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India Himalaia


Tsechu di Hemis, Dha Hanu e Zanskar

Un grande incontro con la cultura dell’Himalaia


PARTENZA
27/06/2009
RITORNO
16/07/2009
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
20 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio prevede di raggiungere e di rientrare da Leh, la capitale del Ladakh, in volo da Delhi. A Leh si sosta per tre notti: si esplorano la città, i monasteri dell’ampia valle dell’Indo e si trascorre una giornata a Hemis, il monastero principale del Ladakh, per seguire lo Tsechu, la grande festa annuale dove vengono svolti interessanti rituali e le famose danze eseguite dai monaci con maschere e costumi. Da Leh ci si reca in Zanskar utilizzando delle jeep; il viaggio è entusiasmante sia per l’incomparabile bellezza della natura che per l’opportunità che offre di visitare molti dei monasteri e villaggi più belli del Ladakh e dello Zanskar; si avrà anche opportunità di visitare i villaggi popolati dall’etnia dei Dha Hanu, come viene indicato nella descrizione del programma.

Ci sono sempre mille soli al di là delle nuvole.

 Presentazione del viaggio


Si pongono in tutto 12 campi, ma non sono necessari tragitti a piedi. I campi sono ben organizzati con comode tende europee per dormire, tenda comune con tavolo e sedie, tenda cucina e tende per i servizi. Seguono il gruppo assistenti che lavorano con Amitaba da parecchi anni che si occupano degli allestimenti e dei servizi e un cuoco abituato a soddisfare gli ospiti italiani. Raggiunta la valle di Padum, un villaggio considerato la nuova “capitale” dello Zanskar, si passano alcuni giorni esplorando tutti i luoghi più belli. Amitaba a Rangdum collabora al mantenimento del dispensario medico, a Sani ha completato un progetto di restauro ed a Zangla collabora con il Gyalpo (Re) dello Zanskar e la “Stupa Onlus” con un progetto di restauro degli stupa, del castello e di aiuto al villaggio; i partecipanti beneficeranno così dei nostri contatti nella regione, potendo avere un vero incontro con la gente del luogo. Si suggerisce, per chi ne ha la possibilità, di portare indumenti caldi che non fossero più necessari, da regalare alle persone del luogo seguendo le indicazioni del capogruppo.

È un itinerario eccezionale per persone dotate di un certo spirito d’avventura, che vogliono entrare nel cuore della cultura e della vita di uno dei popoli più isolati e interessanti della regione himalaiana.

LA REGIONE HIMALAIANA DELLO ZANSKAR

Lo Zanskar è la regione più remota dell’Himalaia indiano, raramente raggiunta dai visitatori per via della distanza e della logistica un po’ complessa. Per arrivare in Zanskar si percorrono 230 km da Leh, la capitale del Ladakh, verso ovest fino a Kargil, lungo una strada spettacolare e molto varia che segue inizialmente il fiume Indo e transita dal monastero di Lamayuru, e, valicando due panoramici passi, porta a Mulbeck. Si passa quindi dalla zona a maggioranza islamica di Kargil imboccando l’unica via di accesso allo Zanskar agibile ai veicoli motorizzati, una spettacolare strada sterrata, bloccata dalla neve anche per 9 mesi all’anno, che risale le acque del fiume Suru, un affluente dell’Indo. Dopo aver sfiorato maestosi ghiacciai che scendono da vette altissime dominate dal Nun (7135 mt) si raggiunge l’isolato monastero di Rangdum, posto su un colle morenico al centro di una valle di inimmaginabile bellezza, dove le vaste pasture degli yak sono coperte da milioni di stelle alpine. Rangdum segna la transizione dal mondo dell’Islam che popola le valli sottostanti alla cultura del buddismo tibetano. Proseguendo oltre il passo del Pensi La, abitato da miriadi di marmotte e alto circa 4400 mt, il punto più alto del viaggio dove la vista spazia sulle distese glaciali del misterioso massiccio del Sickle Moon, si giunge alla valle del fiume Dado, nello Zanskar.

In questo sperduto territorio la vita è durissima, per riuscire a coltivare un po’ di tsampa e piselli con il primo caldo di primavera i contadini devono spargere della terra sulla neve per velocizzarne lo scioglimento, altrimenti con la breve estate questo resistentissimo cereale che abbonda in tutto il Tibet non fa a tempo a crescere! La durezza delle condizioni non sembra però togliere la serenità e il sorriso aperto alla gente che si incontra, forse perché ispirata da una profonda fede religiosa.

