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India Himalaia


Cham di Phyang e di Korzok, al lago di Tso Moriri

Esplorazione della valle dell’Indo e dell’altopiano del Rupshu


PARTENZA
04/07/2010
RITORNO
17/07/2010
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
14 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio offre l’opportunità di essere presenti per le spettacolari danze rituali (Cham) dei monasteri di Phyang e di Korzok, l’isolatissimo monastero del lago di Tso Moriri, un vasto specchio di acque turchesi nel cuore della regione del Rupshu, il lembo orientale del Ciangtang tibetano dove vivono le popolazioni nomadiche. Il programma consente uno stupendo incontro con la cultura ed il vasto ambiente naturale del Ladakh, un mondo che si è sviluppato lungo l’ampia valle formata dall’Indo a 3500 metri di quota a nord dell’Himalaia indiano, tra monti che si stagliano oltre i 6000 metri.

Il programma prevede di raggiungere e di rientrare da Leh, la capitale del Ladakh, in volo da Delhi e di eseguire tre escursioni che richiedono campi tendati tenendola come base (i luoghi più belli in Himalaia fortunatamente non dispongono ancora di hotel!).

Ci sono sempre mille soli al di là delle nuvole.

 Presentazione del viaggio


Il programma prevede di raggiungere e di rientrare da Leh, la capitale del Ladakh, in volo da Delhi e di eseguire tre escursioni che richiedono campi tendati tenendola come base (i luoghi più belli in Himalaia fortunatamente non dispongono ancora di hotel!). La prima di queste prevede un solo campo e porta ad ovest lungo l’Indo fino alla celeberrima oasi di Lamayuru. Si inizia dalla storica oasi di Bazgo e dai resti artistici più interessanti del Ladakh: i famosi affreschi di scuola Ghandara di Alchi e gli sconosciuti dipinti di Saspol. Si visita Wanla, dove un tempio dell’XI secolo attribuito a Rinchen Zangpo sovrasta le belle case rurali, giungendo a Lamayuru, l’oasi più celebre di questa vasta regione desertica dell’Himalaia dell’India: incastonata tra ripidi monti dalle intense tinte cromatiche sorge ai bordi di un grande bacino erosivo che la leggenda racconta essere stato il fondo di un lago, defluito grazie alla fenditura aperta tra le montagne dalle arti magiche del grande santo che soggiornò qui, il Maestro Naropa. Il monastero sorse attorno alla grotta di meditazione che questo importante mistico dell’XI secolo scelse come sua dimora.

Rientrati a Leh si dedicherà una giornata al Cham di Phyang, uno stupendo monastero di scuola Drigung Kagyu a pochi chilometri da Leh, partendo poi per la seconda escursione che richiede un solo campo e porta verso nord, scavalcando l’altissimo passo del Kardung verso la valle di Nubra, uno spazio incastonato tra i monti che custodisce monasteri e villaggi molto interessanti. Anche solo la bellezza naturale costituirebbe un ottimo motivo per spingersi fin qui, dove la cornice di monti maestosi ha al suo centro delle insospettate dune di sabbia bianca lambite da due fiumi dove vivono i cammelli bactriani e si trovano laghetti nascosti e fonti termali.

Rientrati a Leh si parte per la terza escursione che richiede quattro campi e porta nella regione del Rupshu, il lembo occidentale del vastissimo altopiano tibetano, una zona incontaminata fatta di immensi spazi e abitata da popolazioni nomadi che vivono seguendo tradizioni archetipe, dove i colori vividi della natura esaltati dall’aria rarefatta sembrano dipingere, come in una tavolozza, le praterie, i laghi e le montagne circostanti. Sulle sponde del grandioso lago turchese di Tso Moriri, il più vasto della regione, si trova il monastero di Korzok dove giungeremo in occasione dell’annuale Cham a cui confluisce la popolazione nomade di questa parte dell’altopiano, un’occasione eccellente per incontrare questa gente che normalmente vive dispersa nei vasti spazi delle praterie d’alta quota. Sul percorso si visiteranno anche due dei più importanti monasteri della valle di Leh: Tikse e Hemis.

Per gli spostamenti in Ladakh si utilizzano delle jeep. A Leh e a Delhi si alloggia in comodi hotel; si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro alberghetto di montagna, ma la pulizia è sufficiente, si dispone di stanze con bagno e acqua calda e l’hotel ha un generatore di corrente nel caso (…spesso) “salti” la luce. Si effettuano in tutto 6 campi, per godere appieno dei luoghi che si visitano e per raggiungere i siti più remoti: in questa regione si trovano alberghi dotati di adeguati servizi solo a Leh, motivo per cui utilizziamo dei campi mobili ben organizzati con comode tende europee per dormire, tenda comune con tavolo e sedie, tenda cucina e tende per i servizi. Vengono allestiti da assistenti che lavorano con Amitaba da parecchi anni e i pasti sono preparati da un cuoco abituato a soddisfare gli ospiti italiani. Nella nostra lunga esperienza questa soluzione ha sempre trovato il pieno gradimento dei partecipanti.

