India Himalaia
Cham di Korzok al lago di Tso Moriri
Valle dell’Indo e altopiano del Rupshu









Sintesi del viaggio
Questo programma consente uno stupendo incontro con la cultura ed il vasto ambiente naturale del Ladakh, un mondo che si è sviluppato lungo l’ampia valle formata dall’Indo a 3500 metri di quota a nord dell’Himalaia indiano, tra monti che si stagliano oltre i 6000 metri. È una delle regioni più belle al mondo, abitata da persone animate da un profondo sorriso che sorge da uno spirito sereno, che sono riuscite a creare una civiltà buddista in un territorio solcato da gole, profonde valli e altopiani sconfinati ornati da laghi turchesi, dove risiedono i nomadi.
Presentazione del viaggio
Il programma prevede di raggiungere e di rientrare da Leh, la capitale del Ladakh, in volo da Delhi e di eseguire due escursioni tenendo Leh come base che richiedono campi tendati (i luoghi più belli in Himalaia fortunatamente non dispongono ancora di hotel!). La prima di queste prevede due campi e porta ad ovest lungo l’Indo fino alla celeberrima oasi di Lamayuru. Si inizia dal monastero di Phyang, dalla storica oasi di Bazgo e dai resti artistici più interessanti del Ladakh: i famosi affreschi di scuola Ghandara di Alchi, gli sconosciuti dipinti di Saspol e del remoto villaggio di Mangyu. Si visitano Rizong, un isolato monastero celebre anche per l’austera disciplina monastica, e Wanla, dove un tempio dell’XI secolo attribuito a Rinchen Zangpo sovrasta le belle case rurali, giungendo a Lamayuru, l’oasi più celebre di questa vasta regione desertica dell’himalaia dell’India: incastonata tra ripidi monti dalle intense tinte cromatiche sorge ai bordi di un grande bacino erosivo che la leggenda racconta essere stato il fondo di un lago, defluito grazie alla fenditura aperta tra le montagne dalle arti magiche del grande santo che soggiornò qui, il Maestro Naropa. Il monastero sorse attorno alla grotta di meditazione che questo importante mistico dell’XI secolo scelse come sua dimora.
Rientrati a Leh si parte per la seconda escursione che richiede quattro campi e porta nel Rupshu, il lembo occidentale del vastissimo altopiano tibetano, una zona incontaminata fatta di immensi spazi e abitata da popolazioni nomadi che vivono seguendo tradizioni archetipe, dove i colori vividi della natura esaltati dall’aria rarefatta sembrano dipingere, come in una tavolozza, le praterie, i laghi e le montagne circostanti. Sulle sponde del grandioso lago turchese di Tso Moriri, il più vasto della regione, si trova un monastero dove giungeremo in occasione del Cham di Korzok, un festival di danze rituali eseguite da monaci con maschere e variopinti costumi, arricchito da intensi riti religiosi accompagnati da strumenti musicali e canti, che vengono eseguiti per purificare le negatività del luogo e delle persone che vi abitano. Questo Cham attira buona parte della popolazione nomade di questa parte dell’altopiano ed è un’occasione eccellente per ammirare i costumi tradizionali che vengono sfoggiati dai partecipanti, e soprattutto per condividere con loro uno dei rari momenti di festa: le persone sono di indole gioiosa e sorridente, molto aperte con i visitatori. Sul percorso si visiteranno anche alcuni dei più importanti monasteri della valle di Leh: Tikse, Stakna e Hemis.
Per gli spostamenti in Ladakh si utilizzano delle jeep. A Leh e a Delhi si alloggia in comodi hotel – si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro alberghetto di montagna, ma la pulizia è sufficiente, si dispone di stanze con bagno e acqua calda e l’hotel ha un generatore di corrente nel caso (…spesso) “salti” la luce. Si effettuano in tutto 6 campi, per godere appieno dei luoghi che si visitano e di raggiungere i siti più remoti: in questa regione si trovano alberghi dotati di adeguati servizi solo a Leh, motivo per cui abbiamo messo a punto campi ben organizzati con comode tende europee per dormire, tenda comune con tavolo e sedie, tenda cucina e tende per i servizi. Vengono allestiti da assistenti che lavorano con Amitaba da parecchi anni e i pasti sono preparati da un cuoco abituato a soddisfare gli ospiti italiani. Nella nostra lunga esperienza questa soluzione ha sempre trovato il pieno gradimento dei partecipanti.
Programma del viaggio
1°g. Domenica 27 luglio, partenza per Delhi
2°g. 28/7 Delhi
Arrivo a Delhi, accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente di Amitaba e sistemazione in hotel nei pressi dell’aeroporto; si utilizza il Resort Ashok o simile. Giornata libera.
3°g. 29/7 Delhi – Leh
Partenza di prima mattina in volo per Leh (solitamente verso le 5.30 circa). A Leh ci si sistema in uno degli hotel migliori della città; riposo per favorire l’adattamento alla quota: siamo a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra case coloniche, orti e campi.
