualche chilometro di strada e arrivando allo stesso punto. Si continua a seguire la valle dell’Indo verso ovest e quindi la strada risale una spettacolare gola verso sud; la si lascia con una deviazione che porta all’oasi di Wanla, che preserva un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente all’esoterica scuola dei Drigung, recentemente restaurato da un gruppo di svizzeri, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. Tornati sulla strada principale ci si inerpica tra le incredibili erosioni terrose della “valle della luna”; secondo la tradizione queste peculiari forme indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata dai ladakhi una ‘terra pura’. Qui si trova Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’Himalaia, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da policrome montagne desertiche. Si alloggia presso l’hotel Moonlight.
6°g. 7/8 Lamayuru – Mulbeck
Si prosegue lungo la strada che serpeggia verso ovest; prima del passo si segue una stradina sterrata che porta all’eremo di Atise, un luogo di ritiro del monastero di Lamayuru. Superato il Fatu La (4147 mt) e oltre il valico del Namika (3760 mt) si raggiunge Gyal, un caratteristico villaggio con un tempio ricavato traforando la roccia, ripreso nel film “Samsara”. Poco oltre si arriva a Mulbekh; qui, oltre alla famosa statua rupestre di Buddha Maitreya (VII secolo), si trovano due monasteri posti su di un vicino, ripido colle. Si alloggia in un comodo e ben allestito campo fisso.
7°g. 8/8 Mulbeck – Rangdum
Si transita per Kargil, da dove si imbocca la strada che porta verso lo Zanskar. La zona è un po’ più arborea rispetto al Ladakh e a maggioranza mussulmana; ogni villaggio ha una piccola moschea con il minareto, molti uomini hanno lunghe barbe ma le donne non sono velate. Il Nun e il Kun, le più alte vette di quest’area himalaiana, dominano un’ampia ansa del fiume Suru in cui si tuffano le possenti seraccate di ghiaccio. Superate le gole ai loro piedi una valle spettacolare ornata da ardite vette di granito da cui si protendono poderosi ghiacciai porta al plateau dove, tra le pasture degli yak ricche di stelle alpine, regna solitario il monastero di Rangdum. Si alloggia in un campo fisso.
8°g. 9/8 Rangdum – Padum
Valicato il Pensi La (4400 mt), che offre visuali spettacolari sui ghiacciai, si entra nella valle dello Zanskar; si segue il fiume Doda per un tratto e lo si attraversa a piedi su di un ponte sospeso per visitare il villaggio di Aksho. Proseguendo, si raggiunge la vasta piana formata dalla confluenza dei fiumi Doda e Tsarap, il cuore dello Zanskar, dove si trovano i principali villaggi e monasteri; al Gompa di Sani, protetto da un muro di cinta e ombreggiato da alberi, che qui sono rari, oggi è iniziato il festival di Naro Nasial, dove si sosterà iniziando ad osservare le rappresentazioni. Questo antico monastero custodisce la statua di Naropa, lo stupa con i resti di Kanishka, un maestro che visse intorno all’anno mille, e affreschi attribuiti a Zadpa Dorje. Giunti alla vicina Padum, la nuova “capitale” dello Zanskar, l’unico luogo della regione con alcuni negozietti e un punto telefonico, si alloggia in un semplice alberghetto. Sulla collina sovrastante è situato un interessante monastero, immerso tra preziosi alberi, da cui si gode un bel panorama.
9°g. 10/8 Sani: Naro Nasial
Oggi si svolgono le rappresentazioni più importanti del festival, con danze che interessano diversi temi eseguiti da monaci agghindati con sgargianti costumi tradizionali e maschere che raffigurano divinità, animali e piccoli demoni. Le danze sono precedute da una lunga preparazione di pratiche meditative, consacrazioni di oggetti e cerimonie impreziosite da salmodie recitate con tonalità profonde accompagnate dal suono di cimbali, tamburi e corni. Punto saliente di questa giornata è l’esposizione nel corso della mattina della veneratissima statua di Naropa, uno dei maestri principali della tradizione Kagyupa a cui appartiene Sani, motivo principe del festival. Nel corso della giornata chi lo desidera avrà la possibilità di recarsi a visitare il convento femminile con una passeggiata tra i campi dell’oasi. Per chi è più energetico un’escursione a piedi (circa un’ora e mezza di cammino) porta all’eremo di Guru Nima Oser Chaphuk, dove si dice abbia svolto un ritiro Guru Padmasambhava. Rientrando a Padum si visita il villaggio di Pipiting, dove si trovano un grande stupa e un monastero.
