India
India 2003: Kumbhamela a Nasik e grotte del Maharasthra
Un viaggio nel cuore pulsante della spiritualità induista









Sintesi del viaggio
Il viaggio porta a Nasik nel Maharashtra in occasione dell’abluzione principale del Kumbhamela, che ricorre qui seguendo il ciclo di dodici anni. Si seguono le diverse parti dell’evento e si visitano i siti più interessanti della zona. Al termine è prevista un’estensione che porta ai siti rupestri ed ai luoghi storici e culturali della regione.
Presentazione del viaggio
Il Kumbhamela è diventato il più celebre evento religioso d’oriente dopo il colossale raduno svoltosi nel 2001 al Triveni ad Allahabad, a cui parteciparono circa 50 milioni di persone. Il Kumbhamela si svolge seguendo un ciclo di 12 anni in quattro diverse località dell’India; il prossimo raduno avverrà a fine agosto 2003 a Nasik, una bella e antica città del Maharasthra a circa 150 chilometri da Bombay.
Il 27 agosto a Nasik per la grande abluzione del Maha Parva che si svolge al Ramkund, la gigantesca vasca al centro della città attraversata dalle acque del Godavari, dove vissero e si bagnarono Rama e la sua sposa Sita, saranno presenti migliaia di Sadhu, gli asceti erranti dell’India, e milioni di pellegrini.
Nel Kumbhamela i diversi aspetti di festa religiosa, evento politico e culturale, mercato e circo delle meraviglie si mescolano armoniosamente tra canti rituali, rappresentazioni teatrali delle epiche tradizionali, danze e concerti, esibizioni di Yogin, sedute di insegnamento tenute dai più importanti maestri di ogni tradizione, pellegrinaggi ai templi, abluzioni collettive tra offerte di luci e fiori, coloratissime processioni, incessanti celebrazioni dei sacrifici prescritti dai Veda: il tutto con una partecipazione di massa che ha dell’inverosimile ma che riesce a svolgersi in un’armonia sorprendente.
Partecipare a questo evento è un’esperienza emozionante, che poche volte in una vita si può avere la fortuna di sperimentare!
Il programma prevede la visita di Nasik e dei suoi luoghi sacri che saranno per l’occasione affollati di pellegrini e circondati dagli accampamenti dei diversi Ashram ed Akhara. Tra i molti luoghi il principale è il Ramkund, una gigantesca vasca al centro della città attraversata dalle acque del Godavari. A circa trenta chilometri da Nasik si trova il tempio di Trimbakeshwar che contiene uno dei dodici preziosi Jyotirlingam del subcontinente indiano, i simulacri della manifestazione di Shiva, come si narra nei Purana. Accanto al tempio c’è la sorgente del Godavari: secondo il mito un ramo del Ganga sboccò in quel punto per permettere al saggio Gautama, che avendo accidentalmente ucciso una vacca chiese a Shiva di poter emendare il proprio karma, di bagnarsi nelle sacre acque purificatrici. E’ al Ramkund ed alla sorgente di Trimbakeshwar che avranno luogo il raduno e le abluzioni collettive del Kumbhamela. Nei dintorni di Nasik si visitano le grotte di Pandu Lena, un gruppo di templi rupestri buddisti scavati ed intagliati nella roccia tra il I e il II secolo.
Il viaggio prosegue con l’escursione alle magnifiche grotte di Ellora ed Ajanta, capolavori assoluti scolpiti nella roccia tra il VI ed il IX secolo. Ci si reca a Aurangabad, la capitale di Aurangazeb, il grande imperatore Moghul del XVIII secolo, dove si trovano il Bibi-ka-Maqbar, il “piccolo Taj Mahal” costruito per Rabia-Ud-Durrani la sua prima moglie, e la piscina sacra di Pancakki dove, accanto alla tomba del santo sufi Baba Shah Muzaffar, ancora oggi è in funzione un mulino del XVII secolo. Nei dintorni di Aurangabad si visita Khuldabad, dove sono situate le tombe di Aurangazeb e dei suoi maestri spirituali, e Daulatabad, la cittadella costruita nel IX secolo dalla dinastia Yadava dove il sultano Moghul Muhammad-bin-Tuglaq trasferì con la forza la capitale da Delhi nel XIII secolo.