Lo Zanskar nella storia ha avuto dei momenti d’indipendenza, ma generalmente è stato un territorio legato alle sorti del regno del Ladakh, con un’autonomia di fatto regalatagli dall’isolamento. Nel villaggio di Zangla risiede ancora il Gyalpo, ovvero il re di questo feudo himalaiano, un personaggio rispettato e autorevole grazie al carisma personale, ma senza poteri oggettivi.

CENNI SULLO TSECHU, IL FESTIVAL DI HEMIS

Lo Tsechu è una manifestazione di più giorni in cui si rievocano la vita e gli insegnamenti di Guru Rimpoche, in sanscrito Padmasambhava, universalmente riconosciuto come il fondatore delle scuole di Buddismo Tibetano. Molti monasteri tibetani eseguono un proprio Tsechu, ma in Ladakh quello di Hemis è ritenuto il più spettacolare, un evento che è anche stato raccontato da alcuni scrittori, tra cui A. Govinda nel bel libro “La via delle nuvole bianche”. L’insieme delle rappresentazioni segue le tappe della vita del grande maestro ed espone alcuni degli insegnamenti principali. Chi partecipa, anche come spettatore, entra direttamente e personalmente nella storia e nella parola del maestro. I fedeli durante lo Tsechu sentono anche la presenza fisica del grande Guru, che è li, precisamente li, con loro. La coscienza di questa predisposizione aiuta a comprendere la grande attenzione che i presenti pongono a tutte le sfumature dell’evento. Non è ne danza ne musica, questi sono gli strumenti che rendono percepibile nella materialità ciò che ne costituisce l’essenza. Ognuno vive la rappresentazione della propria interiorità; i vecchi ad esempio prestano particolare attenzione al Raksha Mangcham, la danza che espone la dimensione degli “stati intermedi” del Bardo, per prepararsi alla propria morte fisica. Lo Tsechu è un momento creato dai maestri spirituali per esporre i contenuti essenziali dell’insegnamento: ognuno percepisce ciò che è visibile al suo grado di purificazione interiore, e trova lo stimolo per approfondire la propria ricerca.

Il fulcro dei festival sono le danze rituali eseguite dai monaci, ma per il visitatore spesso è più interessante l’aspetto umano, folcloristico e di scambio che anima il festival, piuttosto che il contenuto esoterico delle rappresentazioni eseguite dai monaci. Si potrebbe aggiungere che spesso così sembra essere anche per tanti ladakhi che trovano un momento di stacco dalle dure condizioni di una vita in questo ambiente himalaiano; si aggregano per lo Tsechu provenendo anche da molti remoti villaggi, sfoggiando i propri costumi tradizionali e creando una piccola folla immersa in un momento di devozione comune, ma anche in commerci e in un’allegra convivialità.

 Programma del viaggio


1°g.  Sabato 27 giugno, partenza per Delhi  
Per raggiungere Delhi Amitaba utilizza voli Air India, Luftansa, o altre compagnie scelte dai viaggiatori. La maggior parte dei voli per l’India prevede di viaggiare la notte arrivando nel mattino della giornata successiva.

2°g.  28/6 Delhi  
Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente indiano di Amitaba e trasferimento in hotel, il Kings Castle o simile. Giornata a disposizione.

3°g.  29/6 Delhi – Leh  
Il volo per Leh parte alle 5.30 circa; dall’aereo di godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. A Leh si viene ricevuti dal rappresentante di Amitaba del Ladakh, Sistemazione in uno dei migliori hotel della città e riposo per favorire l’adattamento alla quota; Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi.

4°g.  30/6 Leh: escursione a Shey, Tikse, Stakna e Matho  
Escursione ai monasteri della valle. Si lascia Leh verso est visitando Shey, che fu anche la sede del palazzo reale, e Tikse, uno dei più celebri e attivi del Ladakh, di scuola Ghelupa, che contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang. Si attraversa poi l’Indo per recarsi a Stakna, posto su di un colle morenico al bordo del fiume, ricco di interessanti sale affrescate, e si completano le visite a Matho, l’esoterico monastero di scuola Sakya.

