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India


Gangotri, le fonti del Gange

I grandi Yatra, sentieri sacri tra le dimore degli dei


Sadhu a Yamunotri

Sadhu a Kedarnath

Monti a Kedarnath

Tempio di Joshimat

Abluzione a Rishikesh

PARTENZA
13/09/2019
RITORNO
29/09/2019
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
17 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Nella tradizione vedica i fiumi sono la sacra fonte di vita, un dono degli dei; e, da sempre, gli yogi ed i fedeli hanno immaginato che là dove originano vi siano le dimore divine. Questo viaggio porta alle quattro fonti più sacre dell’India, è il percorso (lo yatra) dei Char Dham, che giunge tra i luoghi del mito immersi nella stupenda natura dell’Himalaia, per condividere quel che ha dato un’ispirazione così potente ai grandi mistici dell’India. Nell’VIII secolo l’avatar Shankara ne indicò il grande beneficio, e secondo molti dei seguaci di Vishnu poteva addirittura garantire la liberazione; in quei tempi era impresa ardua, oggi, grazie alle strade, è più accessibile e viene condiviso da un gran numero di pellegrini da tutta l’India.

Si parte da Delhi per Dehradun e da qui ci si immerge nelle montagne himalaiane, raggiungendo per prima Yamunotri, la fonte più occidentale dove ha origine lo Yamuna, che confluisce nel Gange a Prayag nelle pianure. Procedendo verso est, si sale a Gangotri e Gaumukh (fonte del Gange/Bhagirati), quindi a Kedarnath (fonte del Mandakini) ed a Badrinath (fonte dell’Alaknanda), i tre fiumi che oltre Dev Prayag fluiscono uniti diventando il grande Gange, uscendo dai monti a Rishikesh e Haridwar, le città sacre dove il fiume sacro sgorga verso le pianure. Si completa così l’intero yatra (il circuito), seguendo la tradizione, giungendo in molti luoghi dove si incontrano persone dedite ad un’intensa vita spirituale.

Il cielo parla talvolta per bocca dei folli, degli ebbri e dei bambini.
  • Delhi
  • Dehradun
  • Mussorie
  • Janki Chatti (1998 mt)
  • Yamunotri
  • Barkot
  • Uttarkashi
  • Gangotri
  • Bhojbasa (3802 mt)
  • Gaumukh (3890 mt)
  • Tapovan (4450 mt)
  • Rudraprayag
  • Guptakashi (1319 mt)
  • Sonprayag
  • Gaurikund (1982 mt)
  • Kedarnath
  • Joshimat (1875 mt)
  • Badrinath
  • Rudraprayag
  • Rishikesh

 Presentazione del viaggio


Dopo una visita di Delhi si parte per Dehradun, dove risiede un’importante comunità tibetana; ci si reca così a visitare il grande monastero Nyingmapa che è il fulcro delle comunità. Quindi, saliti a Mussorie, si seguono i monti arrivando fino al primo sentiero, che porta a Yamunotri. Si parte da 2000 metri e si sale con un percorso di circa 7 km fino a 3291 mt, dove è ubicato il tempio; se necessario, qui come anche a Gangotri e Kedarnath, è possibile usufruire di un cavallo. Tornati a valle, la prossima meta è Gangotri (3148 mt), dove si giunge coi mezzi fino al paesino situato dove sorge il famoso, piccolo tempio. Da qui si segue il sentiero che porta a Gaumukh (3900 mt), un percorso di circa 18 km lungo una traccia larga e comoda. Si pernotta per due notti in un rifugio non lontano dalla bocca del ghiacciaio da dove sgorga il Gange, avendo così la possibilità di utilizzare una giornata per raggiungere Tapovan, un luogo di ritiro spirituale oltre il ghiacciaio alla base del monte Shivling; il percorso non è tecnico, si cammina sulle morene, sulle pietre sopra al ghiaccio, e non vi è rischio di caduta in crepacci. La bellezza della natura è, anche qui, formidabile. Prossimo meta, Kedarnath; qui si parte a piedi (o a cavallo) da Gaurikund (1982 mt) arrivando fino al santuario situato a 3583 mt ai piedi del gigantesco Kedar Dome, dove si trascorre una notte in rifugio. Il villaggetto pullula di sadhu e pellegrini, un posto che resta facilmente nel cuore. L’ultimo dei Char Dham è più facile da raggiungere: a Badrinath si arriva coi mezzi! Ma questo nulla toglie alla magia del luogo, il cui tempio è veneratissimo e, anche qui, molto frequentato dagli yogi e dai fedeli. Si completano le esplorazioni con la visita di Joshimat, dove si sale sui monti con una funivia, tornando nella pianure dell’India a Rishikesh, considerata una sorta di capitale dello yoga per via dei molti ashram che vi hanno sede, dove i rituali serali dell’aarati lungo il Gange sono particolarmente toccanti e, dopo la visita della vicina Haridwar, si rientra a Delhi.

