Bhutan
Natura, cultura ed arte dell’Himalaia
Festival autunnali, da Genekha e Dechen a Jambay e Paker

Giovani mamme (foto V. Buzzi)

Genekha

Rinoceronte a Chitawan

Gangte (foto V. Buzzi)

Monachelli che studiano









Sintesi del viaggio
Le regioni himalaiane non potranno cessare di stupirci: questo incredibile percorso inizia con la visita dei siti più belli del Nepal, estendendo il tour a luoghi poco battuti e stupendi ed includendo anche l’esplorazione della giungla di Chitawan.
Per poi recarsi in Bhutan nella stagione forse più bella, percorrendo il Paese fino alle regioni centrali del Bumthang includendo la visita di tutti i siti importanti, di cui alcuni non riportati nelle guide, ed incontrando ben quattro eventi di folclore dove risplende la cultura ed il modo di vivere. Ciascuno di questi ha caratteristiche diverse, e parteciparvi aiuterà a cogliere i diversi aspetti dell’interessantissimo mondo di Druk Yul, il Paese del Drago: gli Tsechu di Genekha, Dechen e Paker e il cham arcaico del Lhakhang Drup.
- Katmandu
- Pashupatinath
- Bodnath
- Chitawan
- Baktapur
- Changu Narayan
- Namoboudha
- Panauti
- Patan
- Paro
- Thimpu
- Punakha
- Gangte
- Trongsa
- Buli Lhakhang
- Jakar
- Lhakhang Drup
- Taktshang
Presentazione del viaggio
Per chi avesse un interesse maggiore per una delle due parti del viaggio, in Nepal o in Bhutan, queste sono entrambe eseguibili anche come programmi singoli, in Nepal con Natura e tesori d’arte e in Bhutan con Festival autunnali di Druk Yul.
I dettagli del viaggio sono riportati nella descrizione delle tappe del Programma. Per maggiori informazioni si trovano parecchie pagine ed anche immagini sul sito di Amitaba; alcuni suggerimenti per il Bhutan: Druk Yul, Cham del Bhutan. Per il Nepal: Nepal.
NOTA TECNICA
In Bhutan ed in Nepal tra fine ottobre ed inizio novembre la stagione è secca, con cieli solitamente limpidi – si tenga però presente che può sempre piovere. La temperatura minima prevedibile nel viaggio è a Gangte dove di notte si può anche arrivare a 5°C, mentre qui la massima può essere di circa 20; il luogo più caldo in Bhutan è Punakha dove ci possono essere fino a 25 gradi. Si consiglia quindi di portare felpe calde per la sera, giacca in goretex, scarpe da trekking leggere e vestiti comodi. Per gli spostamenti in Bhutan si utilizzano dei confortevoli pulmini giapponesi. Gli alberghi sono puliti, le stanze sono dotate di bagno, lenzuola e acqua calda. Il cibo è valido, tra l’indiano e l’internazionale con anche qualche pietanza locale e cinese; tutti gli amici italiani che hanno viaggiato in Bhutan con noi non hanno perso un etto….
A Katmandu il clima è un poco più caldo in particolare nel Parco di Chitawan; visite e spostamenti in Nepal si effettuano utilizzando un pulmino privato, gli hotel puliti con servizi propri, la cucina è varia e, oltre al cibo locale che è simile a quello indiano, si trovano facilmente pietanze di tipo europeo e cinese.
UN CENNO SUI CHAM BHUTANESI E SUL LHAKHANG DRUP IN PARTICOLARE
I Cham sono uno straordinario insieme di musiche sacre, danze in costume con maschere rituali, riti religiosi ed esorcistici, eseguite da monaci e anche da laici nei Cham minori, il tutto immerso in un attento ma allegro e rilassato assiepamento di persone che esibiscono i migliori abiti tradizionali e godono di un atteso momento di gioiosa convivialità. Parteciparvi offre al visitatore che desidera accedere al cuore della realtà bhutanese un modo intelligente per avvicinarne lo scenario intimo legato alla spiritualità, alle tradizioni e alla storia. Nel Cham il confine percettivo imposto dalla mente razionale scompare e il fondersi di spirito, emozioni e pensiero genera le dimensioni di mondi sottili che nella cultura europea verrebbero relegati in una definizione di immaginario, ma che in Bhutan sono il vero perno di una profonda realtà percettiva.
