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India Himalaia


Arunachal Pradesh, Tawang patria dell’etnia Monpa

Lingue, usi e costumi di 26 distinti gruppi tribali


PARTENZA
28/02/2011
RITORNO
13/03/2011
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
14 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio porta nel distretto nord occidentale dell’Arunachal Pradesh, a Tawang, un’aerea himalaiana incuneata tra il Bhutan, che ne segna il confine a sud, ed il Tibet a nord. Questo territorio, pur molto remoto, è raggiungibile in auto perché è stato il teatro della guerra del 1962 con la Cina; l’India per questo motivo ha costruito una strada efficiente che viene tenuta aperta tutto l’anno per motivi strategici.

Il problema che portò all’invasione cinese non è risolto: Pechino ritiene il territorio “suo” perché, essendo ora il Tibet “suo” ne conseguirebbe che i Monpa, tibetani, e Tawang, la regione dove abitano, “appartengono a loro” – perfetto esempio dell’orrendo sciovinismo della dittatura gialla! I Monpa periodicamente protestano contro questa possibile futura ingerenza, e fortunatamente il governo indiano non sembra disposto a cedere.

Ci sono sempre mille soli al di là delle nuvole.

 Presentazione del viaggio


Il problema che portò all’invasione cinese non è risolto: Pechino ritiene il territorio “suo” perché, essendo ora il Tibet “suo” ne conseguirebbe che i Monpa, tibetani, e Tawang, la regione dove abitano, “appartengono a loro” – perfetto esempio dell’orrendo sciovinismo della dittatura gialla! I Monpa periodicamente protestano contro questa possibile futura ingerenza, e fortunatamente il governo indiano non sembra disposto a cedere.

Tawang è così uno dei pochi territori dove la cultura tibetana non ha subito il trauma della devastazione cinese, ed è per questo un microcosmo particolarmente interessante da visitare. Il turismo non l’ha ancora raggiunto e per farlo servono ancora dei permessi speciali. La strada che serpeggia risalendo le valli himalaiane verso Tawang è spettacolare e con molti spunti: valica alcuni passi e attraversa Bomdila e Dirang, rendendo il percorso interessante. Tawang è il centro della popolazione Monpa, un grande villaggio posto a circa 2900 mt distribuito sui pendii soleggiati dei monti. Alcuni Monpa vivono anche più a sud, in Bhutan, e molti dei festival delle regioni più orientali del Bhutan sono frequentati dai Monpa provenienti dal territorio amministrato dall’India, che hanno il permesso di entrare in Bhutan senza formalità; la stessa regola vale per i Monpa che abitano in territorio bhutanese e partecipano ai festival di Tawang e Gorsam Chorten.

Il grande monastero di Tawang, il cui nome significa “benedetto da un cavallo”, è il punto focale della vita culturale dei Monpa; fondato nel XVII secolo da Lodre Gyatso per incarico del quinto Dalai Lama, coordina le attività spirituali di altri 17 monasteri minori diffusi in tutto il territorio. Pare che il punto dove è stato edificato sia stato prescelto da Lodre Gyatso, popolarmente conosciuto come Mera Lama, perché il suo cavallo gli sfuggì e si rifiutò di muoversi da lì dopo esserci giunto: il Lama prese questo come un segno divino che fosse questo il luogo dove sarebbe dovuto sorgere il grande Gompa. Posizionato su di un poggio in posizione ben difendibile, nei secoli passati era anche stato fortificato ed utilizzato da parte dei tibetani nei conflitti con i bhutanesi; questi ultimi occupano infatti la parte più meridionale della grande vallata del Tawangchu, il possente fiume che da qui scorre impetuoso verso le lontane pianure dell’India, e vi hanno costruito gli Dzong di Trashigang e Tashiyangtse. Il Gompa è costituito da un gran numero di piccoli edifici arroccati attorno ad un grande spiazzo su cui si affacciano il tempio principale (il Dunkhang), la libreria (il Parkhang) ed il Rumkhang, che ospita le cucine; il Dunkhang è finemente affrescato e contiene molte statue di fattura fine, inclusa una gigantesca raffigurazione del Buddha storico. Nel Perkhang sono custoditi un gran numero di preziosi testi antichi scritti con caratteri d’oro e molti altri oggetti di eccellente valore artistico.

Lo spazio delimitato da queste costruzioni è il teatro delle rappresentazioni religiose e dei festival, di cui il Losar (Capodanno tibetano) è uno dei più coloriti. E’ la principale occasione di raduno dei Monpa, che affluiscono da ogni parte delle valli di Tawang indossando i loro vestiti tradizionali più pregiati, per assistere alle danze rituali eseguite dai monaci e partecipare alle cerimonie propiziatorie nei templi.

