Etiopia
Fasika, la Pasqua etiope – Gran tour delle regioni storiche
Estensione: Etnie del Sud, dal Rift alla Valle dell’Omo

Axum, obelisco

Lalibela, pellegrino

Salita a Maryam Korkor

Famiglia Banna

Lago Abiyata









Sintesi del viaggio
Da Addis Abeba si raggiunge in volo l’antica capitale di Axum, nel nord del Paese, e da qui si segue un percorso che esplora la regione del Tigray, con le celebri chiese rupestri di Gheralta ed Atsbi, ed arriva nella città santa di Lalibela in occasione delle grandi celebrazioni per la Fasika, la Pasqua Etiope.
Si prosegue visitando Tenta, dove l’imperatore Tewodros costruì la sua fortezza, e via Dessie, si rientra nella capitale, incontrando un mercato tradizionale dell’etnia Oromo. Vi è poi la possibilità di proseguire con un’estensione che porta nelle aree meridionali, spaziando dai laghi formatisi dalla frattura del continente africano fino al fiume Omo, incontrando diversi gruppi tribali ed un mercato tradizionale, avendo così una magnifica visione d’insieme dell’Etiopia.
- Addis Abeba
- Axum
- Yeha
- Adigrat
- Gheralta
- Makalle
- Lalibela
- Dessiè
- Addis Abeba
- Lago di Ziway (Isola di Ghelila)
- Parco di Abiyata e Shala
- Chencha
- Arba Minch
- Lago Chamo
- Turmi
- Konso
- Addis Abeba
Presentazione del viaggio
L’ETIOPIA, UN MONDO DA SCOPRIRE
L’Etiopia occupa il più vasto altopiano dell’Africa con canyon impressionanti, gole, falesie e montagne che arrivano a superare i 4000 metri. Questo particolare contesto naturale ha visto prosperare il più antico impero dell’Africa a sud del Sahara, che con alterne vicende è riuscito a difendere la propria indipendenza, sviluppando e preservando autonomamente nel corso della storia cultura, tradizioni, lingua e scrittura. Le sue radici sfumano nella leggenda, nell’amore tra la regina di Saba e re Salomone: si tramanda che fu Menelik, loro figlio, l’insigne capostipite delle dinastie imperiali ed il primo custode della sacra Arca dell’Alleanza trafugata da Gerusalemme. È rivelatore ricordare che l’Etiopia divenne un regno cristiano prima di Roma; un mondo dalle caratteristiche uniche, che nel medioevo rimase isolato ed accerchiato dalle pressioni islamiche, giunto intatto fino ad oggi.
Il viaggio prevede di essere presenti nella leggendaria città di Lalibela, Patrimonio dell’Umanità, il luogo più sacro per la religione cristiana etiope, in occasione della Fasika, o Pasqua Etiope, una ricorrenza che coinvolge i sentimenti più profondi di questo popolo. Qui si avrà l’opportunità di visitare le magnifiche chiese rupestri, costruite interamente sotto il livello del suolo, insieme ad un gran numero di pellegrini agghindati di bianco, e si partecipa alle intense celebrazioni condotte dai sacerdoti, dall’aspetto decisamente biblico, agghindati con i paramenti tradizionali, tra il canto degli inni accompagnato dal suono dei sistri e dei tamburi,
Tutto questo e l’ospitale accoglienza del popolo etiope rendono questo tour un viaggio di vera scoperta.
NOTA TECNICA
Il clima ad aprile è buono, secco e caldo, ma essendo un tour sugli altopiani le temperature sono tra i 18 ed i 25°C.; quindi alla sera è sempre utile avere con sé una felpa o una giacca. Si consiglia di portare un cappello e crema solare, scarpe comode per camminare e fare brevi passeggiate. Gli hotel scelti sono tra i migliori disponibili, puliti ed equivalenti mediamente a strutture che in Europa vengono considerate a 3 stelle. Le strade per circa l’80% del percorso sono asfaltate, ci si sposta con una media attorno ai 60 km/h, non molto veloce anche perché sulle strade si incontrano molte persone che camminano e spesso animali; i bei panorami rendono gli spostamenti piacevoli. Come veicoli si utilizzano pulmini dotati di aria condizionata, solitamente Toyota. Per l’estensione si utilizzano fuoristrada tipo Toyota Landcruiser, Nissan o simili, e si alloggia sempre nei “lodge”, tutti confortevoli, un poco più spartano solo a Turmi.