Ogni Cham ha caratteristiche diverse sia per il contenuto religioso delle rappresentazioni che per l’intreccio delle trame. Il tema principale a Genekha, Dechen e Paker è l’evocazione della mitica figura di Padmasambhava, o Guru Rimpoce, con diversi aspetti dei suoi insegnamenti ed episodi tipici in ognuno dei tre eventi, e gli eventi hanno lo scopo primario di purificare le interferenze e gli ostacoli sottili nella vita delle persone e a questo fine vengono dedicate molte esecuzioni, tra cui la celebre danza dei Cappelli Neri (lo Sha-Na Cham).
Il Lhakhang Drup di Jambay risale all’VIII secolo, quando fu fondato il tempio, uno dei più antichi siti buddisti del Bhutan, che è uno dei 108 luoghi sacri edificati dal re del Tibet Songtsen Gampo; si dice che Jambay sia posizionato sul ginocchio sinistro di una mitica orchessa che impediva l’apertura al buddismo. La tradizione orale tramanda che i demoni continuavano ad interferire impedendone la costruzione; vennero quindi eseguite delle cerimonie di esorcizzazione tramandate fino ad oggi, che liberarono l’area dalle presenze negative. L’evento dimostra una forte radice nella tradizione sciamanica, come testimoniato da alcuni riti: il Macham o Mewang, ovvero la corsa della gente sotto ad un grande arco di fuoco, e la danza notturna che si svolge attorno ad un fuoco nel cortile del tempio, condotta da uomini del villaggio nudi coperti solo da una sciarpa bianca sul volto, un rituale questo che viene svolto unicamente a Jambay. Oltre a queste esibizioni piuttosto rare, vengono eseguite danze in costume e maschere, accompagnate da tipici strumenti rituali, secondo le antiche prescrizioni della scuola Nyingmapa.
Programma del viaggio
1°g. Venerdì 20 ottobre, partenza in volo per Katmandu
Non ci sono collegamenti diretti dall’Italia per Katmandu ma vi è un’ampia scelta di compagnie aeree che giungono in Nepal via Delhi o via Medio Oriente e Amitaba può prenotare quella di maggior gradimento; la maggior parte dei voli prevede di viaggiare la notte arrivando nella giornata successiva. Il volo suggerito per questo viaggio, che fa da riferimento per i servizi offerti, è quello della Qatar Airways con partenza da Roma Fiumicino alle 17.35 ed arrivo a Doha alle 23.55; sono disponibili collegamenti da diverse città, per chi parte da Milano da Linate alle 14.00 con arrivo a Fiumicino alle 15.10. Per gli orari di altre partenze contattare Amitaba.
2°g. 21/10 Arrivo a Katmandu
Si parte da Doha alle 3.25 con arrivo a Katmandu alle 10.45. Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento all’Hotel Vajra, dove è in attesa dei partecipanti la guida del viaggio Massimo Tommasi. L’hotel, immerso in un bel giardino a un quarto d’ora di cammino dal centro della città e dallo Stupa di Swayambhu, è costruito nello stile tradizionale Newari con decorazioni in legno eseguite dall’artista Utam Raj di Patan e pitture del maestro tamang Bimal Moktan; offre diversi servizi inclusi i massaggi ayurvedici e dispone di un’interessante biblioteca. Nel pomeriggio ci si reca con una passeggiata a visitare il vicino Swayambhu, l’antichissimo Stupa che si erge sulla valle.
3°g. 22/10 Katmandu: Durbar, Pashupatinath, Bodnath
Si inizia questa interessantissima giornata di visite dal centro storico della città di Katmandu, Durbar Square e dintorni, con i magnifici templi, l’antico palazzo reale, la galleria nazionale d’arte e il grande mercato di Indra Chowk. Si raggiunge quindi Pashupatinath, l’antichissimo santuario indù lungo le rive del fiume Bagmati dedicato a Shiva, luogo di pellegrinaggio dove giungono anche molti pittoreschi Sadhu. L’intera collina è un mondo da scoprire, disseminata di antichi tempietti immersi nel verde; sulla riva del fiume avvengono le cremazioni. Si continua andando allo Stupa di Bodnath, nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri. Si visitano quello Nyingma di Sechen, il “monastero bianco” Ka-Nying di tradizione Kagyu e Nyingma fondato da Urgyen Tulku e, tempo permettendo, anche altri.
