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India


Durga Puja a Calcutta e Cham del Bhutan

Un intenso incontro con le culture dell’Asia


Tempio di Kali a Calcutta

Calcutta, bassorilievi in un tempio Jainista

Thimpu Tsechu

Zangtopelri, Kyuchu Lhakhang

Calcutta, Durga

PARTENZA
26/09/2017
RITORNO
07/10/2017
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
12 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


L’Asia è la culla di culture che, pur condividendo tratti comuni, sono diversissime; questo incredibile viaggio avvicina due realtà uniche: inizia con la festa di Durga, la veneratissima dea indù consorte di Shiva, Grande Madre e manifestazione della potenza dell’energia femminile, che è il momento celebrativo più intenso e importante di Calcutta, e quindi porta in Bhutan dove, oltre alla visita dei siti classici, si partecipa a due festival con caratteristiche diverse, il grande tsechu annuale di Thimpu, eccellente incontro con la solennità regale dei grandi rituali di Druk Yul, il Paese del Drago, ed il festival di Gangte, dove ci si immerge nell’intensità del folclore himalaiano in un monastero che si erge tra le case di un bucolico villaggio nella valle di Phobjikha.

Il cielo parla talvolta per bocca dei folli, degli ebbri e dei bambini.
  • Calcutta
  • Thimphu
  • Punakha
  • Gangte
  • Paro
  • Taktshang
  • Delhi

 Presentazione del viaggio


Il viaggio non presenta particolari difficoltà o pericoli, a Calcutta ci si mischia spesso tra la folla di persone festanti ma non si incontra alcuna aggressività, sarà anzi a volte difficile declinare gli inviti ad unirsi nell’innumerevole insieme di celebrazioni. Si utilizzano alberghi comodi, mezzi di trasporto moderni e il viaggio si svolge nella stagione secca.

DURGA PUJA

Tra le ricorrenze dell’India ha una considerazione molto particolare la grande festa di Durga, il momento religioso e celebrativo più sentito del Bengala, quando in un crescendo di intensa e sorridente devozione a Calcutta tra gli innumerevoli e coloratissimi altari dedicati a Durga, la Dea Madre, prendono corpo le processioni che portano le sue effigi al fiume per ricongiungersi all’onnipotente dio Shiva.
Nel variopinto pantheon induista Durga, la Grande Madre, è l’impersonificazione della Shakti, la divina forza di natura femminile che nutre l’universo; ella emerse grazie all’unione degli sforzi di tutti gli dei, inclusa la Trimurti degli dei supremi, per una missione che nessuno di loro poteva compiere: debellare il demone Mahishasura. Durga, il cui nome significa “inaccessibile” o “impenetrabile”, è così la salvatrice compassionevole dell’universo e di ogni cosa che esiste; ma è anche, grazie alla polivalenza così affascinante dell’induismo, la madre di Ganesh e Kartikeya, prole di Shiva, in quanto lei è anche una forma irata di Parbati, consorte del grande dio. Per renderle adeguato onore si tiene questo festival annuale, che per gli induisti bengalesi è il più importante dell’anno. Le celebrazioni durano in tutto dieci giorni con un fervente crescendo devozionale che diventa sempre più effervescente e negli ultimi 2 / 3 giorni è decisamente dirompente; per nove giorni si onorano le nove diverse manifestazioni di Durga e quindi nel decimo (nel 2017 cade il 30/9) si celebra la sua vittoria contro il male. In questa ultima giornata le sue effigi vengono portate in processione al fiume per un’abluzione, simbolico ricongiungimento della dea col consorte Shiva. La preparazione inizia già mesi prima, con la costruzione di una quantità enorme di idoli di terracotta eseguita da artigiani specializzati con dimensioni per lo più simili a quelle degli esseri umani, ma anche più piccole o grandi. Le statue vengono decorate in modo sfavillante e vengono costruiti un’infinità di pandals, o tempietti temporanei fatti di bambù ma finemente rifiniti, dove vengono poste. Questi altari sono oggetto di intense preghiere e il momento per molti è anche fortemente introspettivo e utile per la purificazione spirituale ed anche fisica: si modera la dieta e chi beve rinuncia all’alcool almeno per questi giorni in cui cercherà di avvicinarsi a Durga. Con la solenne processione al fiume si completa il cerimoniale e inizia un nuovo anno: il momento è ottimo e di buon auspicio per chi deve intraprendere nuove attività.