Programma del viaggio
1°g. Sabato 20 aprile, partenza per Addis Abeba
Per raggiungere Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, si possono scegliere diverse compagnie aeree; se si vola con la Ethiopian Airlines si ha il vantaggio di un prezzo più basso per i voli interni nel corso del viaggio. Con Ethiopian la partenza da Milano Malpensa è alle 20.15 e da Roma Fiumicino alle 22.45 (è lo stesso aereo che fa scalo).
2°g. 21/4 Addis Abeba – Axum
L’arrivo ad Addis Abeba è alle 6.35, dove è in attesa dei partecipanti la guida locale. Nella mattina si visita la città, il cui nome significa “Nuovo fiore”; ci si reca al Museo Nazionale, interessante sia per i reperti sabei, che testimoniano lo scambio culturale tra l’altopiano etiopico, la costa eritrea e la Penisola Arabica, sia per i suggestivi abiti indossati un tempo dalle alte cariche dell’Impero, ma soprattutto per Lucy, il piccolo scheletro ritrovato negli anni ‘70 nella valle dell’Awash e appartenente ad un ominide, l’Australopithecus Afarensis, vissuto tre milioni e mezzo circa di anni fa (popolarmente conosciuto come “Lucy”). Si visita anche il Museo Etnografico, che ospita una splendida collezione di strumenti musicali, di croci copte e le stanze con gli arredi dove abitò l’imperatore Hailè Selassiè. Si parte quindi in volo per Axum (14.40 – 16.00, orari da confermare), situata nella regione dell’altopiano del Tigray nella parte più settentrionale del Paese a circa 2100 mt di quota; giunti a destinazione ci si accomoda presso l’hotel Sabean e si fa un primo giro in città. La cena è in albergo.
3°g. 22/4 Axum
Giornata dedicata alla visita della cittadina, che fu la capitale di un potente regno dei primi secoli dell’era cristiana ed oggi è il centro spirituale della chiesa cristiano-copta d’Etiopia. Ci si reca alla tomba di Kaleb, su un promontorio che domina da lontano la piana della battaglia di Adua e gli avvallamenti verso l’Eritrea, e il sottostante ‘bagno della regina di Saba’; al Parco delle Stele, con i monoliti grezzi o scolpiti, eretti o crollati, ancora circondati da molti interrogativi; al complesso della Chiesa di Emda Mariam Sion, posta di fronte al Parco delle stele, che custodisce in un’apposita cappella, secondo la credenza dei fedeli, l’Arca dell’Alleanza trafugata a Gerusalemme da Menelik I al tempo del Re Salomone; al piccolo museo, che ospita reperti legati alla tradizione storica e religiosa; alle rovine del Palazzo della Regina di Saba, ai margini della cittadina.
4°g. 23/4 Axum – Yeha – Adigrat – Gheralta
Si parte per Gheralta, che dista circa 120 km da Axum. Prima tappa verso est, le rovine ed il piccolo museo di Yeha, una città le cui origini risalgono all’VIII secolo a.C., tra cui sono particolari i resti di un sito monumentale chiamato spesso “Tempio della Luna” per la sua somiglianza con un tempio yemenita, costruito in epoca pre-cristiana e successivamente utilizzato come basilica. Si continua per Adigrat, a breve distanza dal confine eritreo, e si procede quindi verso sud verso Gheralta. Le chiese rupestri di questa regione sono significative ed interessanti quanto quelle di Lalibela, solo meno famose e meno visitate. Sono spesso aggrappate a montagne a volte inaccessibili ed in maggioranza intagliate nella roccia, un’eredità preziosa, quasi segreta, conservata dal cristianesimo etiope; ne sono state censite oltre 150, di cui tre quarti ancora in uso, ed alcune sono decisamente spettacolari. Arrivando s’inizia l’esplorazione di questa incantevole area del Tigray vistando due interessanti chiese situate ad est della strada principale; si inizia con Petros e Paulos, che si raggiunge con una breve passeggiata, e da qui con altri 15 min di cammino si arriva a Medhane Alem Kesho, tra le più antiche e belle. Si alloggia presso il confortevole e panoramico Gheralta Lodge; la quota qui è di circa 2200 mt.