NOTA TECNICA, CLIMA E ATTREZZATURA

Il viaggio prevede tre percorsi a piedi che portano a quote elevate; due dei sentieri possono anche essere percorsi con dei docili cavalli, mentre per la salita alle fonti del Gange-Baghirati a Gangotri è necessario camminare, non si possono usare i muli per le persone (questa è la regola al momento della redazione del programma). Le sistemazioni sono sempre tra le migliori disponibili e in diverse località, ove è possibile, di alto livello; si segnala però che alcune sistemazioni sono piuttosto spartane, in particolare a Bhojbasa, dove si alloggia in stanze comuni senza servizi privati e il cibo è molto semplice e solo vegetariano.  Il viaggio richiede quindi una certa forma fisica, ma forse ancor più che allenamento necessita di un certo spirito di adattamento.
Per i percorsi a piedi, in particolare a Gangotri, è utile avere con sé delle barrette per integrare l’alimentazione e da usare lungo il cammino. Per i trasporti si utilizzano veicoli dotati di aria condizionata e comodi, Innova, Tempo o minibus in funzione del numero di partecipanti.
A Delhi nella seconda metà di settembre è caldo e può essere ancora umido; sulle montagne il clima può essere variabile con anche delle piogge: la seconda metà di settembre è il momento più favorevole dell’anno per il Char Dham, non troppo freddo e generalmente abbastanza secco, ma vi sono fattori di variabilità di anno in anno. Non si prevedono temperature vicino allo zero, ma è necessario essere attrezzati adeguatamente. E’ opportuno attrezzarsi con indumenti caldi ed avere anche una mantella impermeabile; molti portano un sacco lenzuolo in quanto le lenzuola a volte non sono bellissime e per il rifugio a Bhojbasa è necessario un sacco a pelo (il materassino viene fornito). Si suggerisce di portare indumenti in pile ed una giacca di piumino o meglio ancora una giacca da montagna in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode e un paio di scarponcini impermeabili comodi e caldi per camminare. Portare uno zaino. E’ importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale (quelle che si tengono in testa con una fascia elastica).

 Programma del viaggio


1°g. Venerdì 13 settembre, partenza in volo per Delhi
Per raggiungere Delhi in India vi sono diverse possibilità di scelta per i voli e Amitaba può prenotare quello preferito dai viaggiatori. Il volo suggerito per questo viaggio, che fa da riferimento per i servizi offerti, è quello dell’Alitalia con partenza da Roma Fiumicino alle 14.15; il collegamento da Milano Malpensa è alle 12.00 con arrivo alle 13.10. Per gli orari di partenza da altre località e di altre compagnie contattare Amitaba.

