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Egitto


Gilf Kebir, Silica e Mare di Sabbia

Una spedizione oltre i margini del mondo


Siwa, tempio di Amon

Samir Lama

Uadi Sura

Uadi Sura

Gebel Uwainat, Karkur Talh

PARTENZA
30/11/2013
RITORNO
15/12/2013
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
16 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


La spedizione percorre alcune delle parti più belle in assoluto del Sahara; il tracciato, tutto già sperimentato e con i passaggi segnati col GPS, è risultato e frutto di anni di esplorazioni e tocca i punti più spettacolari del Deserto Occidentale d’Egitto.

Si utilizzano jeep Land Cruiser Toyota; la parte più selvaggia richiede 9 campi consecutivi: dall’oasi di Dakhla si arriva verso sud est al Gilf Kebir e al Djebel Uweinat, sul confine sudanese e, dopo un’approfondita esplorazione di questa remotissima regione, ci si sposta verso nord arrivando a Silica, dove l’impatto di un meteorite ha formato una peculiare pietra che fu sacra ai faraoni, quindi, attraverso le vastità del Mare di Sabbia si giunge all’oasi di Siwa.

Il frutto della pace è appeso all’albero del silenzio.

 Presentazione del viaggio


Da Giza (Cairo) si parte in direzione sud est e si oltrepassa Fayum arrivando ai uadi di Rayan e Heitan dove si pone un primo campo; oltre l’oasi di Baharyya, che preserva interessanti resti archeologici, si segue un bellissimo percorso fuoripista che attraverso Agabat giunge al Deserto Bianco, dove si pone il secondo campo; da qui, dopo una visita delle falesie di Abu Tuyur, si transita da Farafra arrivando all’oasi di Dhakla, ultimo punto abitato che si incontra per i prossimi 9 giorni. Ci si immerge negli spazi senza confini di una delle aree più vuote al mondo, dove è rarissimo incontrare altre spedizioni; si toccano i punti naturali più spettacolari, iniziando dalle formazioni rocciose di Samir Lama, Abu Ballas e uadi Bagar, con le peculiari forme di terra chiamate ‘i leoni di fango’. Proseguendo lungo il lembo meridionale del Gilf Kebir si transita da Eight Bells e Kamal el Din, dove troviamo le tracce della presenza di militari e esploratori del passato, giungendo ai crateri di Clayton. Poco più a sud si erge il Djebel Uweinat, un monte del Sudan; si giunge ai suoi piedi e tra i uadi di rocce laviche si ammirano diversi graffiti e pitture preistoriche. Si prosegue quindi verso nord arrivando al lembo occidentale del Gilf Kebir, dove, oltre all’incredibile spettacolarità naturale, si vedono stupendi siti di arte preistorica al Uadi Sura e a Foggini. Attraverso il passo di Aqaba si sale sul plateau del Gilf per raggiungere gli intagli più spettacolari della regione nord occidentale del massiccio, con i uadi di Abdel el Malik e Homra, tra falesie e grandi dune che con l’aiuto del vento si insinuano tra le rocce, sicuramente uno dei luoghi più affascinanti al mondo; proseguendo quindi verso nord si raggiunge la regione di Silica, una particolare area del Mare di Sabbia dove l’impatto di un meteorite generò una peculiare pietra lucida verde che nell’antico Egitto era considerata preziosissima, tanto da essere usata per il monile che adorna il cuore della mummia di Tutankhamon. Seguendo la pura vastità dei cordoni dunari si arriva all’oasi di Siwa, nei cui pressi tra le sabbie del deserto si trovano emergenze di acque termali, ideali per un magico momento di relax. Siwa è reputata tra le oasi più belle del Sahara, dove tra rigogliosi palmeti e fonti di acque calde si trova il famoso tempio dell’oracolo di Amon. Il rientro al Cairo segue da qui una comoda strada asfaltata che raggiunge il Mediterraneo e transita dal mausoleo di El Alamain.

NOTA TECNICA

Lasciata Giza si pernotta in campo per due notti e oltre Dakhla per altre nove notti consecutive; è quindi un viaggio per persone cha abbiano esperienza o che quantomeno condividano la voglia di sperimentare una spedizione nel deserto. I partecipanti necessitano di spirito di collaborazione, ad esempio per montare la propria tenda in modo da lasciare più tempo agli assistenti per preparare i pasti ecc. I pranzi sono preparati freddi e cibo caldo viene offerto alla sera e a colazione. L’attrezzatura è tutta fornita ad esclusione del sacco a pelo; si prevede clima secco e temperature notturne che possono arrivare anche a pochi gradi centigradi. Tutto il tracciato è stato testato e mappato con il GPS, quindi gli spostamenti sono conosciuti e la guida dispone di un telefono satellitare per motivi di sicurezza, ad esempio per eventuali avarie dei mezzi ecc.; accompagna il gruppo anche un ufficiale dell’esercito egiziano. I mezzi utilizzati sono jeep Toyota Landcruiser.

