Bhutan
Tradizioni antiche, Domkhar e Ura Yakchoe
Incontro con la cultura del Druk Yul, il Paese del Drago

Ura Yakchoe

Ragazza a Domkhar

Gangte

Ura Yakchoe

Domkhar, inizia il Mewang









Sintesi del viaggio
Un magnifico incontro con Druk Yul, il Paese del Drago: si partecipa ai cham di Domkhar e di Ura, due eventi di origine antichissima che rivelano l’anima più vera di un mondo ricco di mistero, e si esplorano le regioni occidentali e centrali con un percorso che tocca luoghi preziosi fuori dal circuito turistico, senza tralasciare la visita di tutti i siti classici da Paro a Jakar. È un viaggio perfetto per chi ha interesse ad arricchire la visita del Bhutan avvicinandone il folclore e l’elusiva cultura, un peculiare mondo dove i sofisticatissimi paradigmi del buddismo vajrayana si intrecciano con l’immaginario himalaiano e le sue potenti forze sciamaniche.
- Paro
- Thimphu
- Gangte
- Trongsa
- Domkhar
- Jakar
- Ura (Yakchoe)
- Urgyen Choeling
- Punakha
- Thimphu
- Paro
- Taktshang
Presentazione del viaggio
Il tour include la visita degli Dzong più importanti del Bhutan: Paro, Trashichhoe, Semtokha, Punakha, Trongsa e Jakar. Siti importanti intrisi di leggende: Dungtse Chorten, Chimi Lhakhang, Chorten Nyinpo, Chendebji, Mebartso. Monasteri, templi e luoghi di ritiro spirituale: Kichu Lhakhang, Dzongdraka, Yoeto, Gangte, Nymalung e tantissimi altri. E … l’immancabile “Nido della Tigre”, Taktshang, luogo simbolo di Druk Yul.
I dettagli del viaggio sono indicati nella descrizione del Programma. Per maggiori informazioni sul Paese, vedi anche: Bhutan e Druk Yul.
DOMKHAR E URA YAKCHOE
Il Cham di Domkhar e lo Ura Yakchoe si svolgono nelle regioni centrali Bumthang, dove ebbe origine la civiltà bhutanese e permangono molto radicate le tradizioni antecedenti la costituzione del nuovo ordinamento basato sugli Dzong, che fu voluto dallo Shabdrung nel XVII secolo; tra queste valli è anche particolarmente forte la presenza della scuola buddista tibetana dei Nyingmapa, o scuola antica, che giunse qui ben prima della diffusione dei lignaggi dei Drukpa. Domkhar inizia al calar della notte con interessanti rituali che culminano con un processione dal piccolo tempio al luogo del Mewang, la cerimonia di purificazione eseguita con l’arco di fuoco, le cui origini si confondono con la notte dei tempi e che viene ancora utilizzata solo un queste regioni. Lo Ura Yakchoe inizia con una processione con cui viene portata dalla casa del Lama al tempio la preziosa statua di Vajrapani che, secondo la tradizione orale, Guru Padmasambhava lasciò per proteggere il villaggio dopo che, nel lontano VIII secolo, lo ebbe liberato dalla peste; nella serata viene poi eseguita nel tempio una cerimonia a scopo esorcistico, mentre nel cortile divampano dei falò e vengono eseguite particolari danze. Mentre qui si ha un riferimento di origine temporale, se pur mitico, per Domkhar non è stata trasmessa un’origine certa, ma il fatto che abbia un avvio con uno sfondo fortemente sciamanico porta a ritenere che sia di poco successivo ad Ura. Per entrambi poi la parte delle danze contiene elementi comuni a tutta la vasta tradizione bhutanese, con l’incredibile ricchezza di costumi, forme, musiche e contenuti che è dato trovare solo in Bhutan.
