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Bhutan


Genekha Tsechu e festival del Bumthang; est. Nepal

Con partenza il 26/10, visita della valle di Katmandu


Genekha

Abate di Chishing G

Jakar

Jakar Dzong

Giovani monaci (Foto di VB)

PARTENZA
26/10/2014
RITORNO
09/11/2014
PRE-ESTENSIONE
28/10/2014
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
11 – 15 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio inizia con una visita (opzionale) della valle di Katmandu, dove si sosta tre notti avendo modo di vedere molti dei luoghi più importanti. Giunti in Bhutan si partecipa al festival di Genekha, un evento fuori dal calendario ufficiale con poca frequentazione turistica, con interessanti danze rituali in costume. Nel Bhutan centrale si potrà assistere alle celebrazioni di Jambay: la cerimonia dell’arco di fuoco (il Mewang) e la danza notturna. Il tour, oltre a questi momenti all’apice della cultura, prevede la visita completa dei siti; è condotto in Bhutan da Teresa Bianca, ottima conoscitrice della cultura locale, che ha visitato il Paese più volte.

Il paese più felice del mondo

 Presentazione del viaggio


Si visitano i siti principali da Paro fino al Bumthang con i grandi Dzong di Paro, Trashichhoe, Punakha, Trongsa, Jakar, Semtokha e includendo Gangte Gompa nella valle di Phobjikha; alcuni dei templi più belli, di cui Taktshang, il “Nido della Tigre”, è divenuto il luogo simbolo di questo esoterico paese; e siti culturalmente importanti come il tempio della fertilità fondato da Drukpa Kunley. La partecipazione allo Tsechu di Genekha e al Jambay Lhakhang Drup apre poi uno spiraglio importante sulla complessa realtà culturale del Bhutan. Origini e stili di questi due Cham sono molto diversi, con lo Tsechu che è vicino ai dettami dell’attuale tradizione monastica, con un’enfasi sul lignaggio nobile degli insegnamenti di Dharma  e la storia della loro affermazione. Nel Lhakhangh Drup si individuano forti forme arcaiche legate in modo ancora più diretto all’esorcizzazione della negatività e delle difficoltà dell’esistenza. Accomuna entrambi gli eventi la coralità con cui la gente vive i contenuti dei valori tradizionali e religiosi, con una partecipazione intensa ma gioiosa; l’aspetto conviviale degli incontri, al cui contorno si svolgono tantissime attività, come piccoli commerci, giochi anche d’azzardo, serene bevute e picnic delle famiglie, a volte anche supera il complesso significato esoterico che viene esposto, che è comunque sempre mitigato dal sorriso e dal gioco dei bimbi all’intorno. Si potrà così, vedendo quanto di meglio il Bhutan ci offre e avvicinandone alcuni dei momenti più intimi, avere un vero contatto con il suo mondo misterioso.

In Bhutan tra fine ottobre e inizio novembre la stagione è secca, con cieli solitamente limpidi – si tenga però presente che può sempre piovere. La temperatura minima prevedibile è a Gangte dove di notte si può anche  arrivare vicini allo zero, mentre qui la massima può essere circa 18/20; il luogo più caldo è Punakha dove ci possono essere fino a 25 gradi. Si consiglia quindi di portare felpe calde per la sera, giacca in goretex, scarpe da trekking leggere e vestiti comodi. Per gli spostamenti si utilizzano dei confortevoli pulmini giapponesi. Gli alberghi sono puliti, le stanze sono dotate di bagno, lenzuola e acqua calda. Il cibo è valido, tra l’indiano e l’internazionale con anche qualche pietanza locale e cinese; tutti gli amici italiani che hanno viaggiato in Bhutan con noi non hanno perso un etto….

A Katmandu il clima è più caldo e anche qui la stagione è secca; visite e spostamenti in Nepal si effettuano utilizzando un pulmino privato. Per le visite nella valle di Katmandu ci si avvale di una nostra guida locale che parla molto bene l’italiano; in Bhutan oltre a Teresa Bianca accompagna il gruppo una guida locale che parla la lingua inglese.

