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Bhutan


Gasa, Paro e Dzongdraka

Tradizioni del Paese del Drago


Kuengarupten

Dzongdraka

Taktshang

Monachelli bhutanesi

Cham di Paro

PARTENZA
25/3/2023
RITORNO
8/4/2023
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
15 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio percorre luoghi e valli del Bhutan arrivando in tutti i siti principali della parte occidentale del Paese, e vengono inclusi molti luoghi meno conosciuti, importanti per la cultura bhutanese. Si svolge in un momento molto fortunato dell’anno, perché consente di partecipare a tre affascinanti festival (Cham), ognuno con caratteristiche molto diverse, avendo così l’opportunità di avvicinare nel modo più bello il mondo di Druk Yul, il Paese del Drago. Si raggiunge il Bhutan via Katmandu, dove si sosta per una notte all’arrivo, ottima opportunità per passare una serata a Bodnath.

  • Katmandu
  • Bodnath
  • Paro
  • Thimphu
  • Punakha
  • Gasa
  • Punakha
  • Thimphu
  • Paro
  • Monastero di Taktsang
  • Katmandu

 Presentazione del viaggio


I tre Cham si svolgono a GasaParo (dove si tiene l’evento folcloristico più famoso del Paese) ed al villaggio di Dzongdraka. Il primo, lo Tsechu di Gasa, si svolge nel cuore dell’Himalaia a nord di Punakha, dove una strada di recente costruzione consente di raggiungere coi mezzi questo remoto Dzong. Per la ricorrenza confluisce qui molta gente dell’etnia Laya che proviene dalle vallate settentrionali a ridosso del Tibet, agghindata con i particolari costumi tradizionali. Ci si ferma due notti per seguire i momenti salienti dell’evento, che è particolarmente suggestivo ed ancora poco frequentato dal turismo. Il menù non è ‘fisso’; ma solitamente viene svolta una coloratissima processione dal tempio posto più in alto sul monte fino alla fortezza (dzong), dove viene anche esposta una gigantesca tanka che raffigura lo Shabdrung, fondatore di Druk Yul. La località è di per sé splendida, tra monti pristini, e le persone presenti molto disponibili ed interessanti da incontrare. A Paro, la cui fama non richiede introduzioni, si sarà presenti per le fasi più importanti del grande festival, con la processione notturna per il Thongdrol e le danze più spettacolari. L’ultimo di questi incontri col folclore bhutanese è a Dzongdraka, dove tra il piccolo villaggio ed un eremo adagiato in modo spettacolare sulle falesie si svolge un evento fuori dal calendario ufficiale, molto ben svolto ma nel contesto di una partecipazione fortemente rurale, che regala un’atmosfera più vicina a quella di una grande festa in famiglia che alla eleganza più formale di Paro.

I dettagli del tour e i luoghi che si visitano, che spaziano dagli Dzong principali della regione a remoti villaggi e templi immersi nell’incantevole natura himalaiana, sono tutti indicati nella descrizione del Programma. Per degli approfondimenti può essere utile visitare le sezioni del sito dedicate al Nepal e al Bhutan; in quest’ultima vie è una parte specificamente dedicata ai Cham bhutanesi.

NOTA TECNICA

Tra fine marzo ed inizio aprile in Bhutan e nella valle di Katmandu il clima è secco e le piogge sono rare. S’incontrano le temperature più basse a Gasa, situata a 2700 mt, con massime di circa 19 gradi e minime notturne che possono arrivare anche a 3 gradi, mentre a Paro e Thimpu le minime notturne possono arrivare a 7 gradi; la massima stagionale prevista è a Punakha con 25. Per gli spostamenti si utilizzano comodi pulmini. Gli alberghi sono puliti, le stanze sono dotate di bagno, lenzuola ed acqua calda. Solo a Gasa in Bhutan, una località raggiunta dalla strada solo in tempi recenti e non molto frequentata dal turismo, la sistemazione è spartana, in una semplice locanda dove i servizi possono essere in comune. In Bhutan il cibo è valido, tra l’indiano e l’internazionale con anche qualche pietanza locale e cinese; tutti gli amici italiani che hanno viaggiato in Bhutan con noi non hanno perso un etto… .

