Bhutan Trek
Spedizione a Lunana
Il sentiero dei “pupazzi di neve”









Sintesi del viaggio
Lunana è una regione che si trova nella parte settentrionale del Bhutan. Rivela un meraviglioso e incontaminato ambiente naturale con pochi isolatissimi villaggi di pastori che vivono grazie a quanto possono ricavare dagli yak e molte aree assolutamente disabitate. Gli scenari di questo percorso, rarissimamente frequentato da visitatori, sono tra quanto di più bello offra l’Himalaia.
Il percorso a piedi inizia risalendo la valle di Punakha nel Bhutan occidentale arrivando allo Dzong di Gasa e proseguendo attraverso profonde gole verso nord fino al remoto villaggio di Laya (3700 mt), dove un piccola etnia di origine tibetana vive a ridosso delle altissime montagne glaciali che formano il grande arco che separa a nord queste valli dal Tibet. Si sosta qui un giorno per favorire la necessaria acclimatazione.
Presentazione del viaggio
Il percorso a piedi inizia risalendo la valle di Punakha nel Bhutan occidentale arrivando allo Dzong di Gasa e proseguendo attraverso profonde gole verso nord fino al remoto villaggio di Laya (3700 mt), dove un piccola etnia di origine tibetana vive a ridosso delle altissime montagne glaciali che formano il grande arco che separa a nord queste valli dal Tibet. Si sosta qui un giorno per favorire la necessaria acclimatazione. Si prosegue quindi verso est in una regione scarsamente popolata dai pastori di yak seguendo per sei giorni l’arco della colossale barriera dei monti settentrionali. Si valicano tre alti passi arrivando a Thanza (4070 mt), il villaggio principale di Lunana. Qui ci si reca con un’escursione verso nord al lago di Raphstreng, vera gemma di questi monti. Da Thanza ci sono due vie possibili per rientrare; abbiamo scelto il percorso che prosegue verso sud est perché offre i panorami più belli con lunghi tratti tra altissime creste a ridosso delle più alte vette del Bhutan, ed arriva verso la valle di Jakar, il centro principale del Bumthang nel Bhutan centrale. L’altra opzione era il sentiero meridionale che richiede solo un giorno in meno e procede per buona parte immerso nelle foreste. Da Thanza al Bumthang si cammina per sette giorni valicando alcuni passi oltre i 5000 metri di quota in una regione selvaggia e disabitata, facendo anche un campo dopo i primi 5 giorni alle fonti termali di Dur.
Per motivi di prudenza organizzativa sono stati calcolati due giorni di riserva, nel caso si venisse bloccati a causa del brutto tempo. Se tutto procede come dovuto si utilizzeranno queste due giornate per visitare Jakar ed esplorare la valle di Tang.
Il viaggio prevede anche l’incontro con tre momenti di grande interesse del folclore bhutanese: la giornata d’apertura del grande Cham che si svolge a Timphu, la capitale, l’esposizione del Thongdrol, una tanka gigantesca, nello Dzong di Wangdi Phodrang, e il Cham di Gasa (2700 mt), dove si sosta per un giorno. In questa parte iniziale si viaggia con anche altre persone che poi da Gasa rientrano verso Punakha, seguendo il programma “I grandi Cham del Bhutan”.
UN COMMENTO SULLA VIA DI LUNANA, IL “SENTIERO DEI PUPAZZI DI NEVE”
La traversata della remotissima regione di Lunana ha la fama di essere uno dei percorsi di trekking più difficili di tutta la catena himalaiana: è stato battezzato “The snowman trek”, il “sentiero dei pupazzi di neve”, perché se arrivano delle nevicate pesanti sui passi, in special modo nelle regioni a sud e sud est di Thanza, sentirsi trasformati in pupazzi di neve è piuttosto naturale, vista la fatica che si deve fare per guadagnare la via di casa attraverso le immacolate montagne bianche! Senza nulla togliere all’aura di inespugnabilità della regione, l’accompagnatore di questo viaggio ha una lunga esperienza di trekking in Bhutan e può riferire che gran parte dei problemi riscontrati dalle molte spedizioni fallite è data in primo luogo dal fatto del ‘nome’: infatti proprio perché è una meta difficile, molti di coloro che ci hanno provato avevano il denaro sufficiente ma non la saggezza e la preparazione necessari. La scopo principale era di poter poi raccontare l’avventura! Un altro aspetto è la qualità dello staff: se cade della neve sui passi la maggior parte delle guide dirà che gli yak non possono passare ecc. In realtà prima di fermare un carovana di yak, che sono le montature utilizzate per i carichi oltre il villaggio di Laya, non basta una normale nevicata; il problema del fermarsi e desistere è quindi spesso dovuto al fatto che guide e pastori non vogliono fare una fatica eccessiva … tanto i denari ormai li hanno presi! Consapevoli di questi fattori abbiamo elevate probabilità di successo avendo a disposizione dei collaboratori tenaci e si desisterà solo in caso di nevicate estreme, sufficientemente abbondanti da bloccare oggettivamente l’avanzamento degli yak; chi partecipa deve essere quindi determinato e condividere questo fermo obbiettivo.