ALCUNE NOTE SULL’ARUNACHAL PRADESH E TAWANG

La regione di Tawang è il più occidentale dei 14 distretti dello stato indiano dell’Arunachal Pradesh, la regione himalaiana che spazia dal confine orientale del Bhutan fino alla Birmana coprendo ben 83.743 km quadrati con una popolazione stimata di solo circa un milione di persone, la più bassa densità dell’India. L’Arunachal Pradesh nella parte nord orientale accoglie le possenti acque dello Tsangpo, o Bramaputra, uno dei principali fiumi dell’Asia, che forza il suo percorso con una portanza d’acqua formidabile aggirando, in modo speculare rispetto all’Indo che accarezza ad ovest le falde del Nanga Parbat, l’ultimo grande baluardo himalaiano ad oriente, il Namcha Barva (7756 mt), per scorrere tra profondissime gole verso l’India. Oltre allo Tsangpo – Bramaputra, chiamato localmente Siang, vi sono altri 4 fiumi principali, il Kameng, il Subansiri, il Lohit ed il Tarap che, a differenza del Siang, raccolgono le loro acque per la maggior parte all’interno dell’Arunachal Pradesh stesso. L’acqua è molto abbondate perché le precipitazioni sono intensissime: circa 3500 mm annui, che si rovesciano con fortissima intensità durante il periodo monsonico, principalmente tra aprile e settembre.

Tutto il territorio dell’Arunachal è caratterizzato da profonde vallate che sezionano il territorio, creando una sequenza di enclavi dove hanno prosperato nei secoli diversi gruppi etnici in relativo isolamento gli uni dagli altri. Le vie di comunicazione sono ancora oggi molto poche e limitate principalmente alle aree più meridionali vicine al bacino del Bramaputra in Assam, sviluppate a fatica dal governo indiano con lo scopo di poter sfruttare le immense risorse delle foreste che copro il 60% del territorio: un ‘progresso’ che ha causato negli anni passati un’infinità di contrasti con le popolazioni autoctone sfociati in alcune aree in forme di guerriglia. Il quadro dei conflitti è ora quasi risolto, ma molti dei problemi di fondo dati da un incontro – scontro tra civiltà permangono; fortunatamente il governo dell’India negli ultimi anni sembra abbastanza attento ai problemi dei gruppi etnici minori ed ha posto dei controlli alle speculazioni.

Questa particolare conformazione del territorio, costituito per la gran parte da foreste impenetrabili suddivise da monti impervi, ha favorito la preservazione di lingue, usi e costumi di 26 distinti gruppi tribali principali. E’ una geografia umana molto complessa, che da un punto di vista etnico e religioso può essere riassunta con l’identificazione di 3 gruppi principali. Le regioni a ridosso dei confini settentrionali col Tibet e nord settentrionali con la Birmania sono abitate da popolazioni di ceppo mongolo, che seguono principalmente il buddismo tibetano tranne che nell’area a ridosso della Birmania, dove i Khampis ed i Singphos seguono la tradizione buddista birmana, utilizzando antiche scritture di provenienza anche tailandese; da un punto di vista linguistico le attinenze sono col tibetano e, per questi ultimi, col birmano. Il secondo raggruppamento è collocato tra le parti himalaiane più meridionali e le regioni pianeggianti dell’Assam; le etnie principali sono gli Idu (circa 25.000) ed i Kaman (circa 18.000). Questi gruppi adottano in generale culture animistiche legate (semplificando molto) alla propiziazione degli antenati e delle divinità solari e lunari, con rituali legati principalmente al ciclo dell’agricoltura. Il terzo gruppo occupa le regioni sud orientali fino al confine con il Nagaland, con attinenze culturali vicine all’induismo vishnuita, particolarmente per i Noctes; in questi gruppi prevale la figura del capo villaggio, equivalente ad un re ereditario.

NOTA TECNICA

Si ricorda ai partecipanti che in Arunachal Pradesh e nella regione himalaiana di Tawang non si trovano attrezzature turistiche di livello europeo. Le sistemazioni sono molto semplici ed a volte non si hanno i servizi in camera; si consiglia di portare con sé un sacco a pelo per ragioni di pulizia e perché le stanze possono essere poco riscaldate. E’ un territorio dove il turismo è tutt’ora inesistente. Il clima a Tawang all’inizio di marzo è solitamente sereno con temperature che di notte raramente scendono vicino agli zero gradi; si raccomanda di portare un’attrezzatura adatta, considerando che le fluttuazioni climatiche possono portare comunque sempre neve e pioggia.