 Programma del viaggio


1°g.  Sabato 30 novembre, partenza per il Cairo (Giza) 

2°g.  1/12 Giza – Fayum – Uadi Rayan – Uadi Heitan
Si lascia Giza in  direzione sud ovest con le jeep che trasportano tutto l’occorrente per il viaggio nel deserto. Si transita dall’oasi di Fayum, un’area che veniva coltivata già all’epoca dei faraoni, e dal Uadi Rayan, dove una diramazione del Nilo si immette nel lago Qarun, arrivando quindi nel Parco Nazionale di Uadi Heitan. Il luogo è interessante per gli impressionanti fossili di animali preistorici. Si pone il primo campo in quest’area.

3°g.  2/12 Uadi Heitan – Oasi di Baharyya – Agabat – Deserto Bianco
Raggiunta l’oasi di Baharyya si visitano il museo, 2 antiche tombe e il tempio di Alessandro. Proseguendo, si segue la strada che porta a Farafra per un tratto poi, con un percorso fuori pista ai bordi di una frastagliata falesia dove si insinuano le sabbie, si arriva ad Agabat, al margine settentrionale del Deserto Bianco. È un punto panoramico eccezionale nei cui pressi si trova una particolare formazione forata; procedendo oltre si arriva nello spettacolare ambiente del Deserto Bianco caratterizzato dai funghi di gesso, bizzarre formazioni rocciose di un candore abbagliante che sono il frutto del lavoro erosivo dei venti. Si pone il campo in un luogo di indimenticabile bellezza.

4°g.  3/12 Deserto Bianco – Abu Tuyur – Oasi di Farafra – Oasi di Dakhla
Si torna sulla strada che transita a nord del Deserto Bianco; con una breve deviazione si raggiunge la zona di Abu Tuyur, gioiello di bellezza naturale, caratterizzata da formazioni meno sagomate e più imponenti. Si prosegue quindi per l’oasi di Farafra e quindi per l’oasi di Dakhla; la strada è asfaltata e veloce, si segue solo un tratto fuoripista lanciandosi veloci sulla sabbia. Tra le dune della zona di Dakhla, grazie a centinaia di piccole sorgenti che formano anche dei laghetti, sono sorti alcuni splendidi villaggi. Il più caratteristico è El Qasr, tutto costruito in mattoni di terra, con alcuni antichi palazzi e un’interessante moschea, dove le case edificate a ridosso le une alle altre per proteggersi dal sole formano un dedalo di viuzze tortuose a volte coperte. Gli spazi silenziosi avvolti nell’ombra dove si affacciano porte di legno, soffitti, muri e pavimenti sono tutti del medesimo quieto color beige; passeggiarvi induce un particolare senso di mistero. A Dakhla ci si sistema al Desert Lodge, un comodo e tipico alberghetto che sovrasta El Qasr.

5°g. 4/12 Oasi di Dakhla – Samir Lama – Abu Ballas – Uadi Bagar
Si lascia l’oasi di Dakhla in direzione sud lasciando presto l’asfalto per immergersi in direzione sud ovest nella vastità priva di strade e tracce umane che solo il Sahara riesce a regalarci; il primo importante punto di riferimento è la formazione rocciosa di Samir Lama, conosciuta anche come “Sugar loaf”, che forma una impressionante volta ad arco. Si tocca quindi Abu Ballas, un punto dove si trovano tracce di antichi insediamenti e cocci di terracotta. Il terreno è solido con tratti di sabbia compatta; si procede quindi senza troppe difficoltà in un ambiente molto vario, seguendo il bordo di piccole alture che contornano l’orizzonte a nord, frammiste ad aree dove le sabbie ondulate creano prospettive affascinanti. In questo tratto colpiscono in modo particolare le peculiari formazioni del Uadi Bagar, che sembrano evocare una strana mandria di enormi animali: in inglese il luogo viene chiamato “Mud lions”, leoni d’argilla; si pone qui il primo campo di questa spettacolare traversata.

6°g.  5/12 Uadi Bagar – Eight Bells – Kamal el Din – Crateri di Clayton
Si passa a meridione del massiccio del Gilf Kebir toccando Eight Bells, “le otto campane”, per la presenza di una fila di colline; in quest’area durante il secondo conflitto mondiale gli inglesi avevano posizionato una base aerea. Oltre, si transita da Kamal el Din, il nome di un esploratore, arrivando all’area dei crateri di Clayton.