5°g.  1/7 Leh: escursione a Hemis per lo Tsechu  
In meno di due ore si arriva a Hemis, il monastero più grande del Ladakh, che presenta molte sale dove sono conservate preziose statue ed affreschi. Durante il festival quasi tutti i templi sono aperti e prima delle danze vengono tenute le cerimonie di preghiera, molto suggestive. Nel grande cortile antistante si svolgono le rappresentazioni e attorno al monastero vi è un festoso e vivace mercatino. Si rientra a Leh in serata.

6°g.  2/7 Leh – Dha Hanu – Wanla  
Si lascia Leh con le jeep trasportando tutto l’occorrente per i campi; fino al rientro a Leh si dormirà in tenda. La strada segue il flusso del fiume Indo, lasciandolo per alcuni tratti per evitare le gole più profonde; sul percorso si transita dall’oasi di Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte, e da Saspol. Si lascia la strada principale, che s’inoltra per una valle laterale e dove si torna poi nel pomeriggio per andare a Wanla, proseguendo lungo il fiume fino ai villaggi dei Dha Hanu, dove si sosta per una visita. Terminata l’esplorazione si rientra sulla strada principale, seguendo una gola spettacolare fino alla deviazione per l’oasi di Wanla, che nasconde un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente come Lamayuru all’esoterica scuola dei Drigung, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. Si pone qui il primo campo.

7°g.  3/7 Wanla – Shergol  
Tornati alla strada principale, si prosegue la salita della pittoresca gola che conduce nell’ambiente di incredibili erosioni lunari di Lamayuru, dove si visitano l’oasi e il monastero, posto arditamente su formazioni che sovrastano un villaggio circondato da montagne completamente desertiche; è uno dei contesti naturali più pittoreschi del Ladakh. Superato il passo del Fatu (4147 mt) sopra Lamayuru ed oltre il valico del Namika (3760 mt) si raggiunge il minuscolo monastero di Gyal e poi Mulbekh, dove, oltre all’antichissima statua rupestre che rappresenta il Buddha Maitreya, si trovano due monasteri. Si pone il campo nei pressi di Shergol, un monastero incastonato in una rupe. Gyal e Shergol sono stati anche ripresi nel film “Samsara”.

8°g.  4/7 Shergol – Rangdum  
Si transita per Kargil, da dove si imbocca la strada che porta verso lo Zanskar. La zona è un po’ più arborea rispetto al Ladakh ed a maggioranza mussulmana; ogni villaggio ha una piccola moschea con il minareto, gli uomini hanno spesso lunghe barbe ma le donne non sono velate. Il Nun e il Kun, le più alte vette di quest’area himalaiana, dominano un’ampia ansa del fiume Suru. Superate le gole ai loro piedi una valle spettacolare ornata da ardite vette di granito da cui fluiscono poderosi ghiacciai porta al plateau dove tra le pasture degli yak ricche di stelle alpine regna solitario il monastero di Rangdum. Si pone il campo nei pressi del monastero, dove si incontrano i monaci e il responsabile del dispensario medico installato da Giampietro Mattolin e Amitaba.

9°g.  5/7 Rangdum – Sani  
Valicato il Pensi La (4400 mt) si entra nella valle dello Zanskar. Al ponte di Ating una mulattiera jeeppabile porta nella valle dell’Umasi La, dove sospeso ad una rupe si trova l’eremo di Dzongkul, che fu il principale luogo di ritiro del grande maestro Naropa, autore del testo sui sei yoga, tutt’ora una delle guide esoteriche principali utilizzate dagli yogi tibetani. Dopo la visita si raggiunge la vasta piana formata dalla confluenza dei fiumi Doda e Tsarap, il cuore dello Zanskar, dove si trovano i principali villaggi e monasteri. Si pone il campo nei pressi del villaggio di Sani, dove, protetto da un muro di cinta ed ombreggiato da rari alberi, vi è l’antico monastero che custodisce la statua di Naropa, lo stupa con i resti di Kanishka, un maestro che visse intorno all’anno mille, e degli affreschi attribuiti a Zadpa Dorje.

10°g.  6/7 Sani  
Si trascorre la mattina visitando il villaggio, il monastero ed il vicino convento femminile, che si raggiunge con una piacevole passeggiata. Nel pomeriggio si prevede un’escursione all’eremo di Guru Rimpoce, sul monte di fronte a Sani che si raggiunge con circa un’ora e mezza di cammino, da dove si gode una stupenda visuale.

