La repubblica di Tuva, remota regione della Federazione Russa, è un crogiuolo dove si fondono i tratti della Siberia e dell’Asia Centrale: s’incontrano il buddismo e lo sciamanesimo, la cultura turca e quella mongola, la taiga, la foresta boreale e l’immensa Siberia. Amitaba ha studiato questo nuovo viaggio nel cuore dell’Asia seguendo la propensione che ci ispira ad offrire agli amici viaggiatori la possibilità di esplorare luoghi lontani e legati solidamente alle esperienze culturali.
Tuva si trova a nord dei monti Altai, nella punta più meridionale della Siberia, dove dalla neve e dal ghiaccio si passa lentamente alla steppa mongola; qui i fiumi Kha-Khem e Bi-Khem (Grande e Piccolo Enisej) confluiscono nell’Enisej: questo “padre di tutti i fiumi”, come è chiamato dai russi, è più grande del Gange o del Congo, ed appare spesso nella loro letteratura.
Il viaggio tocca i diversi aspetti di questo luogo unico, posto proprio al centro del continente asiatico. Si visita la capitale Kyzyl, con il museo di storia e le vestigia socialiste che si mischiano alla rinascita del buddismo, e si giunge sino alle propaggini più meridionali di Tuva, ai confini con la Mongolia. Si gode delle bellezze naturali come la taiga e i tantissimi laghi che costellano il territorio, tra cui il Tore Xol, circondato da dune sabbiose, e il Dos Xol, particolarmente salato e colorato. Si avrà un contatto approfondito con i pastori nomadi e le loro tradizioni, una popolazione che come i mongoli vive nelle yurte, ed anche un incontro ravvicinato con la spiritualità sciamanica che qui permea il rapporto tra l’uomo e la natura. Arricchisce l’esperienza un laboratorio per avvicinarsi al famoso canto polifonico, condotto da un esperto cantante tuvino.
Molti associano la Repubblica di Tuva al canto polifonico, allo scrittore Galsan Tschinag e allo sciamanesimo che dalla fine dell’Unione Sovietica sta vivendo una rinascita.
Tuva si trova a nord dei monti Altai, nella punta più meridionale della Siberia, dove dalla neve e dal ghiaccio si passa lentamente alla steppa mongola; qui i fiumi Kha-Khem e Bi-Khem (Grande e Piccolo Enisej) confluiscono nell’Enisej: questo “padre di tutti i fiumi”, come è chiamato dai russi, è più grande del Gange o del Congo, ed appare spesso nella loro letteratura. Un tratto importante del territorio, così lontano dai mari, sono i laghi che lo costellano e ne impreziosiscono gli orizzonti, con molte zone dove le acque hanno anche qualità terapeutiche note da secoli; se si parla coi tuvini ci racconterebbero i miti e le leggende che popolano ognuno di questi specchi d’acqua, indicando il nome dello spirito della natura che lo abita.
Tuva si è formata nella storia con l’incontro di diverse culture: unni, mongoli, cinesi, russi e ovviamente i tuvini ne hanno forgiato arte, paesaggi, cultura e religione. I tuvini, che sono una delle maggiori minoranze etniche della Siberia, rappresentano il 77% della popolazione della Repubblica, che conta circa 300.000 abitanti, e dove vivono anche Russi, Komi e Chakassi, un popolo di lingua turcofona sudsiberiano. I tuvini parlano una propria lingua appartenente alla famiglia turca e usano l’alfabeto cirillico; la religione è il buddismo tibetano. Buona parte della popolazione vive dell’allevamento di renne, di pesca e caccia e della raccolta di frutti selvatici, seguendo la propria tradizione. Una parte dei tuvini è tuttora nomade o semi-nomade.
Tuva oggi è una repubblica autonoma della Federazione Russa e la capitale Kyzyl, che conta 90.000 abitanti, è il centro geografico dell’Asia. Dopo la caduta del sistema socialista e l’introduzione del capitalismo la situazione economica e sociale dei tuvini è drasticamente peggiorata. Oggi cercano di mantenere intatte le mandrie grazie alla creazione di cooperative e alla vendita dei prodotti delle renne, ma ciò nonostante la disoccupazione tra i giovani tocca alte percentuali e molti migrano verso le città abbandonando lo stile di vita tradizionale. Nonostante tutte le difficoltà i tuvini hanno avuto successo nella difesa della propria cultura. Negli scorsi anni l’attenzione si è concentrata soprattutto sulla letteratura ma è sorprendente anche come i tuvini siano riusciti a far rivivere le tradizioni sciamaniche e buddiste, che sono rifiorite nonostante i tentativi di estirpazione condotti durante il socialismo.
La storia di Tuva, già menzionata dallo storico greco Erodoto, può essere seguita a ritroso fino all’età della pietra: già nel neolitico (5.000 a.C.) la presenza umana è testimoniata da espressive pitture rupestri. Poi fu territorio dei leggendari Sciti; 2.500 anni fa il loro regno si estese dalla Mongolia alla costa del Mar Nero. In questa terra dell’estremo sud siberiano tra il 2000 e il 2003 scienziati dell’Istituto Archeologico Tedesco di Berlino e dell’Ermitage statale di San Pietroburgo hanno effettuato scavi in un’area che ora è stata battezzata “valle dei re”, portando alla luce migliaia di reliquie in oro e altri oggetti funerari che gli Sciti seppellivano insieme ai loro re. Nel 1207 Tuva fu conquistata da Gengis Khan e qui regnarono gli uiguri, i kirghizi e i mongoli. Nel 18° secolo la regione era parte dell’impero cinese fino all’inglobamento nel vasto impero russo.