Sulla via del ritorno a Bombay ci si ferma a Paithan, antica città con dei pittoreschi ghat sulle rive di un lago, sede di manifatture di sari dalla particolare lavorazione, e a Shirdi, dove tra numerosissimi pellegrini assisteremo all’Aarati, la preghiera mattutina in onore di Shri Sai Baba, un illuminato profondamente venerato in tutta l’India che morendo qui nel 1918 raggiunse il Mahasamadhi, la suprema liberazione.
Il viaggio si conclude a Bombay con due escursioni: una per la visita della città, ricca di strutture architettoniche vittoriane, con la piscina sacra di Banganga e i quartieri dei lavatori e delle stirerie, e il tempio di Mahalakshmi; l’altra escursione è dedicata ai magnifici templi rupestri del V secolo sull’isola di Elephanta, che si raggiungono con una breve corsa in battello dal Gateway of India. Restano due pomeriggi liberi per visitare i bazar ed i negozi della metropoli.
Programma del viaggio
1°g. Venerdì 22 agosto, partenza per Mumbai (Bombay)
2°g. 23/8 Bombay – Nasik
Si arriva a Bombay di prima mattina; si parte direttamente in pullman dall’aeroporto per Nasik percorrendo circa 160 Km. Sistemazione in albergo e prima visita della città.
3°g. 24/8 Nasik
Si visitano il Ramkund ed i templi che lo circondano, tra cui quello di Kala Rama. Si raggiunge Trimbakeshwar dove si visita il tempio con lo Jyotirlingam e la sorgente del Godavari.
4°g. 25/8 Nasik
Giornata dedicata alla visita degli accampamenti dei diversi Ashram ed Akhara, tra il Ramkund e Trimbakeshwar.
5°g. 26/8 Nasik
Visita alle Grotte di Pandu Lena. Nel pomeriggio si prosegue l’esplorazione degli accampamenti.
6°g. 27/8 Nasik (Maha Parva)
Oggi è il giorno della grande abluzione.
7°g. 28/8 Nasik – Bombay
Raggiunta Bombay ci si sistema in hotel. Pomeriggio libero.
8°g. 29/8 Bombay
Visita dei luoghi principali della città, la piscina sacra di Banganga e il tempio di Mahalakshmi. Pomeriggio libero per visitare negozi e bazaar.
9°g. 30/8 Bombay e volo di rientro
In mattinata visita ai templi di Elephanta. Pomeriggio libero per visitare negozi e bazar. La stanza dell’hotel è a disposizione fino alla partenza.
10°g. Domenica 31 agosto, arrivo a destinazione
PER CHI PROSEGUE
7°g. 28/8 Nasik – Ellora
Partenza in mattinata per Ellora, sistemazione in hotel; prima visita alle grotte e al tempio Kailash.
8°g. 29/8 Ellora
Escursione a Grishneshwar, a pochi chilometri da Ellora, e visita allo Jyotirlingam, al tempio di Laksh Vinayak ed alla collina di Mahismal; proseguono anche le visite delle numerose grotte.
9°g. 30/8 Ellora
Escursione ad Ajanta e visita alle grotte.
10°g. 31/8 Ellora
Escursione e visita di Khuldabad, Daulatabad, di Aurangabad, dove è situato il Bibi-ka-Maqbar, e del Pancakki.
11°g. 1/9 Ellora – Paithan – Shirdi
Partenza al mattino per Paithan, visita dei gath e del parco, arrivo in serata a Shirdi.
12°g. 2/9 Shirdi – Bombay
Si assiste dall’alba alla celebrazione dell’Aarati per Shri Sai Baba, poi si parte per Bombay, dove si arriva in serata. Sistemazione in hotel.
13°g. 3/9 Bombay
Visita dei luoghi principali della città, la piscina sacra di Banganga e il tempio di Mahalakshmi. Pomeriggio libero per visitare negozi e bazaar.
14°g. 4/9 Bombay e volo di rientro
In mattinata visita ai templi di Elephanta. Pomeriggio libero per visitare negozi e bazar. La stanza dell’hotel è a disposizione fino alla partenza.