5°g. 24/4 Gheralta
La giornata è dedicata alla scoperta delle chiese del Tigray. Per la mattina vi sono due opzioni, da valutare in funzione della composizione del gruppo. La prima, più tecnica, prevede di salire sull’amba di Gheralta (le amba sono particolari formazioni rocciose con la cima quasi piatta e le pareti verticali), un percorso che offre alcuni dei panorami più spettacolari del Tigray: il sentiero sale in una stretta gola ed arriva alla base della parte alta dove, camminando sulle rocce su tratti anche ripidi, facilitati anche da gradini intagliati e, se necessario, aiutati da persone locali sempre molto gentili con i turisti nella speranza di ricevere una piccola mancia, si arriva sulla cima. Il tempo di salita può richiedere fino a due per i meno allenati. Qui si visitano la chiesa di Maryam Korkor e, sul lato esterno delle falesie, affacciata sul precipizio, la cappella di San Daniele. Il percorso più facile porta con circa 45 minuti di salita a Debre Tsion, un sito molto bello e artisticamente forse più interessante. Nel pomeriggio, con una gradevole passeggiata di circa un’ora e mezza lungo un sentiero pianeggiante tra bellissimi alberi di sicomoro e casette del Tigray, ci si reca alla chiesa di Mariam Papaseity, edificata in una bella valletta tra grandi alberi di ficus, dal momento che tagliare la vegetazione intorno alle chiese qui è da sempre vietato. La struttura, costruita all’ombra di un monte, è composta da tre stanze; quella centrale ha i muri coperti da dipinti, molti dei quali ancora originali, di epoca gondariana.
6°g. 25/4 Gherlata – Makalle
Si parte verso sud per Makalle, incontrando con una breve deviazione la chiesa di Abraha Atsbeha. Fondata nel X secolo, è semi monolitica, con pianta a croce e magnifici dipinti risalenti al XVII secolo. Si continua il viaggio e oltre Wakro con una deviazione ad est si raggiunge la località di Atsbi per visitare un’interessante chiesa: Micael Debre, che presenta una bella facciata in stile axumita, che si raggiunge con una camminata in alita di 45 minuti circa. Arrivati a Makalle si cena e pernotta presso l’hotel Desda o simile; la tappa è in tutto di circa 200 km.
7°g. 26/4 Makalle – Lalibela
Per Lalibela vi sono due possibili strade: la prima, più impervia, offre panorami molto belli valicando diversi passi e transitando da Samre e Sekota, ma a volte ha dei problemi di percorribilità. Se non fosse ben agibile si segue l’altra, che è la strada principale. Quest’ultima corre più ad est ai piedi del monte Ambaradam, attraverso la catena degli Amabaunghi sino a Gashena, dove svolta ad ovest verso Lasta, attraversando, in gran parte con fondo sterrato, la regione montagnosa in cui si trovano il massiccio dell’Abuna Josef (4260 m) e Lalibela. Sul percorso è possibile sostare per una visita ad un villaggio rurale tipico del Tigray. Giunti nella città santa dei cristiani etiopi si alloggia e si cena presso il Tukul Village o simile.
