Egitto
Gilf Kebir, Silica e mare di sabbia
Una spedizione oltre i margini del mondo

Dakhla, Mut

Karkur Talh

Verso Eight Bells

Mare di Sabbia

Samir Lama









Sintesi del viaggio
La spedizione percorre alcune delle parti più belle in assoluto del Sahara; il tracciato, tutto già sperimentato e con i passaggi segnati col GPS, è risultato e frutto di anni di esplorazioni e tocca i punti più spettacolari del Deserto Occidentale d’Egitto.
Si utilizzano jeep Land Cruiser Toyota e si pongono 8 campi consecutivi, con un percorso fuori pista di circa 2000 km: dall’oasi di Dakhla si arriva verso sud est al Gilf Kebir e al Djebel Uweinat, sul confine sudanese e, dopo un’approfondita esplorazione di questa remotissima regione, ci si sposta verso nord arrivando alle dune di Silica, dove l’impatto di un meteorite ha formato una peculiare pietra che fu sacra ai faraoni, quindi, attraverso le vastità del Mare di Sabbia, si giunge all’oasi di Farafra.
Rientrando verso il Cairo si attraversano le stupefacenti aree di Abu Tuyur e Agabat, si pone un ultimo campo nel Deserto Bianco e si visita l’oasi di Baharyya. Non ci si reca in luoghi segnati da problemi di turbolenze politiche, ci si immerge in spazi immensi e si toccano alcune delle oasi più belle.
Presentazione del viaggio
Da Giza (Cairo) si parte in direzione sud est seguendo la comoda strada asfaltata attraverso una vasta porzione di deserto fino all’oasi di Dakhla; si transita dall’oasi di Baharyya, che preserva interessanti resti archeologici che si vedranno al ritorno, e dall’oasi di Farafra. Dakhla è l’ultimo punto abitato che si incontra per i prossimi 8 giorni; da qui ci si immerge negli spazi senza confini di una delle aree più vuote al mondo, dove è rarissimo incontrare altre spedizioni. Si toccano i punti naturali più spettacolari, iniziando dalle formazioni rocciose di Samir Lama, Abu Ballas e uadi Bagar, con le peculiari forme di terra chiamate ‘i leoni di fango’. Proseguendo lungo il lembo meridionale del Gilf Kebir si transita da Eight Bells e Kamal el Din, dove troviamo le tracce della presenza di militari ed esploratori del passato, giungendo ai crateri di Clayton. Poco più a sud si staglia il Djebel Uweinat, un monte del Sudan; si giunge ai suoi piedi e tra i uadi di rocce laviche si ammirano diversi graffiti e pitture preistoriche. Si punta quindi verso nord arrivando al lembo occidentale del Gilf Kebir, dove, oltre all’incredibile spettacolarità naturale, si vedono stupendi siti di arte preistorica al Uadi Sura e a Foggini. Attraverso il passo di Aqaba si sale sul plateau del Gilf per raggiungere gli intagli più spettacolari della regione nord occidentale del massiccio, scendendo verso nord nel uadi di Abdel el Malik, tra falesie e grandi dune che con l’aiuto del vento si insinuano tra le rocce, sicuramente uno dei luoghi più affascinanti al mondo. Proseguendo verso nord si raggiunge la regione di Silica, una particolare area del Mare di Sabbia dove l’impatto di un meteorite generò una peculiare pietra lucida trasparente verde che nell’antico Egitto era considerata preziosissima, tanto da essere usata per il monile che adorna il cuore della mummia di Tutankhamon. Oltre Silica si affronta la traversata dei cordoni dunari in direzione nord ovest emergendo all’oasi di Farafra, il tratto con i passaggi su sabbia più entusiasmanti. Risalendo verso il Cairo con dei fuoripista si visitano le spettacolari falesie di Abu Tuyur e si pone l’ultimo campo nel Deserto Bianco, e, dopo l’esplorazione degli imponenti faraglioni di Agabat, si visita l’oasi di Baharyya e si rientra al Cairo.
NOTA TECNICA
Oltre l’oasi di Dakhla si pernotta in campo per otto notti consecutive; è quindi un viaggio per persone che abbiano esperienza o che quantomeno condividano la voglia di sperimentare una vera spedizione nel deserto. I partecipanti necessitano di spirito di collaborazione, ad esempio per montare la propria tenda in modo da lasciare più tempo agli assistenti per preparare i pasti ecc. I pranzi sono preparati freddi e cibo caldo viene offerto alla sera e a colazione. I mezzi utilizzati sono jeep Toyota Landcruiser. L’attrezzatura è tutta fornita ad esclusione del sacco a pelo; si prevede clima secco e temperature notturne che possono arrivare anche a pochi gradi centigradi. Tutto il tracciato è stato testato e mappato con il GPS, quindi gli spostamenti sono conosciuti e la guida dispone di un telefono satellitare per motivi di sicurezza, ad esempio per eventuali avarie dei mezzi ecc. Accompagnano il gruppo un ufficiale dell’esercito egiziano che viaggia sui nostri mezzi e una scorta miliare, che segue tutto il percorso da Dakhla in autonomia utilizzando propri landcruisers e ponendo il campo nei pressi del campo del gruppo, garantendo una sicurezza assoluta ma senza interferire col gruppo.
