Skip to main content

Bhutan


I festival di primavera

Talo, Gasa, Paro e Dzongdraka, tradizioni del Paese del Drago


Ragazze Laya

Affreschi a Dungtse Chorten

Monachelli allo Tsechu

Paro Tsechu

Paro Tsechu

PARTENZA
29/03/2020
RITORNO
11/04/2020
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
13/04/2020
2a ESTENSIONE
DURATA
14 – 16 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio si svolge in un momento molto fortunato dell’anno, perché consente di partecipare a quattro affascinanti festival (Cham), ognuno con caratteristiche molto diverse, avendo così l’opportunità di avvicinare nel modo più bello il mondo di Druk Yul, il Paese del Drago. Si percorrono luoghi e valli del Bhutan arrivando in tutti i siti principali della parte occidentale del Paese, e vengono inclusi molti luoghi meno conosciuti, importanti per la cultura bhutanese.

Si raggiunge il Bhutan via Katmandu, dove si sosta per una notte all’arrivo, e dove sul rientro ci si può fermare due notti per una breve ma interessante estensione che include la visita ai siti storici, arricchendo così ulteriormente il viaggio.

Il paese più felice del mondo
  • Katmandu
  • Paro
  • Thimphu
  • Punakha
  • Gasa
  • Punakha
  • Thimphu
  • Monastero di Taktshang
  • Paro
  • Katmandu
  • Swayambhunath
  • Bhaktapur
  • Patan
  • Katmandu

 Presentazione del viaggio


I dettagli del tour e i luoghi che si visitano sono tutti indicati nella descrizione del Programma.

I quattro Cham si svolgono a Talo, Gasa, a Paro (l’evento folcloristico più famoso del Paese) ed al villaggio di Dzongdraka. Il primo si svolge presso il collegio monastico di Talo tra i bucolici villaggi dei monti ad ovest di Punakha, in un ambiente rurale tra i più belli; si sarà presenti qui per l’apertura, per un primo breve assaggio di questo affascinate mondo culturale. Il secondo, lo Tsechu di Gasa, si svolge tra i monti a nord di Punakha, dove una strada di recente costruzione consente ora di raggiungere coi mezzi questo remoto Dzong, dove per l’occasione confluisce molta gente dell’etnia Laya che proviene dalle vallate settentrionali a ridosso del Tibet, agghindata con i particolari costumi tradizionali. Ci si ferma qui due notti per seguire i momenti salienti dell’evento, che è particolarmente suggestivo ed ancora poco frequentato dal turismo. Il menù non è ‘fisso’; ma solitamente viene svolta una coloratissima processione dal tempio posto più in alto sul monte fino alla fortezza (dzong), dove viene anche esposta una gigantesca tanka che raffigura lo Shabdrung, fondatore di Druk Yul. La località è di per sé splendida, tra monti pristini, e le persone presenti molto disponibili ed interessanti da incontrare. A Paro, la cui fama non richiede introduzioni, si sarà presenti per le fasi più importanti del grande festival, con la processione notturna per il Thongdrol e le danze più spettacolari. L’ultima giornata nel Paese del Drago si trascorre a Dzongdraka, dove tra il piccolo villaggio ed un eremo adagiato in modo spettacolare sulle falesie si svolge un evento fuori dal calendario ufficiale, molto ben svolto ma con una partecipazione fortemente rurale, con un’atmosfera più vicina a quella di una grande festa in famiglia che alla elegante pomposità di Paro.

NOTA TECNICA

All’inizio di aprile in Bhutan e nella valle di Katmandu il clima è secco e le piogge sono rare. S’incontrano le temperature più basse a Gasa, situata a 2700 mt, con massime di circa 20 gradi e minime notturne che possono arrivare anche a 4 gradi, mentre a Paro e Thimpu le minime notturne possono arrivare a 7 gradi; la massima stagionale prevista è a Punakha con 25. Per gli spostamenti si utilizzano comodi pulmini. Gli alberghi sono puliti, le stanze sono dotate di bagno, lenzuola ed acqua calda. Solo a Gasa in Bhutan, una località raggiunta dalla strada solo in tempi recenti e non molto frequentata dal turismo, la sistemazione è spartana: si alloggia in una casa bhutanese dove vengono messe a disposizione delle stanze ed i servizi sono in comune. In Bhutan il cibo è valido, tra l’indiano e l’internazionale con anche qualche pietanza locale e cinese; tutti gli amici italiani che hanno viaggiato in Bhutan con noi non hanno perso un etto…..