UN CENNO SUI CHAM DEL LADAKH

I Cham del Ladakh sono un ottimo modo per avvicinarne la cultura e lo spirito, ammirando i monaci agghindati con maschere e sgargianti costumi tradizionali che al suono di musiche rituali creano una riproduzione simbolica dello Tse Chu, ovvero l’evocazione di Guru Rimpoce (Padmasambhava) e dei principali insegnamenti del buddismo tibetano. Alla sequenza con elementi ricorrenti ogni monastero aggiunge parti inerenti la propria storia e origine, facendo del proprio Cham un capolavoro a sé. Al di là dei sofisticati contenuti delle rappresentazioni su cui molto è stato scritto per decifrare il significato trascendente dei movimenti, delle figure, delle musiche e dei testi, in queste occasioni si partecipa ad uno dei rari momenti in cui la gente si stacca dalle fatiche della dura vita dell’ambiente himalaiano. Tutti accorrono indossando bellissimi costumi tradizionali e per il visitatore, ma anche per i ladakhi stessi, l’aspetto umano, folcloristico e di scambio che anima i Cham ha un interesse forte almeno quanto il contenuto esoterico.

 Programma del viaggio


1°g.  Domenica 4 luglio, partenza per Delhi 

2°g.  5/7 Delhi – Leh  
Arrivo a Delhi, accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente di Amitaba e trasferimento alle partenze nazionali per l’imbarco sul volo per Leh (che solitamente parte verso le 5.30 circa) dove il rappresentate di Amitaba del Ladakh è in attesa dei partecipanti. Si alloggia in uno degli hotel migliori della città; riposo per favorire l’adattamento alla quota: siamo a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra case coloniche, orti e campi.

3°g.  6/7 Leh  
Visita di Leh: il Palazzo Reale con i templi adiacenti, la Pagoda della Pace, il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal, la parte vecchia e il mercato.

4°g.  7/7 Leh – Wanla 
Si lascia Leh con le jeep trasportando tutto l’occorrente per il campo. Oltre la spettacolare confluenza dei fiumi Indo e Zanskar si arrivando a Bazgo, un paesino pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte ed un monastero con statue e decorazioni stupende. Fu da qui che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Dopo Bazgo ci si reca alle grotte di Saspol, che si raggiungono con una bella passeggiata tra gli alberi di albicocco e rivelano affreschi stupendi, in un luogo che fu casa dei santi eremiti. Si coronano le visite di questa giornata con i templi di Alchi, fondati nell’XI secolo da Kaldan Shesrab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contengono dei magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si prosegue quindi seguendo il flusso del grandioso fiume Indo, che qui scorre impetuoso tra profonde valli desertiche e lo si lascia per risale una pittoresca gola a sud, dove una deviazione porta all’oasi di Wanla, che nasconde un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente come Lamayuru all’esoterica scuola dei Drigung, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. Si pone qui il campo.

5°g.  8/7 Wanla – Leh  
Dopo la visita dell’oasi e del monastero, dove un gruppo di devoti svizzeri sta restaurando i preziosi, antichissimi dipinti e le statue, si prosegue per Lamayuru entrando nella “valle della luna”, dove le bizzarre erosioni secondo la tradizione indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata una terra pura. Si visitano l’oasi e il monastero, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano il villaggio circondato da montagne completamente desertiche; è uno dei contesti naturali più pittoreschi del Ladakh. Si rientra quindi a Leh, dove ci si sistema in hotel.

6°g.  9/7 Leh: festival di Phyang 
Il monastero di Phyang è situato a nord della strada che si è percorsa lungo l’Indo nei giorni scorsi, a circa mezz’ora da Leh. E’ un sito molto interessante di per se, con molte sale finemente affrescate e molte statue anche tipiche dell’esoterica scuola dei Drigung Kagyu, alla cui scuola appartiene il Gompa. Durante il Cham tutti i templi sono aperti e pullulano di devoti ladakhi che fanno offerte, accendono lampade al burro e fanno le prostrazioni, un momento molto intenso per godere del sito nella sua più piena vitalità. Le danze rituali che si svolgono nel cortile sottostante si protraggono per tutta la giornata, e la collina dove sorge Phyang è contornata anche da un allegro mercato ricco di ogni tipo di artigianato ladakho e tibetano. Nel pomeriggio, prima del rientro in città, ci si reca al vicino Guru Lhakhang, un prezioso tempietto dove si ammirano affreschi che risalgono all’XI secolo.

