India Himalaia
Ladakh con Nubra e il Rupshu; estensione in Spiti
Esplorazione dei mondi tibetani dell’India









Sintesi del viaggio
Il viaggio prevede di raggiungere e di rientrare da Leh, la capitale del Ladakh, in volo da Delhi e di visitarne accuratamente i dintorni e la valle dell’Indo. Si eseguono tre escursioni che richiedono campi tendati (i luoghi più belli in Himalaia fortunatamente non dispongono ancora di hotel!) tenendo Leh come base.
La prima di queste porta ad ovest lungo l’Indo per scoprire la storica oasi di Bazgo e i resti artistici più interessanti del Ladakh: i famosi affreschi di scuola Ghandara di Alchi e gli sconosciuti dipinti di Saspol. Si visita Wanla, un bel villaggio che nasconde un tempio dell’XI secolo attribuito a Rinchen Zangpo e si pone un campo nell’oasi del monastero di Lamayuru, posto arditamente su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da montagne completamente desertiche.
Presentazione del viaggio
La prima di queste porta ad ovest lungo l’Indo per scoprire la storica oasi di Bazgo e i resti artistici più interessanti del Ladakh: i famosi affreschi di scuola Ghandara di Alchi e gli sconosciuti dipinti di Saspol. Si visita Wanla, un bel villaggio che nasconde un tempio dell’XI secolo attribuito a Rinchen Zangpo e si pone un campo nell’oasi del monastero di Lamayuru, posto arditamente su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da montagne completamente desertiche.
La seconda escursione porta a nord di Leh, scavalcando l’altissimo passo del Kardung verso la valle di Nubra, uno spazio incastonato tra i monti che custodisce monasteri e villaggi molto interessanti, dove anche solo la bellezza naturale costituisce un ottimo motivo per spingersi fin qui. La cornice di monti maestosi ha al suo centro delle insospettate dune di sabbia bianca lambite da due fiumi dove vivono i cammelli bactriani e si trovano laghetti nascosti e fonti termali.
La terza escursione porta nel Rupshu, il lembo occidentale del vastissimo altopiano tibetano, una zona incontaminata fatta di immensi spazi abitata da popolazioni nomadi che vivono seguendo tradizioni archetipe, dove si trovano antichi ed isolati monasteri nei pressi di laghi turchesi e i colori vividi della natura esaltati dall’aria rarefatta sembrano dipingere, come in una tavolozza, le praterie, i laghi e le montagne circostanti. Dal lago di Tso Kar si può scegliere se rientrare a Leh accompagnati dalla nostra guida ladakha o proseguire per lo Spiti con l’accompagnatore italiano.
Gli spostamenti in Ladakh vengono effettuati in jeep. Si fanno in tutto 8 campi, con due notti consecutive nella prima escursione a ovest di Leh, due a Nubra e tre notti nell’altopiano del Rupshu. I campi sono ben organizzati con comode tende europee per dormire, tenda comune con tavolo e sedie, tenda cucina e tende per i servizi. Accompagnano il gruppo assistenti che lavorano con Amitaba da parecchi anni che si occupano degli allestimenti e dei servizi e un cuoco abituato a soddisfare gli ospiti italiani. A Leh e a Delhi si alloggia in comodi hotel – si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro alberghetto di montagna, ma la pulizia è sufficiente, si dispone di stanze con bagno e acqua calda e l’hotel ha un generatore di corrente nel caso (…spesso) “salti” la luce.