11°g.  7/7 Sani, escursione lungo il fiume Tsarap  
Da Sani si raggiunge Padum, la nuova “capitale” dello Zanskar e unico luogo della regione con alcuni negozietti e un punto telefonico dove occasionalmente si riesce ad avere un collegamento. Sulla collina sovrastante è situato un interessante monastero immerso tra gli alberi – che qui sono molto rari – da cui si gode un bel panorama. Oltre Padum si imbocca la strada sterrata che risale il vorticoso fiume Tsarap: la meta sono Bardan e Mune. Si raggiunge prima Bardan, un monastero di circa 400 anni costruito su una rupe a picco sul fiume, e quindi con le jeep ci si inerpica fino all’oasi e al monastero di Mune, dove il villaggio sopravvive in un ambiente decisamente molto selvaggio. Si rientra al campo in serata.

12°g.  8/7 Sani – Zangla  
Da Sani ci si reca a Thonde, un interessante monastero posto su di una rupe da cui si gode un’indimenticabile visuale. Si prosegue in jeep per Zangla, la vecchia capitale dello Zanskar, dove si pone il campo nelle vicinanze della casa reale, dove potremo incontrare la regina e il principe e, se è presente, il Gyalpo dello Zanskar. Si potrà anche visitare la loro attuale residenza, che noi considereremmo umile visto il loro stato nobiliare, ma che in questa regione è una vera reggia.

13°g.  9/7 Zangla  
Visita dell’antico castello di Zangla, sede storica del Gyalpo, il Re dello Zanskar, che è posto in una bellissima posizione che domina la valle. Si trovano anche molti chorten, di cui il più recente è quello di Bakula Rimpoce, l’Abate del Ladakh recentemente scomparso. Nei pressi dell’oasi di Zangla è situato anche un interessante convento femminile. Per i più sportivi, una passeggiata lungo la valle alle spalle del castello porta al sito di un antichissimo Chorten.

14°g.  10/7 Zangla – Karcha  
Si risale la valle dello Zanskar; prima del ponte che porta a Karcha si visita Pipiting, un villaggio nei pressi di Padum con un grande stupa e un monastero. Il bel villaggio di Karcha è dominato dal grande monastero di scuola Ghelupa costruito sulle rupi rocciose, il principale dello Zanskar. La visita rivela diverse sale e alcuni affreschi dell’XI secolo; sul monte antistante è situato l’antico convento femminile, ricco di sorprendenti reperti artistici.

15°g.  11/7 Zangla – Rangdum
Inizia il percorso di rientro che segue la medesima strada utilizzata per giungere fin qui – la bellezza inimmaginabile del contesto naturale merita almeno questo secondo passaggio! Si risale la valle del fiume Doda che porta al passo del Pensi e al bel monastero di Rangdum, dove si pone il campo su questa piana incastonata tra i monti, luogo superbo per un ultimo saluto al mondo dello Zanskar.

16°g.  12/7 Rangdum – Shergol
Si prosegue oltre le gole del Nun, dove i ghiacci lambiscono le acque potenti del fiume Suru, e dopo Kargil si raggiunge la valle di Mulbeck, tornando al tranquillo campo nei pressi di Shergol.

17°g.  13/7 Shergol – Leh
Chi lo desidera potrà recarsi alle prime luci dell’alba con una passeggiata che si inerpica lungo uno spettacolare e, a tratti, ripido e strettissimo canyon, all’eremo di Phokar Dzong, uno dei luoghi più sacri di questa regione himalaiana. Si parte quindi verso est, seguendo la panoramicissima strada che valicati i passi Namika e Fatu transita da Lamayuru e si tuffa nella valle dell’Indo, proseguendo il viaggio fino a Leh dove ci si sistema in albergo.

18°g.  14/7 Leh  
Giornata libera.

19°g.  15/7 Leh – Delhi e volo di rientro  
Verso le 7.30 del mattino volo per Delhi; accoglienza in aeroporto a Delhi da parte del corrispondente indiano. Si dedica la giornata alle visite di Delhi, accompagnati da una guida indiana. Dopo la cena ci si reca in aeroporto per l’imbarco.

20°g.  Giovedì 16 luglio, arrivo a destinazione

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