4°g. 23/10 Katmandu – Chitawan
Si parte in volo al mattino (orario da confermare, volo di circa 35 minunti) per il Parco Nazionale di Chitawan, dove si alloggia presso il Chitawan Safari Jungle Resort, arrivando verso l’ora di pranzo. Il Parco copre un’ampia zona di giungla (932 chilometri quadrati) ai piedi della catena himalaiana, un territorio selvaggio e ricco di fauna tra cui il rinoceronte e la tigre. Il programma delle attività include l’esplorazione della giungla a dorso d’elefante.
5°g. 24/10 Chitawan – Katmandu
Si iniziano le esplorazioni nel Parco di prima mattina, momento ottimale per vedere gli animali. Nel pomeriggio di rientra poi in volo a Katmandu (orario da confermare) dove si avrà del tempo libero; si alloggia presso l’hotel Vajra. In serata si cena in un locale tipico dove si assiste ad uno spettacolo culturale.
6°g. 25/10 Katmandu – Baktapur – Changu Narayan – Namoboudha
Baktapur, il cui nome significa “città dei devoti”, è la meglio preservata tra le tre antiche capitali della valle di Katmandu. Qui è più facile rivivere l’atmosfera che permeava la vita della gente prima del recente avvento della ‘civiltà’ moderna. Oltre al piacere di curiosare, questa città-villaggio offre esempi stupendi di architettura newari, tra cui la Nyatapola Mandir, una pagoda a cinque livelli, e le tre piazze di Durbar, Tumadhi e Dattatraya. Dopo la visita ci raggiunge Changu Narayan, un villaggio tradizionale posto su un’altura che domina la valle dove è ubicato un magnifico santuario dedicato a Vishnu. Da qui si prosegue per Namoboudha, un sito molto panoramico posto a circa 1700 mt da cui si vede il Gauri Shankar, una stupenda montagna sacra del Nepal. È un luogo di pellegrinaggio buddista dove attorno all’importante Chorten si trova un piccolo villaggio e, nei pressi, un bel monastero: secondo la leggenda fu qui che l’Illuminato in una precedente incarnazione donò il suo corpo a una tigre affamata. Si alloggia presso il Farm House Resort.
7°g. 26/10 Namoboudha – Panauti – Patan – Katmandu
Si lascia Namoboudha per recarsi alla vicina Panauti, una cittadina medioevale; qui nella piazza centrale di Durbar si erge il tempio a pagoda di Indreswor, che risale al XIII secolo, un luogo che è meta di pellegrinaggio per gli induisti. Ci si sposta poi a Patan, che è la più antica delle tre capitali della valle di Katmandu. La piazzetta centrale è un gioiello dell’architettura newari; tra i vari templi della zona circostante i più importanti sono il Tempio d’Oro e il Kumbeshwor. Si prosegue quindi per Katmandu dove si alloggia all’hotel Vajra.
8°g. 27/10 Katmandu
Giornata libera a Katmandu. Oggi giungono in Nepal i partecipanti che seguono la parte bhutanese del programma.
9°g. 28/10 Katmandu – Paro
Il volo di linea delle Druk Air per Paro in Bhutan parte alle 8.15 con arrivo alle 9.30 (orari da confermare); la visuale della catena himalaiana a nord è stupefacente, si vedono ben 6 ‘ottomila’, tra cui l’Everest e il Kanchendzonga, e arrivando anche il Chomolhari, montagna sacra del Bhutan. A Paro è in attesa dei partecipanti la guida locale bhutanese che parla la lingua inglese. Paro, l’unico punto d’ingresso aeroportuale del Bhutan posto a 2280 mt di quota, è un bel villaggio che ha conservato le proprie caratteristiche tradizionali; ci si reca subito allo Dzong, reso celebra anche dal film giratovi da Bertolucci. Si completa la mattinata visitando il Dungtse Chorten, costruito dal mitico Tamgtok Gyalpo, che all’interno rivela una potente atmosfera mistica e stupendi affreschi. Dopo pranzo ci effettua una breve escursione a Yoeto Gompa, un antico tempio con statue e affreschi molto belli che è diventato una scuola per giovani monaci; da qui con una breve passeggiata (20 min) si raggiunge l’eremo di Drakarpo, uno dei mitici siti di meditazione di Guru Padmasambhava, attorniato da una serena comunità di anziani meditatori. Tornati a Paro, si alloggia presso l’hotel Dewachen, situato nei pressi.
