Bhutan
Gomkora e festival di Paro, la traversata del Druk Yul
Estensione per Katmandu

Gomkora donna Monpa

Paro Tsechu

Paro Tsechu

Yogi a Gomkor

Trashigang Dzong, affresco









Sintesi del viaggio
La recente apertura del confine orientale bhutanese di Samdrup Jonkhar ha reso possibile attraversare il Druk Yul, il “Paese del Drago Tonante”, senza doverne ripercorrere due volte le spettacolari ma tortuose strade. La visita delle remote regioni orientali ora richiede così un minore investimento di tempo e di denaro.
Il viaggio prevede di raggiungere in volo Guwahati da Delhi e di seguire un percorso via terra che attraversa il Bhutan da est ad ovest. Si inizia andando da Samdrup Jonkhar a Trashigang, nell’estremo est, in occasione della ricorrenza di Gomkora, un festival dalle origini arcaiche che conserva le caratteristiche di una celebrazione della fertilità, seppur intessuto negli ultimi secoli da elaborati riti di carattere religioso, una ricorrenza che richiama i diversi gruppi etnici che abitano le aree circostanti. Si sarà presenti nei momenti salienti dell’evento, avendo però anche modo di visitare bene la stessa Trashigang con lo splendido Dzong ed il remoto villaggio di Tashyangtse.
Presentazione del viaggio
Il viaggio prevede di raggiungere in volo Guwahati da Delhi e di seguire un percorso via terra che attraversa il Bhutan da est ad ovest. Si inizia andando da Samdrup Jonkhar a Trashigang, nell’estremo est, in occasione della ricorrenza di Gomkora, un festival dalle origini arcaiche che conserva le caratteristiche di una celebrazione della fertilità, seppur intessuto negli ultimi secoli da elaborati riti di carattere religioso, una ricorrenza che richiama i diversi gruppi etnici che abitano le aree circostanti. Si sarà presenti nei momenti salienti dell’evento, avendo però anche modo di visitare bene la stessa Trashigang con lo splendido Dzong ed il remoto villaggio di Tashyangtse.
Dopo Gomkora inizia il percorso che porta pian piano verso ovest arrivando a Mongar e da qui, oltre l’alto passo del Trumshing, nella regione centrale del Bumthang dove si visitano Ura e Jakar, un villaggio che è il centro amministrativo della regione. Proseguendo si arriva allo Dzong di Trongsa, a Chendebji Chorten e, oltre il passo del Pele, nel Bhutan occidentale, alla grande vallata di Wangdi Phodrang e Punakha, che è considerato il sito storico più bello ed importante del paese.
Un ultimo passo porta poi a Thimpu, la capitale, e da qui ci si sposta a Paro, arrivando nel momento saliente del grande Cham, l’evento più celebre del ricco calendario bhutanese. Oltre a questa grandiosa ricorrenza si avrà l’opportunità di partecipare ad un festival di villaggio, di antichissima origine ma fortunatamente non incluso nella lista ufficiale, a cui attendono pochi visitatori stranieri e di visitare alcuni preziosi siti ignorati dal turismo. Nell’ultima giornata si esegue la visita di Taktshang, il famosissimo “nido della tigre”.
Si parte quindi in volo da Paro per Katmandu e, chi preferisce, invece di proseguire da qui per l’Italia potrà fermarsi col capogruppo per visitarne i siti più interssanti.
Il percorso darà così una grandiosa visione d’insieme del paese: si partecipa a tre eventi del folclore bhutanese, ciascuno con caratteristiche peculiari e molto diversi tra loro, incontrando anche diversi gruppi etnici; si percorrono le diverse regioni del Bhutan, godendo di una natura incontaminata che va dalle foreste tropicali del confine assamese ai boschi di rododendro himalaiano; si vedranno i principali Dzong ed i siti più antichi del paese; e si avrà anche modo di visitare alcuni luoghi pressoché sconosciuti, non inclusi nelle guide turistiche. L’opzione dei giorni a Katmandu offrirà poi un’occasione per vedere, od anche il piacere di rivedere, i luoghi mistici della sua valle ed i siti dove risplende la magnifica arte newari.