UN CENNO SUI CHAM (FESTIVAL) DEL BHUTAN

È limitativo chiamare un Cham “festival”, perché quello che avviene è un insieme di funzioni religiose, trame teatrali mitiche ed evocazioni vicine allo spiritismo immerse in un contorno di folclore intenso. I Cham sono composti da uno straordinario insieme di musiche sacre, danze in costume con maschere rituali, riti religiosi ed esorcistici, eseguite da monaci ed anche da laici nei Cham minori, il tutto immerso in un attento ma allegro e rilassato assiepamento di persone, che esibiscono i migliori abiti tradizionali e godono di un atteso momento di gioiosa convivialità. Parteciparvi offre al visitatore che desidera accedere al cuore della realtà bhutanese un modo intelligente per avvicinarne lo scenario intimo legato alla spiritualità, alle tradizioni ed alla storia. Nel Cham il confine percettivo imposto dalla mente razionale scompare ed il fondersi di spirito, emozioni e pensiero genera le dimensioni di mondi sottili che nella cultura europea verrebbero relegati in una definizione di immaginario, ma che in Bhutan sono il vero perno di una profonda realtà percettiva. Ogni Cham ha caratteristiche diverse sia per il contenuto religioso delle rappresentazioni che per l’intreccio delle trame, che hanno spesso un riferimento agli eventi storici specifici del luogo in cui si svolge ed ai diversi personaggi e maestri spirituali a cui ci si riferisce.

 Programma del viaggio


1°g. Domenica 29 marzo, partenza per il Nepal
Non ci sono collegamenti diretti dall’Italia per Katmandu ed alcuni viaggiatori scelgono di transitare da Delhi in India; vi è un’ampia scelta di compagnie aeree e Amitaba può prenotare quella di maggior gradimento. La maggior parte dei voli prevede di viaggiare la notte arrivando nella giornata successiva.

2°g. 30/3 Arrivo a Katmandu
Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento all’hotel Manaslu (hotelmanaslu.com). Dopo un poco di relax ci si si reca allo Stupa di Bodnath, nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri, dove si cena in panoramico ristorantino.

3°g. 31/3 Katmandu – Paro – Punakha
Il volo della Druk Air per Paro parte alle 10.15 con arrivo alle 11.45 (orari da confermare); è molto spettacolare: si ha una visione dell’arco himalaiano, dall’Everest ed il Makalu fino al Kanchendzonga ed al Chomolhari. All’arrivo è in attesa dei partecipanti la guida bhutanese che parla la lingua inglese. Paro, l’unico punto d’ingresso aeroportuale del Bhutan, è un bel villaggio che ha conservato le proprie caratteristiche tradizionali; si avrà modo di visitarlo nei prossimi giorni. Si parte dall’aeroporto per Thimpu, la capitale, che dista circa 65 km; un percorso che richiede quasi 2 ore: la velocità è sempre moderata per via delle curve ed il limite ufficiale è comunque di 40 km/h – si ha così modo di gustare gli stupendi panorami. Thimpu è il centro amministrativo del Bhutan e sta rapidamente crescendo, mantenendo però lo stile tradizionale nelle costruzioni. Dopo pranzo si prosegue verso est risalendo il passo di Dochu, di 3166 mt, dove in una foresta lussureggiante con una stupenda visuale dell’arco himalaiano si trovano 108 Chorten (reliquiari); qui si trovano anche tanti piccoli tsa tsa contenenti le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. La discesa tra scenari grandiosi porta nella valle di Punakha, dove ci si reca con una passeggiata che transita per un bel villaggio al tempio della fertilità di Chimi Lhakhang, posto in cima ad una panoramica collina. Questo tempio fu fondato dal grande Lama Drukpa Kunley, “l’illuminato pazzo” il cui emblema fallico adorna l’ingresso di molte case rurali. Le coppie che non riescono ad avere figli, e chiedono qui con fiducia questa grazia, vengono quasi sempre esaudite … pare anche gli stranieri! Ci si accomoda presso l’hotel Zangtopelri o simile, posto sui colli nei pressi di Punakha.

