Etiopia
Etnie del Sud
Dal grande Rift alla Valle dell’Omo

Lago Chamo, coccodrillo

Arba Minch, lago Abaya

Totem Reali a Konso

Reggia di Konso

Lago Abiyata









Sintesi del viaggio
Dopo la visita di Addis Abeba inizia il tour dei territori meridionali, seguendo un percorso completo e bello: si parte dalla regione dei laghi, formatisi dalla frattura del continente africano (il rift), e si arriva nella valle dell’Omo, fino al confine keniota. S’incontrano molte delle etnie principali, dai Dorze ai Dassanech, dai Konso ai Mursi, il gruppo dei Banna, Hamer e Konso, ed altri ancora; e si vedono due mercati tradizionali di villaggio. Si vive così una bellissima immersione nel variopinto mondo dell’Etiopia meridionale, che non potrà mai cessare di stupire e farci porre la domanda di come sia stato possibile lo sviluppo di tradizioni così diverse, e molto ben preservate, in spazi che sono contigui. Sullo sfondo di questo affascinante mondo culturale, l’ambiente naturale è altrettanto accattivante e sorprendentemente vario.
- Addis Abeba
- Lago di Ziway (Isola di Ghelila)
- Parco di Abiyata e Shala
- Chencha
- Arba Minch
- Lago Chamo
- Konso
- Turmi
- Omorate
- Karo
- Mercato di Demeka
- Jinka
- Addis Abeba
Presentazione del viaggio
L’itinerario inizia con una sosta al sito delle steli di Tiya, parte del Patrimonio Unesco, e con l’esplorazione in barca del lago Ziway, fino all’isola di Ghelila. Proseguendo verso sud si vedono i laghi Shala e Abiyata e, sui monti ai bordi del grande rift, s’incontra l’etnia dei Dorze. Nel lago Chamo, oltre Arba Minch, si ammirano i coccodrilli più grandi del mondo, e, giunti a Konso, centro principale di questa etnia dedita all’agricoltura, si visitano il villaggio di Gamole, ora divenuto Patrimonio Unesco, e la reggia del capo dei clan. Da qui si procede verso sud ovest arrivando a Turmi nelle regioni che fiancheggiano il fiume Omo dove ci si spinge fino al confine col Kenya per incontrare i Dessanech, che si raggiungono navigando un tratto dell’Omo. In questa regione meridionale ci si reca dai Konso, in un bel villaggio che si affaccia su di un’ansa del fiume Omo, e si vede il mercato tribale di Demeka, luogo d’incontro importante dell’etnia Hamar. Queste popolazioni sorprendono per le abitudini, i costumi tradizionali e, non ultimo, la cordialità, che è poco conosciuta come qualità solo dai Mursi. Si risale poi da qui fino a Jinka per poter completare l’esplorazione con la visita dei villaggi Banna, Ari e dell’etnia Mursi, divenuti famosi per via dell’utilizzo del piattello labiale da parte delle donne, e, dopo la visita del mercato di Kako, si rientra in volo ad Addis Abeba.
NOTA TECNICA
Il clima ad aprile è buono, secco e piacevolmente caldo; le temperature medie ad aprile vanno dai 13 di minima notturna ai 28°C. di massima. Come veicoli si utilizzano jeep tipo Toyota Landcruiser, Nissan o simili e si alloggia sempre nei “lodge”, tutti confortevoli, con uno un poco più spartano, ma sempre con stanza dotate di servizi, a Turmi.
Programma del viaggio
1°g. Domenica 19 aprile, partenza per Addis Abeba
Per raggiungere Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, si possono scegliere diverse compagnie aeree; se si vola con la Ethiopian Airlines si ha il vantaggio di un prezzo più basso per i voli interni. Con Ethiopian la partenza da Milano Malpensa è alle 20.25 e da Roma Fiumicino alle 23.05 (è lo stesso aereo che fa scalo).