UN CENNO SUI CHAM DEL BHUTAN
I Cham sono uno straordinario insieme di musiche sacre, danze in costume con maschere rituali, riti religiosi ed esorcistici, eseguite da monaci ed anche da laici nei Cham minori, il tutto immerso in un attento ma allegro e rilassato assiepamento di persone che esibiscono i migliori abiti tradizionali e godono di un atteso momento di gioiosa convivialità. Parteciparvi offre al visitatore che desidera accedere al cuore della realtà bhutanese un modo intelligente per avvicinarne lo scenario intimo legato alla spiritualità, alle tradizioni ed alla storia. Nel Cham il confine percettivo imposto dalla mente razionale scompare e il fondersi di spirito, emozioni e pensiero genera le dimensioni di mondi sottili che nella cultura europea verrebbero relegati in una definizione di immaginario, ma che in Bhutan sono il vero perno di una profonda realtà percettiva. Ogni Cham ha delle caratteristiche diverse sia per il contenuto religioso delle rappresentazioni che per l’intreccio delle trame, che hanno spesso un riferimento agli eventi storici specifici del luogo in cui si svolge e ai diversi personaggi e maestri spirituali a cui ci si riferisce.
È improprio e limitativo chiamare questi eventi “festival”, perché quello che avviene è un insieme di funzioni religiose, trame teatrali mitiche ed evocazioni vicine allo spiritismo immerse in un contorno di folclore intenso.
NOTA TECNICA
In Bhutan a marzo il clima è solitamente secco; si tenga comunque presente che ci possono sempre essere delle piogge locali. Si incontrano le temperature minime a Jakar nel Bumthang ed a Paro, dove di notte si possono avere anche solo 5 gradi, mentre le massime previste sono a Trashigang, dove si può arrivare fino a circa 25 gradi. Per gli spostamenti in Bhutan si utilizzano dei comodi pulmini giapponesi. Gli alloggi sono puliti con stanze dotate di bagno con acqua calda e lenzuola; nelle regioni orientali sono piuttosto spartani, mentre man mano che ci si sposta verso ovest la qualità migliora. Il cibo è valido, tra l’indiano e l’internazionale con anche qualche pietanza locale e cinese; tutti gli amici italiani che hanno viaggiato in Bhutan con noi non hanno perso un etto….
Programma del viaggio
1°g. Venerdì 11 marzo, partenza in volo per Delhi
A Delhi accoglienza in aeroporto da parte del nostro corrispondente locale e sistemazione in hotel nei pressi dell’aeroporto; si utilizza l’Ashok Country Resort o simile.
2°g. 12/3 Delhi – Guwahati – Samdrup Jonkhar
Il volo per Guwahati in Assam parte da Delhi alle 10.10 ed arriva alle 13.50 (orario da confermare), dove è in attesa del gruppo la guida bhutanese che parla la lingua inglese. Si prosegue il viaggio verso il confine, che dista circa 110 km, un percorso che si effettua in circa 3 ore. Superato il confine ci si accomoda nel nostro primo alberghetto bhutanese.
3°g. 13/3 Samdrup Jonkhar – Trashigang
La strada per Trashigang serpeggia tra valli rigogliose, dove via via che si sale verso le regioni più interne del Bhutan orientale si osserva una lenta metamorfosi delle foreste; si percorrono 180 km in circa 6 ore. Trashigang è un paesino grazioso con una piccola piazzetta circondata da case tradizionali, ci si sistema in una locanda (la migliore disponibile, con la maggior parte delle stanze con servizi privati) e ci si reca a visitare lo Dzong, una bella struttura posta in posizione dominante sulla ripida vallata.