ESTENSIONE DEL VIAGGIO IN SPITI
Proponiamo un’estensione che porta a conoscere lo Spiti, una regione di cultura buddista himaliana situata a sud-est del Ladakh, quasi altrettanto arida e forse ancora più selvaggia, dove emergono le radici di una storia millenaria legata alle vicende dell’antico regno tibetano di Guge. Si prevede di raggiungere lo Spiti direttamente dai laghi del Rupshu, seguendo la strada militare che porta verso sud nel Lahoul attraverso le aride regioni di Karnak e Sanku valicando due spettacolari passi. Oltre Keylong, “capitale”del Lahoul, si lascia la direttrice principale risalendo il fiume Chandra verso est fino al passo del Kun Zum, che si apre sullo Spiti. Qui si visitano tutti i monasteri e i villaggi più interessanti avendo modo di ammirare alcuni dei reperti artistici più preziosi della cultura buddista tibetana: dall’incomparabile tempio di Tabo a luoghi meno conosciuti ma altrettanto preziosi. Si rientra quindi verso il Lahoul ripercorrendo la strada del Kun Zum fino alla base del passo del Rothang, e, superato quest’ultimo, si arriva a Manali, nell’Himachal Pradesh. Da Manali si raggiunge Delhi con un pulmino, completando così una tra le più belle traversate della catena himalaiana.
Si fa presente che questa parte del viaggio è adatta solo a viaggiatori esperti e a persone che abbiano un buono spirito di adattamento e propensione alla collaborazione di gruppo. A Keylong in Lahoul si alloggia in un modesto hotel, in Spiti si pernotta in umili guest house e per una notte in una casa tibetana.
Programma del viaggio
1°g. Sabato 1 settembre volo per Delhi
2°g. 2/9 Delhi
Arrivo a Delhi, accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente di Amitaba e sistemazione in hotel nei pressi dell’aeroporto; si utilizza il Resort Ashok o simile. Giornata a disposizione.
3°g. 3/9 Delhi – Leh
Partenza di prima mattina in volo per Leh (solitamente verso le 5.30 circa). A Leh si viene ricevuti dal rappresentante di Amitaba del Ladakh. Sistemazione in uno degli hotel migliori della città e riposo per favorire l’adattamento alla quota; Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra case coloniche e campi.
4°g. 4/9 Leh – Uley Kopko
Si lascia Leh con le jeep trasportando tutto l’occorrente per i campi. Sul percorso si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte e un monastero con decorazioni stupende che contiene due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol, che si raggiungono con una bella passeggiata tra alberi di albicocco: custodiscono meravigliosi affreschi in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si visita il monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene dei magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Il primo campo viene posto tra gli alberi di albicocco dell’oasi di Uley Kopko, nella valle dell’Indo.
5°g. 5/9 Uley Kopko – Lamayuru
Lasciata la valle dell’Indo la strada risale una spettacolare gola che porta nella “valle della luna”, nota per le incredibili erosioni terrose dove si erge Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’himalaia. Una deviazione porta all’oasi di Wanla, che nasconde un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente all’esoterica scuola dei Drigung, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. A Lamayuru, dove si pone il campo, si visitano l’oasi e il monastero, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da montagne completamente desertiche; è uno dei contesti naturali più pittoreschi del Ladakh.
6°g. 6/9 Lamayuru – Leh
Sulla strada del rientro verso Leh una breve deviazione porta al monastero di Likir, di tradizione Ghelupa, dominato da un’imponente statua di Maitreya; vi risiedono circa 150 monaci. Si arriva a Leh nel primo pomeriggio; sistemazione in hotel.
7°g. 7/9 Leh
Visita di Leh: il Palazzo Reale con i templi adiacenti, la Pagoda della Pace, il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal, la parte vecchia e il mercato.
8°g. 8/9 Leh – Kardung La – Hunder
L’escursione alle valle di Nubra inizia con la salita al passo del Kardung (5602 mt) posto a nord della città, che offre una visuale vastissima sulle infinite catene di monti che si stendono lungo il fiume Indo. La discesa si apre sulla valle del fiume Shyok (dove si scende fino a circa 3300 mt) e conduce ad una vasta piana formata dalla confluenza tra il fiume Shyok e il fiume Nubra, che scorre da nord alimentato dagli enormi ghiacciai del Karakorum. A Diskit si visita il villaggio e il monastero abbarbicato sulle rocce, che offre una splendida panoramica sulla valle. Si pone il campo nei pressi delle dune di Hunder.
