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Bhutan


Druk Yul e i Festival di Thimpu e Gangte

Con la visita della valle di Katmandu


Taktshang, il Nido della Tigre

Bimbe bhutanesi

Scimmie (Foto di M.Magro)

Dzong e valle di Paro

Bhutan, Gangte Tsechu

PARTENZA
06/10/2019
RITORNO
18/10/2019
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
13 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio porta in Bhutan in occasione di due eventi, con caratteristiche tra loro molto diverse, che arricchiscono la visita dei siti classici principali delle regioni occidentali.

Si partecipa al grande tsechu annuale di Thimpu, eccellente incontro con la solennità regale dei grandi rituali di Druk Yul, il Paese del Drago, ed al festival di Gangte, dove ci si immerge nell’intensità del folclore himalaiano in un monastero che si erge tra le case di un bucolico villaggio nella valle di Phobjikha. Si visitano i luoghi più celebri, dal “Monastero della Tigre” ai grandi Dzong, ed il percorso è arricchito da alcuni siti fuori dal circuito turistico, vicini al mondo culturale dei bhutanesi.

Rientrati in volo a Katmandu si sosta per due notti completando il tour con la visita ai siti storici e d’importanza spirituale principali: le tre città storiche, Bodnath e Pashupatinath [NB: se vi fosse urgenza di tornare si può richiedere di saltare questa parte].

Il paese più felice del mondo
  • Katmandu
  • Paro
  • Thimphu
  • Punakha
  • Gangte
  • Punakha
  • Paro
  • Taktshang
  • Bodnath
  • Bhaktapur

 Presentazione del viaggio


I dettagli di questo interessantissimo viaggio sono indicati nel “Programma di Viaggio”; per ulteriori informazioni si possono consultare le pagine del sito di Amitaba dedicate al Bhutan ed alle sue ricorrenze.

NOTA TECNICA

La stagione è ottima, solitamente secca e soleggiata; a Paro la media stagionale indica una temperatura minima di 8 gradi e massima di 19, si possono avere valori un poco più bassi solo a Gangte, mentre a Punakha, il punto più caldo del tour, si ha una media minima di 18 gradi e massima di 27. Si alloggia in hotel di buona qualità; si avrà una sistemazione piuttosto semplice ma pulita solo a Gangte, la località rurale dove si segue uno dei festival. Gli spostamenti vengono effettuati con veicoli privati utilizzando mezzi moderni. Il cibo è valido, in Nepal chi vuole può anche trovare pietanze europee e in Bhutan lo stile è tra l’indiano e l’internazionale con qualche preparazione locale e cinese; tutti gli amici italiani che hanno viaggiato in Nepal e Bhutan con noi non hanno perso un etto….

UN CENNO SUI CHAM (FESTIVAL) DEL BHUTAN

È limitativo chiamare un Cham “festival”, perché quello che avviene è un insieme di funzioni religiose, trame teatrali mitiche ed evocazioni vicine allo spiritismo immerse in un contorno di folclore intenso. I Cham sono composti da uno straordinario insieme di musiche sacre, danze in costume con maschere rituali, riti religiosi ed esorcistici, eseguite da monaci ed anche da laici nei Cham minori, il tutto immerso in un attento ma allegro e rilassato assiepamento di persone, che esibiscono i migliori abiti tradizionali e godono di un atteso momento di gioiosa convivialità. Parteciparvi offre al visitatore che desidera accedere al cuore della realtà bhutanese un modo intelligente per avvicinarne lo scenario intimo legato alla spiritualità, alle tradizioni ed alla storia. Nel Cham il confine percettivo imposto dalla mente razionale scompare ed il fondersi di spirito, emozioni e pensiero genera le dimensioni di mondi sottili che nella cultura europea verrebbero relegati in una definizione di immaginario, ma che in Bhutan sono il vero perno di una profonda realtà percettiva. Ogni Cham ha caratteristiche diverse sia per il contenuto religioso delle rappresentazioni che per l’intreccio delle trame, che hanno spesso un riferimento agli eventi storici specifici del luogo in cui si svolge ed ai diversi personaggi e maestri spirituali a cui ci si riferisce.

 Programma del viaggio


1°g. Domenica 6 ottobre, partenza in volo per il Nepal
Non ci sono collegamenti diretti dall’Italia per Katmandu ed alcuni viaggiatori scelgono di transitare da Delhi in India; vi è un’ampia scelta di compagnie aeree e Amitaba può prenotare quella di maggior gradimento. La maggior parte dei voli prevede di viaggiare la notte arrivando nella giornata successiva. I collegamenti suggeriti per il viaggio, che fanno da riferimento per i servizi di trasferimento aeroportuale, sono con Turkish Airlines con partenza da Milano Malpensa alle 14.45 per Istanbul con arrivo alle 18.35; da Roma Fiumicino alle 15.25 con arrivo a Istanbul alle 19.00. Si parte da qui per Katmandu alle 20.45. Per gli orari da altre località o di altre compagnie contattare Amitaba.