 Programma del viaggio


Nota importante: Per entrare in Arunachal Pradesh è necessario predisporre di un “Restricted Area Permit”, che viene richiesto a cura Amitaba; servono: 2 foto tessera, copia del passaporto, copia del visto indiano. Il tempo minimo richiesto per l’emissione è di circa 4 settimane. Si segnala che il programma indicato potrà subire variazioni in loco a causa di eventi naturali o cambiamenti in merito all’accessibilità dei siti determinati dalle autorità locali. L’uso della carte di credito è rarissimo ed i telefoni cellulari nella maggior parte dei luoghi non funzionano.

1°g.  Lunedì 28 febbraio, partenza in volo per Delhi  
A Delhi accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente indiano di Amitaba e trasferimento all’hotel Ashok Country Resort.

2°g.  1/3 Delhi – Guwahati – Tezpur
Il volo per Guwahati parte da Delhi alle 10.10 con arrivo alle 13.50 (orario da confermare). All’aeroporto è in attesa dei partecipanti la guida locale che parla la lingua inglese. Si parte in auto per Tezpur che dista 180 km, un viaggio di circa 5 ore in direzione est attraverso le regioni pianeggianti dell’Assam. Sistemazione presso l’hotel KTC Palace.

3°g.  2/3 Tezpur – Bomdila   
Si lascia Tezpur procedendo verso nord; al punto di controllo di Bhalukpong si esibiscono i permessi di accesso e si entra nella regione dell’Arunachal Pradesh. Sul percorso a Tippi si trova un centro botanico dove vengono coltivate le orchidee. La strada si inoltra lungo un possente fiume e si inerpica nelle foreste fino al passo del Nechipu (circa 1650 mt), per poi ridiscendere ad un altro fiume a circa 630 mt, attraverso un ambiente naturale sempre caratterizzato da foreste rigogliose. Si risale il flusso delle acque fino al villaggio di Tenga (1250 mt circa) proseguendo fino a Bomdila (2350 mt circa), il centro principale del distretto di Kameng. E’ un percorso di circa 170 km che richiede 7 o 8 ore di guida; sistemazione in un semplice alberghetto, lo Tsepal Yangjom.

4°g.  3/3 Bombila – Dirang  
Si visita Bomdila, un paese adagiato tra le montagne himalaiane dell’Arunachal con molte case costruite in legno e adornate di fiori ed un piccolo mercato; sono interessanti i due templi buddisti tibetani, Lower e Upper Gompa; il secondo, Gonte Gaden Rabgyeling, è un importante monastero retto dal 13° Tsona Gonpatse Rimpoce di Drepung. Si lascia Bomdila valicando un colle a circa 2500 mt, da dove si scende fino al villaggio di Munna (1325 mt circa) e da qui si risale la valle fino a Diranag (1640 mt circa), un percorso di 45 km che richiede al massimo 2 ore; sistemazione in una semplice locanda (Hotel Pemaling). Dirang è un paese abitato in maggioranza da persone di etnia Monpa; è particolarmente interessante il paesello di Dirang Dzong, situato poco prima della nuova Dirang, con le vecchie case in pietra e la torre del Raj di circa 500 anni. Sui monti sopra il villaggio si trova il sito Nyingmapa Dirang Kastung che presenta statue ed affreschi custoditi da una pittoresca comunità Gomchen. A Dirang nel 1983 venne tenuta dal XIV Dalai Lama l’iniziazione di Kalachakra, e si può visitare il veneratissimo piccolo tempio dove venne costruito il Mandala.

5°g.  4/3 Dirang – Tawang  
Oltre Dirang la strada sale gradatamente verso il passo del Se che dista 63 km ed è posto a 4050 mt, incontrando un ambiente naturale tipico dell’alta quota con scenari spettacolari. La salita richiede usualmente circa 3 ore, ma se si trova la neve può richiedere più tempo; il passo è tenuto aperto tutto l’inverno dall’esercito indiano. Oltre il valico si entra nel territorio di Tawang, la discesa è molto bella, si transita dal mausoleo di Jaswantgarth, un eroico militare indiano che si era immolato nel 1962 per rallentare l’invasione delle truppe cinesi, e verso la base del passo si vedono le cascate di Nuranang. Giunti al fiume Tawangchu (1950 mt circa) si risale lungo l’altro versante della valle fino a Tawang (2900 mt), il centro più importante della regione, posto a 75 km dal passo del Se; il tempo di guida complessivo è normalmente di circa 7 o 8 ore. Si alloggia in un semplice hotel, il Gakhi Khang Zang.