10°g.11/8 Padum, escursione a Thongde e Zangla
Si segue il versante orientale del fiume Zanskar arrivando a Thonde, un interessante monastero posto su di una rupe da cui si gode un’indimenticabile visuale. Si prosegue per Zangla, la vecchia capitale dello Zanskar, dove se sono presenti si potranno incontrare il Gyalpo dello Zanskar e la sua famiglia e visitare la loro attuale residenza, che noi considereremmo umile visto il loro stato nobiliare, ma che in questa regione è una vera reggia. Si visitano l’antico castello di Zangla, sede storica del Gyalpo, posto in una bellissima posizione che domina la valle dove si trovano anche molti chorten, di cui il più recente è quello di Bakula Rimpoce, l’Abate del Ladakh recentemente scomparso; nell’oasi è situato anche un interessante convento femminile. Si rientra in serata a Padum.
11°g. 12/8 Padum – Karcha – Rangdum
Si attraversa il fiume arrivando al bel villaggio di Karcha, dominato dal grande monastero di scuola Ghelupa costruito sulle rupi rocciose, il principale dello Zanskar. La visita rivela diverse sale e alcuni affreschi dell’XI secolo; sul monte antistante è situato l’antico convento femminile, ricco di sorprendenti reperti artistici. Da Karcha si risale il corso del fiume ricongiungendosi alla strada utilizzata fin qui – la bellezza inimmaginabile del contesto naturale merita almeno questo secondo passaggio! Si risale la valle del fiume Doda che porta al passo del Pensi e al bel monastero di Rangdum, dove si sosta al campo fisso già utilizzato all’andata, su questa piana incastonata tra i monti, luogo superbo per un ultimo saluto al mondo dello Zanskar.
12°g. 13/8 Rangdum – Mulbeck
Si prosegue oltre le gole del Nun, dove i ghiacci lambiscono le acque potenti del fiume Suru, e dopo Kargil si raggiunge la valle di Mulbeck; con una breve deviazione si raggiunge il villaggio di Shergol, impreziosito da un piccolo monastero abbarbicato a uno sperone roccioso, anche questo ripreso nel film “Samsara”. Si alloggia nel medesimo campo fisso utilizzato all’andata.
13°g. 14/8 Mulbeck – Leh
Si parte verso est seguendo la panoramicissima strada che, valicati i passi Namika e Fatu, transita da Lamayuru e si tuffa nella valle dell’Indo. Oltrepassata la confluenza tra Indo e fiume Zanskar una breve deviazione porta al monastero di Likir, di tradizione Ghelupa il cui abate è un fratello di S.S. il XIV Dalai Lama, con un’imponente statua di Maitreya che sovrasta il bel complesso; vi risiedono circa 150 monaci. Si raggiunge poi il monastero di Phyang, situato a circa mezz’ora di guida da Leh, un sito molto interessante con sale finemente affrescate e molte statue tipiche dell’esoterica scuola dei Drigung Kagyu, alla cui scuola appartiene il Gompa. A Leh si alloggia presso il medesimo hotel.
14°g. 15/8 Leh
Visita di Leh: il Palazzo Reale con i templi adiacenti, la Pagoda della Pace, il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal, la parte vecchia e il mercato.
PER CHI RIENTRA
15°g. 16/8 Leh – Delhi e volo di rientro
Verso le 7.30 del mattino (orario da confermare) volo per Delhi, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli per l’Italia parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza.
16°g. Domenica 17 agosto arrivo a destinazione
ESTENSIONE PER NUBRA
15°g. 16/8 Leh – Kardung La – Nubra
L’escursione alla valle di Nubra inizia con la salita al passo del Kardung (5602 mt) posto a nord della città, che offre una visuale vastissima sulle infinite catene di monti che si stendono lungo il fiume Indo. La discesa si apre sulla valle del fiume Shyok (dove si scende fino a circa 3300 mt) e conduce ad una vasta piana formata dalla confluenza tra lo fiume Shyok e il Nubra, che scorre da nord alimentato dagli enormi ghiacciai del Karakorum. A Diskit si visita il villaggio e il monastero abbarbicato sulle rocce, che offre una splendida panoramica sulla valle. Si alloggia presso un comodo campo fisso.