4°g. 1/4 Punakha – Talo – Gasa
Si utilizza la mattina per un’escursione sui monti ad ovest di Punakha, dove si trovano il tempio di Nabgang e le scuole monastiche di Talo e Nalanda, tra tipici e ben curati villaggi, una delle aree rurali più belle della regione, luogo d’origine delle quattro consorti del IV re del Bhutan. Qui ci si reca alla scuola monastica di Talo dove oggi inizia il festival; si avrà così un primo bell’incontro con il folclore del Paese con danze rituali ed un lieto assiepamento di persone agghindate nei migliori abiti tradizionali, nel contesto molto speciale di questo luogo. Tornati a valle si pranza e si visita lo Dzong di Punakha, che è il più bello e storicamente importante del Paese, la meravigliosa sede invernale del Je Khempo, l’Abate del Bhutan, che vi risiede con i circa 1600 monaci che costituiscono il suo seguito durante i sei mesi più freddi dell’anno, per via del clima mite di questa valle: lo Dzong è situato a 1250 mt di quota, mentre Thimpu, dove è situata la sede estiva, è a 2300 mt. Lo Dzong è curato con amore e senza badare a spese, come si riscontra dalla qualità dei lavori che sono stati fatti per restaurare il tempio principale, che era stato danneggiato da un’inondazione. Tra gli affreschi si ammirano anche rarissimi mandala che non si trovano facilmente rappresentati altrove, neppure nei testi specifici. L’antica arte iconografica qui è … nel presente. Si lascia lo Dzong risalendo acque cristalline del possente fiume Mo Chu, tra foreste rigogliose, fino al termine della strada che per un lungo tratto è sterrata, giungendo allo Dzong di Gasa, dove si alloggia in una locanda, come specificato nella nota tecnica.

5°g. – 6°g. (2/4 – 3/4) Gasa Tsechu e rientro a Punakha
Il villaggio di Gasa è sospeso tra i monti, con belle e solide case rurali, e pur piccolo ed isolato vi si trova anche una ben strutturata scuola perché è il centro amministrativo di queste remote regioni, che si estendono a nord fino al confine col Tibet includendo il territorio di Laya. Si trascorrono qui due giornate, potendo godere di quanto di più bello e magico Druk Yul, il Pease del Drago, possa offrire. Per questa ricorrenza scendono fin qui anche folti gruppi della popolazione Laya, le cui donne si riconoscono anche per il peculiare piccolo copricapo appuntito fatto di bambù. Lo Dzong è interessante da visitare e nelle vicinanze c’è un laghetto che si dice avere virtù magiche; non lontano sul monte c’è il Lhakhang, o tempio. Il programma degli eventi non è del tutto “fisso”: chi stabilisce cosa fare è il Lam Nittam, un cordiale monaco che è l’autorità spirituale ed alloggia presso lo Dzong. Si seguono gli eventi assieme alla gente, man mano che si svolgono; è probabile che la sera vengano svolte attività anche dagli studenti della scuola. Il fulcro del Cham è lo Dzong, ma alcune celebrazioni vengono eseguite anche nel Lhakhang, sul monte sopra il villaggio; in particolare è molto bella la processione con cui viene portata una venerata statua dal tempio allo Dzong. Il 3/4 al mattino nello Dzong viene esposta la gigantesca tanka dello Shabdrung, l’attesa cerimonia del Thongdrol; nel pomeriggio si lascia il villaggio di Gasa, molto probabilmente a malincuore… Si raggiunge gradatamente il fiume e seguendone le acque purissime si torna a Punakha, dove si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata.

7°g. 4/4 Punakha – Thimpu
Si transita dallo Dzong di Punakha, stupendo da ammirare anche solo dall’esterno, e si prosegue per un tratto verso nord lungo la strada che porta a Gasa e si sale quindi sulle pendici dei monti arrivando a Chorten Nyinpo, che dista circa 8 km dallo Dzong, un luogo bucolico posto a 1750 mt sopra la valle del fiume Mo Chu. Il tempio fu costruito nel XIV secolo e contiene una statua di Maitreya; di fronte vi è un antico albero la cui leggendaria origine è legata a Drukpa Kunley: secondo la tradizione egli lanciò da dove meditava sui monti un ramo infuocato per scacciare i demoni, che si conficcò nel terreno e divenne questo venerato albero. Tornati a valle si prosegue il viaggio ripercorrendo la strada che porta al passo di Dochu; giunti nella vallata di Thimpu, capitale del Paese, si sosta allo dzong di Semtokha, recentemente restaurato, che fu il primo ad essere edificato dallo Shabdrung all’inizio del XVII secolo ed oggi è una scuola monastica. A Thimpu si alloggia presso l’hotel Pedling o simile.