2°g. 7/10 Arrivo a Katmandu
L’arrivo a Katmandu è previsto alle 6.20. Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento all’hotel Manaslu; riposo e tempo libero.

3°g. 8/10 Katmandu – Paro – Thimpu
Il volo per Paro parte alle 9.45 con arrivo alle 11.05 (orari da confermare); la visuale della catena himalaiana a nord è stupefacente, si vedono ben 6 ‘ottomila’, tra cui l’Everest ed il Kanchendzonga, e arrivando anche il Chomolhari, montagna sacra del Bhutan. Giunti nel piccolo aeroporto di Paro, che è l’unico punto d’ingresso aereo del Bhutan, si viene accolti da Ugyen Tsering, la guida bhutanese che parla la lingua italiana. Dall’aeroporto ci si reca al bel villaggio di Dzongdraka, dove si trova un piccolo tempio e, lungo una ripida falesia, un panoramico eremo che secondo la tradizione fu utilizzato da Guru Padmasambhava. Tornati a valle si pranza a Paro, un bel villaggio che ha conservato le proprie caratteristiche tradizionali. Nel pomeriggio ci si reca a visitare lo Dzong, reso celebre anche dal film giratovi da Bertolucci. Si parte quindi per Thimpu, che dista circa 65 km, la capitale del Bhutan che sta ingrandendosi, mantenendo però uno stile tradizionale nelle costruzioni, dove si alloggia presso l’hotel Pedling. Per gli spostamenti in Bhutan si utilizzano pulmini giapponesi; la velocità è sempre moderata per via delle curve ed il limite ufficiale è comunque di 40 km/h, si ha così modo di gustare gli stupendi panorami.

4°g. 9/10 Thimpu Tsechu (festival)
Ci si reca al grandioso Trashichhoe Dzong, dove vi sono la sede del governo, la sala del trono del re e la sede estiva dell’Abate del Bhutan, e dove oggi nel grande spazio a nord dello Dzong di Trashichhoe si tiene l’ultima e principale giornata del grande Tsechu di Thimpu, uno dei momenti più importanti di tutto l’animato folclore del Bhutan. Sulle balconate del grande Dzong si affiancano al Je Kempo (l’Abate a capo della scuola Drukpakagyu bhutanese) i diversi dignitari ed i membri della famiglia reale, e, spesso, lo stesso Re. Le danze in costume occupano buona parte della giornata; il momento più atteso è la sfarzosa rappresentazione delle otto manifestazioni di Guru Rimpoce (Padamsambhava) ma ognuna delle danze ed anche le scene a sfondo comico sono eseguite con grande maestria dai monaci, che utilizzano costumi e maschere di fattura squisita, accompagnati da musiche tradizionali. Assiste all’evento con grande attenzione una grande folla di persone agghindate con gli abiti più belli, sembra quasi una gara a chi ha il broccato più pregiato; ma lo spirito di tutti è molto gioviale, non austero, e partecipare è interessantissimo. Nell’arco della giornata si eseguiranno anche alcune visite, in funzione di quanto tempo si dedica al festival: al tempio di Changangkha Lhakhang, sopra Thimpu, il luogo dove le persone del luogo portano i nuovi nati per essere benedetti, un vero gioiello dove a volte è possibile assistere alle cerimonie dei monaci; al Memorial Chorten, dove spesso si vedono gli anziani di Thimpu che effettuano le circumambulazioni recitando i mantra; ed alla gigantesca statua di Buddha, particolarmente ben realizzata, che troneggia dalla collina.

5°g. 10/10 Thimpu – Punakha
Ci si reca un poco a nord della città a Pangri Zampa, il monastero che oggi funge da scuola astrologica e fu la prima residenza dello Shabdrung, il sant’uomo che giunse nel XVII secolo da Ralung in Tibet e diede al Bhutan l’imprimatur che si riscontra ancora oggi, a cui memoria si erge un gigantesco albero che venne da lui piantato ai margini di un bel muro Mani. Nei pressi vi è un tempio perfettamente decorato dedicato a Tara, l’entità per la buona salute, e più vicino ai monti il tempio di Dechen Phu. Ci si reca quindi a Dechen Podrang, un magnifico palazzo che fu la sede del governo prima della costruzione di Trashichhoe ed è ora una scuola monastica, e si completano le visite della mattina con il convento femminile. Prima di lasciare Thimpu, tempo permettendo, si visitano i negozi e i centri di produzione artigianale. Si parte per Punakha salendo al passo di Dochu, alto 3166 mt, dove col tempo limpido si gode di un grandioso panorama. Il valico è situato in una foresta lussureggiante con una stupenda visuale dell’arco himalaiano e si ammirano 108 Chorten (reliquiari); si trovano anche tanti piccoli tsa tsa impastati con le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. La discesa tra scenari grandiosi porta nell’ampia vallata dove, poco più a nord, si trova lo Dzong di Punakha. Si alloggia in un hotel nei pressi del villaggio di Punakha, il Zangtopelri o simile; si percorrono 80 km con circa 3 ore di viaggio.