2°g. 14/9 Delhi
L’arrivo a Delhi è previsto alle 1.15, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente locale di Amitaba; ci si trasferisce presso l’hotel Jaypee Siddharth o The Suryaa, entrambi classificati 5*, dove si ha subito a disposizione la stanza. Oggi è previsto un giro della città; si inizia recandosi all’India Gate, punto commemorativo per eccellenza dello Stato indiano, ed al Parlamento. Si procede per Raj Ghat, il luogo dove fu cremato Mahatma Ghandi, e da qui ci si immerge nella storia imperiale mughal, con il Forte Rosso e la grande moschea Jama Masjid, inserendo tra questi imperdibili punti monumentali un giro coi rikshò tra le affollate viuzze della vecchia Delhi, nel mitico quartiere di Chandi Chowk.

3°g. 15/9 Delhi – Dehradun
Si parte in direzione nord per Dehradun, che dista 260 km, un tragitto di circa 6 ore attraverso le pianure gangetiche; si alloggia in un comodo hotel, il Lemon Tree o il Four Point by Sheraton (entrambi 4*). Nella città di Dehradun sono confluiti parecchi profughi tibetani, tra cui il Venerabile Sakya Tritzin che tutt’ora vi risiede; ci si reca per una breve visita al grande monastero di Mindroling, di scuola Nyingmapa.

4°g. 16/9 Dehradun – Mussorie – Janki Chatti (1998 mt)
La tappa di oggi porta nel cuore delle montagne, dove termina la strada all’imbocco del sentiero che porta a Yamunotri; un percorso che può richiedere anche più di 7 ore di guida, attraverso lo stupendo ambiente naturale delle montagne. Si sale sui monti e si transita dalla cittadina di Mussorie (35 km), abbarbicata sulle creste a circa 1880 mt; fu fondata nel periodo coloniale dai britannici per fuggire dal caldo delle pianure indiane che hanno lasciato la loro impronta nello stile di diversi palazzi e per la presenza di un gran numero di istituti di educazione privati. Da qui la strada serpeggia per 137 km fino a Janki Chatti; si transita da Barkot e Syanachatti e, giunti a destinazione, si alloggia presso il Camp Resort.

5°g. 17/9 Janki Chatti: Yamunotri (fonti dello Yamuna, 3291 mt) – Barkot
Oggi si sale al tempio dedicato alla dea Yamunotri, un percorso a piedi di circa 7 km che partendo da 2000 mt arriva a 3291 mt. Chi non se la sentisse può noleggiare un cavallo, sono montature docili che vengono seguite dai loro proprietari, non richiedono alcuna esperienza di equitazione: vengono simpaticamente chiamate le “seggiovie dell’Himalaia”. La salita si svolge attraverso un bell’ambiente di foreste con un comodo sentiero dove vi è un costante flusso di pellegrini. Il tempio dedicato alla Dea è posto in una valletta sulle rive del torrente Yamuna, nei pressi vi sono alcune fonti di acque calde e si può fare un’abluzione; nella vasca di Surya (dio sole) i pellegrini spesso cuociono il cibo da donare in offerta alla dea e da portare a casa come cibo benedetto. Il luogo è permeato da un’aura di tranquilla devozione; la vera sorgente del fiume è costituita da un lago piuttosto inaccessibile posto a circa 4400 metri, che dista circa un chilometro, dove però non si reca nessuno: la celebrazione mistica è qui, al tempio. Tornati al punto di partenza a Janki Chatti, nel tardo pomeriggio di parte per Barkot (1220 mt), circa 45 km che richiedono un paio d’ore di guida, dove si alloggia presso l’hotel Himalayan Eco Resort.