15°g. Venerdì 5 settembre, arrivo a destinazione.
APPUNTI SUL KUMBHA MELA
Nella cultura religiosa indù un rituale importante e molto particolare è la celebrazione dell’abluzione di massa: il bagno rituale collettivo che il devoto compie allo scopo di raccogliere su di sé le benefiche energie cosmiche che gli permettono di purificare il karma facilitando così il raggiungimento degli obiettivi spirituali che costituiscono il fine ultimo dell’esistenza per i fedeli del Sanatana Dharma, la legge eterna, come essi stessi definiscono la loro religione.
Tra questi tipi di raduno il più noto è il Kumbha Mela, la festa della brocca, che si svolge da secoli in prossimità di sorgenti o confluenze di fiumi associati ad eventi mitici narrati nella letteratura sacra. Il più recente Kumbha Mela tenutosi nel 2001 ad Allahbad, l’antica Prayag, ha visto radunarsi nell’arco di un mese più di 50 milioni di pellegrini provenienti da tutta l’India presso il Triveni, la confluenza dei sacri fiumi Ganga e Yamuna con la mistica Saraswati, il mitico fiume “fossile” del quale la più recente ricerca archeologica e topografica ha rinvenuto testimonianze, e che pare abbia rivestito un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’evoluzione delle cività dell’India tra il VII e il II millennio a.C.
Già nelle cronache di Huan-Tsang, il pellegrino buddista cinese che visitò l’India nel settimo secolo, viene ricordato un gigantesco raduno indetto nel 644 dal re Harshavardhan cui partecipò circa mezzo milione di pellegrini appartenenti a tutte le caste e convenuti da ogni parte del regno proprio al Triveni. In occasione di questo raduno della durata di un mese (e che secondo Huang-Tsang si celebrava già allora “da tempo immemorabile”) il sovrano guidò le celebrazioni di un complesso rituale alla presenza di ministri, tributari, sacerdoti e capi di sette e scuole religiose, filosofi, dotti, asceti e laici di ogni ceto. Il raduno periodico aveva lo scopo di creare nell’impero, attraverso la condivisione fisica dello spazio sacro, la partecipazione mistica al rituale di purificazione collettiva ed il confronto sulle problematiche religiose e sociali della comunità, uno spirito generale di cooperazione e tolleranza sotto gli auspici della invisibile eppur presente Saraswati, dea dell’armonia.
Dal punto di vista simbolico, il Kumbha Mela è associato sul piano macrocosmico alla mitica lotta tra Deva ed Asura (o dei e semidei) narrata nella letteratura epica e puranica. Secondo la mitologia Deva ed Asura sono due classi di esseri primordiali generati dal progenitore comune Prajapati all’origine della manifestazione dell’attuale universo, ed in eterna lotta tra loro.
Come viene narrato nel Mahabaharata e nei Purana, al fine di portare a maturità il processo di evoluzione del cosmo Deva ed Asura decisero di allearsi per estrarre i tesori che giacevano nascosti nelle profondità dell’ oceano cosmico, simbolo della potenzialità infinita, tra i quali l’Amrita, l’ambrosia che li avrebbe liberati dalla malattia e dalla morte. Secondo l’accordo, Deva ed Asura si sarebbero dovuti spartire il nettare dell’ immortalità alla fine del processo di estrazione, realizzato frullando l’oceano per mezzo del monte Mandara, la montagna mitica che costituisce l’asse centrale intorno al quale il cosmo si dispiega radialmente, fatto ruotare vorticosamente utilizzando come corda Vasuki, il re dei serpenti Naga, e come perno il dorso della tartaruga cosmica Kurmaraja.
Diverse entità archetipe emersero da questo processo di separazione del bene dal male, prima fra tutte il fatale veleno Kalakuta capace di distruggere l’intera creazione che solo il supremo Signore Shiva potè neutralizzare inghiottendolo. Emersero poi le entità benefiche, tra cui Uccaishrava il cavallo alato, Airavata l’elefante bianco cavalcatura di Indra, le Apsaras ninfe celesti guidate da Laxmi dea della bellezza e della fortuna che divenne sposa di Vishnu, Vishvakarman l’architetto celeste, Chandra dio della luna, e finalmente recando la Kumbha, la brocca piena di Amrita, Dhanvantari il guaritore divino anch’egli incarnazione di Vishnu.