10°g. 29/10 Paro, Tsechu di Genekha – Thimpu
Da Paro si segue il deflusso della valle e, poco oltre la confluenza col fiume che scorre da Thimpu, si sale al monastero di Chishing Samten Choeling dove oggi si svolge l’interessante Cham di Genekha, con l’esecuzione di danze tradizionali eseguite con musiche, maschere e variopinti abbigliamenti rituali. La gente osserva lo sviluppo delle rappresentazioni e segue in modo altrettanto intenso le rilassate attività e i piccoli commerci a contorno; il tutto regala una bella immersione in un folclore sincero. Si trascorre qui buona parte della giornata seguendo le diverse fasi dell’evento, immergendosi nella simpatica atmosfera del festival. Si prosegue per Thimpu (2320 mt), il centro amministrativo del Bhutan e sta rapidamente crescendo, mantenendo però lo stile tradizionale nelle costruzioni dove ci si reca direttamente al grandioso Trashichhoe Dzong, accessibile solo dopo le ore 16.30, dove sono situate la sede del governo, la sala del trono del re e la sede estiva dell’Abate del Bhutan. Ci si accomoda quindi presso l’hotel Pendling, nel centro della cittadina, ben posizionato anche per curiosare tra i negozietti.
11°g. 30/10 Thimpu, Tsechu di Dechen
Il festival di oggi si svolge a Dechen Podrang, un magnifico palazzo che fu la sede del governo prima della costruzione di Trashichhoe ed è ora una scuola monastica; in funzione dello svolgimento della manifestazione si effettueranno alcune visite interessanti: Pangri Zampa, un monastero posto un poco più a nord della città che fu la prima residenza dello Shabdrung quando giunse in Bhutan nel XVII secolo ed oggi ospita la scuola astrologica; ed il vicino tempio di Dechen Phu, sede della principale entità di protezione del Bhutan. Tempo permettendo, ci si recherà anche al convento femminile, situato nei pressi di Dechen Phodrang, ed al tempio di Changangkha Lhakhang, sopra Thimpu, un piccolo gioiello dove a volte è possibile assistere alle cerimonie dei monaci.
12°g. 31/10 Thimpu – Punakha
Si parte presto per salire al passo di Dochu, alto 3166 mt, per godere del grandioso panorama: il valico è situato in una foresta lussureggiante con una stupenda visuale dell’arco himalaiano e si ammirano migliaia di bandiere di preghiera colorate che circondano 108 Chorten (reliquiari); si trovano anche tanti piccoli tsa tsa impastati con le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. Si prosegue la discesa tra scenari grandiosi arrivando nella valle di Punakha, dove ci si reca con una passeggiata che transita per un bel villaggio al tempio della fertilità di Chimi Lhakhang, posto in cima ad una panoramica collina, a metà strada tra Punakha e Wangdue. Questo tempio fu fondato dal grande Lama Kunley, “l’illuminato pazzo” il cui emblema fallico adorna l’ingresso di molte case rurali. Le coppie che non riescono ad avere figli e chiedono qui con fiducia questa grazia vengono quasi sempre esaudite …anche gli stranieri! Si prosegue quindi per lo Dzong di Punakha, il più bello e storicamente importante del paese, situato a 1250 mt. Lo Dzong è curato con amore e senza badare a spese, come si riscontra dalla qualità dei lavori che sono stati fatti per restaurare il tempio principale, che era stato danneggiato da un’inondazione. Tra gli affreschi si ammirano anche rarissimi mandala che non si trovano facilmente rappresentati altrove, neppure nei testi specifici. L’antica arte iconografica qui è … nel presente. Nel pomeriggio se ci sarà tempo sufficiente si effettua un’escursione col pulmino sui monti della valle, dove si trovano una scuola monastica e tipici, ben curati villaggi. Si alloggia in un hotel nei pressi del villaggio di Punakha, il Zangtopelri o simile.
13°g. 1/11 Punakha – Gangte
Si parte per Gangte seguendo la valle fino al vicino Dzong di Wangdi Phodrang, posto su di un monte che domina il fiume, che sfortunatamente nel 2012 è stato devastato da un incendio, e si prosegue verso est risalendo dai 1200 mt del fondovalle fino a superare i 3000, godendo del graduale cambiamento della tipologia arborea delle foreste, formate nelle parti più elevate da gigantesche conifere a cui si aggrappano argentei licheni. Una strada che scavalca le creste dei monti verso sud porta nella bucolica valle di Phobjikha, dove tra le piante di bambù nano è frequente vedere gli yak che pascolano tranquilli; in autunno giungono qui migrando dal Tibet le gru dal collo nero e con un minimo di fortuna si potranno vedere. In questa bellissima natura tra graziose case di campagna si erge su di un colle, attorniato dalle abitazioni tradizionali del villaggio, il monastero Nyingmapa di Gangte che è retto da Kunzang, l’abate riconosciuto come la nona reincarnazione di Pema Lingpa, il famoso Santo bhutanese che visse nel XV secolo. Si alloggia in un semplice albergo, il Thegchen Prodrang o il Dewachen; la quota è di 2830 mt.
