Cina
La Via della Seta
Da Bishkek a Xian, una finestra sulla storia

Dunhuang, le dune

Kashgar, mercato

Gaochang

Turfan, la moschea

Pamir, il Muztagata









Sintesi del viaggio
Le carovane della Via della Seta seguivano percorsi che in Asia Centrale avevano diverse diramazioni con un punto chiave in comune: la decisione di quale rotta intraprendere da Kashgar per contornare il temutissimo deserto del Taklamakan, ossia se passare a nord o a sud di questa impenetrabile barriera. Infatti ad est del “Cancello di Giada”, che segnava la fine del deserto e l’ingresso in Cina, la via per la città imperiale di Xian era sicura e diretta.
Il viaggio parte da Bishkek in Kirghizistan e attraverso i monti del Tien Shan arriva a Kashgar; da qui si segue la via settentrionale, ovvero quella percorsa dal maggior numero di carovane del passato e lungo la quale si individua il maggior numero di siti storici. Per cogliere appieno la grandezza delle imprese dei nostri progenitori da Bishkek in Kirghizistan fino a Zhangye, una località cinese che era situata all’interno dei confini dell’impero cinese delimitati dalla Grande Muraglia, si effettua tutto il percorso via terra utilizzando il treno tra Turfan e Dunhuang. Si utilizza poi un volo tra Zhangye e Xian, nel tratto dove l’avventura della “Via” era oramai conclusa.
- Biškek
- Burana
- Kochkor
- Songköl
- Naryn
- Tash Rabat Caravanserai
- Passo Torugart
- Kashgar
- Karakul Lake
- Muztagata Mountain
- Kungur Tagh
- Aksu
- Grotte Kizil
- Kuqa
- Turpan
- Dunhuang
- Jiayuguan
- Zhangye
- Xi’an
- Luoyang
- Shaoling
Presentazione del viaggio
Il viaggio parte da Bishkek in Kirghizistan e attraverso i monti del Tien Shan arriva a Kashgar; da qui si segue la via settentrionale, ovvero quella percorsa dal maggior numero di carovane del passato e lungo la quale si individua il maggior numero di siti storici. Per cogliere appieno la grandezza delle imprese dei nostri progenitori da Bishkek in Kirghizistan fino a Zhangye, una località cinese che era situata all’interno dei confini dell’impero cinese delimitati dalla Grande Muraglia, si effettua tutto il percorso via terra utilizzando il treno tra Turfan e Dunhuang. Si utilizza poi un volo tra Zhangye e Xian, nel tratto dove l’avventura della “Via” era oramai conclusa.
In Kirghizistan si ammirano resti storici a Burana ed a Tash Rabat nei pressi del passo del Torugart; sicuramente gli aspetti più accattivanti della parte iniziale sono la bellezza del contesto naturale, con le diverse catene dei monti del Tien Shan che contornano laghi e pascoli punteggiati dalle yurte, e l’incontro con la grande ospitalità delle persone. Giunti nel Sinkiang in Cina si dedica una giornata per raggiungere la valle forse più bella del Pamir, dove il possente Muztagata si specchia sul lago Karakul, e, dopo avere goduto del mitico mercato di Kashgar, si prosegue lungo la via storica del Taklamakan settentrionale visitando tutti i siti del percorso con Kizil, Kumtura e Turfan. Giunti al “Cancello di Giada” e a Dunhuang, il punto di raccordo orientale dei percorsi storici, si continua per Jiayuguan e Zhangye. Arrivati a Xian si visitano con attenzione i siti della città e si arricchisce il percorso recandosi alle celebri grotte di Longmen nei pressi dell’antica città di Luoyang ed al sito di Shaolin.
Programma del viaggio
1°g. Martedì 29 agosto, volo per Bishkek
Per raggiungere Bishkek, capitale del Kirghizistan, vi sono diverse compagnie aeree tra cui Aeroflot, Pegasus e Turkish Airlines. Il volo utilizzato dall’accompagnatore, che fa da riferimento per i servizi del viaggio, è della Turkish Airlines che offre partenze possibili da diverse città italiane; da Milano Malpensa l’imbarco è alle 14.45 con arrivo a Istanbul alle 18.35. Si parte da qui per Bishkek alle 21.35. Amitaba può prenotare il volo preferito da ciascun viaggiatore; si tenga solo presente che se l’orario di arrivo a Bishkek richiedesse dei servizi aggiuntivi di trasferimento, accoglienza o altro questi verranno addebitati a parte – non sono comunque costi elevati.