7°g.  10/7 Leh – Kardung La – Nubra  
L’escursione alla valle di Nubra inizia con la salita al passo del Kardung (5602 mt) posto a nord della città, che offre una visuale vastissima sulle infinite catene di monti che si stendono lungo il fiume Indo. La discesa si apre sulla valle del fiume Shyok (dove si scende fino a circa 3300 mt) e conduce ad una vasta piana formata dalla confluenza tra il fiume Shyok e il fiume Nubra, che scorre da nord alimentato dagli enormi ghiacciai del Karakorum. A Diskit si visita il villaggio e il monastero abbarbicato sulle rocce, che offre una splendida panoramica sulla valle. Si prosegue per il monastero di Hunder, situato poco distante ai piedi di una stretta gola, un luogo di ritiro dove vivono pochi ospitali monaci; nell’oasi rigogliosa si trovano anche dei bellissimi chorten. Si pone il campo tra le dune situate nei pressi.

8°g.  11/7 Nubra – Kardong La – Leh
Si prosegue l’esplorazione di Nubra recandosi al monastero di Sumur, situato un po’ a nord, all’imbocco della valle da cui il possente fiume Nubra emerge dal mitico ghiacciaio del Siachen. Inizia quindi il viaggio di ritorno – la vista incredibile merita almeno un secondo passaggio! A Leh sistemazione in albergo.

9°g.  12/7 Leh – Gya  
Si lascia Leh verso est visitando il monastero di Tikse, uno dei più celebri e attivi del Ladakh di scuola Ghelupa, che contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang. Ci si reca quindi al monastero di Hemis, il più grande del Ladakh, meta di pellegrinaggi e ricchissimo di reperti artistici. Dopo la visita si prosegue per il villaggio di Gya, posto a circa 4200 mt, dove si pone il primo campo. E’ un villaggio molto bello al cui apice si trovano molti interessanti chorten, e un monastero è posto sulla rupe che chiude il versante opposto tra le rovine di un grande forte che cingeva le creste ardite della montagna.

10°g.  13/7 Gya – Tso Kar  
Dopo aver superato in jeep il passo del Taglang (5328 mt) si accede all’altopiano del Rupshu. Tso Kar è il primo dei grandi laghi che si incontrano in questa regione abitata dai nomadi Khampa, il cui sale è stato estratto ed usato per secoli come merce di scambio in Ladakh. Queste ampie vallate sono uno degli ambienti preferiti dal Kyang, il cavallo selvaggio dell’altopiano che condivide le pasture con gli yak dei nomadi. Si pone il campo vicino a Nuruchen (4600 mt); è il campo più alto del viaggio.

11°g.  14/7 Tso Kar –Tso Moriri (Cham di Korzok)
Il percorso continua ad essere meraviglioso, attraverso un primo passo che porta in una valle dove si trovano anche fonti d’acqua sulfurea fino alle poche case di Puga, da dove la strada sterrata risale un secondo passo che porta al bellissimo laghetto di Tso Kyagar. Proseguendo si arriva al piccolo villaggio di Korzok, sulle sponde del lago Tso Moriri, il gioiello turchese del Rupshu, dove le cime innevate che circondano il lago e sfiorano i 7000 mt nella gloria del tramonto appaiono colorate di rosa; si pone qui il campo, a circa 4500 mt di quota. Nel monastero del villaggio è in corso il Cham di Korzok.

12°g.  15/7 Tso Moriri – Leh  
Si dedica la mattina a seguire le rappresentazioni del Cham. Si parte quindi per Leh transitando ancora dallo stupendo lago di Tso Kyagar fino a Puga, da dove si segue il deflusso del torrente lasciando l’altopiano e raggiungendo l’Indo nei pressi del villaggio di Mahe; se ne segue il corso fino alla valle di Leh, attraverso un meraviglioso scenario naturale. Sistemazione in hotel.

13°g.  16/7 Leh – Delhi e volo di rientro 
Verso le 7.30 del mattino volo per Delhi; all’arrivo accoglienza da parte del corrispondente indiano di Amitaba. Si ha a disposizione un pulmino e una guida indiana che parla l’italiano per visitare la città. In serata ci si reca all’aeroporto internazionale per il volo di rientro.

14°g.  Sabato 17 luglio, arrivo a destinazione 

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Phyang Gompa

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Phyang Tsechu

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