9°g. 9/9 Hunder
Si lascia il campo allestito. Si dedica la giornata all’esplorazione di Nubra, giungendo fino alle fonti di acqua calda di Panamik. Una breve passeggiata porta ad un magico laghetto dove è anche possibile fare un bagno, in un luogo cinto da colline moreniche dalla cui sommità si gode una magnifica vista. Dopo la visita al monastero di Sumur una bella passeggiata alle vicine dune bianche che sorgono nei pressi della confluenza dei fiumi Nubra e Shyok completa la giornata.
10°g. 10/9 Hunder – Kardong La – Leh
Prima di lasciare Nubra si visita il monastero di Hunder, situato ai piedi di una stretta gola, un luogo di ritiro dove vivono pochi ospitali monaci; nell’oasi rigogliosa si trovano anche dei bellissimi chorten. Da Hunder inizia il viaggio di ritorno – la vista incredibile merita almeno un secondo passaggio. A Leh sistemazione in albergo.
11°g. 11/9 Leh – Korzok (lago di Tso Moriri)
Lasciata Leh si sosta per una visita del monastero di Tikse, una delle perle del Ladakh, ricco di templi, che contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang. Si prosegue con un bellissimo percorso lungo l’Indo lasciando il fiume nei pressi di Mahe per arrampicarsi sull’altopiano, dove laghi turchesi posti a circa 4500 metri sembrano dipinti dal cielo! Il lago di Tso Kyagar, neppur degnato di segnalazione sulle carte…, è il primo capolavoro di questa natura incontaminata. Siamo nel regno dei nomadi tibetani, gente che sopravvive a condizioni climatiche impensabili. In diversi punti potremo incontrare i loro campi e le greggi di yak, e molti animali selvaggi come il kyang (il cavallo tibetano), miriadi di marmotte, raramente i lupi e spesso le aquile. Si raggiunge Korzok, sulle sponde del lago Tso Moriri, il gioiello turchese del Rupshu che si estende per 30 chilometri. Al tramonto le cime innevate che circondano il lago e sfiorano i 7000 mt appaiono colorate di rosa. A Korzok, dove si trova anche un bel monastero, si pone il campo.
12°g. 12/9 Tso Moriri
Si dedica la giornata all’esplorazione della zona, con una magnifica passeggiata lungo le rive del lago, e si visita il monastero e il piccolo villaggio. Dal colle sopra Korzok si può godere di un tramonto indimenticabile.
13°g. 13/9 Korzok – lago di Tso Kar
Il percorso continua ad essere meraviglioso, si ritransita dal laghetto di Tso Kyagar (ci sorprenderà la diversità dei suoi colori) e superando due passi si raggiunge Tso Kar, uno dei grandi laghi di questa regione da cui per secoli è stato ricavato il sale, utilizzato come merce di scambio in Ladakh. Si pone il campo tra le pasture di Nuruchen (4700 mt): il campo più alto del viaggio.
PER CHI RIENTRA IN ITALIA
14°g. 14/9 Tso Kar – Leh
I partecipanti che rientrano in Italia salutano qui l’accompagnatore e proseguono verso Leh con un’altra guida ladakha. Dopo aver superato in jeep il passo del Taklang (5328 mt) si transita dal villaggio di Gya, con un monastero su una rupe tra le rovine di un grande forte che cingeva le creste ardite della montagna. Raggiunto l’Indo ci si reca a Hemis, il principale monastero di scuola Kagyupa del Ladakh, importante meta di pellegrinaggi che ospita una ricca collezione di tanka di scuola Drukpa, statue d’oro e stupa (reliquiari) incastonati con pietre preziose. Terminata la visita in breve tempo si arriva a Leh.