8°g. 27/4 Lalibela, celebrazioni della Fasika (Pasqua Etiope)
Roha, che prese il nome di Lalibela in onore del più famoso dei suoi sovrani, nel XII secolo era la capitale della dinastia Zagwe, mentre oggi è un piccolo borgo reso celebre dalle dodici chiese rupestri ancora funzionanti. Sono scavate nella roccia tufacea di colore rosso mattone con straordinaria perfezione architettonica, frutto di raffinate tecniche costruttive i cui segreti sono ormai perduti, e che hanno valso a Lalibela il nome di “Petra africana”. Il complesso è suddiviso in due gruppi distinti, conosciuti dai locali come la ‘Gerusalemme terrena’ e la “Gerusalemme celeste”: quello nord-occidentale con la bellissima chiesa di Bet Mariam adornata di delicati affreschi, e quello sud-orientale, con l’imponente Bet Amanuel, che con i suoi fregi e architravi sporgenti esemplifica nel modo più evidente questo stile architettonico. Il complesso è coronato dalla celebre chiesa di San Giorgio, che sorge isolata con tutte le pareti laterali scavate nella roccia, sicuramente l’edificio più fotografato d’Etiopia. Questo magico luogo è sede di emozionanti cerimonie religiose in occasione delle quali i sacerdoti indossano abiti sgargianti, realizzati con preziosi tessuti damascati e portano ombrellini cerimoniali coloratissimi, e, tra tutte le ricorrenze, la Fasika, o Pasqua Etiope, è tra e le più interessanti. Si dedica la giornata alla visita del sito; gli edifici religiosi pullulano di pellegrini vestiti di candidi abiti bianchi. Si torna al sito in serata per le celebrazioni più importanti: verso le 20.30 nella chiesa di Bet Mariam (Casa di Maria) i sacerdoti, vestiti con tuniche, turbanti e mantelli colorati cantano i salmi con ritmi lenti, accompagnati dai suoni di tamburi e sistri; intorno alle 23 annunciano la Resurrezione di Cristo ed i sacerdoti ed i fedeli accendono un’infinità di ceri per festeggiare il momento sacro e fanno una processione intorno alla chiesa e, rientrati, vanno avanti tutta la notte con canti e riti di preghiera.
9°g. 28/4 Lalibeka – Tenta (Makdala) – Dessie
Si parte per Tenta, situata tra i monti a sud di Lalibela, seguendo una bella pista che per circa 120 km attraversa una regione di grandi altopiani solcati dagli affluenti del Nilo, tra cui la valle intagliata dal fiume Bashilo, una regione magnifica e poco abitata. A Tenta si può raggiungere la collina di Makdala, dove nel 1867 l’imperatore Tewodros costruì la sua fortezza e dove, dopo che il suo sogno di unificare l’Etiopia fallì, si uccise piuttosto che cadere prigioniero. Il luogo, anche se la fortezza è andata distrutta, è molto suggestivo e vi rimangono rovine e fortificazioni. Si prosegue quindi da qui per Dessie, dove si alloggia presso l’hotel Golden Gate o simile; la tappa è di circa 250 km.
PER CHI RIENTRA
10°g. 29/4 Dessie – Mercato locale – Addis Abeba e volo di rientro
Partenza per Addis Abeba, che da qui dista circa 380 km. Lungo il percorso si visita un coloratissimo mercato locale dell’etnia oromo e si passa dalla “finestra di Menelik”, dove si ha uno scorcio panoramico che spazia sull’altopiano ed è spesso possibile vedere le scimmie leone, così denominate per il pelo lunghissimo che hanno sul capo che sembra una criniera. Arrivati ad Addis Abeba si avranno a disposizione alcune stanze presso l’hotel Jupiter (4*) per rinfrescarsi prima della partenza. Si cena in un ristorante tipico che offre uno spettacolo folcloristico, si salutano i compagni di viaggio che proseguono con l’estensione e ci si reca quindi in aeroporto per l’imbarco sul volo di rientro; Ethiopian parte per Roma Fiumicino e Milano Malpensa alle 23.50. Per gli orari di altri collegamenti contattare Amitaba.
11°g. Martedì 30 aprile, arrivo a destinazione
Arrivo a Roma Fiumicino alle 5.10; il medesimo aviogetto prosegue quindi per Milano Malpensa arrivando alle 7.50.