NOTA TECNICA
In Bhutan tra fine aprile ed inizio maggio il clima è solitamente secco; si tenga comunque presente che possono sempre esserci piogge locali. Le statistiche per le temperature minime notturne nella regione centrale del Bumthang, che è l’area più fredda del percorso, indicano che possono scendere anche a 5 gradi, mentre le massime previste qui sono 20°C; a Punakha, il punto più caldo, si possono avere fino a 25 gradi. Per gli spostamenti si utilizzano dei comodi pulmini e gli alloggi sono puliti con camere dotate di bagno con acqua calda e lenzuola; il luogo più spartano, ma forse anche più bello, è Urgyen Choeling. Il cibo è valido, tra l’indiano e l’internazionale con anche qualche pietanza locale e cinese; tutti gli amici italiani che hanno viaggiato in Bhutan ed in Nepal con noi non hanno perso un etto….
Programma del viaggio
1°g. Sabato 21 aprile, partenza in volo per il Bhutan
Per arrivare a Paro in Bhutan i porti di collegamento più comodi giungendo dall’Italia sono Delhi o Katmandu; Amitaba può procedere alla prenotazione del collegamento preferito, vi è un’ampia scelta di compagnie aeree e Amitaba può prenotare quella di maggior gradimento. La maggior parte dei voli prevede di viaggiare la notte arrivando nella giornata successiva, va solo tenuto presente di combaciare in modo opportuno gli orari di arrivo a Delhi o a Katmandu per poter eseguire un trasferimento senza dover espletare le formalità doganali; si evita così la necessità di doversi munire del visto di ingresso in India o in Nepal. Se per qualsivoglia motivo fosse utile o preferibile sostare la note del 21/4 a Delhi o a Katmandu Amitaba può fornire ogni servizio che possa essere richiesto.
2°g. 22/4 Paro – Thimpu
Il volo della Druk parte da Delhi alle 6.30 e fa scalo a Katmandu alle 8.30; riparte poi da qui alle 9.10 con arrivo a Paro alle 10.25. Dall’aereo la visuale della catena himalaiana a nord è stupefacente, si vedono ben 6 “ottomila”, tra cui l’Everest ed il Kanchendzonga, e arrivando anche il Chomolhari, la montagna sacra del Bhutan. Arrivati nel piccolo aeroporto di Paro, che è l’unico punto d’ingresso aereo del Bhutan, si viene accolti dalla guida bhutanese che parla la lingua inglese. Per gli spostamenti in Bhutan si utilizzano pulmini giapponesi; la velocità è sempre moderata per via delle curve e il limite ufficiale è comunque di 40 km/h, si ha così modo di gustare gli stupendi panorami. Paro è un bel villaggio che ha conservato le proprie caratteristiche tradizionali; ci si reca a visitare lo Dzong, reso celebre anche dal film giratovi da Bertolucci, ed il museo posto presso la torre di Ta Dzong, situata sull’altura alle sue spalle. Ci si reca quindi al Dungtse Chorten, costruito da Tamgtok Gyalpo, che all’interno rivela una potente atmosfera mistica e stupendi affreschi. Si parte quindi per Thimpu, la capitale, che dista circa 65 km. Thimpu è il centro amministrativo del Bhutan e sta rapidamente crescendo, mantenendo però lo stile tradizionale nelle costruzioni. Ci si accomoda in un hotel del centro, il Pedling o simile, comodo anche per visitare i negozietti nei dintorni.
3°g. 23/4 Thimpu – Gangte
Si parte presto per salire al passo di Dochu, alto 3166 mt, dove si consuma la colazione in un rifugio per godere del grandioso panorama: il valico è situato in una foresta lussureggiante con una stupenda visuale dell’arco himalaiano ed è ornato da 108 Chorten (reliquiari) attorno ai quali transitano i mezzi; si trovano anche tanti piccoli tsa tsa impastati con le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. Si prosegue la discesa tra scenari grandiosi arrivando nella valle di Punakha, dove si segue il flusso del fiume arrivando al vicino Dzong di Wangdi Phodrang, recentemente distrutto da un incendio, posto su di un monte che domina il fiume, e si prosegue verso est risalendo dai 1200 mt del fondovalle fino a superare di nuovo i 3000, godendo del graduale cambiamento della tipologia arborea delle foreste, formate nelle parti più elevate da gigantesche conifere su cui si aggrappano argentei licheni. Una strada che scavalca le creste dei monti verso sud porta nella valle di Phobjikha, dove tra le piante di bambù nano è frequente vedere gli yak che pascolano tranquilli. In questa bellissima natura tra graziose case di campagna si erge su di un colle, attorniato dalle abitazioni tradizionali del villaggio, il monastero Nyingmapa di Gangte che, assieme a Tamshing in Bumthang, è retto da Kunzang, l’abate riconosciuto come la nona reincarnazione di Pema Lingpa, il famoso Santo bhutanese che visse nel XV secolo. Si alloggia in un semplice albergo, il Dewachen o simile.
