India
Ardhmela a Prayaga
Da Gwalior a Varanasi, per il Kumbhamela di Allahabad

Ardhmela

Varanasi

Ardhmela a Prayag

Sonagiri

Aarati a Varanasi









Sintesi del viaggio
Il Kumbhamela è l’evento mistico più importante dell’India: nelle date di auspicio, determinate dall’astrologia vedica, si creano le più grandi aggregazioni di esseri umani del nostro pianeta. Il prossimo appuntamento avviene nel ciclo lunare di gennaio – febbraio 2019, con l’abluzione più importante, il Mauni Amavasaya, all’alba del 4 febbraio. Il viaggio prevede di essere presenti al Triveni di Prayaga proprio in questo momento e di trascorrere qui quattro giorni per assaporare la grandiosità dell’evento. L’itinerario include quanto di più interessante si incontra nell’India gangetica: si toccano luoghi intensamente spirituali, siti archeologici e storici, anche fuori dagli usuali circuiti turistici. Raggiunta Gwalior da Delhi con un treno veloce, si prosegue con un pulmino privato incontrando Sonagiri, Datya, Orchha, Dubhela, Khajuraho, Kalinjar, Chitrakoot e, dopo l’Ardhmela, si giunge a Varanasi, da dove si rientra a Delhi in volo.
- Delhi
- Gwalior
- Sonagiri
- Datya
- Orchha
- Dhubela
- Khajuraho
- Kalinjar
- Chitrakoot
- Allahabad
- Varanasi
- Delhi
Presentazione del viaggio
Amitaba ha molta esperienza nella partecipazione ai Kumbhamela; a partire dal Mahakumbha del 2001 abbiamo seguito con dei nostri viaggi tutti gli eventi di questa grande saga mistica. Il nostro sito contiene diversi dettagli inerenti il Kumbhamela; suggeriamo di guardare queste pagine: India, il Kumbhamela, Eventi d’Oriente, il Kumbhamela.
Questa prossima ricorrenza di gennaio – febbraio 2019 è un “Ardhmela”, ovvero la celebrazione che avviene a metà del ciclo astrale dei dodici anni. Per via del fatto che l’Ardhmela a Prayaga (Allahabad) supera per dimensioni i Kumbhamela di Ujjain e Nasik e arriva ad eguagliare il numero di persone di quello di Haridwar, le autorità indiane hanno deciso di denominarlo con il nome più noto di “Kumbhamela” – anche se per i mistici indiani è un “Ardhmela”. L’evento inizia il 15/1 al Triveni (la confluenza di Ganga, Yamuna e del mitico Saraswati a Prayaga) con la ricorrenza del Push Purnima, con un crescendo che ha il suo apice con l’abluzione principale del Mauni Amavasaya il 4/2. L’evento si conclude poi con l’ultimo atto di purificazione, il Mass Purnima, il 19/2. È difficile prevedere quante persone giungeranno al Triveni per questa ricorrenza; si tenga presente che l’abluzione principale (il Mauni Amavasaya) dell’Ardhmela nel 1995 vide la presenza di circa 20 milioni di pellegrini e al successivo, nel 2007, erano ancora di più!
NOTA TECNICA
Il clima nelle pianure gangetiche dell’India a fine gennaio e inizio febbraio è secco, ma a volte alla sera e nelle prime ore del mattino può essere freddo, mentre durante il giorno con il sole le temperature sono normalmente equivalenti alle nostre primaverili. È quindi necessario avere con sé anche degli indumenti caldi. Gli hotel sono tutti di qualità e per i trasporti si utilizzano veicoli privati di recente immatricolazione; è previsto un tratto di treno tra Delhi e Gwalior, circa 3 ore e mezza. Ad Allahabad per l’Ardhmela si alloggia in un campo fisso specificamente attrezzato per i visitatori occidentali: recintato e custodito, con tende arredate dove si sta comodamente in piedi dotate di letti con lenzuola e servizi igienici, dove si consumano anche tutti i pasti in condizioni di pulizia. Il campo è opportunamente posizionato per poter raggiungere in tempi ragionevoli (qui si può andare unicamente a piedi) l’area del Sangam (il mitico Triveni), dove sorgono gli immensi campi dei mistici e dei pellegrini giunti per l’Ardhmela. Si tenga comunque presente che la partecipazione all’Ardhmela richiede un elevato grado di adattabilità e capacità di immersione in una realtà ambientale e culturale totalmente diversa dalla nostra dimensione abituale.