8°g. 5/4 Thimpu
Si iniziano le visite da Pangri Zampa, un monastero posto un poco più a nord della città che fu la prima residenza dello Shabdrung, quando giunse in Bhutan nel XVII secolo, ed è ora sede della scuola astrologica del Bhutan. Rientrando in città ci si reca a Dechen Podrang, un magnifico palazzo che fu la sede del governo prima della costruzione di Trashichhoe ed è ora una scuola monastica. Poco oltre si visita il grazioso convento femminile. Dopo pranzo ci si reca al parco dei takins – che è stato scelto come animale simbolo del Bhutan, ed al tempio di Changangkha Lhakhang, sopra Thimpu, un luogo prezioso dove i devoti vengono a chiedere i buoni auspici per i nuovi nati e dove spesso è possibile assistere alle cerimonie dei monaci Si conclude con la visita del grandioso Trashichhoe Dzong, visitabile dopo le ore 17.00, dove sono situate la sede del governo, la sala del trono del re e la sede estiva dell’Abate del Bhutan.

9°g. 6/4 Thimpu – Paro
Si completano le visite a Thimpu salendo alla gigantesca statua di Buddha che da pochi anni adorna la valle all’ingresso della cittadina. Si sosta quindi al Memorial Chorten, che è divenuto un luogo dove si trovano molti devoti bhutanesi, in particolare anziani, per le preghiere e le recitazioni dei mantra. Prima di pranzo si visitano anche alcuni centri artigianali. Si parte quindi per Paro e, arrivati, si visita il Dungtse Chorten, costruito dal mitico Tamgtok Gyalpo, che all’interno rivela una potente atmosfera mistica e stupendi affreschi. Si alloggia presso l’hotel Rema Resort o simile.

10°g. 7/4 Paro, escursione a Taktshang
A nord di Paro si trova il monastero di Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo più celebre del Bhutan, sospeso tra le rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto), con una modica spesa chi vuole può noleggiare un cavallo; sul percorso si giunge ad un rifugetto da cui si gode una vista stupenda, il punto dove volendo si possono fermare i meno allenati e dove solitamente si consuma il pranzo. Per questa escursione si consiglia di portare con sé dei vestiti caldi, giacca antivento e scarpe adatte a camminare su sentiero. Tornati a valle ci si reca al villaggio ed al forte di Drukyel e quindi a Kyuchu Lhakhang, uno dei monasteri più antichi del Bhutan, la cui fondazione è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.), che contiene alcune preziosissime statue di Cenresi ed è uno dei 108 templi geomantici del Tibet.

11°g. 8/4 Paro Tsechu
Ci si reca allo Dzong prima dell’alba per seguire il Lam Nittam, l’abate di Paro, che tra il suono dei corni conduce la processione che porta a spalle, solennemente e con grande reverenza, la gigantesca tanka dallo Dzong fino al sito delle danze, dove il Thongdrol viene issato. Di fronte all’edificio dove viene esposto è allestito un lungo altare riccamente ornato di offerte dove siedono i monaci officianti; la gente si accalca per poter toccare il gigantesco drappo. Dopo un breve riposo in hotel si torna allo Dzong per assistere all’uscita dei monaci che da uno dei templi interni formano una seconda processione, ora nella luce del giorno, per dare inizio alle danze di questa magnifica giornata conclusiva del festival. Le rappresentazioni di oggi sono le più interessanti e attese, in particolare il Guru Tshen Gye, ovvero la danza delle otto manifestazioni di Guru Rimpoce, che espone con magnifica pomposità le forme che il Guru assunse per portare il messaggio di liberazione ai vari tipi di esseri. Si trascorre qui la giornata, mescolati alla folla di bhutanesi.