Programma del viaggio
1°g. Venerdì 26 dicembre, partenza per il Cairo (Giza)
Per raggiungere il Cairo vi sono diverse possibilità di volo e Amitaba prenota quella preferita dai viaggiatori; all’arrivo si viene accolti dal corrispondente locale e ci si trasferisce a Giza, nei pressi delle piramidi, presso l’hotel Oasys Piramids dove si consuma anche la cena.
2°g. 27/12 Giza – Oasi di Dakhla
Si lascia Giza verso le 7 in direzione sud ovest con le jeep che trasportano l’occorrente per il viaggio nel deserto. Oggi si percorre un lunga tappa di circa 850 km che porta fino all’oasi di Dakhla; la strada è tutta asfaltata e veloce, e si prevede di arrivare nel tardo pomeriggio. Si godono diversi tratti interessanti, si attraversa un mondo che diventa rapidamente sempre più vuoto. Oltre l’oasi di Baharyya e il deserto nero si osservano a sud le propaggini esterne del Deserto Bianco e in distanza a nord le falesie di Abu Tuyur. Superata l’oasi di Farafra la strada porta poi in direzione sud est, arrivando fino a Dakhla. Qui, grazie a centinaia di piccole sorgenti che formano anche dei laghetti, sono sorti alcuni interessanti villaggi; il più caratteristico è El Qasr, tutto costruito in mattoni di terra, con alcuni antichi palazzi e un’interessante moschea, dove le case edificate a ridosso le une alle altre per proteggersi dal sole formano un dedalo di viuzze tortuose a volte coperte. Gli spazi silenziosi avvolti nell’ombra dove si affacciano porte di legno, soffitti, muri e pavimenti sono tutti del medesimo quieto color beige; passeggiarvi induce un particolare senso di mistero. A Dakhla ci si sistema al Desert Lodge, un comodo e caratteristico albergo che sovrasta El Qasr.
3°g. 28/12 Oasi di Dakhla – Samir Lama – Abu Ballas
Si raggiunge il villaggio di Mut, centro principale dell’oasi, dove si incontrano l’ufficiale dell’esercito che viaggerà col gruppo e la scorta militare. Si parte da Dakhla in direzione sud lasciando presto l’asfalto per immergersi in direzione sud ovest nella vastità priva di strade e tracce umane che solo il Sahara riesce a regalarci; il primo importante punto di riferimento è la formazione rocciosa di Samir Lama, conosciuta anche come “Sugar loaf”, che forma una impressionante volta ad arco. Si tocca quindi Abu Ballas, un punto dove si trovano tracce di antichi insediamenti e cocci di terracotta; si pone il campo un poco oltre. Il terreno è solido con tratti di sabbia compatta; si procede quindi senza troppe difficoltà in un ambiente molto vario, seguendo il bordo di piccole alture che contornano l’orizzonte a nord, frammiste ad aree dove le sabbie ondulate creano prospettive affascinanti.
4°g. 29/12 Abu Ballas – Uadi Bagar – Eight Bells
In questo tratto colpiscono in modo particolare le peculiari formazioni del Uadi Bagar, che sembrano evocare una strana mandria di enormi animali: in inglese il luogo viene chiamato “Mud lions”, leoni d’argilla. Si passa a meridione del massiccio del Gilf Kebir toccando Eight Bells, “le otto campane”, per la presenza di una fila di colline; in quest’area durante il secondo conflitto mondiale gli inglesi avevano posizionato una base aerea; si pone il secondo campo in questa regione.
5°g. 30/12 Eight Bells – Kamal el Din – Karkur Talh (Djebel Uweinat)
Si continua in direzione sud ovest tenendo le falesie del Gilf a nord e si transita da Kamal el Din, dove è stato creato un piccolo monumento in ricordo di questo leggendario esploratore e si trova una scatola metallica dove i rari viandanti hanno lasciato dei messaggi. Oltre l’area dei crateri di Clayton si prosegue ora verso sud in direzione dei monti del Djebel Uweinat, la cui sommità è in territorio sudanese e le cui pendici scendono anche verso la Libia. Arrivati a Karkur Talh si resta affascinati e sorpresi alla vista di alberi di acacia e tracce di piccoli animali, che qui riescono a sopravvivere grazie alle rarissime piogge che cadono sui vicini monti del Djebel Uweinat. Nell’area circostante nei uadi di roccia nera del Djebel Uweinat si trovano molte testimonianze di insediamenti antichissimi con pitture e graffiti. Si pone il campo tra le sabbie rosse.