2°g. 20/4 Addis Abeba
L’arrivo ad Addis Abeba è alle 5.50, dove è in attesa dei partecipanti una guida locale che parla italiano che seguirà i viaggiatori nella giornata di oggi; la quota qui è di 2355 mt. Nella mattina si visita la città, il cui nome significa “Nuovo fiore”; ci si reca al Museo Nazionale interessante sia per i reperti sabei, che testimoniano lo scambio culturale tra l’altopiano etiopico, la costa eritrea e la Penisola Arabica, sia per i suggestivi abiti indossati un tempo dalle alte cariche dell’Impero; ma soprattutto per il piccolo scheletro popolarmente conosciuto come “Lucy” ritrovato negli anni ‘70 nella valle dell’Awash e appartenente ad un ominide, l’Australopithecus Afarensis, vissuto tre milioni e mezzo circa di anni fa. Ci si reca quindi al vicino Museo Etnografico, che ospita una splendida collezione di strumenti musicali, di croci copte e le stanze con gli arredi dove abitò l’imperatore Hailè Selassiè. Si completa con la visita della chiesa di S. Giorgio, un’importante cattedrale ortodossa, progettata da un prigioniero di guerra italiano e intitolata a San Giorgio per celebrare la battaglia di Adua che vide gli etiopi vittorioso. Si pranza nel ristorante tipico “Da Taitu” e si alloggia presso l’hotel Jupiter (4*). Nel tardo pomeriggio giungono in città Delmo Morescalchi, la guida del viaggio, con i partecipanti che hanno seguito il programma precedente a Lalibela, alcuni dei quali proseguono con questo. Si cena con loro in un ristorante tipico che offre uno spettacolo folcloristico.
3°g. 21/4 Addis Abeba – Lago di Ziway (Isola di Ghelila)
Si lascia verso sud la capitale seguendo un percorso che si snoda lungo la grande frattura del continente africano, la cosiddetta “Rift Valley”, un fenomeno geologico unico al mondo: un insieme attivo di fosse tettoniche che si estende per oltre 3500 km partendo dalla valle del Giordano in Siria per finire in Mozambico, un processo che sta progressivamente tagliando in due il continente africano. Si sosta a Tiya per la visita al sito delle 36 stele (XII – XV secolo), dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. La strada prosegue verso sud con lievi saliscendi e costeggia le capanne rotonde degli Oromo e dei Guraghe, spesso dipinte e ricoperte con tetti di paglia. Arrivati a Ziway, uno dei laghi di origine vulcanica che si trovano nella “Rift Valley” etiope, si alloggia e si cena presso l’Hailè Resort situato sulle sue rive; la tappa è di circa 170 km, approssimativamente 3 ore di guida. Nel pomeriggio ci si reca in barca all’isola di Ghelila, dove abitano poche persone e si trova una piccola chiesa che è meta di pellegrinaggi; si passa da un’isoletta dove nidificano gli uccelli e dove spesso si vede l’aquila pescatrice. Nelle acque del lago spesso si individuano gli ippopotami.
4°g. 22/4 Lago di Ziway – Parco di Abiyata e Shala – Chencha – Arba Minch
A sud del lago di Ziway s’incontrano i verdi paesaggi rurali abitati dalle popolazioni Wolayta e Gamo, con le caratteristiche capanne. Si arriva in breve nell’area del Parco Nazionale di Abiyata e Shala che ospita una fauna interessante, dove con una breve deviazione si raggiunge un bellissimo punto panoramico per ammirare entrambi questi laghi. Si pranza lungo la strada e, prima di arrivare ad Arba Mich, con una deviazione si sale al villaggio di Chencha, situato a 2700 metri di altitudine ed abitato dell’etnia Dorze, un popolo di agricoltori ed abili tessitori. Gli uomini lavorano su stretti telai e fabbricano tessuti di cotone grezzo, molto semplici ma originali; la salita offre anche una bella visuale sul vasto territorio, ed all’orizzonte si vedono i laghi Chamo ed Abaya. Le case tradizionali dei Dorze hanno uno stile non riscontrabile altrove: per edificarle viene utilizzato un intreccio di fibra ricavata dall’albero del ‘falso banano’ (l’enset), e sono alte sino a dodici metri, circondate da orticelli e da verdi macchie di enset. Si potrà osservare la particolare lavorazione che viene effettuata della pianta di enset, che qui sembra un vero toccasana alimentare, ed anche assaggiare pietanze preparate con questo particolare ingrediente. Si scende quindi a valle arrivando ad Arba Minch, dove si alloggia e si cena presso il Paradise o lo Swaynes Lodge, la tappa è di circa 340 km, approssimativamente 5 ore di guida.