2°g. 30/8 Bishkek – Burana – Kochkor
L’atterraggio è previsto alle 5.45 del mattino; è in attesa dei partecipanti la guida locale kirghisa. Superate le formalità di arrivo si effettua una visita in città: il Parco delle Querce, le piazze di Ala-Too e della Vittoria, la statua di Manas e il Teatro Filarmonico. Si parte quindi per Kochkor, che dista circa 240 km; si costeggiano i monti del Tien Shan e sul percorso si visitano le rovine dell’antica città dove si erge la torre di Burana, che risale al XII secolo. Giunti a Kochkor si alloggia in una casa locale, una sistemazione comoda e pulita; il luogo è rinomato per la lavorazione del feltro e se ne potrà vedere la produzione presso una delle famiglie del villaggio.
3°g. 31/8 Kochkor – Lago di Son-Kul (3016 mt) – Passo Moldu-Ashu (3346 mt) – Naryn
Ci si addentra tra i monti a sud ovest di Kochkor salendo al lago di Son Kul, che dista circa 120 km. Situato a 3016 mt questo stupendo e vasto lago, dove si vedono anche diversi animali selvaggi, è al centro di una regione utilizzata per la transumanza estiva; all’intorno si vedono le yurte, che sono l’abitazione utilizzata da tutti i kirghisi che passano i mesi caldi attorno al lago. Si avrà del tempo per passeggiare e gustare il luogo; per chi volesse è possibile fare un giro a cavallo. Si lascia la barriera di monti che cingono le alte pasture del bacino del Son-Kul attraverso il passo Moldu-Ashu (3346 mt) e si prosegue a sud est per Naryn, che dista circa 150 km dal lago, dove si alloggia presso l’hotel Khan Tengri.
4°g. 1/9 Naryn – Tash Rabat – Passo Torugart (3800 mt) – Ingresso in Cina – Kashgar
Si continua il viaggio verso la Cina arrivando con una breve deviazione a Tash Rabat (115 km), un caravanserraglio dell’XI secolo in pietra, restaurato, che fungeva da rifugio per i viaggiatori della Via della Seta. Si prosegue incontrando il lago di Chatter Kul ed arrivando al punto di frontiera kirghiso nei pressi del passo di Torugart (3800 mt) al confine con la Cina (185 km da Naryn); la strada è sempre ottima. Qui si viene raggiunti al confine dalla guida e dai mezzi cinesi che arrivano solo dopo che il punto di frontiera sottostante viene aperto al transito, solitamente nel primo pomeriggio. Si prosegue per Kashgar, incontrando diversi punti di controllo che richiedono un poco di tempo ed altrettanta pazienza; la città dista circa 170 km dal confine e la strada è buona ma si usa parecchio tempo per i vari controlli e si giunge così in serata. Si alloggia presso l’hotel Qinibagh.
5°g. 2/9 Kashgar, escursione al Muztagata
Si lascia presto Kashgar in direzione sud verso il Pakistan per raggiungere l’altopiano del Pamir arrivando fino al lago Karakul che dista 194 km, circa 4 ore di viaggio, molto comoda e ben progettata, ma lungo il percorso vi sono parecchi controlli di polizia che rallentano il viaggio e un tratto iniziale con un limite di velocità molto basso. Su questo lago cristallino si specchiano lo spettacolare Muztagata (7509 mt) e il Kongur Tagh (7649 mt) e tra le pasture si aggirano placidi i cammelli bactriani: è uno dei punti più spettacolari di tutto il Pamir. Si rientra a Kashgar in serata..
6°g. 3/9 Kashgar, mercato domenicale
Oggi è domenica e si tiene il grande mercato di Kashgar, forse il più interessante dell’Asia Centrale. Si avrà il tempo necessario per gustarselo e per passeggiare nella parte vecchia della città.