16°g. 17/8 Nubra
Si dedica la giornata all’esplorazione di Nubra, giungendo fino alle fonti di acqua calda di Panamik. Una breve passeggiata porta ad un magico laghetto, in un luogo cinto da colline moreniche dalla cui sommità si gode una magnifica vista. Dopo la visita al monastero di Sumur una bella passeggiata alle vicine dune bianche che sorgono nei pressi della confluenza dei fiumi Nubra e Shyok completa la giornata.
17°g.18/8 Nubra – Kardong La – Leh
Prima di lasciare Nubra si visita il piccolo monastero di Hunder, situato ai piedi di una stretta gola, un luogo di ritiro dove vivono pochi ospitali monaci; nell’oasi rigogliosa si trovano anche dei bellissimi chorten. Da Hunder inizia il tragitto di ritorno – la vista incredibile merita almeno un secondo passaggio. A Leh sistemazione nel medesimo albergo.
PER CHI RIENTRA
18°g. 19/8 Leh – Delhi e volo di rientro
Verso le 7.30 (orario da confermare) del mattino volo per Delhi, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli per l’Italia parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza.
19°g. Mercoledì 20 agosto, arrivo a destinazione
ESTENSIONE PER IL RUPSHU
18°g. 19/8 Leh – Tso Kar
Accompagna questa estensione una nostra guida ladakha che parla la lingua inglese. Si lascia Leh verso est risalendo il corso dell’Indo fino ad una valle che conduce verso sud dove la strada porta sull’altopiano e procede fino alle lontanissime pianure dell’India. Si passa dal villaggio di Gya, un luogo particolare, tranquillo e rurale dove si trovano molti interessanti chorten, con un tempio sulla rupe che chiude il versante opposto della vallata posto tra le rovine del grande forte che cingeva le creste ardite della montagna. Oltre il valico del Taglang (5328 mt) si accede all’altopiano del Rupshu. È il territorio dei nomadi, gente che sopravvive a condizioni climatiche impensabili; in diversi punti si incontrano i loro campi e le greggi di yak, e anche animali selvaggi come il kyang, miriadi di marmotte, raramente i lupi e spesso le aquile. Lasciata la strada principale, Tso Kar è il primo dei grandi laghi che si incontrano in questa regione, uno specchio turchese da cui il sale è stato estratto e usato per secoli come merce di scambio in Ladakh. Si alloggia in un campo fisso, posto a circa 4500 mt di quota.
19°g. 20/8 Tso Kar – Korzok (Lago di Tso Moriri)
Il percorso continua ad essere meraviglioso, attraverso due passi e il bellissimo laghetto di Tso Kyagar, capolavoro di questa natura incontaminata, il tipico ambiente dove vive il Kyang, il cavallo selvaggio dell’altopiano che condivide le pasture con gli yak dei nomadi. Si raggiungere poi Korzok, sulle sponde del lago Tso Moriri, il gioiello turchese del Rupshu. Al tramonto le cime innevate che si affacciano sul lago e sfiorano i 7000 mt appaiono colorate di rosa. A Korzok, dove si trova anche un bel monastero, si alloggia in un campo fisso a circa 4500 mt di quota.
20°g. 21/8 Tso Moriri
Si dedica la giornata all’esplorazione della zona, con una magnifica passeggiata lungo le rive del lago, e si visitano il monastero e il piccolo villaggio; nella valle alle spalle spesso si accampano i nomadi con i loro grandi greggi di yak. Sono molto speciali i tramonti dal colle che sovrasta Korzok.
21°g. 22/8 Korzok – Leh
Il percorso di ritorno riporta al laghetto di Tso Kyagar e, oltre il passo, si scende dall’altopiano raggiungendo l’Indo nei pressi del villaggio di Mahe; si seguono le spettacolari gole del fiume fino alla valle di Leh, dove si alloggia nel medesimo albergo.
22°g. 23/8 Leh – Delhi e volo di rientro
Verso le 7.30 del mattino (orario da confermare) volo per Delhi, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli per l’Italia parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza.
23°g. Domenica 24 settembre, arrivo a destinazione
RICHIESTA INFORMAZIONI
Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:
DOCUMENTI DI VIAGGIO
PAESI E TRADIZIONI
Entra nella sezione dedicata agli approfondimenti culturali:

Phyang Gompa
GALLERIA FOTOGRAFICA

Monaci di Karcha
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.