UN CENNO SUI CHAM E SUL LHAKHANG DRUP IN PARTICOLARE

I Cham sono uno straordinario insieme di musiche sacre, danze in costume con maschere rituali, riti religiosi ed esorcistici, eseguite da monaci e anche da laici nei Cham minori, il tutto immerso in un attento ma allegro e rilassato assiepamento di persone che esibiscono i migliori abiti tradizionali e godono di un atteso momento di gioiosa convivialità. Parteciparvi offre al visitatore che desidera accedere al cuore della realtà bhutanese un modo intelligente per avvicinarne lo scenario intimo legato alla spiritualità, alle tradizioni e alla storia. Nel Cham il confine percettivo imposto dalla mente razionale scompare e il fondersi di spirito, emozioni e pensiero genera le dimensioni di mondi sottili che nella cultura europea verrebbero relegati in una definizione di immaginario, ma che in Bhutan sono il vero perno di una profonda realtà percettiva.

Ogni Cham ha caratteristiche diverse sia per il contenuto religioso delle rappresentazioni che per l’intreccio delle trame. Il tema principale dell’evento di Genekha è l’evocazione della mitica figura di Padmasambhava, o Guru Rimpoce, con diversi aspetti dei suoi insegnamenti ed episodi, con il fine di purificare le interferenze e gli ostacoli sottili nella vita delle persone.

Il Lhakhang Drup di Jambay risale all’VIII secolo, quando fu fondato il tempio, uno dei più antichi siti buddisti del Bhutan, che è uno dei 108 luoghi sacri edificati dal re del Tibet Songtsen Gampo; si dice che Jambay sia posizionato sul ginocchio sinistro di una mitica orchessa che impediva l’apertura al buddismo. La tradizione orale tramanda che i demoni continuavano ad interferire impedendone la costruzione; vennero quindi eseguite delle cerimonie di esorcizzazione tramandate fino ad oggi, che liberarono l’area dalle presenze negative. L’evento dimostra una forte radice nella tradizione sciamanica, come testimoniato da alcuni riti: il Macham, ovvero la corsa della gente sotto ad un grande arco di fuoco eseguita nella prima notte del Cham, e la danza notturna che si svolge attorno ad un fuoco nel cortile del tempio, condotta da uomini del villaggio nudi coperti solo da una sciarpa bianca sul volto, un rituale questo che viene svolto unicamente a Jambay. Oltre a queste esibizioni piuttosto rare, vengono eseguite danze in costume e maschere, accompagnate da tipici strumenti rituali, secondo le antiche prescrizioni della scuola Nyingmapa.

 Programma del viaggio


1°g. Domenica 26 ottobre, partenza in volo per il Nepal  

2°g.  27/10 Arrivo a Katmandu e Swayambhu  
Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento all’Hotel Vajra, immerso in un bel giardino a un quarto d’ora di cammino dal centro della città e dallo Stupa di Swayambhu; è costruito nello stile tradizionale Newari con decorazioni in legno eseguite dall’artista Utam Raj di Patan e pitture del maestro tamang Bimal Moktan;  offre diversi servizi inclusi i massaggi ayurvedici e dispone di un’interessante biblioteca. Nel pomeriggio ci si reca a visitare Swayambhu, l’antichissimo Stupa che si erge sulla valle, i templi circostanti e le colline adiacenti di Manjushri e Saraswati.