15°g. 15/9 Leh – Delhi
Verso le 7.30 del mattino volo per Delhi, dove si viene ricevuti dal corrispondente indiano di Amitaba. Si ha a disposizione un veicolo privato e una guida per visitare la città. In serata il nostro corrispondente accompagna i partecipanti all’aeroporto per il volo di rientro.
16°g. Domenica 16 settembre, arrivo a destinazione
PER CHI PROSEGUE PER LO SPITI
14°g. 14/9 Tso Kar – Keylong
A Tso Kar giungono i partecipanti al viaggio “Ladakh, Rupshu e Spiti”. Da qui si raggiunge in breve tempo il campo tendato di Pang e si valica il Lachlung La (5060 mt) accedendo alla zona meridionale del Karnak, uno dei regni del trekking di queste remote regioni. Si prosegue lungo l’altopiano fino al passo del Baralacha (4883 mt) che si apre sulla regione del Lahaul, un territorio ancora piuttosto desertico ma più arboreo del Ladakh. Oltre Darcha, punto di accesso per un trekking che porta in Zanskar, seguendo il fiume si arriva a Keylong, “capitale” del Lahaul. Sistemazione in un modesto albergo.
15°g. 15/9 Keylong – Kaza
Si lascia la strada principale (che conduce a Manali attraverso il passo del Rothang) proseguendo lungo la valle del Chandra, in un ambiente molto selvaggio dove i ghiacciai giungono fino al fondovalle e le montagne turrite sembrano delle magiche cittadelle sospese nel cielo. Superato il passo del Kunzum (4551 mt) si entra in Spiti, incontrando i primi insediamenti a Losar. A Kaza ci si sistema in una guest house.
16°g. 16/9 Kaza
Escursione al monastero di Ki, il principale dello Spiti, dove nel 2000 S.S. il XIV Dalai Lama ha conferito la grande iniziazione tantrica di Kalachakra. Consultando la sezione del sito di Amitaba (www.amitaba.net) nella sezione “esperienze e cultura” è possibile trovare dettagli e informazioni su questo evento. Da Ki si prosegue per Kibber (4205 mt) e Tashigang (4400 mt):
questi interessanti villaggi sui bordi dell’altopiano, sono tra i più alti luoghi permanentemente abitati dell’Himalaia.
17°g. 17/9 Kaza – Lhalung
Si segue la valle del fiume Spiti verso sud. Si lascia la strada principale per inerpicarsi lungo una stradina fino ad un colle dove a 4000 metri è arroccato l’antico monastero di Dankar, che domina la confluenza dei fiumi Pin e Spiti. L’attuale abate del monastero è un ragazzo di sedici anni considerato un santo illuminato. Da qui è possibile raggiungere Lhalung a piedi in circa 3 ore seguendo un sentiero panoramico che oltrepassa a mezza costa l’ampia valle dello Spiti e si inoltra in una valle laterale; chi preferisce può invece recarvisi in jeep. A Lhalung si alloggia in una casa tibetana. Il tempio di Lhalung fu fondato nel medesimo periodo di Tabo e Kungri, intorno all’anno 1000, quando questa zona era parte dell’antico regno di Guge. Gli interni di questo pressoché ignorato tempio sono un esempio rarissimo della metamorfosi che l’arte giunta da Ghandara e Nalanda ha avuto nell’incontro col mondo dell’Himalaia.
18°g. 18/9 Lhalung – Tabo
Si scende verso la valle dello Spiti e seguendo dalla confluenza il fiume Pin si arriva a Kungri, porta di accesso al Pin-Parbati, una delle zone più selvagge dell’Himalaia indiano. Immersi nel contesto di un nuovo grande complesso monastico a Kungri si trovano due antichi templi in cui sono custodite le più antiche statue lignee che si conoscano di divinità tantriche rappresentate in unione mistica. Tornati nella valle dello Spiti si prosegue per Tabo dove l’antico Gompa è rimasto intatto dai tempi del grande santo tibetano Rinchen Zangpo che ne curò l’attuale disposizione (XI secolo). Tabo è considerato l’”Ajanta dell’Himalaia” per l’ineguagliabile bellezza di statue ed affreschi, ed è una perla anche per la potente energia spirituale che lo permea. Si pernotta in una piccola guest house tibetana.