4°g. 30/7 Leh – Uley Kopko
Si lascia Leh con le jeep trasportando tutto l’occorrente per i campi. Una breve deviazione porta a nord della strada all’affascinante monastero di Phyang. Oltre il bivio per Phyang si prosegue fino alla spettacolare confluenza dei fiumi Indo e Zanskar arrivando a Bazgo, un paesino pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte e un monastero con statue e decorazioni stupende. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Dopo Bazgo ci si reca alle grotte di Saspol, che si raggiungono con una bella passeggiata tra gli alberi di albicocco e rivelano affreschi stupendi, in un luogo che fu casa dei santi eremiti. Si conclude la giornata con la visita dei templi di Alchi, fondati nell’XI secolo da Kaldan Shesrab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contengono dei magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Il primo campo viene posto tra gli alberi di albicocco dell’oasi di Uley Kopko, poco oltre Alchi nella valle dell’Indo.
5°g. 31/7 Uley Kopko – Wanla
Una stradina sterrata porta in una pittoresca valle laterale dell’Indo, dove un sentiero conduce con circa un’ora di cammino a Mangyu, un paesello da fiaba immerso tra le colorate formazioni rocciose tipiche di questa zona himalaiana; è sorprendente trovare in luogo così isolato un monastero e dei chorten che contengono dipinti e statue preziosissimi di epoca Ghandara. Tornati all’Indo si potrà attraversare il fiume su di un ponte sospeso (chi preferisce può attraversarlo più a est con le jeep). Si percorre quindi una valle che si dirama a nord del fiume incontrando sul percorso un interessante convento femminile per recarsi al monastero di Rizong, ritenuto tra i più ascetici di tutto il Ladakh, che sembra quasi sospeso alla chiusura di una stretta valle. Lasciata la valle dell’Indo la strada risale una pittoresca gola; una deviazione porta all’oasi di Wanla, che nasconde un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente come Lamayuru all’esoterica scuola dei Drigung, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. Si pone qui il secondo campo.
6°g. 1/8 Wanla – Leh
Proseguendo per Lamayuru si entra nella “valle della luna”, dove le bizzarre erosioni secondo la tradizione indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata una terra pura. Si visitano l’oasi e il monastero, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano il villaggio circondato da montagne completamente desertiche; è uno dei contesti naturali più pittoreschi del Ladakh. Si rientra quindi a Leh, dove ci si sistema in hotel.
7°g. 2/8 Leh – Gya
Si lascia Leh verso est visitando il monastero di Tikse, uno dei più celebri e attivi del Ladakh di scuola Ghelupa, che contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang. Poco oltre, si visita Stakna, posto su di un colle morenico al bordo del fiume, ricco di interessanti sale affrescate. Ci si reca quindi al monastero di Hemis, il più grande del Ladakh, meta di pellegrinaggi e ricchissimo di reperti artistici. Dopo la visita si prosegue per il villaggio di Gya, posto a circa 4200 mt, dove si pone il campo. E’ un villaggio molto bello al cui apice si trovano molti interessanti chorten, e un monastero è posto sulla rupe che chiude il versante opposto tra le rovine di un grande forte che cingeva le creste ardite della montagna.
8°g. 3/8 Gya – Tso Kar
Dopo aver superato in jeep il passo del Taglang (5328 mt) si accede all’altopiano del Rupshu. Tso Kar è il primo dei grandi laghi che si incontrano in questa regione abitata dai nomadi Khampa. E’ un lago il cui sale è stato estratto ed usato per secoli come merce di scambio in Ladakh. Si pone il campo vicino a Nuruchen (4600 mt); è il campo più alto del viaggio.
9°g. 4/8 Tso Kar –Tso Moriri (Cham di Korzok)
Il percorso continua ad essere meraviglioso, attraverso due passi e il bellissimo laghetto di Tso Kyagar, nell’ambiente dove vive il Kyang, il cavallo selvaggio dell’altopiano che condivide le pasture con gli yak dei nomadi. Si raggiungere poi il piccolo villaggio di Korzok, sulle sponde del lago Tso Moriri, il gioiello turchese del Rupshu, dove le cime innevate che circondano il lago e sfiorano i 7000 mt appaiono colorate di rosa; si pone qui il campo. Nel monastero del villaggio è in corso il Cham di Korzok.
10°g. 5/8 Tso Moriri (Cham di Korzok)
Si dedica la giornata a seguire le rappresentazioni del Cham ed all’esplorazione della zona; ci potrà fare una magnifica passeggiata lungo le rive del lago e, dal colle sopra Korzok, si può godere un tramonto indimenticabile.
11°g. 6/8 Korzok – Leh
Si scende dall’altopiano raggiungendo l’Indo nei pressi del villaggio di Mahe e si segue il corso del fiume fino alla valle di Leh, in un meraviglioso scenario naturale. A Leh sistemazione in hotel.
12°g. 7/8 Leh
Si dedica la mattina alla visita di Leh: il palazzo reale, i templi adiacenti e Tsemo Gompa. Pomeriggio a disposizione.
13°g. 8/8 Leh – Delhi e volo di rientro
Verso le 7.30 del mattino volo per Delhi; accoglienza a Delhi da parte del corrispondente indiano di Amitaba. Si ha a disposizione un pulmino e una guida indiana che parla l’italiano per visitare la città. In serata ci si reca all’aeroporto internazionale per il volo di rientro
14°g. Sabato 9 agosto, arrivo a destinazione
Nota: chi ne ha la possibilità, può portare indumenti caldi e invernali o cancelleria per la scuola da regalare. Questi materiali verranno raccolti dai nostri collaboratori per essere distribuiti a chi ne ha più bisogno, solitamente alla fine del viaggio: così si possono lasciare anche cose usate che non si desidera riportare a casa.
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Phyang Gompa
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Tso Kyagar
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.