PARTECIPARE ALL’ARDHMELA
Genti da tutte le parti dell’India confluiscono per l’Ardhmela nell’antica città di Prayaga (Allahabad), che diventa anche centro di folclore, con rappresentazioni della Mahabarata (il più importante poema epico indiano che racchiude nella Bhagavad Gita l’essenza dell’induismo), recitazioni dei Veda, canti, maghi, fachiri, incantatori di serpenti e anche venditori di ogni tipo di mercanzia. Il cuore del festival è però incarnato dai mistici, Yogi e Sadhu. Confluiscono a migliaia dagli ashram, dagli akara e dalle montagne himalaiane, a volte anche nudi, come i Sadhu Naga che vestono solo di cenere funeraria. Siedono attorno a piccoli fuochi sacri (i Dhuni) conversando e in meditazione, a volte eseguendo spettacolari esercizi di yoga. Guidano le processioni verso le acque sacre seguiti da migliaia di devoti, assorti nelle recitazioni.
Nella cultura religiosa indù un rituale importante e caratteristico è la celebrazione dell’abluzione di massa, il bagno rituale collettivo che il devoto compie allo scopo di raccogliere su di sé le benefiche energie cosmiche che permettono di purificare il karma e facilitare così il raggiungimento degli obiettivi spirituali che costituiscono il fine ultimo dell’esistenza per i fedeli del Sanatana Dharma, la legge eterna, come essi stessi definiscono la loro religione. La confluenza (Sangam) dei fiumi Gange, Yamuna e del mitico Saraswati a Prayaga è il punto dove al momento propizio, determinato da attenti studi astrologici, il sacro nettare dell’immortalità dai regni celesti scende sulla terra e in quel mentre un solo bagno nelle acque è in grado di pulire e purificare da tutti i peccati. Dei tre fiumi, solo due sono visibili all’occhio non iniziato; ai puri è concesso di vedere il Saraswati, il fiume che fu la fonte di vita per la civiltà vedica e ha le sorgenti sul monte Meru.
Nell’Ardhmela i diversi aspetti di festa religiosa, evento culturale, mercato e circo delle meraviglie si mescolano armoniosamente tra canti dei Kirtana, rappresentazione teatrali delle epiche tradizionali, danze e concerti, esibizione di Yogin, satsang di insegnamento tenuti dai più importanti maestri di ogni tradizione, pellegrinaggi ai templi, abluzioni collettive tra offerte di luci e fiori, coloratissime processioni, incessanti celebrazioni dei sacrifici prescritti dai Veda, il tutto con una partecipazione di massa che ha dell’inverosimile ma che, grazie ad una esperta organizzazione, riesce a svolgersi in un’armonia sorprendente.
Programma del viaggio
1°g. Sabato 26 gennaio, volo per Delhi
Per raggiungere Delhi Amitaba utilizza voli Air India, Etihad, Lufthansa, KLM o di altre compagnie scelte dai viaggiatori. La maggior parte dei voli tra l’Italia e Delhi parte nel pomeriggio o alla sera con arrivo nelle prime ore del mattino successivo; Amitaba può prenotare il volo preferito. Il volo suggerito per questo viaggio, che fa da riferimento per i servizi offerti, è quello della Air India, con partenza da Milano Malpensa alle 20.00 e da Roma Fiumicino alle 14.15; per gli orari dei collegamenti da altre città contattare Amitaba.