6°g. – 7°g. (5 – 6/3) Tawang  
Tawang è un centro abitato piuttosto grande e distribuito sulle coste dei monti, il cuore della comunità dei Monpa. Il punto di maggior interesse è il grande monastero tibetano Ghelupa, costituito da circa 60 costruzioni con alcuni grandi templi e case dove vive la comunità monastica, posto su di un colle a breve distanza dall’abitato: fondato nel 1643 è stato il più grande per numero di monaci in India fino all’arrivo dei rifugiati tibetani che ne hanno costruiti alcuni ancora più ampi nell’India meridionale; attualmente vi risiedono oltre 400 monaci. Il grande monastero si anima con un afflusso di devoti per le celebrazioni e le danze rituali che vengono tenute in diverse occasioni durante l’anno, di cui la principale è il Losar, che qui segue date diverse rispetto al vicino Bhutan od al Nepal. Come sempre, questi momenti sono l’occasione più intensa per godere dei costumi e dei rituali tradizionali. Nel Gompa sono custodite importanti reliquie ed antichi testi di Dharma buddista; nei dintorni di Tawang si trovano un certo numero di importanti centri di culto tibetani: i conventi di Thukje Cheling, che ospita circa 30 monache, e di Jangchup Choling, che ne ospita circa 50, entrambi fondati nel XVII secolo. E’ molto venerato il sito di Urgyeling Gompa perché è il luogo dove nel 1683 nacque Tsangyang Gyatso, il VI° Dalai Lama; mentre a Choekhorling, di recente fondazione, si trova una piccola comunità di giovani monaci impegnati nello studio.

8°g.  7/3 Tawang, escursione a Lumla e Gorsam Chorten 
Si segue la valle di Tawang verso sud fino al paese di Lumla, posto a circa 2250 mt (35 km), da dove lo sguardo spazia fino al confine col Bhutan, verso la regione di Trashigang e Gomkora. Da Lumla si risale una valle laterale che porta a Gorsam Chorten (1900 mt circa), che dista altri 43 km. Questo grande Chorten ha una datazione incerta, alcune fonti citano che risale al XII secolo, altre al XVIII; è stato costruito seguendo lo stile dello Stupa di Bodnath in Nepal e di Chorten Kora in Bhutan. Ogni anno vi si svolge un festival dove le persone eseguono innumerevoli circumambulazioni seguendone la base, una tradizione simile a quella dei vicini Cham bhutanesi di Gomkora e Chorten Kora. Poco oltre Gorsam si trova l’interessante villaggio di Hapman Kaleteng, con un piccolo tempio Nyingmapa posto nei pressi che contiene statue molto belle ed è custodito da una piccola comunità Gomchen; proseguendo altri 8 km oltre Zhimithang vi è il piccolo tempio di Zangopelri, rappresentazione della Terra Pura di Guru Rimpoce.

9°g.  8/3 Tawang  
Si utilizza la giornata di oggi per completare le visite a Tawang e nei dintorni. Una possibile escursione d’interesse porta ai laghi situati sui monti a nord: l’accessibilità dipende sia dalle condizioni della strada che dall’assenso che deve essere dato dai militari, perché i laghi sono molto vicini al confine col Tibet. Tra questi, i più belli sono lo Sangesur Tso, che dista circa 42 km da Tawang, ed il Pankang Teng Tso, considerato localmente il più sacro.

10°g.  9/3 Tawang – Bomdila 
Si inizia il viaggio di ritorno, attraverso le spettacolari valli himalaiane ed il passo di Se fino a Bomdila. Si alloggia nel medesimo alberghetto dell’andata.

11°g.  10/3 Bomdila – Tezpur  
Si ripercorre questa tappa; se si arriva per tempo a Tezpur si potranno visitare i siti di questa cittadina dell’Assam. Si alloggia nel medesimo hotel dell’andata.

12°g.  11/3 Tezpur – Guwahati  
La tappa di 180 km richiede circa 5 ore. A Guwahati si alloggia presso l’hotel Kiranshree Portico e nel pomeriggio si visitano il Museo dell’Assam ed il centro d’arte Srimanta Shankerdeva Kalashetra, dove sono raccolte le testimonianze delle diverse etnie dell’Assam.

13°g.  12/3 Guwahati – Delhi e volo di rientro  
Il volo per Delhi parte da Guwahati alle 11.05 con arrivo alle 13.35 (orario da confermare). Si ha  a disposizione un veicolo con autista per recarsi in città per visite o acquisti fino al trasferimento in aeroporto per il volo di rientro.

14°g.  Domenica 13 marzo, arrivo a destinazione

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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.