ESTENSIONE: ETNIE DEL SUD, DAL RIFT ALLA VALLE DELL’OMO
10°g. 29/4 Dessie – Mercato locale – Addis Abeba
Si segue il medesimo programma fino ad Addis Abeba, dove si cena nel ristorante tipico con i partecipanti che rientrano si alloggia presso l’hotel Jupiter (4*).
11°g. 30/4 Addis Abeba – Lago di Ziway (Isola di Ghelila)
Si lascia verso sud la capitale seguendo un percorso che si snoda lungo la grande frattura del continente africano, la cosiddetta “Rift Valley”, un fenomeno geologico unico al mondo: un insieme attivo di fosse tettoniche che si estende per oltre 3500 km partendo dalla valle del Giordano in Siria per finire in Mozambico, un processo che sta progressivamente tagliando in due il continente africano. Si sosta a Tiya per la visita al sito delle 36 stele (XII – XV secolo), dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. La strada prosegue verso sud con lievi saliscendi e costeggia le capanne rotonde degli Oromo e dei Guraghe, spesso dipinte e ricoperte con tetti di paglia. Arrivati a Ziway, uno dei laghi di origine vulcanica che si trovano nella “Rift Valley” etiope, si alloggia e si cena presso l’Hailè Resort situato sulle sue rive; la tappa è di circa 170 km, approssimativamente 3 ore di guida. Nel pomeriggio ci si reca in barca all’isola di Ghelila, dove abitano poche persone e si trova una piccola chiesa che è meta di pellegrinaggi; si passa da un’isoletta dove nidificano gli uccelli e dove spesso si vede l’aquila pescatrice; nelle acque del lago spesso si individuano gli ippopotami.
12°g. 1/5 Lago di Ziway – Parco di Abiyata e Shala – Chencha – Arba Minch
A sud del lago di Ziway s’incontrano i verdi paesaggi rurali abitati dalle popolazioni Wolayta e Gamo, con le caratteristiche capanne. Si arriva in breve nell’area del Parco Nazionale di Abiyata e Shala che ospita una fauna interessante, dove con una breve deviazione si raggiunge un bellissimo punto panoramico per ammirare entrambi questi laghi. Si pranza lungo la strada e, prima di arrivare ad Arba Mich, con una deviazione si sale al villaggio di Chencha, situato a 2700 metri di altitudine ed abitato dell’etnia Dorze, un popolo di agricoltori ed abili tessitori. Gli uomini lavorano su stretti telai e fabbricano tessuti di cotone grezzo, molto semplici ma originali; la salita offre anche una bella visuale sul vasto territorio, ed all’orizzonte si vedono i laghi Chamo ed Abaya. Le case tradizionali dei Dorze hanno uno stile non riscontrabile altrove: per edificarle viene utilizzato un intreccio di fibra ricavata dall’albero del ‘falso banano’ (l’enset), e sono alte sino a dodici metri, circondate da orticelli e da verdi macchie di enset. Si potrà osservare la particolare lavorazione che viene effettuata della pianta di enset, che qui sembra un vero toccasana alimentare, ed anche assaggiare pietanze preparate con questo particolare ingrediente. Si scende quindi a valle arrivando ad Arba Minch, dove si alloggia e si cena presso il Paradise o lo Swaynes Lodge, la tappa oggi è di circa 340 km, approssimativamente 5 ore di guida
13°g. 2/5 Arba Minch – Lago Chamo – Key Afar (mercato) – Turmi
In mattinata escursione in barca sul Lago Chamo, il terzo lago più grande d’Etiopia, dove si potranno ammirare gli ippopotami e moltissimi coccodrilli, i cui esemplari adulti sono i più grandi dell’Africa, oltre ad una grande varietà di uccelli. Si prosegue quindi il viaggio a sud transitando da Konso, dove si ritorna domani sera, e da qui si procede nella direzione della valle dell’Omo, lasciando i paesaggi creati dal lavoro agricolo dei Konso per entrare nei territori selvaggi delle tribù pastorali. Si raggiunge la località di Key Afar, dove oggi si svolge l’interessante mercato, un coloratissimo momento di aggregazione principalmente per le popolazioni Tsamaico e Banna; un’ottima occasione per immergersi nella particolare atmosfera di un mercato locale ed ammirare i costuni ed il folclore di questo remoto luogo dell’Etiopia. In quest’area, tempo permettendo, ci si reca anche ad un villaggio dei Banna, pastori–agricoltori di lingua omotica, considerati da diversi studiosi un clan del più numeroso popolo degli Hamar, con i quali, oltre alla similitudine linguistica, hanno tradizioni molto vicine, ma da cui si distinguono anche per i diversi motivi decorativi. Gli uomini hanno i capelli acconciati con treccine ed ornamenti fatti di perline blu ed azzurre; le donne portano in testa un copricapo fabbricato con una zucca tagliata a metà. Sia gli uomini che le donne hanno un portamento dignitoso ed elegante, e sono pronti al sorriso. Si completa la tappa di oggi arrivando a Turmi, dove si alloggia presso il Buska o il Turmi Lodge.