6°g. 18/9 Barkot – Uttarkashi (1158 mt) – Gangotri (3060 mt)
Si valicano i monti verso sud arrivando nel bacino fluviale del Baghirati, che i devoti considerano essere il Gange; in effetti l’Alaknanda, che scende da Badrinath e che si unisce poi col Baghirati, ha una portanza ed anche una lunghezza un poco maggiore, ma i fattori quantitativi valgono per i geografi, non per i mistici! Raggiunte le sue rive se ne risalgono le acque fino a Uttarkashi, in tutto circa 60 km; il nome ‘Uttarkashi’ già ne denota la sacralità: ‘uttar’ vuol dire ‘a nord di’ e Kashi è il nome sanscrito della città santa di Varanasi, ovvero, città sacra del nord. Nel cuore della cittadina vi è il tempio di Vishwanath, tra i più antichi dell’India settentrionale dedicati a Shiva, che custodisce un veneratissimo, grande tridente di ferro; di fronte vi è il piccolo tempio dedicato alla Shakti, consorte di Shiva. Dopo pranzo si prosegue il viaggio, sempre risalendo le acque del Baghirati attraverso la stupenda valle di Harsil, ornata da stupende conifere, arrivando con altri circa 100 km di strada a Gangotri, dove si alloggia presso l’hotel  Mandakni Annexe. Il tempio di Gangotri, costruito nel XVII secolo, ospita nel periodo estivo la statua della dea Ganga; per i mesi invernali, quando la neve ed il gelo spingono tutti, in questo caso sia dei che uomini, verso valle, la dea viene portata, durante la ricorrenza del Diwali, al villaggio di Mukhba. Nei dintorni del villaggio vi sono le tre vasche sacre della trimurti, dedicate rispettivamente a Brahma, Shiva e Vishnu.

7°g. 19/9 Gangotri – Bhojbasa (3802 mt)
Si parte a piedi dal villaggio proseguendo lungo la valle; il percorso per Bhojbasa è di circa 14 km, una salita graduale lungo un comodo sentiero. Si lasciano gradatamente le foreste ed oltre Chirbasa (9 km) l’ambiente presenta le caratteristiche più spoglie dell’alto Himalaia; superato un tratto di terreno instabile si arriva a Bhojbasa, dove vi è un piccolo tempio e si alloggia in un rifugio con un dormitorio, il Garwal Mandal Vikash Nigam Tourist Bungalow, dal lungo nome ma di qualità scarsa … , il migliore disponibile. Si segnala che se fosse pieno (le prenotazioni a volte non vengono rispettate) ci si accomoda presso il Lalbaba Ashram dove non vi sono letti e si pongono i materassini, forniti dalla nostra organizzazione, a terra. Da qui si godono le luci della sera sul gruppo del Bhagirati.

8°g. 20/9 Bhojbasa: escursione a Gaumukh (fonti del Gange o Baghirati, 3890 mt) e Tapovan (4450 mt)
Gaumukh, che significa ‘bocca della vacca’, è il punto dove sgorga il Gange – Bhagirati dal ghiacciaio e dista circa 4 km, lungo un comodo sentiero con lievi salite. Qui si potrà restare sorpresi dalla devozione degli indiani, non solo gli yogi ma molta gente comune ed anche donne anziane e bimbi si bagnano reverenti nelle acque gelide; il luogo beneficia di una luce particolare a cui sicuramente contribuisce molto il forte sentimento devozionale di tutti i pellegrini. Chi se la sente potrà proseguire per Tapovan, seguendo la nostra guida locale indiana. Per arrivarci si attraversa il ghiacciaio, che qui è coperto di sassi morenici; non vi è un vero sentiero, ma una traccia che ogni anno viene segnata coi segnavia di sassi e che ora di fine settembre, col passaggio delle persone, diventa quasi un sentiero naturale. L’uscita sull’altro lato per giungere ai prati di Tapovan può essere un poco impegnativa perché è ripida; la distanza non è molta (circa 5 km in tutto), ma è difficile dare un tempo preciso di percorrenza per via della quota e del percorso che richiede diversi saliscendi. ‘Tapovan’ significa ‘luogo di ritiro’, un nome nobile che viene concesso ai siti dove hanno praticato i grandi yogi della tradizione, e di per sé già denota la qualità del luogo, un’oasi di prati verdi tra il grande fiume di ghiaccio e le colossali montagne che lo cingono, sopra cui svetta l’ardita cuspide dello Shivling (6543 mt), un monte di proporzioni e bellezza sovrannaturali, che evoca il lingam di Shiva. Completate le esplorazioni si rientra a Gaumukh ed a Bhojbasa.