5°g. 23/4 Arba Minch – Lago Chamo – Konso
In mattinata escursione in barca sul Lago Chamo, il terzo lago più grande d’Etiopia, dove si potranno ammirare gli ippopotami e moltissimi coccodrilli, i cui esemplari adulti sono i più grandi dell’Africa, oltre ad una grande varietà di uccelli. Si prosegue quindi il viaggio a sud arrivando a Konso, il centro principale di questo popolo di grandi coltivatori, insediato in un ambiente di colline che sono state interamente modellate da terrazzamenti e solcate da canalizzazioni di una perfezione tecnica ammirabile. I villaggi sono protetti da muri di pietra a secco, gli stessi che delimitano e sostengono i complicati terrazzamenti agricoli. Si alloggia presso il Kanta Lodge. Ci si reca a Gamole, villaggio tipico, ora Patrimonio dell’Unesco: cinto da mura e densamente abitato, offre un bello specchio della realtà tradizionale di questo popolo. Si visita quindi la “reggia” del capo dei nove clan dei Konso, costituita da un denso complesso di capanne tradizionali, che includono quella della mummificazione, una procedura che era riservata solo ai re; nei pressi vi sono le stele di legno che segnano i punti dove vennero deposti i resti mummificati dei vecchi re. Si percorrono in tutto circa 90 km, due ore e mezza di guida.
6°g. 24/4 Konso – Turmi ed escursione a Omorate
Si procede nella direzione della valle dell’Omo, lasciando i paesaggi creati dal lavoro agricolo dei Konso per entrare nei territori selvaggi delle tribù pastorali arrivando a Turmi, dove si alloggia presso il Buska o il Turmi Lodge (185 km, circa 3 ore) Da qui si prosegue verso sud ovest raggiungendo il fiume Omo arrivando nei pressi del confine keniota ad Omorate (71 km, circa un’ora). Utilizzando un’imbarcazione si naviga lungo l’Omo giungendo ad un villaggio dei Dassanech, una popolazione di origine nilo-sahariana in prevalenza allevatrice che sopravvive a stento in un territorio avaro di risorse. Le semplicissime capanne sono spesso coperte di lamiere e su tutto impera un’implacabile polvere; ma, nonostante le difficoltà in cui versano, le persone sono ammirevoli per l‘indole pacifica, una qualità che deriva forse anche dalla struttura egalitaria del loro sistema sociale. Completata la visita si torna con la barca ai fuoristrada e si rientra a Turmi.