4°g. 24/4 Gangte – Trongsa – Domkhar – Jakar
Lasciata la valle di Phobjikha ci si ricongiunge alla strada che porta ad est verso le regioni del Bhutan Centrale e si supera il passo del Pele (3390 mt) arrivando a Chendebji Chorten, una classica costruzione bianca tra muri mani e bandiere di preghiera: venne posta qui per tenere a bada i demoni che secondo la leggenda rendevano periglioso il transito in queste rigogliose foreste. Si raggiunge quindi Trongsa (2180 mt) dove si visita l’imponente, storicamente importante, Dzong: è da qui che origina l’attuale dinastia reale. Proseguendo, si valica il passo dello Yotong (3425 mt) che si apre sulle valle di Chumey in Bumthang; in funzione dell’orario oltre il valico si potrà sostare per una visita a Buli Lhakhang, un delizioso tempio e scuola monastica fondato nel XV secolo tra le case di un bucolico villaggio – in alternativa si viene qui nella giornata di domani. Poco oltre lungo la valle si erge il palazzo di Donkhar Tsichholing, che si può vedere solo nelle parti esterne perché è ancora utilizzato dalla famiglia reale. Nei pressi si trova il tempio di Domkhar, dove dopo il tramonto ha inizio il festival, che oggi prevede anche il rituale del Mewang, dalle antichissime origini, con la cerimonia dell’arco di fuoco. Tempi e modalità non sono ‘scritti’, è un evento i cui tempi sono regolati dal Lama che conduce le cerimonie; ci si fermerà il tempo necessario per gustare con calma tutto quanto e quasi sicuramente si arriverà a Jakar molto tardi. Si alloggia presso il Peling hotel o simile.
5°g. 25/4 Jakar: Domkhar e visite
Nella giornata odierna ed anche domani ci si reca a Domkhar per ammirare le danze ed il colorato momento di aggregazione generato dal Cham; all’intorno infatti si crea un mercatino per le persone locali, tutti indossano i costumi più belli, e ci sono improvvisati baretti dove le persone bevono importanti quantità di birra e chang, con anche tavoli per diversi tipi di giochi d’azzardo – le puntate sono molto modeste, e se si vuole giocare si è sempre benvenuti, tra l’allegria generale. Nel cortile del tempio nel frattempo procedono le rappresentazioni, con un attento ma rilassato assiepamento di gente, al suono delle musiche eseguite dai monaci. In funzione di come si svolge il programma si decide quando effettuare alcune interessanti visite, iniziando da Buli Lhakhang ,se non lo si è già visto arrivando. Ci si reca al villaggio di Paker, posto all’ingresso della valle di Chumey, dove si trova un piccolo tempio e da qui con una passeggiata (circa mezz’ora ) si raggiunge il monastero di Nymalung, posto sul monte sopra al villaggio – il luogo dove trovò rifugio il grande maestro Dilgo Kientsen quando fuggì dal Tibet, noto per la qualità spirituale dei monaci che vi risiedono. Si rientra infine a Jakar.