4°g. 14/3 Trashigang – Gomkora (festival) – Tashyangtse
Il tempio di Gomkora è situato a poco più di mezz’ora di guida da Trashigang, lungo la sponda occidentale del possente fiume che fluisce da Tashyangtse e da Tawang in Arunachal Pradesh; è costruito in un luogo dove secondo la tradizione meditò Guru Rimpoce e vi risiede una piccola comunità di monaci. E’ un sito tranquillissimo tutto l’anno ma per il festival si riempie di persone che giungono dai diversi distretti del Bhutan orientale: si radunano, oltre ai bhutanesi, le genti di Sakten, folti gruppi di Monpa provenienti da Lumla e Tawang in Arunachal Pradesh ed altre etnie minori. Il programma non è sempre fisso, è un evento vivo che di volta in volta presenta delle varianti: nella giornata di oggi si prevedono diverse cerimonie nel tempio ed alcune danze. La gente fa ressa per visitare la fonte d’acqua che si dice sia stata fatta sgorgare dal grande Guru; ma il festival è anche un’occasione di incontro per i giovani che giungono qui con la speranza di trovare un’anima gemella, se non per la vita, almeno per il festival… Tutti eseguono innumerevoli volte la circumambulazione del sito fino a tarda notte, secondo le regole di una antica tradizione; attorno alla zona sacra vi sono tantissimi banchetti che offrono cibi, birra, chang e merci, oltre ad un gran numero di diversi giochi d’azzardo – che prevedono piccole puntate – a cui i bhutanesi non sanno assolutamente rinunciare: non di rado si vedono anche dei monaci impegnati nelle scommesse! L’insieme è così decisamente folcloristico e vivace, ben diverso da quanto troviamo nelle grandi celebrazioni dei grandi Dzong, che sono molto più formali. Dopo questa prima immersione nel festival si procede alla volta di Tashyangtse seguendo una strada che offre panorami particolarmente belli e selvaggi, arrivando per il pranzo; il tempo di percorrenza è di circa due ore. Si visitano il vecchio Dzong che risale al 1656, situato su di un colle che si erge nel centro della valle prima del paese, che oggi ospita una scuola monastica, il famoso stupa di Chorten Kora costruito in stile nepalese, una gemma bianca che si erge sul bordo del fiume che scorre impetuoso, il nuovo Dzong amministrativo ed il tempio di Rinchengang. Si rientra quindi a Trashigang.
5°g. 15/3 Trashigang – Gomkora (Thongdrol)– Mongar
Si parte presto per tornare a Gomkora: verso le 8 del mattino si svolge infatti la grande cerimonia del Thongdrol, l’esposizione della sacra tanka che è di ottimo auspicio ammirare. Il grande rotolo di tessuto viene portato dal tempio in processione con grande solennità circumambulando il terreno sacro della fonte d’acqua e fino alla spazio delle danze rituali, con un elegante seguito di monaci e dignitari bhutanesi. La grande tanka viene quindi issata e la gente forma una lunghissima coda per poterla toccare mentre iniziano le cerimonie e quindi le danze. Nel pomeriggio si parte per Mongar, seguendo il flusso del vorticoso fiume fino all’imbocco del passo di Kori (2300 mt); lungo la salita si transita dalla Shedra di Ngatshang, una piccola scuola monastica, e poco dopo il valico si arriva a Mongar, un paesello con le case costruite in stile tradizionale che ospitano varie botteghe, dove si trova uno Dzong di costruzione piuttosto recente. Si alloggia in un semplice albergo.
6°g. 16/3 Mongar – Jakar
Jakar dista quasi 200 km, un tragitto che richiede circa 7 ore. Da Mongar si scende fino al fiume Kuru (650 mt) e da qui ci si inerpica pian piano osservando diversi tipi di ambienti arborei, dalle foreste tropicali ai boschi di rododendri e pini himalaiani, seguendo la strada che in alcuni tratti sembra letteralmente sospesa alle pareti ripidissime fino al passo di Thrumshing. Si arriva a 3750 mt, il punto più alto di tutto il percorso; con il tempo limpido si godono spettacolari visioni della catena himalaiana dell’est del Bhutan. Scendendo verso il Bumthang si visita il villaggio di Ura, dove risiede la famiglia che detiene un importante lignaggio Nyingmapa e si trova un bel tempio, e, arrivati a Jakar ci si accomoda in un albergo piuttosto semplice ma pulito e caratteristico.
7°g. 17/3 Jakar – Wangdi Phodrang
A Jakar si visita Jambay Lhakhang, la cui origine risale all’VIII secolo: il tempio è infatti uno dei 108 edificati dal re del Tibet Songtsen Gampo per domare l’orchessa del Tibet, e si dice essere posizionato sul ginocchio sinistro del demone. Si parte quindi per Trongsa (68 km) attraverso il passo dello Yotong (3425 mt), dove si trova uno Dzong bello ed importante, il luogo di origine dell’attuale dinastia reale. Si prosegue verso il passo del Pele (3390 mt), da dove si scende fino a Wangdi Phodrang (1250 mt) che dista 129 km. Prima del valico si incontra il bellissimo sito di Chendenbji Chorten, una candida costruzione in stile nepalese immersa nelle foreste, edificata da un Lama nel XVIII secolo per imprigionare il demone che aveva reso intransitabile la regione. A Wangdue sistemazione in un comodo hotel.