UN CENNO SUI CHAM DEL BHUTAN

Cham sono uno straordinario insieme di musiche sacre, danze in costume con maschere rituali, riti religiosi ed esorcistici, eseguite da monaci ed anche da laici nei Cham minori, il tutto immerso in un attento ma allegro e rilassato assiepamento di persone che esibiscono i migliori abiti tradizionali e godono di un atteso momento di gioiosa convivialità. Parteciparvi offre al visitatore che desidera accedere al cuore della realtà bhutanese un modo intelligente per avvicinarne lo scenario intimo legato alla spiritualità, alle tradizioni ed alla storia. Nel Cham il confine percettivo imposto dalla mente razionale scompare ed il fondersi di spirito, emozioni e pensiero genera le dimensioni di mondi sottili che nella cultura europea verrebbero relegati in una definizione di immaginario, ma che in Bhutan sono il vero perno di una profonda realtà percettiva. Ogni Cham ha delle caratteristiche diverse sia per il contenuto religioso delle rappresentazioni che per l’intreccio delle trame, che hanno spesso un riferimento agli eventi storici specifici del luogo in cui si svolge e ai diversi personaggi e maestri spirituali a cui ci si riferisce.
È forse improprio chiamare questi eventi “festival”, perché quello che avviene è un insieme di funzioni religiose, trame teatrali mitiche ed evocazioni vicine allo spiritismo immerse in un contorno di folclore intenso.

 Programma del viaggio


1°g.    Martedì 26 settembre, partenza in volo per l’India
Per arrivare a Calcutta vi sono diverse opzioni nella scelta dei voli e Amitaba può prenotare quello di maggior gradimento; un collegamento comodo è quello della Air India, che fa da riferimento per i servizi del viaggio. Air India parte da Milano Malpensa alle 20.00.

2°g.    27/9 Arrivo a Calcutta
Con Air India l’arrivo a Delhi è previsto alle 7.45, dove si viene accolti dal corrispondente indiano di Amitaba. Si riparte dal medesimo aeroporto alle 14.25; si farà colazione e ci si potrà rilassare presso la Premium Plaza Lounge in aeroporto fino alla partenza. L’arrivo a Calcutta è previsto alle 16.35, dove è in attesa dei partecipanti l’accompagnatore italiano; ci si trasferisce presso l’hotel Peerless Inn e si fa un primo giro in città. Nell’arco dei successivi tre giorni si seguiranno gli eventi della grande festa di Durga, il momento di folclore più bello ed intesto di Calcutta e di tutto il Bengala; si avrà anche il tempo per visitare i siti principali della città, con la piazza di Dalhousie, eletta a Patrimonio dell’Umanità, la Casa di Santa Maria Teresa, la cattedrale di San Paolo, il mercato dei fiori e così via.

3°g. – 5°g. (28 – 30/9) Calcutta e festival di Durga
Ci si dedica a seguire gli eventi della grande festa. Ovunque nella città si vedono i pandals, gli altari costruiti appositamente per la ricorrenza, e le strade sono percorse da fiumane di persone che si spostano da punto a punto, una sorta di intersecatissimo pellegrinaggio urbano tra le diverse migliaia di pandals costruiti per onorare la Dea; anche con grande impegno se ne potrà ammirare solo una piccola parte! L’intera città è un mondo in festa, e la moltitudine delle persone esprime un momento di gioia collettiva; è molto accattivante seguire dei percorsi a piedi, e nel cuore delle celebrazioni l’utilizzo dei veicoli è limitato e non ci si può avvicinare ai pandals con le auto. Le persone seguono diversi momenti principali: si inizia al mattino con il pushpanjali (la recitazioni di preghiere e l’offerta di fiori alla dea), quindi il rituale del bhog (quando il cibo benedetto dalla dea viene servito alle persone), e l’immancabile coloratissimo rito devozionale dell’aarati che si tiene la sera con la danza di dhunuchi, eseguita di fronte alla dea al ritmo dei tamburi. Nell’ultimo giorno gli idoli vengono portati in processione al fiume Hooghly e le donne si affollano attorno alle statue per porre sulla fronte della dea la polvere rossa rituale, donarle dolci e foglie di betel, e pregandola di tornare l’anno successivo.