6°g. 31/12 Djebel Uweinat – Crateri di Clayton – Uadi Sura – Grotta di Foggini
Si cambia la direzione tornando verso i Crateri di Clayton e continuando verso nord arrivando al lembo sud occidentale del Gilf Kebir, dove si trovano antichissime tracce di presenza umana che risalgono a un periodo di minore aridità. Si entra tra le falesie del massiccio per esplorare il Uadi Sura, dove si trovano interessanti pitture rupestri. Proseguendo sempre lungo il bordo occidentale delle falesie si raggiunge poi l’area della grotta di Foggini, anche questo un luogo con stupende pitture preistoriche, dove si pone il campo di oggi.
7°g. 1/1/2015 Foggini – Aqaba – Uadi Abdel el Malik
Si accede al plateau del Gilf Kebir attraverso il passaggio sabbioso di Aqaba, posto un poco a sud di Foggini, attraversando la vasta solitudine di questo mitico luogo. Anche qui l’ambiente naturale è di bellezza entusiasmante: le sabbie che si frangono sulle pareti del Gilf Kebir si insinuano nelle gole e cercano pian piano di scalare questa grande barriera naturale, che ne blocca il lento cammino verso sud. Il tracciato tocca il bordo occidentale del Gilf lungo la sommità di altissime falesie, con punti panoramici tra i più entusiasmanti di tutto il Sahara. Si prosegue fino al lembo settentrionale delle alture dove si individuano i passaggi tra sabbie e roccia che consentono di penetrare nel uadi di Abdel el Malik, dove si dove si pone il campo.
8°g. 2/1 Uadi Abdel el Malik – Silica
Si continua verso nord, le alture gradatamente si immergono nella vastità di sabbia, e si inizia la traversata del Mare di Sabbia; l’obbiettivo di oggi è giungere nell’area di Silica, dove cadde un grande meteorite. Il tremendo impatto generò un calore elevatissimo che formò per fusione delle peculiari rocce verdi di roccia durissima ma trasparente; in diversi punti tra i cordoni dunari se ne individuano facilmente i frammenti.
9°g. 3/1 Silica – Mare di Sabbia
Dopo l’interessante esplorazione di Silica continua l’immensa vastità del Mare di Sabbia, con i lunghissimi cordoni dunari che corrono quasi sempre in direzione nord – sud, con la sabbia spesso compatta su cui si viaggia relativamente veloci. Si inizia a deviare verso est puntando verso l’oasi di Farafra, valicando un gran numero di cordoni dunari; qui gli autisti sfoggiano il meglio delle proprie capacità individuando i punti dove si riescono a risalire i passaggi tra i cordoni, per poi tuffarsi lungo le ripide discese di sabbia dell’altro versante. I tramonti sono particolarmente spettacolari, salendo sui cordoni dunari più alti lo sguardo spazia all’infinito e si ha l’impressione di essere stati catapultati su di un altro pianeta.
10°g. 4/1 Mare di Sabbia – Oasi di Farafra – Abu Tuyur – Deserto Bianco
Si completa la traversata del Mare di Sabbia arrivando all’oasi di Farafra, ritrovando la strada asfaltata che si era utilizzata per andare a Dakhla. La si segue verso nord est per un tratto; con una breve deviazione a nord si raggiunge la zona di Abu Tuyur, gioiello di bellezza naturale, caratterizzata da formazioni monolitiche imponenti e affiorazioni di gesso bianche. Si torna verso la strada e la si lascia di nuovo, stavolta verso sud, arrivando nello spettacolare ambiente del Deserto Bianco caratterizzato dai funghi di gesso, bizzarre formazioni di un candore abbagliante che sono il frutto del lavoro erosivo dei venti. Si pone l’ultimo campo in un luogo di indimenticabile bellezza.
11°g. 5/1 Deserto Bianco – Agabat – Baharyya – Giza
Si procede in fuori pista in direzione nord est arrivando nella regione di Agabat, dove si trovano imponenti formazioni monolitiche che si ergono dalla sabbia e un arco di roccia, anche questo un punto panoramico eccezionale. Si torna quindi sulla strada che porta verso il Cairo arrivando all’oasi di Baharyya, dove ci si visitano il museo, che custodisce alcune mummie, e 2 antiche tombe. Si prosegue quindi per Giza, dove si alloggia nel medesimo hotel.
12°g. Martedì 6 gennaio, volo di rientro
Ci si reca all’aeroporto del Cairo per l’imbarco.
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Giza, la Sfinge
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