8°g. 18/3 Wangdi Phodrang – Punakha – Paro
Si inizia la giornata risalendo il corso del fiume fino a Punakha (21 km), il sito più bello e storicamente importante del paese, meravigliosa sede invernale del Je Khempo, l’Abate del Bhutan, che vi risiede nei sei mesi più freddi dell’anno con i circa 1600 monaci che costituiscono il suo seguito, essendo il clima di questa valle meno rigido. Lo Dzong è curato con amore e senza badare a spese, come si riscontra nella qualità dei restauri fatti nel tempio principale, danneggiato da un’inondazione. Tra gli affreschi si ammirano anche rarissimi mandala che non si trovano facilmente rappresentati altrove, neppure nei testi specifici; l’antica arte iconografica qui è… nel presente. Completata la visita si parte per Thimpu (77 km) attraverso il passo di Dochu, di 3166 metri, dove in una foresta lussureggiante con una stupenda visuale dell’arco himalaiano si trovano migliaia di bandiere di preghiera colorate che circondano 108 Chorten (reliquiari); qui si trovano anche tanti piccoli tsa tsa contenenti le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. La discesa verso Thimpu (2320 mt), la capitale, è più breve; ci si reca al grandioso Trashichhoe Dzong, dove sono situate la sede del governo, la sala del trono del re e la sede estiva dell’Abate del Bhutan. Dopa la visita si prosegue per Paro, circa due ore di viaggio, dove ci si accomoda in hotel.
9°g. 19/3 Paro, il grande Cham
Ci si reca allo Dzong prima dell’alba per seguire il Lam Nittam, l’abate di Paro, che al suono dei corni guida la processione che porta a spalle solennemente e con grande reverenza la gigantesca tanka al sito delle danze, dove il Thongdrol viene issato. Di fronte al palazzo su cui viene posizionata la tanka è allestito un lungo altare riccamente ornato di offerte dove siedono i monaci officianti; la gente si accalca per poter toccare il gigantesco drappo. Si torna quindi in hotel e dopo un breve riposo si torna allo Dzong per assistere all’uscita dei monaci che da uno dei templi interni formano una seconda processione, ora nella luce del giorno, per dare inizio alle danze che chiudono il Cham. Le rappresentazioni di oggi sono le più interessanti e attese, in particolare il Guru Tshen Gye, ovvero la danza delle otto manifestazioni di Guru Rimpoce, quando vengono esposte con magnifica pomposità le forme che il Guru assunse per portare il messaggio di liberazione ai vari tipi di esseri. Si trascorre qui la giornata, mescolati alla folla di bhutanesi.
10°g. 20/3 Paro, cham rurale ed eremi
Ci si reca ad un villaggio dove oggi si svolge un bellissimo Cham rurale, con una processione che si muove a ridosso della falesia dove meditò Guru Padmasambhava. Nel pomeriggio si raggiunge il Gompa di Iti, un antico tempio con statue ed affreschi molto belli dove vivono alcuni giovani monaci; da qui con una breve passeggiata (20 min) si raggiunge l’eremo di Tabaku Lhakhang, uno dei mitici siti di meditazione di Guru Padmasambhava, attorniato da una serena comunità di anziani meditatori. Tornati a Paro si visita Dungtse Chorten, costruito dal mitico Tamgtok Gyalpo, che all’interno rivela una potente atmosfera mistica e stupendi affreschi; se si avrà tempo, con una breve passeggiata ci si reca al bucolico villaggio di Drangchok, dove si trova un antico tempio.
11°g. 21/3 Paro, escursione a Taktshang
A nord di Paro si trova il monastero di Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo più celebre del Bhutan, sospeso tra le rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto), con una modica spesa chi vuole può noleggiare un cavallo; sul percorso si giunge ad un rifugetto da cui si gode una vista stupenda, il punto dove volendo si possono fermare i meno allenati e dove solitamente si consuma il pranzo. Tornati a valle ci si reca al villaggio e al forte di Drukyel e poi a Kyuchu Lhakhang, uno dei monasteri più antichi del Bhutan, la cui fondazione è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.), che contiene alcune preziosissime statue di Cenresi ed è uno dei 108 templi geomantici del Tibet.
Per chi rientra:
12°g. 22/3 Paro – Katmandu – Volo di rientro
Il volo della Druk Air parte per Katmandu alle 11.10 con arrivo alle 12.05 (orario da confermare). Il volo è molto spettacolare: si ha una visione dell’arco himalaiano dal Chomolhari e dal Kanchendzonga fino al Makalu ed all’Everest. In funzione dei voli intercontinentali scelti si proseguirà in volo da Katmandu o ci si recherà prima in volo da qui a Delhi, da dove la scelta dei possibili collegamenti è molto ampia. In funzione del volo di rientro utilizzato Amitaba effettuerà l’eventuale prenotazione del volo per Delhi e predisporrà eventuali servizi aggiuntivi richiesti sia a Katmandu che a Delhi. Il capogruppo saluta i partecipanti che rientrano all’aeroporto di Katmandu.