9°g. 21/9 Bhojbasa – Gangotri – Uttarkashi
Si ripercorre il sentiero di salita fino a Gangotri, dove si ritrova il nostro mezzo con cui, dopo pranzo, si prosegue per Uttarkashi, dove si alloggia presso l’hotel Shivlinga.

10°g. 22/9 Uttarkashi – Rudraprayang – Guptakashi (1319 mt)
Si valicano i costoni dei monti verso sud arrivando dopo un lungo tratto, oltre Lambgoan, al grande lago artificiale di Tehri, creato dalla colossale diga sul Gange – Baghirati che, con un’altezza di 260 metri, è la più alta dell’India e tra le più alte del mondo. Lo si contorna per un tratto e si prosegue valicando i monti a sud est giungendo nel bacino dell’Alaknanda, e, raggiunte le sue rive, se ne risalgono le acque fino a Rudraprayang a 174 km da Uttarkashi, dove vi è la confluenza col fiume Mandakini che giunge da Kedarnath. Si segue ora questo fiume verso nord arrivando a Guptakashi (altri 46 km, circa 2 ore), dove si alloggia presso il Village Resort. In questa località si trovano i templi shivaiti di Vishwanath e di Ardhanareshvara, una forma congiunta di Shiva e Parvati, la sua consorte, raffigurato con un corpo metà maschile e metà femminile.

11°g. 23/9 Guptakashi – Sonprayag – Gaurikund (1982 mt): salita a Kedarnath (fonti del Mandakini, 3583 mt)
Ci si sposta di circa 30 km verso nord arrivando a Sonprayag, da dove, utilizzando le jeep locali, si raggiunge Gaurikund, punto d’inizio per la salita a Kedarnath. Per la salita è possibile utilizzare i cavalli, eventualmente le portantine, o … è anche possibile prenotare un passaggio in elicottero! La salita, a tratti anche ripida, segue un sentiero privo di pericoli che impegna solitamente per circa 6 ore; sui precipitosi versanti coperti dalle foreste si vedono parecchie cascate. Giunti nella parte alta della valle ci si trova al cospetto del gigantesco Kedar Dome, un colosso coperto dai ghiacci alto 6831 mt; attorno al tempio di Kedarnath vi è un piccolo villaggio, utilizzato solo nei mesi estivi, quando, come a Gangotri, umani e dei scendono in luoghi più miti, traslocando a Ukhimath anche l’effige del tempio. Il luogo è considerato di grande auspicio; dal ghiacciaio del Chorabari, formato dalle nevi perenni che scivolano dalle grandiose vette che cingono la testa di valle, sgorgano le acque sacre del Mandakini, uno dei tre affluenti principali che formano il Gange, e vi viene custodito uno dei 12 preziosi jyotirlingam dell’India, ovvero è uno dei 12 luoghi dove il grande dio Shiva si è manifestato nella forma di una colonna di luce infinita; attorno al tempio si incontrano yogi, swami, sadhu e molti pellegrini, in prevalenza di indirizzo shivaita. Si alloggia presso l’albergo Bikaner House.

12°g. 24/9 Kedarnath – Gaurikund – Guptakashi
Si gode delle celebrazioni del mattino, quindi si torna a valle ripercorrendo in discesa il sentiero fino a Gaurikund, quindi con le jeep locali si arriva a Sonprayag dove si viene raggiunti dal nostro mezzo e si rientra a Guptakashi, dove si utilizza il medesimo hotel.