2°g. 27/1 Arrivo a Delhi
L’arrivo a Delhi per chi giunge da Roma Fiumicino è alle 2.05; da Milano Malpensa è alle 7.45. Si viene accolti in aeroporto da parte del corrispondente indiano di Amitaba e ci si trasferisce presso l’hotel Ashok Country Resort, posizionato nei pressi dell’aeroporto. Nel pomeriggio è previsto un giro in città; si scelgono i siti d’interesse in funzione dei desideri dei partecipanti.
3°g. 28/1 Delhi – Gwalior
Il treno per Gwalior parte alle 8.10 con arrivo alle 11.16. Qui è in attesa dei partecipanti l’autista con il mezzo che verrà utilizzato fino ad Allahabad. Si visitano il tempio Teli Ka Mandir dedicato a Vishnu, che risale al IX secolo, ed il sontuoso palazzo di Jai Vilas, tutt’ora residenza della famiglia reale dei Scindia, che all’interno espone un misto di stili tipicamente eccessivi, ma che proprio per questo creano un ambiente unico nel suo genere. Nel pomeriggio ci si reca al forte costruito sul monte che domina la città, che si raggiunge risalendo una valle contornata da ripide falesie che rivelano splendide statue jainiste, capolavori di scultura rupestre; nell’area del forte, le cui parti principali risalgono al XV secolo, si trovano anche alcuni antichi templi di squisita fattura. Si alloggia presso l’hotel Gwalior Regency.
4°g. 29/1 Gwalior – Sonagiri – Datya – Orchha
Si lascia Gwalior in direzione sud per Sonagiri (71 km, circa 2 ore), un luogo di pellegrinaggio jainista che origina dal IX secolo. Il monte è disseminato di templi, molti di recente costruzione; si segue il sentiero dei pellegrini che compie il giro del sito, potendo ammirare buona parte dei templi principali. Dopo la visita si prosegue per Datya (14 km), un interessante villaggio dove si trova il magnifico Palazzo Govinda, costruito nel 1620 da Bir Singh sul bordo di un laghetto. È un vero gioiello dell’architettura indiana, con corridoi e ponti che intersecandosi tra ricami di pietra su più piani sovrapposti formano un grandioso Mandala tridimensionale. Si prosegue da qui per Orchha, che dista circa 75 km, dove si alloggia presso l’hotel storico Amar Mahal.
5°g. 30/1 Orchha
Orchha è un tranquillo villaggio che nel XVII secolo fu la capitale di un regno Bundela creato dal condottiero rajput Bir Singh Deo sotto la protezione dei Moghul. Del suo periodo d’oro restano palazzi e templi di grande bellezza, tra cui il Palazzo Jahangir, costruito per una visita dell’imperatore in un caratteristico stile dove elementi architettonici induisti si integrano in un’architettura d’impronta moghul. Orchha è un luogo che i conoscitori dell’India annoverano tra i più interessanti per il connubio tra la realtà rurale dell’India, fatta di una vita semplice ma animata da forti momenti di devozione, e un’ambientazione tra i magnifici resti di un passato che rivela una gloria impensabile.
6°g. 31/1 Orchha – Dhubela – Khajuraho
Si parte per Khajuraho, che dista 170 km, un percorso di circa 4 ore e mezza attraverso un ambiente rurale che include anche aree piuttosto selvagge. Dopo circa 100 km si sosta a Dhubela, dove nel vecchio forte si trova un museo con reperti del periodo Chandela e statue dei culti Shakti; nei pressi si possono visitare interessanti rovine e due magnifici mausolei, incredibili opere d’arte indiana, situati in un’area rurale al di fuori de tempo, molto piacevole da esplorare. Si prosegue per Khajuraho, dove si alloggia presso l’hotel Radisson Jass. Qui si visitano i famosi templi di epoca Chandela, costruiti tra il X e il XIII secolo, capolavori del medioevo indiano universalmente celebri anche per le sculture che rappresentano il maithuna, la congiunzione mistica del principio maschile e femminile. E’ molto interessante anche il vicino sito jainista con i templi dedicati al Thirtankara Jaina.