UN CENNO SUI CHAM (FESTIVAL) DEL BHUTAN

I Cham sono celebrazioni che coinvolgono tutta la popolazione del luogo dove vengono tenuti, sono composti da uno straordinario insieme di musiche sacre, danze in costume con maschere rituali, riti religiosi ed esorcistici, eseguite da monaci, ed anche da laici nei Cham minori. Il tutto immerso in un attento ma allegro e rilassato assiepamento di persone, che esibiscono i migliori abiti tradizionali e godono di un atteso momento di gioiosa convivialità. Parteciparvi offre al visitatore che desidera accedere al cuore della realtà bhutanese un modo intelligente per avvicinarne lo scenario intimo legato alla spiritualità, alle tradizioni ed alla storia. Nel Cham il confine percettivo imposto dalla mente razionale scompare ed il fondersi di spirito, emozioni e pensiero genera le dimensioni di mondi sottili che nella cultura europea verrebbero relegati in una definizione di immaginario, ma che in Bhutan sono il vero perno di una profonda realtà percettiva. Ogni Cham ha caratteristiche diverse sia per il contenuto religioso delle rappresentazioni che per l’intreccio delle trame, che hanno spesso un riferimento agli eventi storici specifici del luogo in cui si svolge ed ai diversi personaggi e maestri spirituali a cui ci si riferisce. È quindi un po’ limitativo definire il Cham “festival”, perché quello che avviene è un insieme di funzioni religiose, trame teatrali mitiche ed evocazioni vicine allo spiritismo immerse in un contorno di folclore intenso.

 Programma del viaggio


1°g.  Sabato 25 marzo, partenza per il Nepal
Non ci sono collegamenti diretti dall’Italia per Katmandu ed alcuni viaggiatori scelgono di transitare da Delhi in India; vi è un’ampia scelta di compagnie aeree e Amitaba può prenotare quella di maggior gradimento. La maggior parte dei voli prevede di viaggiare la notte arrivando nella giornata successiva.

2°g.  26/3 Arrivo a Katmandu  
Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento all’hotel Manaslu (hotelmanaslu.com), dove è in attesa dei partecipanti la guida del viaggio, Teresa Bianca. Dopo un poco di relax ci si si reca allo Stupa di Bodnath, nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri, dove si cena in un panoramico ristorantino.

3°g.  27/3 Katmandu – Paro
Il volo della Druk Air per Paro parte alle 9.10 con arrivo alle 10.30; è molto spettacolare: si ha una visione dell’arco himalaiano, dall’Everest ed il Makalu fino al Kanchendzonga ed al Chomolhari. All’arrivo è in attesa dei partecipanti la guida bhutanese che parla la lingua inglese. Paro, l’unico punto d’ingresso aeroportuale del Bhutan, è un bel villaggio che ha conservato le proprie caratteristiche tradizionali. S’inizia l’esplorazione di questo stupendo Paese visitando il Dungtse Chorten, costruito dal mitico Tamgtok Gyalpo, che all’interno rivela una potente atmosfera mistica e stupendi affreschi. Dopo pranzo ci si reca a Yoeto Gompa, un antico tempio sui monti di rimpetto a Dzongdraka dove si posano gli ultimi raggi del sole. Qui vivono alcuni giovani monaci e con una breve passeggiata (20 min.) si raggiunge l’eremo di Drakarpo, uno dei mitici siti di ritiro di Guru Rimpoce, attorniato da una serena comunità di anziani meditatori. Si alloggia presso l’hotel Rema Resort o simile.

4°g.  28/3 Paro, escursione a Taktshang
A nord di Paro si trova il monastero di Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo più celebre del Bhutan, sospeso tra le rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto), con una modica spesa chi vuole può noleggiare un cavallo; sul percorso si giunge ad un rifugetto da cui si gode una vista stupenda, il punto dove volendo si possono fermare i meno allenati e dove solitamente si consuma il pranzo. Per questa escursione si consiglia di portare con sé dei vestiti caldi, giacca antivento e scarpe adatte a camminare su sentiero. Tornati a valle ci si reca al villaggio ed al forte di Drukyel e quindi a Kyuchu Lhakhang, uno dei templi più antichi del Bhutan, la cui fondazione è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.), che contiene alcune preziosissime statue di Cenresi ed è uno dei 108 templi geomantici del Tibet.

5°g. 29/3 Paro – Gasa
Si parte presto, ci attende una magnifica traversata dei monti himalaiani fino al remoto Dzong di Gasa. Si scende il corso del fiume ammirando sul versante opposto il tempio di Tamchu (o Tachog); alla confluenza con le acque che fluiscono da Thimpu, la capitale, le si risale passando nei pressi della città e si prosegue verso est risalendo il passo di Dochu, di 3166 mt, dove in una foresta lussureggiante con una stupenda visuale dell’arco himalaiano si trovano 108 Chorten (reliquiari); qui si trovano anche tanti piccoli tsa tsa contenenti le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. La discesa tra scenari grandiosi porta nella valle di Punakha, dove ci si reca con una passeggiata che transita per un bel villaggio al tempio della fertilità di Chimi Lhakhang, posto in cima ad una panoramica collina. Questo tempio fu fondato dal grande Lama Drukpa Kunley, “l’illuminato pazzo” il cui emblema fallico adorna l’ingresso di molte case rurali. Le coppie che non riescono ad avere figli, e chiedono qui con fiducia questa grazia, vengono quasi sempre esaudite … pare anche gli stranieri! Si transita dallo Dzong di Punakha e, risalendo verso nord le acque cristalline del possente fiume Mo Chu, tra foreste rigogliose, si giunge allo Dzong di Gasa, dove si alloggia in una locanda, come specificato nella nota tecnica.