13°g. 25/9 Guptakashi – Joshimat (1875 mt) – Badrinath (fonti dell’Alaknanda, 3300 mt)
Si procede in direzione est valicando i monti ed arrivando nella valle del fiume Alaknanda a Chamoli (94 km, circa 4 ore); da qui si risale il fiume giungendo prima a Joshimat (50 km, circa 2 ore) e quindi a Badrinath (46 km, un’ora e mezza), dove si alloggia presso l’hotel Sarovar Portico. Il tempio di Badrinath è considerato il più importante tra i 4 siti di questo grande pellegrinaggio himalaiano induista: un motivo importante è anche il legame che il luogo ha con la figura di Shankara, il grande mistico dell’VIII secolo che qui, secondo la tradizione, trovò la statua di Badrinarayan nelle acque del fiume Alaknanda. Giungono qui tantissimi pellegrini, forse anche per la maggior facilità di accesso, e le cerimonie che si tengono sono toccanti, in particolarmente l’aarati serale.

14°g. 26/9 Badrinath – Joshimat (salita ad Auli) – Rudraprayang
Si torna a Joshimat, luogo importantissimo nella tradizione perché è la sede del monastero settentrionale dei quattro fondati da Shankara nei punti cardinali del subcontinente; quindi lo swami che lo presiede è uno dei quattro Shankaracharya dell’India, con l’incarico specifico di preservare l’Atharvaveda. Nel monastero vi sono alcuni templi e la grotta dove praticò il grande santo; un altro sito importante è il tempio dedicato a Narasingha, la quinta incarnazione di Vishnu, fondato secondo la tradizione dallo stesso Shankara. Da Joshimat parte una funivia che sale fino a circa 2500 metri ad Auli, un bel punto panoramico dove, condizioni permettendo, ci si reca. Si parte quindi per Rudraprayang, che dista 115 km, circa 4 ore di viaggio, la località che sorge alla confluenza tra l’Alaknanda e il Mandakini dove si è transitati il 22/9, dove si alloggia presso l’hotel Monal Resort.

15°g. 27/9 Rudraprayang – Rishikesh
Si seguono le acque del possente fiume arrivando a Dev Prayag alla confluenza col Gange – Baghirati; da qui il Gange, ora composto nella sua pienezza dai tre grandi affluenti, procede verso le pianure. Se ne seguono le vallate fino a che sfocia a Rishikesh, che dista 142 km, circa 5 ore di viaggio. Qui si alloggia presso l’hotel Divine Resort (4*). Nelle città sante di Rishikesh e della vicina Haridwar nel corso del tempo hanno preso dimora alcuni delle più importanti figure del misticismo indiano, tra una miriade di siti sacri vivificati dal passaggio di esseri santi del presente e del passato. Rishikesh oggi è considerata la ‘capitale mondiale’ dello yoga, con un gran numero di scuole ed importanti ashram; la si esplora, godendo anche della pace che aleggia qui, ed alla sera si partecipa lungo le rive del fiume alla cerimonia dell’aarati, la quotidiana offerta fatta alla dea Ganga, presso il Parmarth Niketan Ashram di Swami Chidanandaji, Maestro spirituale di questa magnifica istituzione.

16°g. 28/9 Rishikesh – Delhi e volo di rientro
Si prosegue per Haridwar (20 km), dove ci si reca a Har Ki Pauri, il punto di estrema sacralità dove secondo la tradizione cadde una delle quattro gocce di amrita, il nettare dell’immortalità, che ne fa uno dei quattro luoghi della grande saga del Kumbhamela: è qui che i pellegrini vengono a raccogliere l’acqua del Gange per portarla ai rispettivi templi e dimore. Si percorrono le viuzze della parte vecchia e si parte quindi per l’aeroporto di Delhi, che dista circa 250 km, un viaggio di 6 ore ma che può richiedere di più se vi è molto traffico.

17°g. Domenica 29 settembre, arrivo a destinazione
Il volo dell’Alitalia per Roma Fiumicino parte alle 3.05 con arrivo alle 8.05; il collegamento per Milano Malpensa è alle 13.20 con arrivo alle 14.30. Se per motivi di orari di volo diversi od altro fosse utile usufruire a Delhi di un hotel o di ogni altro servizio richiesto, Amitaba potrà organizzate tutto quanto necessario.

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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.