6°g. 11/10 Punakha – Gangte
Si dedica la mattina alla visita dello Dzong di Punakha, il più bello e storicamente importante del paese, meravigliosa sede invernale del Je Khempo, l’Abate del Bhutan, che vi risiede con i circa 1600 monaci che costituiscono il suo seguito nei sei mesi più freddi dell’anno, per il clima mite di questa valle: lo Dzong è situato a 1250 mt di quota, mentre Thimpu, dove è situata la sede estiva, è a 2300 mt. Lo Dzong è curato con amore e senza badare a spese, come si riscontra dalla qualità dei lavori che sono stati fatti per restaurare il tempio principale, che era stato danneggiato da un’inondazione. Tra gli affreschi si ammirano rarissimi mandala che non si trovano facilmente rappresentati altrove, neppure nei testi specifici. L’antica arte iconografica qui è … nel presente. Dopo pranzo si prosegue lungo la valle fino al vicino Dzong di Wangdi Phodrang, recentemente distrutto da un incendio, posto su di un monte che domina il fiume, e si prosegue verso est risalendo dai 1200 mt del fondovalle fino a superare i 3000, godendo del graduale cambiamento della tipologia arborea delle foreste, formate nelle parti più elevate da gigantesche conifere su cui si aggrappano argentei licheni. Una strada che scavalca le creste dei monti verso sud porta nella valle di Phobjikha, dove tra le piante di bambù nano è frequente vedere gli yak che pascolano tranquilli; la vallata è anche il punto d’arrivo delle gru dal collo nero che migrano qui dal Tibet, ed a ottobre solitamente si vedono già le prime. In questa bellissima natura tra le case di campagna si erge su di un colle, attorniato dalle abitazioni tradizionali del villaggio, il monastero Nyingmapa di Gangte retto da Lama Kunzang, l’abate riconosciuto come la nona reincarnazione di Pema Lingpa, il famoso Santo bhutanese che visse nel XV secolo. Si alloggia in un semplice albergo: il Dewachen o simile; la tappa è di circa 90 km, approssimativamente 3 ore e mezza di viaggio.

7°g. 12/10 Gangte Tsechu (festival)
Il festival di Gangte è un evento molto interessante e di ottima qualità, si tengono diverse rappresentazioni di danze con costumi tradizionali e a cui solitamente presenzia l’Abate; i monaci, che qui sono di scuola Nyingmapa, hanno un altissimo livello di preparazione. Ma l’evento non è formale come al grande Tsechu di Thimpu, qui prevale l’atmosfera di villaggio e, pur senza nulla togliere alla sacralità dell’insieme, si ha la sensazione di condividere con le persone un lieto momento comune; tutti vestono gli abiti tradizionali più belli e anche nel cortile del Gompa ai margini delle danze le famiglie siedono in serenità con i bimbi che giocano. All’intorno del monastero e nel villaggio si crea un vivace mercatino dove si trovano anche oggetti d’artigianato e vi sono diversi banchetti dove i bhutanesi si cimentano con diversi tipi di semplici giochi d’azzardo, con piccole puntate e grandi bevute in compagnia. Si trascorre questa bella giornata seguendo gli eventi e curiosando tra la gente ed il mercatino.

8°g. 13/10 Gangte, esposizione del Thongdrol – Punakha
Nel corso della mattina si svolge la cerimonia più attesa del festival, quando viene esposta sulla facciata del tempio una grande tanka, un gigantesco drappo di tessuto che viene issato e srotolato, su cui qui è rappresentata l’immagine di Guru Rimpoce (Padamsambhava). Tutti i presenti si accalcano per riceverne la benedizione: il nome dell’oggetto di venerazione, “Thongdrol”, significa ‘illuminazione con lo sguardo’, e le persone sentono che anche solo ammirarlo sia molto propizio. Si trascorre qui la mattina e si pranza; si parte quindi per Punakha, ridiscendendo attraverso le splendide foreste che portano fino alla valle di Punakha, dove si alloggia nel medesimo hotel.