14°g. 2/11 Gangte – Trongsa
Lasciata la valle di Phobjikha ci si ricongiunge alla strada che porta ad est verso le regioni del Bhutan Centrale e si supera il passo del Pele (3390 mt), arrivando a Chendebji Chorten, una classica costruzione bianca tra muri mani e bandiere di preghiera: venne posta qui per tenere a bada i demoni che secondo la leggenda rendevano periglioso il transito in queste rigogliose foreste. Si prosegue per Trongsa (2180 mt) dove si visita l’imponente Dzong, luogo di origine dell’attuale dinastia reale, e si alloggia al Yangkhil Resort.
15°g. 3/11 Trongsa – Kuengarupten – Jakar
Un’escursione verso sud porta in meno di un’ora a Kuengarapten, il palazzo invernale del II re Wangchuk, che ora ospita circa 50 monachelli che seguono gli studi iniziali della loro lunga educazione. Nel palazzo è di particolare interesse la stupenda cappella del re. Da qui, in circa 15 min. a piedi si raggiunge il convento femminile di Karma Drubdey Gompa, che ospita un’ottantina di giovani monache e con anche un’area chiusa per i ritiri; è tenuto magnificamente. Rientrati a Trongsa per il pranzo, nel pomeriggio si parte per il vicino passo dello Yotong (3425 mt), che si apre sulle valle di Chumey nel Bumthang; superatolo, si visita Buli Lhakhang, un delizioso tempio e scuola monastica fondato nel XV secolo tra le case di un bucolico villaggio. Poco oltre si sosta al palazzo di Donkhar Tsichholing, che si può vedere solo nelle parti esterne perché è ancora utilizzato dalla famiglia reale. Arrivati a Jakar (2580 mt), il centro principale di queste regioni, ricco di siti interessanti, si alloggia al semplice hotel Pelling.
16°g. 4/11 Jakar: valle di Tang e Lhakhang Drup
Oggi ci si reca nella valle di Tang, la più selvaggia e remota del Bumthang. Oltrepassato il piccolo lago di Mabertso, intriso di leggende, si incontrano alcuni piccoli villaggi immersi nelle foreste incontaminate arrivando al tempio di Ta Rimoce, appoggiato ad un colossale masso al margine della vallata. Dopo una visita si prosegue per Urgyen Choling, una preziosa casa nobiliare dove all’interno è stato allestito un piccolo museo; si pranzerà qui, ospiti del custode. Il villaggio all’intorno è uno dei più begli esempi della vita rurale bhutanese, assolutamente estraneo al transito del tempo. Completate le esplorazioni si rientra a Jakar dove ci si reca al veneratissimo tempio di Jambay Lhakhang la cui origine risale all’VIII secolo: il tempio è infatti uno dei 108 edificati dal re del Tibet Songtsen Gampo per domare l’orchessa del Tibet, e si dice essere posizionato sul ginocchio sinistro del demone. È considerato il più antico sito buddista del Bhutan, costruito pochi anni prima di Kyuchu (che si visita l’8/11), che sarebbe invece posto sul piede sinistro del demone. Qui si potrà assistere all’inizio delle celebrazioni del Cham; dopo alcuni rituali alla presenza del Lama viene dato fuoco ad un grande arco fatto di legno e rami di pino con la gente che si lancia impavida attraverso le fiamme che divampano sempre più furiosamente. È un rito di purificazione, che diventa un momento di forte eccitazione ed emulazione, con grande ilarità generale e qualcuno che finisce con piccole ustioni. Per chi è interessato, durante la notte nel cortile interno di Jambay Lhakhang si può assistere alle danze rituali svolte dagli uomini del villaggio che si muovono nudi attorno ad un fuoco, seguendo i dettami delle antiche tradizioni sciamaniche della regione; nonostante il tipico freddo notturno, la convinzione comune è che se si effettua questo rituale si sarà liberi per un intero anno da ogni possibile malattia.