6°g. – 7°g. (30/3 – 31/3)  Gasa Tsechu e rientro a Punakha  
Il villaggio di Gasa è sospeso tra i monti, con belle e solide case rurali, e, pur piccolo ed isolato, vi si trova anche una ben strutturata scuola perché è il centro amministrativo di queste remote regioni, che si estendono a nord fino al confine col Tibet, includendo il territorio di Laya. Si trascorrono qui due giornate, potendo godere di quanto di più bello e magico Druk Yul, il Paese del Drago, possa offrire. Per questa ricorrenza scendono fin qui folti gruppi della popolazione Laya, le cui donne si riconoscono anche per il peculiare piccolo copricapo appuntito fatto di bambù. Lo Dzong è interessante da visitare e nelle vicinanze c’è un laghetto che si dice avere virtù magiche; non lontano sul monte c’è il Lhakhang, o tempio. Il programma degli eventi non è del tutto “fisso”: chi stabilisce cosa fare è il Lam Nittam, un cordiale monaco che è l’autorità spirituale ed alloggia presso lo Dzong. Si seguono gli eventi assieme alla gente, man mano che si svolgono; è probabile che la sera vengano svolte attività anche dagli studenti della scuola. Il fulcro del Cham è lo Dzong, ma alcune celebrazioni vengono eseguite anche nel Lhakhang, sul monte sopra il villaggio; in particolare è molto bella la processione con cui viene portata una venerata statua dal tempio allo Dzong. L’1/4 al mattino nello Dzong viene esposta la gigantesca tanka dello Shabdrung, l’attesa cerimonia del Thongdrol. Nel pomeriggio si lascia il villaggio di Gasa, molto probabilmente a malincuore… Si raggiunge gradatamente il fiume e seguendone le acque purissime si torna a Punakha, dove si alloggia presso l’hotel Zangtopelri o simile.

7°g.  1/4 Punakha  
Si dedica la mattina alla visita dello Dzong di Punakha, che è il più bello e storicamente importante del Paese, la meravigliosa sede invernale del Je Khempo, l’Abate del Bhutan, che vi risiede con i circa 1600 monaci che costituiscono il suo seguito durante i sei mesi più freddi dell’anno, per via del clima mite di questa valle: infatti lo Dzong è situato a 1250 mt di quota, mentre Thimpu, dove è situata la sede estiva, è a 2300 mt. Lo Dzong è curato con amore e senza badare a spese, come si riscontra dalla qualità dei lavori che sono stati fatti per restaurare il tempio principale, che era stato danneggiato da un’inondazione. Tra gli affreschi si ammirano anche rarissimi mandala che non si trovano facilmente rappresentati altrove, neppure nei testi specifici. L’antica arte iconografica qui è … nel presente. Nel pomeriggio si prosegue per un tratto verso nord oltre lo Dzong,  lungo la strada che porta a Gasa, e si sale quindi sulle pendici dei monti arrivando a Chorten Nyinpo, che dista circa 8 km dallo Dzong, un luogo bucolico posto a 1750 mt sopra la valle del fiume Mo Chu. Il tempio fu costruito nel XIV secolo e contiene una statua di Maitreya; di fronte vi è un antico albero la cui leggendaria origine è legata a Drukpa Kunley: secondo la tradizione egli lanciò da dove meditava sui monti un ramo infuocato per scacciare i demoni, che si conficcò nel terreno e divenne questo venerato albero.

8°g.  2/4 Punakha – Thimpu
Si prosegue il viaggio ripercorrendo la strada che porta al passo di Dochu; giunti nella vallata di Thimpu si sosta allo dzong di Semtokha, recentemente restaurato, che fu il primo ad essere edificato dallo Shabdrung all’inizio del XVII secolo ed oggi è una scuola monastica. Nel pomeriggio ci si dedica alla visita di alcuni centri artigianali. A Thimpu si alloggia presso l’hotel Galingkha o simile.