6°g.    1/10 Calcutta – Thimpu
Il volo della Druk Air per il Bhutan parte alle 11.10 con arrivo a Paro alle 12.50 dove è in attesa dei partecipanti la guida bhutanese che parla la lingua inglese. Paro è un bel villaggio che ha conservato le proprie caratteristiche tradizionali. Dopo pranzo ci si visita lo Dzong, reso celebre anche dal film giratovi da Bertolucci, e il museo posto presso la torre di Ta Dzong; ci si reca anche al Dungtse Chorten, costruito da Tamgtok Gyalpo, che all’interno rivela una potente atmosfera mistica e stupendi affreschi. Si parte quindi per Thimpu, la capitale, un percorso di 65 km che richiede quasi 2 ore; per gli spostamenti in Bhutan si utilizzano pulmini giapponesi. La velocità è sempre moderata per via delle curve e il limite ufficiale è comunque di 40 km/h, si ha così modo di gustare gli stupendi panorami. A Thimpu si alloggia presso l’hotel Pendling o Galingkha. (NB: se ci si iscrive al viaggio tardi vi è la possibilità che il volo della Druk tra Calcutta e Paro sia pieno; nel qual caso si volerà da Calcutta a Bagdogra (10.35 – 11.45) dove si viene accolti dalla guida bhutanese e si parte in auto per Puntsholink al confine col Bhutan e da qui si prosegue per Thimpu dove si incontrano gli altri partecipanti; è un percorso lungo ma molto interessante perché si parte con i mezzi dalla pianure indiane e si può osservare la trasformazione ambientale e culturale man mano che si ci addentra tra i monti himalaiani).

7°g.    2/10 Thimpu (festival)
Oggi nel grande spazio a nord dello Dzong di Trashichhoe si tiene l’ultima e principale giornata del grande Tsechu di Thimpu, uno dei momenti più importanti di tutto l’animato folclore del Bhutan. Dalle balconate del grande Dzong, che è sede della sala del trono reale, del governo e dell’Abate di Druk Yul, si affiancano al Je Kempo (l’abate) i diversi dignitari ed i membri della famiglia reale, e, spesso, lo stesso Re. Le danze in costume occupano buon parte della giornata; il momento più atteso è la sfarzosa rappresentazione delle otto manifestazioni di Guru Rimpoce (Padamsambhava) ma ognuna delle danze ed anche le scene a sfondo comico sono eseguite con grande maestria dai monaci che utilizzano costumi e maschere di fattura squisita accompagnati da musiche tradizionali. Assiste all’evento con grande attenzione una grande folla di persone agghindate con gli abiti più belli, sembra quasi una gara a chi ha il broccato più bello; ma lo spirito di tutti è molto gioviale, non austero, e partecipare è interessantissimo. Nell’arco della giornata si eseguiranno anche alcune visite, in funzione di quanto tempo si dedica al festival; i luoghi di maggior interesse sono Pangri Zampa, un monastero posto un poco più a nord della città che fu la prima residenza dello Shabdrung quando giunse in Bhutan nel XVII secolo ed oggi ospita la scuola astrologica ed il vicino tempio di Dechen Phu, oltre a Dechen Podrang, un magnifico palazzo che fu la sede del governo prima della costruzione di Trashichhoe, ed al tempio di Changangkha Lhakhang.