19°g. 19/9 Tabo – Kaza
Si arriva a Kaza sul finire della mattina, avendo il tempo per un’ultima rilassata visita della “capitale” dello Spiti. Per chi volesse, è possibile organizzare nel pomeriggio un’escursione al monastero Sakya di Tag Yud, sui monti a est di Kaza.
20°g. 20/9 Kaza – Manali
Si parte presto al mattino per il passo del Kunzum (4551 mt), ripercorrendo la strada che segue nel Lahaul il fiume Chandra fin dove si raggiunge la strada principale alla base del passo del Rothang (3900 mt); oltre questo passo si entra verso sud nelle rigogliose foreste dell’Himachal Pradesh scendendo fino a Manali, dove ci si sistema in hotel. Il percorso richiede circa 9 – 10 ore di guida.
21°g. 21/9 Manali – Delhi
Si parte in pulmino di prima mattina alla volta di Delhi, un lungo viaggio che richiede circa 11 ore di guida, transitando da Kulu e sfociando nelle pianure indiane. A Delhi sistemazione in hotel nei pressi dell’aeroporto; si utilizza il Resort Ashok o simile.
22°g. 22/9 Delhi e volo di rientro
Giornata a disposizione. In serata il nostro corrispondente accompagna i partecipanti all’aeroporto per il volo di rientro.
23°g. Domenica 23 settembre, arrivo a destinazione
Nota: chi ne ha la possibilità, può portare indumenti caldi e invernali o cancelleria per la scuola da regalare. Questi materiali verranno raccolti dai nostri collaboratori per essere distribuiti a chi ne ha più bisogno, solitamente alla fine del viaggio: così si possono lasciare anche cose usate che non si desidera riportare a casa.
L’ALTA QUOTA DEL LADAKH
Andare in Ladakh significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Leh stessa si trova a 3500 metri di altitudine. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore. Per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare negli sforzi fisici nei primi giorni; l’itinerario previsto tiene conto di queste esigenze e le quote più elevate si hanno nella seconda parte del viaggio, quando si è già acclimatati. Nel Rupshu la quota dei laghi dove si pongono i campi è di circa 4500 mt, ma ci si arriva dopo una adeguata permanenza ad altitudini sopra i 3000 metri e quindi quasi nessuno ne soffre o si avvertono sintomi leggeri come un po’ di mal di testa.
Molte persone hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2/3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico. Per l’ipertensione invece alcuni hanno trovato un buon ausilio nell’agopuntura e nella medicina tibetana; anche in questo caso è comunque sempre necessario un parere del proprio medico.
Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.
CLIMA E ATTREZZATURA
A Delhi in estate ci possono essere anche 35/40 gradi e piogge. In Ladakh invece il clima è secco e le temperature più miti. Alle alte quote del Rupshu le escursioni termiche sono notevoli, con il sole caldo che brucia nonostante l’aria fresca, e temperature minime che arrivano anche d’estate a 5/10 gradi; si consiglia di dotarsi di un sacco a pelo omologato per utilizzo a zero gradi, in quanto i dati di termicità dei sacchi indicate dai produttori sono sempre sopravvalutate. È opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare con tranquillità le serate più fredde; le temperature estive comunque non scendono mai sotto lo zero. Si consiglia di portare degli indumenti in pile ed una giacca di piumino o meglio ancora una giacca da montagna in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode, ed un paio di scarponcini caldi adatti ai percorsi a piedi. Portare anche un piccolo zaino. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di portare il filtro polarizzatore.
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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.