3°g.  28/10 Katmandu: Pashupatinath, Bodanth, Durbar  
Ci si reca a Pashupatinath, un antichissimo santuario indù lungo le rive del fiume Bagmati dedicato a Shiva, luogo di pellegrinaggio dove giungono anche molti pittoreschi Sadhu. L’intera collina è un mondo da scoprire, disseminata di antichi tempietti immersi nel verde; sulla riva del fiume avvengono le cremazioni. Da qui si raggiunge il vicino Stupa di Bodnath, nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri. Si visitano quello Nyingma di Sechen, sede della reincarnazione di Dilgo Kyentse Rinpoche, il “monastero bianco” Ka-Nying di tradizione Kagyu e Nyingma fondato da Urgyen Tulku e, tempo permettendo, anche altri. Si completa la giornata con la visita del centro storico di Katmandu: Durbar Square e dintorni con i magnifici templi, l’antico palazzo reale e la galleria nazionale d’arte; tempo permettendo ci si reca anche a Indra Chowk, il grande mercato con tantissimi negozi circostanti.

4°g.  29/10 Katmandu: Baktapur e Changu Narayan  
Visita di Bhaktapur, il cui nome significa “città dei devoti”; la più preservata tra le tre antiche capitali della valle di Katmandu. Qui è più facile rivivere l’atmosfera che permeava la vita della gente prima del recente avvento della ‘civiltà’ moderna. Oltre al piacere di curiosare, questa città-villaggio offre esempi stupendi di architettura newari, tra cui la Nyatapola Mandir, una pagoda a cinque livelli, e le tre piazze di Durbar, Tumadhi e Dattatraya. Nel pomeriggio si prosegue per Changu Narayan, magnifico santuario dedicato a Vishnu, posto su un’altura che domina la valle.

PARTENZA MARTEDÌ 28 OTTOBRE

Chi preferisce può partire oggi arrivando a Katmandu mercoledì 29/10. Si viene ricevuti all’aeroporto dal corrispondente locale di Amitaba e si alloggia presso l’hotel Vajra, dove in serata si incontrano gli altri partecipanti. A seguire il programma è il medesimo.

5°g.  30/10 Katmandu – Paro
Il volo per Paro in Bhutan parte alle 12.55 con arrivo alle 14.10 (orari da confermare); la visuale della catena himalaiana a nord è stupefacente, si vedono ben 6 ‘ottomila’, tra cui l’Everest e il Kanchendzonga, e arrivando anche il Chomolhari, montagna sacra del Bhutan. A Paro è in attesa dei partecipanti la guida locale bhutanese che parla la lingua inglese e seguirà tutto il tour. Paro, l’unico punto d’ingresso aeroportuale del Bhutan posto a 2280 mt di quota, è un bel villaggio che ha conservato le proprie caratteristiche tradizionali; ci si reca subito allo Dzong, reso celebra anche dal film giratovi da Bertolucci. Dopo la visita prima di recarsi in albergo si vede il Dungtse Chorten, costruito dal mitico Tamgtok Gyalpo, che all’interno rivela una potente atmosfera mistica e stupendi affreschi.

6°g.  31/10 Paro, Tsechu di Genekha  
Da Paro si segue il deflusso della valle e, poco oltre la confluenza col fiume che scorre da Thimpu, si sale al monastero di Chishing Samten Choeling dove oggi si svolge l’interessante Cham di Genekha, con l’esecuzione di danze tradizionali eseguite con musiche, maschere e variopinti abbigliamenti rituali. La gente osserva lo sviluppo delle rappresentazioni e segue in modo altrettanto intenso le rilassate attività e i piccoli commerci a contorno; il tutto regala una bella immersione in un folclore sincero. Si trascorre qui la giornata seguendo le diverse fasi dell’evento, immergendosi nella simpatica atmosfera del festival; si rientra in serata a Paro.

7°g.  1/11 Paro, escursione a Taktshang – Thimpu   
A nord di Paro si trova il monastero di Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo più celebre del Bhutan, sospeso tra le rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto), con una modica spesa chi vuole può noleggiare un cavallo; sul percorso si giunge ad un rifugetto da cui si gode una vista stupenda, il punto dove si fermano i meno allenati. Tornati a valle ci si reca a Kyuchu Lhakhang, uno dei monasteri più antichi del Bhutan, la cui fondazione è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.), che contiene alcune preziosissime statue di Cenresi. Ci si trasferisce quindi a Thimpu (2320 mt), la capitale, un percorso di 65 km che richiede quasi 2 ore: la velocità qui è sempre moderata per via delle curve e il limite ufficiale è comunque di 40 km/h; si ha così modo di gustare gli stupendi panorami. Giunti nella piccola capitale ci si accomoda in un hotel del centro, comodo anche per visitare i negozietti nei dintorni.