7°g. 1/2 Khajuraho – Kalinjar – Chitrakoot
Partenza per Kalinjar (97 km a nord est), dove si erge un’antica roccaforte fondata dalla dinastia Chandela nel IX secolo, che fu espugnata solo brevemente da Akbar nel XVI. In magnifica posizione sulle propaggini dei monti Vindya, al centro di una foresta che si estende a perdita d’occhio, l’estesa superficie della rocca racchiude tesori di arte induista e moghul la cui solitaria e straordinaria bellezza regala ai rari visitatori, come a Dhubela, un forte contatto con l’India che prima di giungere in questi magici luoghi si poteva presumere esistere solo nel nostro immaginario. In particolare le gigantesche sculture rupestri di Shiva Bhairav, in corrispondenza di uno degli accessi alla rocca e nel tempio di Nilakanth, sono di grande bellezza. Da qui si prosegue sempre verso nord est per circa 60 km arrivando nella piccola città santa di Chitrakoot, un tragitto di circa due ore. Adagiata lungo il fiume Mandakini, è un importante centro per la spiritualità indiana; è conosciuta come la “piccola Varanasi” per i molti templi e ghat: secondo l’epica è il luogo dove Rama e Sita trascorsero 14 anni di esilio nella foresta. È sede di ashram e meta di pellegrinaggio dei devoti che si bagnano lungo il Ramghat, centro dell’attività religiosa. Chi è interessato potrà percorre a piedi il circuito intorno alla collina di Kamadgiri (5 km), sulla cui cima era collocata la dimora di Rama e Sita, dove i luoghi sacri sono immersi in un bell’ambiente naturale, con le sorgenti di Hanuman, la vasca di Janki Kund e così via. Ci si accomoda nel semplice MPTDC Chitrakoot Mandakini Resort, il meglio che qui si possa trovare, situato nei pressi del fiume Mandakini; è gestito dall’ente del turismo dello stato, quindi a volte con poca cura, ma le stanze sono comode e dotate di aria condizionata. In serata ci si reca al Ramgath, cuore spirituale della cittadina, per assistere all’aarati; lo si può osservare anche prendendo una delle barche, che qui vengono addobbate in modo divertente.
8°g. 2/2 Chitrakoot – Allahabad
Si parte per Allahabad, che dista 130 km; il tragitto richiede normalmente circa 4 ore, ma per via dell’Ardhmela che fa confluire qui una grande moltitudine di persone è molto probabile che serva parecchio di più! Il nome sanscrito di questa città è Prayaga; il luogo è stato di grande importanza anche nella storia dell’India moderna, in quanto centro amministrativo del protettorato britannico e città d’origine della famiglia Nehru: ad Anand Bhawan nacque Jawal Lal Nehru. Ma la celebrità immortale di Prayaga è dovuta al Triveni, il punto di confluenza dei fiumi Gange, Yamuna e del mitico Saraswati: è considerato il luogo più sacro dell’India del Nord, perché secondo le scritture fu qui che cadde la goccia più preziosa del nettare dell’immortalità, ed è per questo che il raduno mistico del Kumbhamela vi viene celebrato sin dalla notte dei tempi. Arrivati nell’area del Triveni ci si accomoda nell’Aagman Camp, opportunamente posizionato per poter raggiungere in tempi ragionevoli (qui si può andare unicamente a piedi) l’area del Sangam, dove sorgono gli immensi campi dei mistici e dei pellegrini giunti per l’Ardhmela. Se si arriva in tempo, si iniziano già oggi le esplorazioni a piedi della vasta piana dove confluiscono i fiumi.