12°g. 9/4 Paro, Dzongdraka Tsechu
Ci si reca al villaggio di Dzongdraka nei pressi di Paro, dove oggi si tiene un bellissimo Cham rurale. Nella parte iniziale si svolgono due processioni lungo il bordo di una falesia dove meditò Guru Padmasambhava; la prima inizia dal tempio del villaggio e si reca all’eremo; quindi, dopo alcune danze e celebrazioni, si forma un secondo corteo che raggiunge l’area delle danze posta sopra al villaggio, un punto bello anche per il panorama. L’atmosfera è rilassata, e gli spettatori, quasi tutti contadini della vallata, mangiano e bevono in allegra compagnia; le danze sono ben eseguite ed i costumi molto belli. Si fa qui un pic nic e nel pomeriggio, prima di rientrare a Paro, ci si reca a Yoeto Gompa, un antico tempio sui monti di rimpetto a Dzongdraka dove si posano gli ultimi raggi del sole. Qui vivono alcuni giovani monaci e con una breve passeggiata (20 min) si raggiunge l’eremo di Drakarpo, un altro dei mitici siti di ritiro di Guru Rimpoce, attorniato da una serena comunità di anziani meditatori.

PER CHI RIENTRA

13°g. 10/4 Paro – Katmandu e volo di rientro
Il volo della Druk Air per Katmandu parte alle 8.15 con arrivo alle 9.15 (orari da confermare); si avrà una seconda opportunità di ammirare i magnifici panorami sulla catena himalaiana. All’arrivo, se non si parte subito in transito con il volo di rientro, si avrà a disposizione un mezzo con l’autista per un giro in città fino al momento della partenza.

14°g. Sabato 11 aprile, arrivo a destinazione

ESTENSIONE A KATMANDU

13°g. 10/4 Paro – Katmandu: Pashupatinath, Durbar, Swayambunath
Il volo della Druk Air per Katmandu parte alle 8.15 con arrivo alle 9.15 (orari da confermare); si avrà una seconda opportunità di ammirare i magnifici panorami sulla catena himalaiana. All’arrivo è in attesa dei partecipanti la guida nepalese che parla italiano; ci si reca direttamente a Pashupatinath, l’antichissimo santuario indù lungo le rive del fiume Bagmati dedicato a Shiva, luogo di pellegrinaggio dove giungono anche molti pittoreschi Sadhu. L’intera collina è un mondo da scoprire, disseminata di antichi tempietti immersi nel verde; sulla riva del fiume avvengono le cremazioni. Completata la visita si va in hotel, il medesimo utilizzato all’arrivo, e si pranza. Nel pomeriggio si visita il centro storico di Katmandu: la piazza di Durbar e dintorni con i magnifici templi; quindi si raggiunge il ‘colle delle scimmie’ per la visita di Swayambhunath, l’antichissimo stupa che si erge sulla valle, i templi circostanti e le colline adiacenti di Manjushri e Saraswati. Si cena in un ristorante della vivace zona di Tamel, epicentro dei negozietti e del mondo del trekking.

14°g. 11/4 Katmandu: Batkapur, Patan
Ci si reca a Baktapur, il cui nome significa “città dei devoti”. È la meglio preservata tra le tre antiche capitali della valle di Katmandu. Qui è più facile rivivere l’atmosfera che permeava la vita della gente prima del recente avvento della ‘civiltà’ moderna. Oltre al piacere di curiosare, questa città-villaggio offre esempi stupendi di architettura newari, tra cui la Nyatapola Mandir, una pagoda a cinque livelli, e le tre piazze di Durbar, Tumadhi e Dattatraya, Si pranza qui e si prosegue quindi per Patan, la più antica delle tre capitali. La piazzetta centrale, dove sono anche qui ancora visibili i danni causati dal recente terremoto, è un gioiello dell’architettura newari; tra i vari templi della zona circostante i più importanti sono il Tempio d’Oro e il Kumbeshwor. Alla sera è prevista una serata folk con musiche, danze nepalesi e cena in un locale tipico.

15°g. 12/4 Katmandu e volo di rientro
Tempo libero fino alla partenza, ottima occasione per fare gli ultimi acquisti, un’attività per cui la città è giustamente famosa.

16°g. Lunedì 13 aprile, arrivo a destinazione

RICHIESTA INFORMAZIONI

Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:

 DOCUMENTI DI VIAGGIO

PAESI E TRADIZIONI

Entra nella sezione dedicata agli approfondimenti culturali:

Danza Cham

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Paro Tsechu
Ragazze Laya
Affreschi a Dungtse Chorten
Monachelli allo Tsechu
Paro Tsechu
Paro Tsechu

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.