8°g.  2/11 Thimpu – Punakha  
Prima di lasciare Thimpu si visitano Dechen Podrang, un magnifico palazzo che fu la sede del governo prima della costruzione di Trashichhoe ed è ora una scuola monastica, e il convento femminile; si parte quindi per Punakha salendo al passo di Dochu, di 3166 mt, dove in una foresta lussureggiante con una stupenda visuale dell’arco himalaiano si trovano migliaia di bandiere di preghiera colorate che circondano 108 Chorten (reliquiari); qui si trovano anche tanti piccoli tsa tsa contenenti le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. Si pranza nel rifugio vicino al passo e si inizia la discesa verso est che, tra scenari grandiosi, porta nella valle di Punakha, dove ci si reca con una passeggiata che transita per un bel villaggio al tempio della fertilità di Chimi Lhakhang, posto in cima a una panoramica collina, a metà strada tra Punakha e Wangdue. Questo tempio fu fondato dal grande Lama Kunley, “l’illuminato pazzo” il cui emblema fallico adorna l’ingresso di molte case rurali. Le coppie che non riescono ad avere figli e chiedono qui con fiducia questa grazia vengono quasi sempre esaudite …pare anche gli stranieri! Ci si accomoda in hotel a Punakha.

9°g.  3/11 Punakha – Gangte  
Si visita lo Dzong di Punakha (1250 mt), il più bello e storicamente importante del paese, meravigliosa sede invernale del Je Khempo, l’Abate del Bhutan, che vi risiede con i circa 1600 monaci che costituiscono il suo seguito nei sei mesi più freddi dell’anno, per il clima meno rigido di questa valle: lo Dzong è situato a 1250 mt di quota, mentre Thimpu, dove è situata la sede estiva, è a 2300 mt. Lo Dzong è curato con amore e senza badare a spese, come si riscontra dalla qualità dei lavori che sono stati fatti per restaurare il tempio principale, che era stato danneggiato da un’inondazione. Tra gli affreschi si ammirano anche rarissimi mandala che non si trovano facilmente rappresentati altrove, neppure nei testi specifici. L’antica arte iconografica qui è … nel presente. Completata la visita si parte per Gangte; si segue la valle fino al vicino Dzong di Wangdi Phodrang, posto su di un monte che domina il fiume, che sfortunatamente nel 2012 è stato devastato da un incendio, e si prosegue verso est risalendo dai 1200 mt del fondovalle fino a superare i 3000, godendo del graduale cambiamento della tipologia arborea delle foreste, formate nelle parti più elevate da gigantesche conifere a cui si aggrappano argentei licheni. Una strada che scavalca le creste dei monti verso sud porta nella bucolica valle di Phobjikha, dove tra le piante di bambù nano è frequente vedere gli yak che pascolano tranquilli. In questa bellissima natura tra graziose case di campagna si erge su di un colle, attorniato dalle abitazioni tradizionali del villaggio, il monastero Nyingmapa di Gangte che è retto da Kunzang, l’abate riconosciuto come la nona reincarnazione di Pema Lingpa, il famoso Santo bhutanese che visse nel XV secolo. Si alloggia in un semplice albergo; la quota qui è di 2830 mt.

10°g.  4/11 Gangte – Trongsa  
Lasciata la valle di Phobjikha ci si ricongiunge alla strada che porta a est verso le regioni del Bhutan Centrale e si supera il passo del Pele (3390 mt), arrivando a Chendebji Chorten, una classica costruzione bianca tra muri mani e bandiere di preghiera: venne posta qui per tenere a bada i demoni che secondo la leggenda rendevano periglioso il transito in queste rigogliose foreste. Si prosegue per Trongsa (2180 mt) dove si visita l’imponente Dzong, luogo di origine dell’attuale dinastia reale, e si alloggia in albergo.