9°g. – 11°g. (3/2 – 5/2) ARDHMELA A PRAYAG
Giornate dedicate all’Ardhmela; l’abluzione principale (il Mauni Amavasaya) avviene dalle prime luci dell’alba del 4 febbraio.
12°g. 6/2 Allahabad – Varanasi Varanasi dista circa 120 km, un tragitto che normalmente richiede tre ore; ma con il grande evento dell’Ardhmela in corso potrebbe essere richiesto parecchio tempo in più. Giunti a destinazione ci si accomoda presso l’hotel Taj Gateway, il migliore della città. Si iniziano subito le esplorazioni raggiungendo con una passeggiata nella città vecchia gli antichissimi Ghat, le grandi gradinate che portano al sacro Gange, e al calar del sole ci si potrà sedere sulle rive del fiume al ghat principale, il Dasashvamedh, per osservare l’aarati, uno splendido rito officiato dai bramini vestiti con abiti da gran cerimonia tra i suoni di campanelle e salmodie vediche, con i bracieri fiammeggianti ruotati ad arte dagli officianti, mentre sul fiume scivolano i lumi appoggiati su foglie, un’offerta alla dea Ganga.
13°g. 7/2 Varanasi
Ci si alza presto per andare ad ammirare l’alba sul Gange con la barca; si torna quindi in hotel per la colazione. Dopo un poco di relax si torna nella parte centrale; ci si tuffa nell’incredibile realtà della città vecchia, dove i vicoli sono così stretti che non circolano neppure i rikshò a pedali… ma dove riescono comunque a transitare vacche e bufali, con nonchalance, tra la moltitudine di gente ed i banchetti che vendono di tutto. Colpiscono molto i luoghi di cremazione, in particolare il più antico, dove tra tempietti, devoti, cani randagi, bovini ed altissime cataste di legna polverosa ci sono sempre un gran numero di pire accese e spesso spuntano dai vicoli piccole processioni che portano fin qui i defunti: si dice che in questo luogo, tra i punti più sacri di tutta l’India, le pire siano al lavoro da oltre 10.000 anni! In serata si potrà tornare al Dasashvamedh ghat per l’aarati.
14°g. 8/2 Varanasi – Delhi
Dopo colazione ci si reca a Sarnath nei pressi di Varanasi (10 km), luogo legato alla memoria della prima predicazione del Buddha e centro di irradiazione della cultura buddista nel mondo. Il museo archeologico, il primo ad essere stato istituito in India, possiede inestimabili tesori d’arte dell’epoca Maurya (II secolo a.C.) e il Dhamekha Stupa nel Parco delle Gazzelle è di straordinaria suggestione; tutt’attorno vi sono monasteri buddisti di ogni tradizione. Qui ha la sede l’organizzazione umanitaria Progetto Alice, diretta da Valentino Giacomin, che potrà essere visitata. Svolge la propria missione mettendo a disposizione delle ragazze e dei ragazzi dei villaggi una scuola non confessionale con un completo programma di istruzione ispirato ai principi di consapevolezza propri dell’insegnamento buddista, formando anche insegnanti per la diffusione della scolarizzazione nell’India rurale. Nel primo pomeriggio ci si reca all’aeroporto di Varanasi, dove il volo Air India per Delhi parte alle 16.50 con arrivo alle 18.25. All’arrivo è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba; si ha a disposizione un veicolo con autista per recarsi in città per la cena e si torna quindi in tarda serata all’aeroporto per il volo di rientro.
15°g. Sabato 9 febbraio, volo di rientro e arrivo a destinazione
Il volo della Air India per Roma Fiumicino parte alle 3.55 con arrivo alle 8.15; chi si reca a Milano Malpensa parte da qui alle 10.00 con arrivo alle 11.15. Per gli orari dei collegamenti con altre città contattare Amitaba.
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