7°g.  6/12 Crateri di Clayton – Karkur Talh (Djebel Uweinat)
Si prosegue ora verso sud in direzione dei monti del Djebel Uweinat, la cui sommità è in territorio sudanese e le cui pendici scendono anche verso la Libia. Arrivati a Karkur Talh si resta affascinati e sorpresi alla vista di alberi di acacia e tracce di piccoli animali che qui riescono a sopravvivere grazie alle rarissime piogge che cadono sui vicini monti del Djebel Uweinat. Nell’area circostante si trovano molte testimonianze di insediamenti antichissimi con pitture e graffiti.

8°g. 7/12 Djebel Uweinat – Uadi Sura – Grotta di Foggini
Si cambia la direzione del percorso muovendosi ora verso nord arrivando al lembo sud occidentale del Gilf Kebir, dove si trovano antichissime tracce di presenza umana che risalgono a un periodo di minore aridità. Si entra tra le falesie del massiccio per esplorare il Uadi Sura, dove si trovano interessanti pitture rupestri. Proseguendo sempre lungo il bordo occidentale delle falesie si raggiunge poi l’area della grotta di Foggini, anche questo un luogo con stupende pitture preistoriche, dove si pone il campo di oggi.

9°g. 8/12 Foggini – Aqaba – Uadi Abdelmalek
Si accede al plateau del Gilf Kebir attraverso il passaggio sabbioso di Aqaba, posto un poco a sud di Foggini, attraversando la vasta solitudine di questo mitico luogo. Anche qui in un ambiente naturale di bellezza entusiasmante: le sabbie che si frangono sulle pareti del Gilf Kebir si insinuano nelle gole e cercano pian piano di scalare questa grande barriera naturale, che ne blocca il lento cammino verso sud. Proseguendo ora lungo il lembo settentrionale delle alture si individuano i passaggi tra sabbie e roccia che consentono di penetrare nel Uadi di Abdel el Malik, dove si trovano anche graffiti e pitture preistorici.

10°g. 9/12 Uadi Abdel el Malik – Uadi Gubba – Uadi Homra
L’entusiasmante esplorazione del Gilf Kebir prosegue tra i uadi nord occidentali, la parte più spettacolare in assoluto. Da Uadi Abdel el Malik si arriva a Uadi Gubba e quindi a Uadi Homra.

11°g.  10/12 Uadi Homra – Silica
Nella giornata di oggi inizia la grande traversata del Mare di Sabbia; obbiettivo di oggi è giungere nell’area di Silica, dove cadde un grande meteorite. Il tremendo impatto generò un calore elevatissimo che formò per fusione delle peculiari rocce verdi.

12°g.  11/12 Silica – Mare di Sabbia
Dopo l’interessante esplorazione di Silica di fronte a noi continua l’immensa vastità del Mare di Sabbia, con i lunghissimi cordoni dunari che corrono fortunatamente quasi sempre in direzione nord – sud, che consentono così di percorrere la regione abbastanza celermente senza un eccessivo numero di scalate delle dune, con sabbia spesso compatta su cui si viaggia relativamente  veloci.

13°g. 12/12 Mare di Sabbia
La traversata prosegue sempre in direzione nord; vi sono alcuni punti di riferimento, nati in buona parte dall’uso del GPS e che rendono un poco più semplice navigare in questo oceano di sabbia. I tramonti sono particolarmente spettacolari, salendo sui cordoni dunari più alti lo sguardo spazia all’infinito e si ha l’impressione di essere stati catapultati su di un altro pianeta

14°g. 13/12 Mare di Sabbia – Oasi di Siwa
Si completa oggi la traversata del Mare di Sabbia; nei pressi dell’oasi di Siwa tra le formazioni e dune di Bir Wahid si trovano fonti di acque termali nelle quali ci si potrà anche immergere! Si cercherà di arrivare nell’oasi non troppo tardi, e si utilizzerà il tempo disponibile per visitarla: lo scenario è idilliaco, con palmeti e colline erose dal vento dove sopravvivono piccole abitazioni costruite con mattoni di fango crudi, tra dune e specchi d’acqua salata su cui domina la fortezza di Shali. Qui si trovano anche i resti del tempio di Amon, famoso nell’antichità per il suo oracolo che fu consultato anche dal grande Alessandro. Ci si sistema presso il grazioso hotel Paradise.

15°g.  14/12 Oasi di Siwa – Giza (Cairo)
Da Siwa si segue ora una veloce strada asfaltata che porta a nord fino alla costa del Mediterraneo, che si segue poi verso est. Si sosta per una visita al mausoleo italiano di El Alamain e si prosegue fino alla capitale, dove si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata.

16°g.  Domenica 15 dicembre, volo di rientro
Ci si reca all’aeroporto del Cairo per l’imbarco.

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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.