11°g. 5/11 Trongsa – Jakar, riti notturni del Jambay Lhakhang Drup  
Si continua il viaggio verso est valicando il passo dello Yotong (3425 mt), che si apre sulle valli del Bumthang, arrivando a Jakar (2580 mt), che dista 68 km, il centro principale di queste regioni, ricco di siti interessanti. Si iniziano le visite dallo Dzong, edificato su di un colle al bordo della vallata, e si prosegue per il complesso templare di Kurjey (considerato uno dei siti più sacri del Bhutan, fondato nel 1652 sul luogo intriso di leggende dove Guru Rimpoce aveva lasciato impressa su una roccia l’impronta del proprio corpo – ku significa corpo e jey impronta), e Tamshing (il monastero fondato nel 1501 da Pema Lingpa e retto dalla sua attuale reincarnazione, che è il più importante centro Nyingmapa del paese, con affreschi storicamente importanti). Dopo il calar del sole ci si reca al veneratissimo tempio di Jambay Lhakhang per assistere all’inizio delle celebrazioni del Cham; dopo alcune celebrazioni rituali alla presenza del Lama viene dato fuoco ad un grande arco fatto di legno e rami di pino con la gente che si lancia impavida attraverso le fiamme che divampano sempre più furiosamente. È un rito di purificazione, che diventa un momento di forte eccitazione ed emulazione, con grande ilarità generale e qualcuno che finisce con piccole ustioni. Per chi è interessato, durante la notte nel cortile interno di Jambay Lhakhang si può assistere alle danze rituali svolte dagli uomini del villaggio che si muovono nudi attorno ad un fuoco, seguendo i dettami delle antiche tradizioni sciamaniche della regione; nonostante il tipico freddo notturno, la convinzione comune è che se si effettua questo rituale per un intero anno si sarà liberi da ogni possibile malattia.

12°g.  6/11 Jakar, Jambay Lhakhang Drup – Trongsa  
Ci si reca al tempio di Jambay per assistere alle danze rituali. Nel pomeriggio si parte per rientrare a Trogsa; nella vallata di Chumey, prima di lasciare il Bumthang, si visita Buli Lhakhang, un delizioso tempio e scuola monastica fondato nel XV secolo tra le case di un bucolico villaggio. Valicato il passo dello Yotong si scende a Trongsa, dove ci si accomoda nel medesimo hotel utilizzato all’andata.

13°g.  7/11 Trongsa – Thimpu  
Oggi la tappa di rientro verso ovest è di circa 200 km, un viaggio allietato dai grandiosi panorami che richiede circa 7 ore di guida. Si ripercorre la strada seguita arrivando:  Chedenbji Chorten, quindi il passo del Pele (3390 mt) che porta nella valle di Wangdi Phodrang e si prosegue sempre verso ovest, risalendo al passo di Dochu (3166) arrivando a Thimpu. Nei pressi della cittadina si visita Semtokha Dzong, recentemente restaurato, che fu il primo ad essere edificato dallo Shabdrung nel 1631. Giunti a Thimpu ci si reca al grandioso Trashichhoe Dzong, accessibile solo dopo le ore 16.30, dove sono situate la sede del governo, la sala del trono del re e la sede estiva dell’Abate del Bhutan.

14°g.  8/11 Thimpu – Katmandu e volo di rientro  
Ci si reca all’aeroporto di Paro, dove il volo per Katmandu parte alle 10.40 con arrivo alle 11.45 (orari da confermare). A Katmandu è in attesa dei partecipanti il corrispondente locale di Amitaba. Si avrà a disposizione un veicolo per recarsi in centro per visite o acquisti fino al trasferimento in aeroporto.

15°g. Domenica 9 novembre, arrivo a destinazione

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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.