9°g.  3/4 Thimpu
Si iniziano le visite da Pangri Zampa, un monastero posto un poco più a nord della città che fu la prima residenza dello Shabdrung, quando giunse in Bhutan nel XVII secolo, ed è ora sede della scuola astrologica del Bhutan. Rientrando in città ci si reca a Dechen Podrang, un magnifico palazzo che fu la sede del governo prima della costruzione di Trashichhoe ed è ora una scuola monastica. Poco oltre si visita il grazioso convento femminile. Dopo pranzo ci si reca al parco dei takins – che è stato scelto come animale simbolo del Bhutan, ed al tempio di Changangkha Lhakhang, sopra Thimpu, un luogo prezioso dove i devoti vengono a chiedere i buoni auspici per i nuovi nati e dove spesso è possibile assistere alle cerimonie dei monaci. Si conclude con la visita del grandioso Trashichhoe Dzong, visitabile dopo le ore 17.00, dove sono situate la sede del governo, la sala del trono del re e la sede estiva dell’Abate del Bhutan.

10°g.  4/4 Thimpu – Paro 
Si completano le visite a Thimpu salendo alla gigantesca statua di Budda che da pochi anni adorna la valle all’ingresso della cittadina. Si sosta quindi al Memorial Chorten, che è divenuto un luogo dove si trovano molti devoti bhutanesi, in particolare anziani, per le preghiere e le recitazioni dei mantra; si completa con un giro nei centri di produzione artigianale. Dopo pranzo si parte quindi per Paro e, arrivati, si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’arrivo, dove si cercherà di coricarsi presto in attesa dell’evento di domani.

11°g.  5/4 Paro Tsechu
Ci si reca allo Dzong prima dell’alba per seguire il Lam Nittam, l’abate di Paro, che tra il suono dei corni conduce la processione che porta a spalle, solennemente e con grande reverenza, la gigantesca tanka dallo Dzong fino al sito delle danze, dove il Thongdrol viene issato. Di fronte all’edificio dove viene esposto è allestito un lungo altare riccamente ornato di offerte dove siedono i monaci officianti; la gente si accalca per poter toccare il gigantesco drappo. Dopo un breve riposo in hotel si torna allo Dzong per assistere all’uscita dei monaci che da uno dei templi interni formano una seconda processione, ora nella luce del giorno, per dare inizio alle danze di questa magnifica giornata conclusiva del festival. Le rappresentazioni di oggi sono le più interessanti e attese, in particolare il Guru Tshen Gye, ovvero la danza delle otto manifestazioni di Guru Rimpoce, che espone con magnifica pomposità le forme che il Guru assunse per portare il messaggio di liberazione ai vari tipi di esseri. Si trascorre qui la giornata, mescolati alla folla di bhutanesi.

12°g.  6/4 Paro, Dzongdraka Tsechu
Ci si reca al villaggio di Dzongdraka nei pressi di Paro, dove oggi si tiene un bellissimo Cham rurale. Nella parte iniziale si svolgono due processioni lungo il bordo di una falesia dove meditò Guru Padmasambhava; la prima inizia dal tempio del villaggio e si reca all’eremo; quindi, dopo alcune danze e celebrazioni, si forma un secondo corteo che raggiunge l’area delle danze posta sopra al villaggio, un punto bello anche per il panorama. L’atmosfera è rilassata, e gli spettatori, quasi tutti contadini della vallata, mangiano e bevono in allegra compagnia; le danze sono ben eseguite ed i costumi molto belli. Si fa qui un pic nic e nel pomeriggio, prima di rientrare a Paro, ci si reca a Yoeto Gompa, un antico tempio sui monti di rimpetto a Dzongdraka dove si posano gli ultimi raggi del sole. Qui vivono alcuni giovani monaci e con una breve passeggiata (20 min.) si raggiunge l’eremo di Drakarpo, un altro dei mitici siti di ritiro di Guru Rimpoce, attorniato da una serena comunità di anziani meditatori.

14°g.  7/4 Paro – Katmandu e volo di rientro
Il volo della Druk Air per Katmandu parte alle 7.10 con arrivo alle 8.10; si avrà una seconda opportunità di ammirare i magnifici panorami sulla catena himalaiana. All’arrivo, se non si parte subito in transito con il volo di rientro, è in attesa il corrispondente di Amitaba e si avrà a disposizione un mezzo con l’autista per un giro in città fino al momento della partenza.

15°g.  Sabato 8 aprile, arrivo a destinazione

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PAESI E TRADIZIONI

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Danza Cham

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Maschera e costume bhutanesi
Ragazze Laya con Acharya
Kuengarupten
Dzongdraka
Taktshang
Monachelli bhutanesi
Cham di Paro
Cham di Paro
Passo del Dochu
Etnia Laya
Cham di Paro
Paro Tsechu, processione
Thimpu, scuola di pittura
Bodnath

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.