14°g. 3/5 Turmi: Dassanech e Hamar – Konso
Si raggiunge il fiume Omo verso sud arrivando nei pressi del confine keniota ad Omorate. Utilizzando un’imbarcazione si naviga lungo l’Omo giungendo ad un villaggio dei Dassanech, una popolazione di origine nilo-sahariana in prevalenza allevatrice che sopravvive a stento in un territorio avaro di risorse. Le semplicissime capanne sono spesso coperte di lamiere e su tutto impera un’implacabile polvere; ma, nonostante le difficoltà in cui versano, le persone sono ammirevoli per l‘indole pacifica, una qualità che deriva forse anche dalla struttura egalitaria del loro sistema sociale. Completata la visita si torna con la barca ai fuoristrada e si rientra a Turmi. Prima di proseguire per Konso si visita un villaggio della popolazione Hamar, il gruppo maggioritario dell’area di Turmi; qui le tradizioni tribali sono pressoché intatte, con le capanne ben tenute e le donne che portano ornamenti ed indumenti tipici, e capigliature intrecciate e ornate con terriccio rosso; anche gli uomini e pure i bimbi hanno una grande cura del proprio aspetto. Una caratteristica comune a questi villaggi è la tranquilla benevolenza ed il pronto sorriso di tutte le persone. Si parte quindi per Konso, il centro principale di questo popolo di grandi coltivatori, insediato in un ambiente di colline che sono state interamente modellate da terrazzamenti e solcate da canalizzazioni di una perfezione tecnica ammirabile. I villaggi sono protetti da muri di pietra a secco, gli stessi che delimitano e sostengono i complicati terrazzamenti agricoli. Si alloggia presso il Kanta Lodge.
15°g. 4/5 Konso – Arba Minch – Addis Abeba e volo di rientro
Ci si reca a Gamole, villaggio tipico, ora Patrimonio dell’Unesco: cinto da mura e densamente abitato, offre un bello specchio della realtà tradizionale di questo popolo. Si visita quindi la “reggia” del capo dei nove clan dei Konso, costituita da un denso complesso di capanne tradizionali, che includono quella della mummificazione, una procedura che era riservata solo ai re; nei pressi vi sono le stele di legno che segnano i punti dove vennero deposti i resti mummificati dei vecchi re. Si parte quindi per Arba Minch, dove il volo della Ethiopian Airlines per Addis Abeba parte alle 13.20 con arrivo alle 14.20 (orario da confermare). Arrivati ad Addis Abeba si avranno a disposizione alcune stanze presso l’hotel Jupiter (4*) per rinfrescarsi prima della partenza. Si cena in un ristorante tipico e ci si reca quindi in aeroporto per l’imbarco sul volo di rientro; Ethiopian parte per Roma Fiumicino e Milano Malpensa alle 23.50. Per gli orari di altri collegamenti contattare Amitaba
16°g. Domenica 5 maggio, arrivo a destinazione
Arrivo a Roma Fiumicino alle 5.10; il medesimo aviogetto prosegue quindi per Milano Malpensa arrivando alle 7.50.
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Ragazze etiopi a Lalibela
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