7°g. 4/9 Kashgar – Aksu – Kucha
Si inizia il tratto della Via della Seta che contorna il bordo settentrionale del temibile deserto del Taklamakan. La tappa di oggi percorre un lungo tratto verso est, reso facile dal fatto che si segue una comoda autostrada. Si lambisce il bordo meridionale dei monti del Tien Shan, che stupiscono per la policromia delle rocce. Dopo circa 470 km si transita da Aksu, centro principale di questa parte del Sinkiang ma privo di particolare interesse; si continua per Kucha, con altri 166 km di strada arrivando nel tardo pomeriggio. Si alloggia presso il Kuche Grand Hotel.
8°g. 5/9 Kucha, escursione a Kizil e Kumtura
Si dedica la mattina alla visita del sito di Kizil, situato circa 75 km a nord est della città; il percorso attraversa impressionanti monti formati dall’innalzamento quasi verticale delle stratificazioni, di colore prevalentemente rosso. A Kizil si trova un grande numero di templi rupestri buddisti posizionati sulle falesie a nord del fiume Muzat. I più antichi risalgono al IV secolo, quando questa religione raggiunse la regione; gli affreschi rivelano una mescolanza di influenze kashmire, indiane, partiche sassanidi e della più antica civiltà ellenistica di Gandhara, testimonianza dell’influenza indoeuropea in Asia centrale. E’ molto spettacolare la passeggiata che porta fino in fondo al canyon che divide in due il sito stesso, dove dalle falesie verticali occhieggiano diversi siti rupestri. Dopo la visita si pranza e si torna a Kucha; da qui si raggiunge verso est (circa 25 km) il sito di Kumtura, affacciato anch’esso al fiume Muzat in una posizione stupenda, conosciuto come “Le mille grotte del Buddha”, che colpisce per la bellezza di alcuni affreschi e per l’architettura dei templi che in diversi punti erano connessi gli uni agli altri da passaggi scavati nella morbida roccia. Rientrati a Kucha si completa la giornata passeggiando nel vecchio quartiere uiguro, con le tipiche vecchie case ad un solo piano, dove si resterà piacevolmente sorpresi anche dalla cordialità delle persone.
9°g. 6/9 Kucha – Lago Bosten – Turfan
Si prosegue per la lontana Turpan (674 km), un viaggio che impegna per più di 8 ore. A circa metà del percorso nei pressi di Yanqi tempo permettendo – a volte i controlli di polizia sul percorso richiedono parecchio tempo – con una breve deviazione si visita il lago di Bosten. Superata la catena di monti che separano il vasto bacino del Tarim ed il deserto Taklamakan dalla depressione di Turfan, un territorio selvaggio con bellissimi panorami, si arriva a destinazione in serata, si alloggia presso l’hotel Turpan Huozhou.
10°g. 7/9 Turfan: escursione a Bezeklik, Toyuk, Gao Chang e lago Ajdingcol
Nei dintorni di Turfan vi sono diversi siti molto interessanti; si inizia recandosi tra le “Montagne Fiammeggianti” alle grotte buddiste di Bezeklik, affrescate durante il regno di Goa Chang; fu qui che il mitico esploratore Van Lecoq rivenne meravigliosi dipinti che rappresentano il più alto livello dell’arte manichea. Tornati nella vallata di Turfan si prosegue per un tratto verso est arrivando all’imbocco della valle di Touyk, dove si passeggia in un interessante, tipico villaggio ai piedi di montagne policrome; si pranza qui in una casa privata. Si prosegue visitano le rovine dell’antica capitale di Gao Chang, che, come Jiahoe, fu distrutta dai mongoli e non più ricostruita. Il sito è molto grande e il luogo caldissimo, ma fortunatamente lo si gira con l’ausilio di veicoli elettrici, potendo godere della belle zza del luogo senza troppa fatica. Rientrati in città si visitano la moschea e il minareto di Emin, alto 40 metri, un’opera che è divenuta il simbolo di Turfan. Si completa la giornata recandosi con le luci della sera al lago di Ajdingcol, che è il punto più basso della depressione di Turfan (-154 mt): l’area coperta d’acqua non è molto grande perché l’afflusso idrico della grande vallata viene utilizzato per l’agricoltura e in ogni caso il fattore di evaporazione qui è elevatissimo.