1°g. Sabato 5 settembre, partenza per Mosca e prosecuzione per Abakan
2°g. 6/9 Arrivo ad Abakan e trasferimento a Kyzyl
Arrivo ad Abakan, nella Repubblica Russa di Abkhazia, al mattino. Si lascia Abakan dopo il pranzo con un pulmino privato; percorrendo una strada molto panoramica si attraversano in direzione sud est i monti Sayan arrivando a Kyzyl, capitale della Repubblica Russa di Tuva, che dista circa 400 km. Sistemazione in hotel.
3°g. 7/9 Kyzyl
Visita delle capitale di Tuva. Ci si reca al Museo Nazionale, i cui reperti più interessanti sono gli implementi d’oro rinvenuti nell’antico sito funerario degli Sciti di Arzhaan, che risalgono al VII secolo. Dopo pranzo si ammirano passeggiando i siti principali: il monumento dell’Asia Centrale, il tempio buddista di Tsechenling e un centro sciamanico, dove sarà possibile incontrare uno sciamano per un primo contatto con questo mondo di credenze d’antica quanto misteriosa origine.
4°g. 8/9 Kyzyl – Dus-Khol
Ci si reca al lago salato di Dus-Khol, che dista 45 km. La peculiarità di questo specchio d’acqua, che non è particolarmente profondo o vasto, è l’incredibilmente alta concentrazione di sale e la presenza di particolari microorganismi rossi che mantengono l’acqua pulita. L’acqua e i fanghi sono apprezzati per le qualità terapeutiche. Si alloggia nelle tipiche casette di legno del Resort Dus-Xol.
5°g. 9/9 Dus-Khol – Chagytay
Ci si sposta al lago di Chagytay, che dista 50 km. E’ il lago più grande e profondo di Tuva, posto a 1003 metri di altezza; si trovano diverse specie di pesci, tra cui le carpe. Si alloggia presso un campo turistico; in serata vi sarà un falò e una rappresentazione di canto polifonico.
6°g. 10/9 Chagytay, canyon di Durgen
Si effettua un’escursione al canyon di Durgen, che dista 18 km. Il canyon e la cascata vengono considerati tra i siti più belli della regione, un luogo pittoresco circondato dalla foresta e dalla taiga. Si trascorre il pomeriggio sulle rive del lago.
7°g. 11/9 Chagytay – Aldyn-Bulak
Ci si trasferisce ad Aldyn-Bulak. Qui ci si accomoda nelle yurte, che ospitano 5 persone ognuna; è possibile utilizzarle in due o singole pagando un extra localmente (circa € 60 in due e circa € 100 singole). In serata è previsto un rito sciamanico col fuoco.
8°g. 12/9 Aldyn-Bulak – Bai-Taiga
Ci si sposta in direzione ovest nella regione di Bai-Taiga; prima di giungere a destinazione si pranza nel villaggio di Kyzyl-Mazhalyk. Si prosegue per circa 30 km arrivando al villaggio di Kyzyl-Dag, conosciuto per le lavorazioni tradizionali artigiane di Tuva in pietra e metallo; verranno illustrate le antiche arti produttive, si potranno vedere le botteghe e chi è interessato potrà acquistare degli artefatti. Si raggiungono quindi le fonti termali di Shiviling, dove si alloggia nelle tipiche case di legno; il percorso di oggi richiede circa 6 ore, inclusa la sosta per il pranzo.
9°g. 13/9 Bai-Taiga (Shivilig)
Si trascorre qui la giornata, godendo dell’ambiente naturale e delle fonti termali, esplorando la zona a piedi.
10°g. 14/9 Shivilig – Sai-Xonash
Si parte per Kyzyl-Mazhalyk; si visita il sito preistorico di Bizhiktig-Xaya dove si trovano interessanti pitture rupestri e si vede la statua di pietra di Kizhi-Kozhee, che risale al periodo turco. Si sosta per il pranzo a Kyzyl-Mazhalyk e prosegue per Sai-Xonash, dove si alloggia nelle yurte; il percorso richiede circa 6 ore, inclusa la sosta per il pranzo. I nomadi di questa remota regione allevano pecore, capre, vacche, cavalli e yak conducendo uno stile di vita immutato, rimasto intatto per secoli. Si verrà accolti con la tradizionale offerta di una tazza del tipico tè al latte di Tuva.
11°g. 15/9 Sai-Xonash
Si inizia la giornata con l’incontro con un cantante di Xoomey, il canto polifonico, che illustrerà le diverse tecniche e possibilità sonore che si possono ottenere con questa peculiare tecnica. Si dedica il resto della mattina a scoprire come si svolge la vita di questi nomadi e ad esplorare la zona. Nel pomeriggio, dopo una spiegazione e delle prove, si parte per un’escursione a cavallo nella foresta. Nel corso del soggiorno chi è interessato potrà anche seguire delle lezioni private di canto polifonico, pagando una piccola cifra.
12°g. 16/9 Sai-Xonash
Si collabora con i nomadi per produrre il byshtak, il tipico formaggio fresco di Tuva; ci si potrà poi cimentare, con l’aiuto del cantante locale, in una sessione di canto polifonico. Nel pomeriggio è prevista un’escursione a piedi. In serata si vedrà come viene prodotto l’araka, la tipica bevanda alcolica di Tuva preparata col latte fermentato.
13°g. 17/9 Sai-Xonash – Abakan
Abakan dista circa 400 km in direzione nord, un percorso che offre belle panoramiche e dura circa 8 ore; si alloggia in hotel.
14°g. Venerdì 18 settembre, volo di rientro via Mosca
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