8°g.    3/10 Thimpu – Punakha
Si parte presto per salire al passo di Dochu, alto 3166 mt, per godere del grandioso panorama: il valico è situato in una foresta lussureggiante con una stupenda visuale dell’arco himalaiano e si ammirano migliaia di bandiere di preghiera colorate che circondano 108 Chorten (reliquiari); si trovano anche tanti piccoli tsa tsa impastati con le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. Si sosta in un rifugio per consumare la prima colazione e si prosegue la discesa tra scenari grandiosi arrivando nella valle di Punakha, dove ci si reca con una passeggiata che transita per un bel villaggio al tempio della fertilità di Chimi Lhakhang, posto in cima ad una panoramica collina, a metà strada tra Punakha e Wangdue. Questo tempio fu fondato dal grande Lama Kunley, “l’illuminato pazzo” il cui emblema fallico adorna l’ingresso di molte case rurali. Le coppie che non riescono ad avere figli e chiedono qui con fiducia questa grazia vengono quasi sempre esaudite …anche gli stranieri! Si prosegue quindi per lo Dzong di Punakha, il più bello e storicamente importante del paese, situato a 1250 mt. Lo Dzong è curato con amore e senza badare a spese, come si riscontra dalla qualità dei lavori che sono stati fatti per restaurare il tempio principale, che era stato danneggiato da un’inondazione. Tra gli affreschi si ammirano anche rarissimi mandala che non si trovano facilmente rappresentati altrove, neppure nei testi specifici. L’antica arte iconografica qui è … nel presente. Nel pomeriggio se ci sarà tempo sufficiente si effettua un’escursione col pulmino sui monti della valle, dove si trovano una scuola monastica e tipici, ben curati villaggi. Si alloggia in un hotel nei pressi del villaggio di Punakha, il Zangtopelri o simile.

9°g.    4/10 Punakha – Gangte (festival)
Si segue la valle fino al vicino Dzong di Wangdi Phodrang, recentemente distrutto da un incendio, posto su di un monte che domina il fiume, e si prosegue verso est risalendo dai 1200 mt del fondovalle fino a superare i 3000, godendo del graduale cambiamento della tipologia arborea delle foreste, formate nelle parti più elevate da gigantesche conifere su cui si aggrappano argentei licheni. Una strada che scavalca le creste dei monti verso sud porta nella valle di Phobjikha, dove tra le piante di bambù nano è frequente vedere gli yak che pascolano tranquilli; la vallata è anche il punto d’arrivo delle gru dal collo nero che migrano qui dal Tibet, e a volte all’inizio di ottobre si vedono già le prime. In questa bellissima natura tra graziose case di campagna si erge su di un colle, attorniato dalle abitazioni tradizionali del villaggio, il monastero Nyingmapa di Gangte retto da Lama Kunzang, l’abate riconosciuto come la nona reincarnazione di Pema Lingpa, il famoso Santo bhutanese che visse nel XV secolo. Si giunge qui durante la seconda giornata del festival annuale, che si completa domani; è un evento di ottima qualità con diverse rappresentazioni di danze con costumi tradizionali, ma molto meno formale del grande Tsechu di Thimpu, qui prevale l’atmosfera di villaggio e, pur senza nulla togliere alla sacralità dell’insieme, si ha la sensazione di condividere con le persone un lieto momento di allegra condivisione. Si alloggia in un semplice albergo: il Dewachen, il Thegchenprodrang o simile.

10°g.    5/10 Gangte – Paro
Si assiste alle parti finali del festival; la partenza per Paro sarà al più tardi nel primo pomeriggio perché la strada (190 km circa) richiede approssimativamente sei ore, un percorso lungo ma allietato dai magnifici paesaggi che includono un secondo transito dal passo del Dochu. Si alloggia presso il Dewachen Hotel o il Rema Resort.

11°g.    6/10 Paro, escursione a Taktshang
A nord di Paro si trova Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo di ritiro più celebre del Bhutan, sospeso tra le rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto), con una modica spesa chi vuole può noleggiare un cavallo; sul percorso si giunge a un rifugetto da cui si gode una vista stupenda, il punto dove si fermano i meno allenati. Tornati a valle ci si reca al villaggio e al forte di Drukyel e poi a Kyuchu Lhakhang, uno dei templi più antichi del Bhutan, la cui fondazione è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.), che contiene alcune preziosissime statue di Cenresi.

12°g.    Sabato 7 ottobre, rientro
Il volo della Druk Air per Delhi parte alle 9.25 con arrivo alle 11.15; per chi è giunto con Air India il volo da qui per Milano Malpensa parte alle 14.20 con arrivo alle 18.30. Se per via degli orari di volo od altro fosse necessario predisporre dei servizi aggiuntivi a Delhi, Amitaba è a disposizione per ogni esigenza.

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Donna Nakyas

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Calcutta, statua di Sarasvati
Tempio di Kali a Calcutta
Calcutta, bassorilievi in un tempio Jainista
Thimpu Tsechu
Zangtopelri, Kyuchu Lhakhang
Calcutta, Durga

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.