7°g. 25/4 Turmi, escursione a Karo e mercato di Demeka
Si raggiunge il fiume Omo ad ovest di Turmi percorrendo un bel tratto di savana sabbiosa costellata di acacie e giganteschi termitai arrivando nel territorio dei Karo (dista circa 60 km). Si visita un loro villaggio affacciato su di una spettacolare ansa del fiume, dove gli abitanti ne coltivano le sponde con l’abbassarsi del livello delle acque. Questa interessante etnia fa parte del ceppo a cui appartengono anche gli Hamar ed i Banna; tra i Konso l’ornamento più vistoso delle donne è rappresentato dall’intreccio di numerose collane costruite con i materiali più disparati, e sia uomini che donne si dipingono il corpo con linee bianche di cenere. Lasciata l’ansa dell’Omo si torna lungo la medesima pista verso Turmi arrivando al mercato settimanale di Demeka, frequentato per la gran parte dall’etnia Hamer. La visita ad un mercato locale è interessante poiché consente di scoprire i prodotti di questa terra, i manufatti delle diverse etnie e, attraverso la merce esposta, si intuisce il modo di nutrirsi, di vestirsi, le credenze, le attività ed il lavoro. Gli Hamer sono il gruppo maggioritario dell’area di Turmi e preservano le tradizioni tribali pressoché intatte, i villaggi hanno le capanne ben tenute e le donne portano ornamenti ed indumenti tipici, con le capigliature intrecciate e ornate con terriccio rosso. Anche gli uomini e pure i bimbi hanno una grande cura del proprio aspetto. Una caratteristica comune ai villaggi delle etnie di questo ceppo è la tranquilla benevolenza ed il pronto sorriso di tutte le persone.
8°g. 26/4 Turmi – Jinka
Si lascia Turmi verso nord per Jinka, che da qui dista 118 km. Si sosta in un villaggio dei Banna, pastori–agricoltori di lingua omotica, considerati da diversi studiosi un clan del più numeroso popolo degli Hamar, con i quali, oltre alla similitudine linguistica, hanno tradizioni molto vicine, ma da cui si distinguono anche per i diversi motivi decorativi. Gli uomini hanno i capelli acconciati con treccine ed ornamenti fatti di perline blu ed azzurre; le donne portano in testa un copricapo fabbricato con una zucca tagliata a metà. Sia gli uomini che le donne hanno un portamento dignitoso ed elegante, e sono pronti al sorriso. Prima di arrivare a Jinka si visita anche un villaggio dell’etnia Ari e, giunti a destinazione, ci si reca all’interessante Museo dei Popoli dove vengono illustrate molte delle usanze di queste regioni. Si alloggia presso l’Eco Omo Lodge.
9°g. 27/4 Jinka – Mursi – Mercato di Kako – Addis Abeba e volo di rientro
Da Jinka ci si reca circa 60 km a sud ovest nella regione popolata dall’etnia dei Mursi, un popolo dalla costituzione alta e snella, con i caratteri tipici dei popoli nilotici. Fanno parte di quell’ormai sparuto gruppo di etnie le cui donne portano ancora il piattello labiale, che presso i Mursi è tondo. L’arte corporale riveste molta importanza: la decorazione è ottenuta spalmando sul viso e sul corpo un impasto di acqua e caolino sul quale vengono tracciati con le dita particolari segni seguendo moduli decorativi che cambiano di volta in volta. Entrare in un loro villaggio è un’esperienza piuttosto intensa, perché possono essere abbastanza aggressivi con i visitatori: si accede accompagnati da una persona locale che porta con sé anche un’arma e se si desidera fotografare qualcuno è sempre necessario dare dei denari – una consuetudine questa che oggi è estesa alla maggior parte dei gruppi etnici. Si rientra a Jinka, e da qui si prosegue per circa 30 km a nord est per il villaggio di Kako dove oggi si tiene il mercato, che qui è frequentato dalle etnie Banna, Ari e Male. Ci si reca quindi all’aeroporto dove il volo per Addis Abeba parte da Jinka alle 13.40 con arrivo alle 14.50 (orari da confermare); ad Addis Abeba si avranno a disposizione alcune stanze presso l’hotel Jupiter (4*) per rinfrescarsi prima della partenza. Si cena in un ristorante tipico e ci si reca quindi in aeroporto per l’imbarco sul volo di rientro; Ethiopian parte per Roma Fiumicino e Milano Malpensa alle 23.50. Per gli orari di altri collegamenti contattare Amitaba.
10°g. Martedì 28 aprile, arrivo a destinazione
Arrivo a Roma Fiumicino alle 5.10; il medesimo aviogetto prosegue quindi per Milano Malpensa arrivando alle 7.50.
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Villaggio etnia Dorze, mercato
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