PARTECIPARE ALLA SPEDIZIONE
Per partecipare bisogna essere persone preparate, con esperienza di trekking e delle condizioni di vita in alta montagna; è indispensabile riuscire ad essere a proprio agio in situazioni di fatica prolungata in condizioni climatiche avverse e senza possibilità di supporto esterno. Il viaggio è anche costoso perché, a parte gli oneri organizzativi, si trascorrono 26 giorni in Bhutan dovendo quindi versare una cifra elevata per le tasse di ingresso e soggiorno.
Tutto questo è detto non per scoraggiare, ma perché sia chiaro che una spedizione a Lunana è un’esperienza eccezionale, condivisibile da poche persone. Le data prescelta è, secondo i dati storici, la migliore possibile dell’anno; quindi se la fortuna assiste si potranno trovare buone condizioni metereologiche, tali da rendere questo trekking, dopo la dovuta premessa fatta sopra, assolutamente meraviglioso.
L’attrezzatura richiesta è solo quella personale e il proprio sacco a pelo; il materiale per i campi e la logistica sono forniti dall’organizzazione. Durante il cammino ognuno deve trasportare solo quanto necessario per sé stesso per la giornata. Per la scelta del proprio materiale si calcoli la possibilità sia di pioggia che di neve per periodi prolungati e temperature minime teoriche di –20°c e massime di +25°c nelle foreste all’inizio del cammino.
Programma del viaggio
NB: I tempi di tappa sono approssimativi e variano in funzione delle condizioni; le altitudini sono indicative.
1°g. Martedì 22 settembre, partenza per Katmandu
2°g. 25/9 Arrivo a Katmandu
Arrivo a Katmandu; accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento all’Hotel Vajra. Immerso in un bel giardino ad un quarto d’ora di cammino dal centro della città e dallo Stupa di Swayambhu, l’hotel è costruito nello stile tradizionale newari con decorazioni in legno eseguite dall’artista Utam Raj di Patan ed è dotato di piacevoli spazi comuni.
3°g. 24/9 Katmandu: Bhaktapur, Patan e Durbar
Le visite previste oggi vengono eseguite con una guida nepalese che parla lingua italiana. Si inizia dalla città di Bhaktapur, il cui nome significa “città dei devoti”; delle tre antiche capitali della valle di Katmandu è quella preservata meglio. Qui è più facile rivivere l’atmosfera che permeava la vita della gente prima del recente avvento della ‘civiltà’ moderna. Oltre al piacere di curiosare, questa città-villaggio offre esempi stupendi di architettura newari, tra cui la Nyatapola Mandir, una pagoda a cinque livelli, e le tre piazze di Durbar, Tumadhi e Dattatraya. Ci si reca quindi a Patan, la più antica delle tre capitali, dove la piazzetta centrale è un gioiello dell’architettura newari; tra i vari templi della zona circostante i più importanti sono il Tempio d’Oro ed il Kumbeshwor. Si completano le visite recandosi al centro storico di Katmandu: Durbar Square e dintorni, con i magnifici templi, l’antico palazzo reale e la Galleria Nazionale d’arte; ci si reca anche a Indra Chowk, il grande mercato con tantissimi negozi circostanti.