11°g. 8/9 Turfan – Jiahoe – Dunhuang
Ci si reca alle rovine di Jiahoe, nei pressi di Turfan: queste impressionanti ed estesissime rovine, oggi parte del Patrimonio Unesco, contornano i bordi di un colle che si erge tra due corsi d’acqua. Grazie a questa posizione strategica la città non aveva mura di cinta perché protetta dai ripidi versanti su entrambi i lati. All’ingresso si viene accolti da un centro visitatori faraonico ma interessante. Ci si reca quindi in stazione dove alle 12.16 si parte col treno veloce in direzione est per Dunhuang. Si arriva intorno alle 16.00 ed in stazione si trovano in attesa la nuova guida locale ed il nuovo autista; si prosegue in pulmino per Dunhuang, che dista circa 130 km a sud, circa due ore di viaggio. Si alloggia presso l’hotel Dunhuang. Per chi fosse interessato alla sera si può assistere ad uno spettacolo teatrale che rievoca i tempi della Via della Seta, ben eseguito ed interessante, con una semplice e tipica trama.
12°g. 9/9 Dunhuang
L’oasi di Dunhuang, situata all’estremo occidentale del corridoio del Gansu, fu lo storico punto di collegamento tra i periferici territori occidentali della Cina e le antiche capitali di Xian e Luoyang. Si iniziano le visite dalle Grotte di Mogao, Patrimonio dell’Unesco, dove si trovano 2000 sculture dipinte e 45000 metri quadrati di pareti affrescate che coprono un periodo artistico di 1000 anni, dal 386 d. C. fino alla dinastia mongola degli Yuan; fu qui che venne trovata la famosa libreria costituita per il 90% da manoscritti buddisti, spesso bilingue, dove è stato rinvenuto anche il testo stampato più antico del mondo (868 d. C.). La visita richiede l’intera mattina; si inizia dal centro visitatori, anche qui di concezione faraonica ma ben inserito nel cotesto, dove si inizia vedendo due filmati sulla storia e punti artistici principali, quest’ultimo in una sala video a cupola che funge da schermo a 360°. Si rientra alla vicina Dunhuang per il pranzo quindi ci si reca allo storico ‘Cancello di Giada’ al passo di Yangguan, punto d’ingresso in Cina per le antiche carovane e punto di dogana e controllo dell’impero cinese, situato circa 70 km a sud ovest. Del forte originario resta oggi solo la torretta di avvistamento sulla cima del colle: la si raggiunge con un piccolo bus elettrico per ammirare i panorami sul deserto e vedere il punto dove sorgeva l’antica fortificazione; alla base vi è oggi un edificio di recente costruzione con un museo, eseguito in modo che dicono essere simile a quello del nobile predecessore. Si rientra a Dunhuang dove ci si reca ai margini della cittadina per ammirare le gigantesche dune di sabbia (sono alte più di 200 metri) ed il piccolo “lago della luna” ai loro piedi; è un punto dove vi è un’affluenza straordinaria di turisti cinesi, uno spettacolo nello spettaco0lo, formano lunghissime colonne di dromedari che risalgono i bordi della dune calzando ghette colorate per evitare di avere la sabbia nelle scarpe, mentre i connazionali più abbienti decollano coi deltaplani o l’elicottero per ammirare il tutto dall’alto… Per chi se la sente, è possibile salire le dune; per facilitare la cosa è stata predisposta un scalinata sopra la ripida sabbia – il panorama del deserto dall’alto fa dimenticare l’allegra carnevalata della folla di persone.
13°g. 10/9 Dunhuang – Jiayuguan
Jaiyuguan dista 370 km, un viaggio di circa 4/5 ore. In questo storico punto di passaggio del Gansu con le montagne innevate della catena del Quillian a sud, che giungono fino a 5800 mt di quota e segnano i confini naturali dei territori abitati dai tibetani, e le “Montagne nere” a nord, che delimitano i lembi meridionali dei vasti spazi dei mongoli, si trova un grande forte, ora ricostruito come l’originale, che è il punto dove termina la Grande Muraglia, e venne costruito nel 1372 dai Ming per sigillare il confine orientale del’impero. Dopo il pranzo si iniziano le visite dal sito funerario di Wei-Jin, dove si vede una tomba del terzo secolo perfettamente conservata; quindi il forte e per finire si sale sui contrafforti settentrionali della Grande Muraglia, che in questo punto sono stati restaurati. Si alloggia presso l’hotel Jiayuguan.