9°g. 14/10 Punakha – Paro
Prima di lasciare la valle di Punakha ci si reca con una passeggiata che transita per un bel villaggio al tempio della fertilità di Chimi Lhakhang, posto in cima ad una panoramica collina, a metà strada tra Punakha e Wangdue. Questo tempio fu fondato dal grande Lama Drukpa Kunley, “l’illuminato pazzo” il cui emblema fallico adorna l’ingresso di molte case rurali. Le coppie che non riescono ad avere figli e chiedono qui con fiducia questa grazia vengono quasi sempre esaudite … pare anche gli stranieri! Si sale quindi al passo del Dochu, dove si è transitati il 10/10, e si sosta per il pranzo, avendo così una seconda opportunità per godere dei panorami. Oltre il passo giunti nella vallata di Thimpu si visita lo dzong di Semtokha, recentemente restaurato, che fu il primo ad essere edificato dallo Shabdrung all’inizio del XVII secolo ed oggi è una scuola monastica. Si prosegue per Paro, dove, prima di andare in hotel, ci si reca al Dungtse Chorten, costruito dal celebre Tamgtok Gyalpo, che all’interno rivela una potente atmosfera mistica e stupendi affreschi. Si alloggia presso il Rema Resort, si percorrono circa 140 km in 4 ore o poco più.

10°g. 15/10 Paro, escursione a Taktshang
A nord di Paro si trova Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo di ritiro più famoso del Bhutan, sospeso tra le rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto), con una modica spesa chi vuole può noleggiare un cavallo; sul percorso si giunge ad un rifugetto da cui si gode una vista stupenda, il punto dove si fermano i meno allenati e dove si sosta anche per il pranzo. Tornati a valle ci si reca al villaggio ed al forte di Drukyel e poi a Kyuchu Lhakhang, uno dei templi più antichi del Bhutan, uno dei 108 templi geomantici del Tibet la cui fondazione è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.), che contiene alcune preziosissime statue di Cenresi, il Bodhisattva della compassione.

11°g. 16/10 Paro – Katmandu: Bodnath e Pashupatinath
Il volo per Katmandu della Druk Air parte alle 7.40 con arrivo alle 8.40 (orari da confermare); si potrà così godere ancora una volta della visione dell’arco himalaiano dal Chomolhari al Kanchendzonga, Makalu, Lhotse, Everest, Cho Oyu e Shisha Pangma – per menzionare solo i sei ‘8000’ – oltre ad un’infinità di altri picchi! All’arrivo ci si reca allo Stupa di Bodnath, che è poco distante dall’aeroporto nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri. Si potranno visitare quello Nyingma di Sechen, sede della reincarnazione di Dilgo Kyentse Rinpoche, il “monastero bianco” Ka-Nying di tradizione Kagyu e Nyingma fondato da Urgyen Tulku e, tempo permettendo, anche altri. Si pranza e quindi si prosegue per il vicino sito di Pashupatinath, l’antichissimo santuario indù lungo le rive del fiume Bagmati dedicato a Shiva, luogo di pellegrinaggio dove giungono anche molti pittoreschi Sadhu. L’intera collina è un mondo da scoprire, disseminata di antichi tempietti immersi nel verde; sulla riva del fiume avvengono le cremazioni. Ci si reca quindi nel medesimo albergo utilizzato all’arrivo.

12°g. 17/10 Katmandu: Baktapur, Patan e Durbar
Oggi si vedono le tre antiche capitali, le città storiche della valle di Katmandu; in molti punti sono ancora evidenti i danni causati dal recente terremoto, ma fortunatamente la stupenda spettacolarità e raffinatezza degli edifici si coglie molto bene. Si inizia recandosi a Baktapur, il cui nome significa “città dei devoti”, è la meglio preservata tra le tre capitali della valle di Katmandu. Qui è più facile rivivere l’atmosfera che permeava la vita della gente prima del recente avvento della ‘civiltà’ moderna. Oltre al piacere di curiosare, questa città-villaggio offre esempi stupendi di architettura newari, tra cui la Nyatapola Mandir, una pagoda a cinque livelli, e le tre piazze di Durbar, Tumadhi e Dattatraya. Ci si reca quindi a Patan, la più antica delle tre, dove si pranza. La piazzetta centrale è un gioiello dell’architettura newari; tra i vari templi della zona circostante i più importanti sono il Tempio d’Oro e il Kumbeshwor. Ci si sposta quindi nel centro storico di Katmandu: Durbar Square e dintorni con i magnifici templi, l’antico palazzo reale e la galleria nazionale d’arte.

13°g. Venerdì 18 ottobre, rientro in Italia
Il volo della Turkish Airlines parte alle 7.35 con arrivo a Istanbul alle 12.55; si parte da qui per Milano Malpensa alle 16.25 con arrivo alle 18.15 e per Roma Fiumicino alle 17.15 con arrivo alle 18.55.

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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.