4°g. 25/9 Katmandu – Paro
Il volo per Paro parte al mattino; l’orario esatto viene confermato a Katmandu. Dall’aereo si gode la vista della parte più spettacolare dell’arco himalaiano: si ammirano l’Everest e il Makalu, e, ormai a destinazione, il Kanchendzonga ed il Chomolhari. Giunti in Bhutan ci si accomoda in hotel a Paro e si iniziano le visite, recandosi allo Dzong ed a Ta Dzong, dove è collocato un interessante museo.
5°g. 26/9 Paro – Thimpu
Ci si reca a visitare una scuola monastica sui monti della valle, da dove si gode una bella visuale su Paro. Tornati, si prosegue recandosi ad un tempio da cui ci reca a piedi in una ventina di minuti ad un piccolo eremo, che la tradizione locale tramanda essere stato utilizzato da Guru Padmasambhava. Dopo pranzo si parte per Thimpu, la capitale, un percorso di 65 chilometri che richiede circa 2 ore: la velocità qui è sempre moderata per via delle curve ed il limite ufficiale è comunque di 40 km/h; si ha così modo di gustare gli stupendi panorami. A Thimpu si alloggia in un hotel nel centro, ben posizionato anche per curiosare tra i negozietti. Si completa la giornata con la visita dell’antico tempio di Changangkha Lhakhang, vero gioiello dove spesso è possibile assistere alle cerimonie dei monaci.
6°g. 27/9 Thimpu – Wangdi
Oggi si svolge il Thimpu Drupchen; si segue la manifestazione per tutta la mattina. Dopo il pranzo si parte per Wangdue (70 km, circa 3 ore di viaggio), valicando il passo di Dochu, di 3166 metri, dove in una foresta lussureggiante con una stupenda visuale dell’arco himalaiano si trovano migliaia di bandiere di preghiera colorate che circondano 108 Chorten (reliquiari); qui si trovano anche tanti piccoli tsa tsa contenenti le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. La discesa tra scenari grandiosi porta a Wangdue (1250 mt), dove ci si sistema in un comodo hotel.
7°g. 28/9 Wangdi – Punakha – Gasa
La giornata inizia prestissimo: l’esposizione del Thongdrol allo Dzong viene eseguita prima del sorgere del sole. Questa grande tanka è molto importante, il nome significa “liberazione con lo sguardo”, ed i bhutanesi sentono che osservando questo grande dipinto con la corretta motivazione pongono nella mente i semi che li porteranno ad ottenere sicuramente la liberazione dal ciclo della rinascita condizionata. Dopo che il dipinto è stato issato viene eseguita una colorata cerimonia religiosa e le persone si accalcano per toccare il Thongdrol ricevendo con questo gesto la benedizione e la salvaguardia da parte dei grandi maestri spirituali. In mattinata si parte poi per Punakha, circa 20 chilometri più a nord lungo la stessa valle, il cui Dzong è il più bello e storicamente importante del paese, meravigliosa sede invernale del Je Khempo, l’Abate del Bhutan. Dopo pranzo si prosegue sempre verso nord, risalendo le acque cristalline di un possente fiume, tra foreste rigogliose, fino al termine della strada, che per un lungo tratto è sterrata; a breve distanza vi sono delle acque termali: chi lo desidera può recarvisi a fare un bagno. Da qui si prosegue a piedi lungo il sentiero che porta allo Dzong di Gasa, a 2700 mt di quota, dove ci si sistema in campo.
8°g. 29/9 Gasa
Oggi si svolgono le celebrazioni dell’ultimo giorno dello Tsechu, con i riti e le danze più coreografici. A contorno di questo evento la situazione è molto più ‘paesana’ che non a Thimpu od anche a Wangdue, molte persone colgono l’occasione della festa per fare anche delle sane bevute e non di rado si vedono capannelli di uomini che masticano il betel e giocano a dadi, in un insieme rilassato e tranquillamente gioioso. Si incontrano molti gruppi di Layapa, giunti fin qui per la ricorrenza dalle loro remote valli, le cui donne portano il caratteristico copricapo di legno conico.
9°g. 30/9 Gasa – Koena (3200 mt)
Da Gasa ci si immerge nelle profonde foreste che coprono i ripidi versanti del fiume, salendo ad un colle posto a circa 3700 mt, da cui attraverso vari saliscendi nella foresta si arriva a Koena, uno dei posti meno interessanti per un campo, ma di fatto l’unica sosta fattibile. Qui si trova anche una casa, dove è spesso preferibile accomodarsi se il terreno è fangoso. Il percorso è di circa 6 ore.