Deva ed Asura, nonostante il patto stipulato, cominciarono subito a combattere per l’esclusiva proprietà del nettare dell’immortalità. I Deva persero la battaglia, ma riuscirono a recuperarlo per mezzo di Mohini, la seducente incantatrice nella quale Vishnu si incarnò per riscattare le loro sorti: irretiti dalle sue ingannevoli grazie gli Asura persero il controllo della Kumbha. Seguì un’altra battaglia nella quale Jayant, il figlio del re dei Deva Indra, o secondo altre versioni Garuda, re degli uccelli e veicolo di Vishnu, ebbe l’incarico di fuggire con la Kumbha. Inseguito per dodici giorni dagli Asura riuscì a portare in salvo la brocca nel cielo dei Deva, ma durante il volo quattro gocce di nettare caddero sulla terra, marcando i quattro luoghi del Kumbha Mela: Hardwar sul Ganga, Prayag al Triveni, Ujjain sulla Shipra e Nasik sul Godavari.
Poiché un giorno dei Deva corrisponde ad un anno degli uomini, nell’arco di dodici anni, uno per ogni giorno della battaglia celeste, il grande raduno viene celebrato al ripresentarsi di specifiche configurazioni astrologiche che interessano pianeti e costellazioni corrispondenti alle divinità che hanno svolto un ruolo nella mitica lotta (Sole, Luna, Giove e Saturno, Toro, Leone e Scorpione). In quattro di queste congiunzioni si radunano di volta in volta nei quattro luoghi sacri corrispondenti ai raduni del Kumbha Mela, 350 milioni di Deva ed 88 mila Rishi, i saggi primordiali, oltre alle moltitudini di pellegrini – i più umili tra i quali percorrono a piedi lunghissime distanze a costo di grandi sacrifici, pur di beneficiare di questo momento di congiunzione tra le molteplici dimensioni del cosmo.
Queste congiunture astrali ripropongono periodicamente sul piano sottile il processo cosmico di sublimazione alchemica narrato dal mito, i cui elementi sono posti in corrispondenza con elementi della fisiologia del corpo sottile così come descritta dallo Yoga Kundalini. Le nadi e i chakra corrispondono ai corpi celesti ed ai luoghi che identificano le coordinate spazio-temporali del raduno, così partecipando con devozione si può beneficiare della eccezionale e transitoria risonanza armonica purificatrice tra microcosmo e macrocosmo simboleggiata dalle gocce di Amrita cadute sulla terra e dalla vina, lo strumento musicale che accompagna Saraswati nell’iconografia tradizionale.
L’VIII secolo vide la riorganizzazione delle strutture religiose indù da parte di Shankaracharya, fondatore dell’Advaita Vedanta, che istituì i dieci ordini monastici costituenti l’ordinamento del Dasanama, e la costituzione degli Akhara, comunità di Sadhu, monaci cultori degli aspetti esoterici della religione ed addestrati alla difesa armata della fede indù. Paragonabili ai Templari della tradizione cattolica, hanno sviluppato un processo di militarizzazione come reazione alla diffusione dell’Islam che durò fino al XIV secolo. Ciascun Akhara oggi può raccogliere diverse migliaia di Sadhu dei differenti ordini, ed essere responsabile di numerosi ashram, scuole ed altre istituzioni religiose e di educazione.
Dal punto di vista sociale e politico il Kumbha Mela assunse a partire dall’ epoca di Shankaracharya la funzione di concilio della religione indù riformata, in cui vengono riviste e rinnovate le leadership degli Akhara, iniziati nuovi monaci, ed i Sadhu più carismatici dei diversi ordini periodicamente rinnovano i contatti con la massa dei fedeli. Viene posta poi a revisione periodica la Smirti, l’insieme di codici tramandati oralmente che governano la legge ed il costume della società indù e che, a differenza dei Veda, l’immutabile tradizione rivelata, richiede di essere adattata all’evoluzione dei tempi.
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Kumbhamela a Nasik
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