14°g. 11/9 Jiayuguan – Zhangye – Xian
Proseguendo ancora per un tratto lungo il percorso delle antiche carovane, che oltre Jiayuguan erano ormai giunte all’interno dell’impero cinese, si arriva al Parco Geologico di Danxia (225 km, circa 3 ore), un’area delle pendici settentrionali dei monti Quillian famoso per la cromaticità delle rocce; la visita è strutturata in modo preciso dall’organizzazione del Parco, con brevi percorsi a piedi che consentono un’ottima visione delle aree più belle. Si pranza qui e si prosegue per Zhangye (circa 50 km) da dove ci si reca in aeroporto: il volo della Tianjiin Air per Xian, che fa scalo a Lhanzou, parte alle 16.30 (orario da confermare). All’arrivo è in attesa la guida locale; si alloggia presso l’hotel Westin o simile.
15°g. 12/9 Xian
Si inizia quest’interessante giornata recandosi fuori città al sito funerario del primo imperatore, per ammirare l’esercito di terracotta; si pranza in loco. Ci si reca quindi alla Pagoda dell’Oca Selvaggia, edificata nel 652, ,e tornati in centro città, ci si immerge nel vivacissimo quartiere musulmano, alle spalle della Torre del Tamburo, visitando anche l’interessante Grande Moschea, il cui attuale edificio fu realizzato circa 600 anni fa in epoca Ming.
16°g. 13/9 Xian – Luoyang ed escursione a Shaolin
Si prende il treno veloce in direzione est per Luoyang alle 7.35; l’arrivo è previsto alle 9.08. Dalla stazione si parte in direzione sud est per Shaolin. Dopo circa un’ora si arriva al tempio buddista di Baima (il “Tempio del cavallo bianco”) che secondo la tradizione fu il primo della Cina, edificato nel 68 d.C.; dei tempi antichi resta la tomba di uno dei monaci che giunsero qui, il sito attuale è stato rifatto negli anni ’80 con un lavoro molto ben eseguito ed il luogo, dove risiedono diversi monaci, è impreziosito da una bella atmosfera spirituale. Si prosegue per Shaolin dove si arriva per il pranzo. Questo tempio è giunto a grande notorietà come punto d’origine delle arti marziali cinesi; oggi ospita un collegio di arti marziali con migliaia di studenti, ed è impressionante vederli impegnati in grandi gruppi con le arti di combattimento – ogni cosa in Cina viene eseguita con dimensioni a noi non abituali! L’area è molto interessante da esplorare, il complesso è situato in un’amena vallata tra monti boschivi e nel tempio, ottimamente curato, il padiglione alto è antico; proseguendo oltre il tempio vi è il mausoleo dei maestri di Shaolin e nel pomeriggio verso l’ingresso viene tenuta una dimostrazione di arti marziali. Completate le visite si rientra in città dove si cena in un ristorante locale e si alloggia presso l’hotel Peony Plaza.
17°g. 14/9 Luoyang (Longmen) – Xian
Ci si reca al sito rupestre di Longmen, situato ai bordi della città, considerato tra i più importanti e belli in assoluto della Cina e parte del Patrimonio Mondiale Unesco: sulle falesie ai bordi del fiume Yi a partire dal V secolo furono realizzate un gran numero di grotte e nicchie; i diversi stili si confrontano molto bene nelle tre grandi grotte che si ammirano all’inizio della visita e il complesso di Vairochana, di epoca Tang, è tra le realizzazioni di arte rupestre più significative al mondo. Si pranza qui e nel pomeriggio si prende il treno veloce delle 15.00 per Xian, dove si arriva alle 17.00 (orari da confermare). Si alloggia nel medesimo hotel.
18°g. 15/9 Xian e volo di rientro
Dopo colazione ci si reca in aeroporto per l’imbarco sul volo di rientro.
19°g. Sabato 16 settembre, arrivo a destinazione
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