10°g. 1/10 Koena – Laya (3700 mt)
Si prosegue il cammino nella foresta, da cui si emerge dopo circa 7 ore arrivando al bel villaggio di Laya, dove vive l’omonima etnia di origine tibetana, un popolo costituito da poco più di 1000 abitanti.
11°g. 2/10 Laya
Giornata di acclimatazione. Si avrà l’opportunità di visitare l’interessante villaggio e di fare brevi escursioni sui monti a nord del villaggio.
12°g. 3/10 Laya – Rodofu (4130 mt)
Si torna per un tratto lungo il sentiero utilizzato per salire a Laya imboccando poi una valle che conduce verso est a Rodofu; tappa di circa 7 ore.
13°g. 4/10 Rodofu – passo di Tsimo (4760 mt) – Narithang (4500 mt)
Tappa di circa 7 ore.
14°g. 5/10 Narithang – passo di Karchung (5120 mt) – Tarina (4020 mt)
Tappa di circa 7 ore.
15°g. 6/10 Tarina – Woche (3900 mt)
Tappa di circa 7 ore.
16°g. 7/10 Woche – passo di Keche (4550 mt) – Lhedi (3900)
Tappa di circa 7 ore.
17°g. 8/10 Lhedi – Thanza (4070 mt)
Tappa di circa 6 ore.
18°g. 9/10 Thanza
Escursione al lago di Raphstreng (4500 mt).
19°g. 10/10 Thanza – Tsorim (5035 mt)
Tappa di circa 6 ore.
20°g. 11/10 Tsorim – passo di Gofu (oltre i 5000 mt) – Zanam (4900 mt)
Tappa di circa 6 ore.
21°g. 12/10 Zanam – Phodang (4652 mt)
Tappa di circa 6 ore.
22°g. 13/10 Phodang – passo di c.a. 5000 mt – Uretang (4455 mt)
Tappa di circa 5 ore.
23°g. 14/10 Uretang – Dur Tsachhu (3590 mt)
Tappa di circa 4 ore; a Dur si pone il campo nei pressi delle fonti d’acqua termali.
24°g. 15/10 Dur Tsachhu – passo di Gokthong (4327 mt) – passo di Juli (4700 mt) – Tsochechen (3920)
Tappa di circa 7 ore; tra i due passi c’è circa di un’ora e mezzo di cammino.
25°g. 16/10 Tsochechen – Minchugang (4212 mt) – Jakar (2580 mt)
Tappa di circa 8 ore; a Minchugang è in attesa una vettura con cui si raggiunge Jakar, dove ci si sistema in un semplice hotel.
26°g. 17/10 Giornata di riserva (Jakar – Ugyen Choeling)
Se non ci sono stati ritardi nel percorso oggi si visitano alcuni dei siti della valle di Jakar (Kurjey, Jambay e Tamshing); nel pomeriggio ci si sposta nella valle di Tang al maniero di Ugyen Choeling (2870 mt) , un luogo molto suggestivo dove alloggiare.
27°g. 18/10 Giornata di riserva (Ugyen Choeling: escursione a Thowadra)
Escursione all’eremo di Thowadra (3400 mt), uno dei luoghi sacri più antichi del Bhutan, dove si ritirò in meditazione il grande Guru Padmasambhava; il percorso in andata è di circa 4 ore e di meno di tre il ritorno.
28°g. 19/10 Ugyen Choling – Gangte
Sul percorso di visita lo Dzong di Trongsa e ci si ferma a Chendebji Chorten; oltre il passo del Pele una deviazione porta alla valle di Gangte, dove si trova un bel villaggio con un monastero di scuola Nyingmapa.
29°g. 20/10 Gangte – Paro
Si transita da Wangdue ed oltre il passo del Dochu si arriva a Paro.
30°g. 21/10 Paro – Katmandu
Il volo per Katmandu parte al mattino e arriva a destinazione in meno di un’ora; si viene ricevuti dal corrispondente nepalese di Amitaba, trasferimento in hotel e giornata a disposizione.
31°g. Giovedì 22 ottobre, Katmandu e volo di rientro
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Lunana, Loju La
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.