13°g. Mercoledì 23 marzo, arrivo a destinazione
Per chi prosegue:
12°g. 22/3 Paro – Katmandu
Il volo della Druk Air parte per Katmandu alle 11.10 con arrivo alle 12.05 (orario da confermare). Il volo è molto spettacolare: si ha una visione dell’arco himalaiano dal Chomolhari e dal Kanchendzonga fino al Makalu ed all’Everest. All’arrivo si viene ricevuti dal corrispondente nepalese di Amitaba e ci trasferisce presso l’hotel Vajra, immerso in un bel giardino ad un quarto d’ora di cammino dal centro della città e dallo Stupa di Swayambhu; è costruito nello stile tradizionale Newari con decorazioni in legno eseguite dall’artista Utam Raj di Patan e pitture del maestro tamang Bimal Moktan ed offre diversi servizi inclusi i massaggi ayurvedici. Nel pomeriggio ci si reca a visitare Swayambhu, l’antichissimo stupa che si erge sulla valle, i templi circostanti e le colline adiacenti di Manjushri e Saraswati. Per le visite nella valle di Katmandu ci avvale di una guida nepalese che parla la lingua italiana e ci si sposta con un pulmino privato.
13°g. 23/3 Katmandu: Pashupatinath, Bodanth e Patan
Si inizia l’esplorazione da Pashupatinath, l’antichissimo santuario indù lungo le rive del fiume Bagmati dedicato a Shiva, luogo di pellegrinaggio dove giungono anche molti pittoreschi Sadhu. L’intera collina è un mondo da scoprire, disseminata di antichi tempietti immersi nel verde; sulla riva del fiume avvengono le cremazioni. Si prosegue con lo Stupa di Bodnath, nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri, tra cui i più importanti sono quello Nyingma di Sechen, sede della reincarnazione del grande Lama Dilgo Kyentse Rinpoche, ed il “monastero bianco” Ka-Nying di tradizione Kagyu e Nyingma fondato da Urgyen Tulku. Da Bodnath ci sposta a Patan, una delle tre capitali della valle di Katmandu. La piazzetta centrale è un gioiello dell’architettura newari; tra i vari templi della zona circostante i più importanti sono il Tempio d’Oro ed il Kumbeshwor.
14°g. 24/3 Katmandu: Baktapur, Durbar
Si dedica la giornata alle altre due capitali della valle iniziando da Baktapur, il cui nome significa “città dei devoti”; la più preservata tra le tre antiche capitali della valle di Katmandu. Qui è più facile rivivere l’atmosfera che permeava la vita della gente prima del recente avvento della ‘civiltà’ moderna. Oltre al piacere di curiosare, questa città-villaggio offre esempi stupendi di architettura newari, tra cui la Nyatapola Mandir, una pagoda a cinque livelli, e le tre piazze di Durbar, Tumadhi e Dattatraya. Si rientra a Katmandu dove nel pomeriggio ci si dedica alla visita del centro storico, Durbar Square e dintorni con i magnifici templi, l’antico palazzo reale e la galleria nazionale d’arte; ci si reca anche a Indra Chowk, il grande mercato con tantissimi negozi circostanti. In serata ci si reca presso un ristorante tipico dove si assisterà ad uno spettacolo culturale di musica e danza.
15°g. 25/3 Katmandu e volo di rientro
In funzione dei voli intercontinentali scelti ci si imbarcherà sul volo di rientro da Katmandu o ci si recherà prima in volo a Delhi, da dove la scelta dei possibili collegamenti è molto ampia. In funzione del volo di rientro utilizzato Amitaba effettuerà l’eventuale prenotazione del volo per Delhi e predisporrà eventuali servizi aggiuntivi richiesti sia a Katmandu che a Delhi.
16°g. Sabato 26 marzo, arrivo a destinazione
RICHIESTA INFORMAZIONI
Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:
DOCUMENTI DI VIAGGIO
PAESI E TRADIZIONI
Entra nella sezione dedicata agli approfondimenti culturali:

Danza Cham
GALLERIA FOTOGRAFICA
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.