17°g. 5/11 Jakar: Cham e visite
Oggi si seguono le parti più interessanti del festival che è in corso e si visitano i siti più importanti della valle. Si inizia dallo Dzong, edificato su di un colle al bordo della vallata. Quindi ci si reca al complesso di Kurjey (considerato uno dei siti più sacri del Bhutan, fondato nel 1652 sul luogo intriso di leggende dove Guru Rimpoce aveva lasciato impressa su una roccia l’impronta del proprio corpo – ku significa roccia e jey corpo), a Tamshing (il monastero fondato nel 1501 da Pema Lingpa e retto, come Gangte, dalla sua attuale reincarnazione, che è il più importante centro Nyingmapa del paese, con affreschi storicamente importanti).
18°g. 6/11 Jakar, Paker Tsechu – Trongsa
Si riprende la strada che ci ha portati fin qui arrivando nella valle di Chumey, al cui ingresso di trova il grazioso villaggio di Paker. Oggi si svolge la seconda giornata dello Tsechu locale al tempio del villaggio; è un evento molto bello perché unisce la rilassata atmosfera rurale ad un’ottima esecuzione delle danze ed anche i costumi sono molto belli: infatti buona parte delle esecuzioni è tenuta dai monaci del monastero nyingmapa di Nimalung, posto sul monte alle spalle delle paesello. Nel pomeriggio si parte per rientrare a Trongsa, attraverso il passo dello Yotong; ci si accomoda nel medesimo hotel utilizzato all’andata.
19°g. 7/11 Trongsa – Paro
Oggi si effettua la tappa di rientro verso ovest, circa 250 km, un viaggio allietato dai grandiosi panorami che richiede circa 7 / 8 ore di guida. Si ripercorre la strada seguita arrivando a Chedenbji Chorten, quindi il passo del Pele (3390 mt) che porta nella valle di Wangdi Phodrang e si prosegue sempre verso ovest, risalendo al passo di Dochu (3166) arrivando nella valle di Thimpu e quindi a Paro. Nei pressi di Thimpu si sosta per una visita a Semtokha Dzong, che fu il primo degli Dzong bhutanesi ad essere costruito dallo Shabdrung nel XVII secolo, ha giovato di recenti restauri ed è ora sede di una scola monastica. A Apro si alloggia presso il medesimo hotel.
20°g. 8/11 Paro: escursione a Taktshang
A nord di Paro si trova il monastero di Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo più celebre del Bhutan, sospeso tra le rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto), con una modica spesa chi vuole può noleggiare un cavallo; sul percorso si giunge ad un rifugetto da cui si gode una vista stupenda, il punto dove volendo si possono fermare i meno allenati e dove solitamente si consuma il pranzo. Tornati a valle ci si reca al villaggio e al forte di Drukyel e poi a Kyuchu Lhakhang che contiene alcune preziosissime statue di Cenresi, uno dei monasteri più antichi del Bhutan, la cui fondazione è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.) ed è uno dei 108 templi geomantici del Tibet.
21°g. 9/11 Paro – Katmandu e volo di rientro
Il volo per Katmandu della Druk Air parte alle 11.40 con arrivo alle 12.25; si potrà così godere ancora una volta delle spettacolari visuali sull’Himalaia dal Chomolhari al Kanchendzonga, Makalu, Lhotse, Everest e Cho Oyu fino allo Shisha Pangma: ben 6 degli ‘8000’, oltre ad un’infinità di altri picchi! All’arrivo si ha a disposizione fino all’imbarco sul volo di rientro un veicolo con autista per delle visite e un giro di acquisti (Pashupatinath e Bodanth sono vicinissimi all’aeroporto). Amitaba con un piccolo costo aggiuntivo predisporrà eventuali ulteriori servizi richiesti sia a Katmandu che a Delhi per chi transita da qui dopo Katmandu: assistenza in aeroporto, trasporti locali, pernottamento e visite. Il volo suggerito della Qatar Airways parte alle 20.45 con arrivo a Doha alle 23.40.
22°g. Venerdì 10 novembre, arrivo a destinazione
Si riparte da Doha alle 1.25 con arrivo a Roma Fiumicino alle 5.30; per chi continua per Milano si parte con Alitalia alle 7.00 con arrivo a Linate alle 8.10. Per gli orari di altre destinazioni o i servizi offerti da altre compagnie contattare Amitaba.
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