6°g. 26/4 Jakar: Domkhar e visite
Ci si reca a Domkhar ed anche oggi, in funzione di come si svolge il programma, si decide quando effettuare le visite, che oggi si concentrano nella di valle di Choskhor, dove è ubicata Jakar. Si inizia dallo Dzong, edificato su di un colle al bordo della vallata, con i cortili interni piuttosto austeri che rivelano alcuni templi ben affrescati. Quindi Tamshing, il monastero fondato nel 1501 da Pema Lingpa che come Gangte è retto dalla sua attuale reincarnazione; è il più importante tempio Nyingmapa del paese, con affreschi storicamente importanti. Jambay Lhakhang, la cui origine risale all’VIII secolo: il tempio è infatti uno dei 108 edificati dal re del Tibet Songtsen Gampo per domare l’orchessa del Tibet, e si dice essere posizionato sul ginocchio sinistro del demone. È considerato il più antico sito buddista del Bhutan, costruito pochi anni prima di Kyuchu, che si visita il 3/5, che sarebbe invece posto sul piede sinistro del demone. I templi di Kurjey, considerati uno dei siti più sacri del Bhutan, il cui edificio più antico fu fondato nel 1652 sul luogo intriso di leggende dove Guru Rimpoce aveva lasciato impressa su una roccia l’impronta del proprio corpo – ku significa roccia e jey corpo. Infine Tangbi Lhakhang, che si raggiunge attraversando un ponte poco più a nord di Kurjey, tra le piante e gli orti verdi di un bel villaggio situato su una piana contornata da monti coperti da rigogliose foreste. L’origine di Tangbi risale al 1470, quando fu fondato dal IV Shamar Rimpoce, uno dei Lama principali della scuola tibetana dei Karmakagyu (i Karmakagyu appartengono, come i monaci presenti in maggior numero in Bhutan che sono Drukpakagyu, all’insieme delle scuole che si ispirano al grande mistico tibetano Milarepa, create dall’opera dei suoi discepoli).
7°g. 27/4 Jakar – Ura (Yakchoe) – Urgyen Choeling
Si parte per il bel villaggio di Ura dove oggi hanno inizio le celebrazioni dello Ura Yakchoe; la distanza è di 50 km, circa un’ora e mezza. A Ura l’evento inizia con una processione con cui viene portata al tempio la preziosa statua di Vajrapani che secondo la tradizione orale Guru Padmasambhava lasciò per proteggere il villaggio quando, nel lontano VIII secolo, lo ebbe liberato dalla peste, esaudendo così prima di ripartire le preghiere degli abitanti. Nel pomeriggio si parte per la valle di Tang, la più selvaggia e remota del Bumthang. Oltrepassato il laghetto di Mabertso, intriso di leggende, si incontrano alcuni piccoli villaggi immersi nelle foreste incontaminate arrivando al tempio di Ta Rimoce, appoggiato ad un colossale masso al margine della vallata. Dopo una visita si prosegue per Urgyen Choling, una preziosa casa nobiliare dove all’interno è stato allestito un piccolo museo, ai bordi di un bucolico villaggio che presenta un esempio bellissimo della vita rurale bhutanese. Si alloggia qui nella semplice locanda di Ugencholing.
8°g. 28/4 Urgyen Choeling – Ura (Yakchoe) – Jakar
Si torna ad Ura per ammirare le danze in costume del Cham; il luogo è particolarmente bello, anche solo per passeggiare tra le case del villaggio, ed anche qui, come a Domkhar, oltre alle rappresentazioni è molto interessante vivere il contesto di folclore all’intorno del cortile del tempio. Si rientra quindi a Jakar, dove si utilizza il medesimo albergo, e tempo permettendo si completa la giornata con delle visite.
9°g. 29/4 Jakar – Punakha
Si parte per Trongsa, riattraversando verso ovest il passo dello Yutong ripercorrendo le stupende vallate himalaiane; si transita da Chendebji Chorten e si valica il Pele arrivando nella valle di Punakha. Qui ci si reca con una passeggiata che transita per un bel villaggio al tempio della fertilità di Chimi Lhakhang, posto in cima ad una panoramica collina, a metà strada tra Punakha e Wangdue. Questo tempio fu fondato dal grande Lama Kunley, “l’illuminato pazzo” il cui emblema fallico adorna l’ingresso di molte case rurali. Le coppie che non riescono ad avere figli e chiedono qui con fiducia questa grazia vengono quasi sempre esaudite… anche gli stranieri! Si alloggia in un hotel nei pressi del villaggio di Punakha, il Zangtopelri o simile
10°g. 30/4 Punakha
Lo Dzong di Punakha, situato a solo 1250 mt, è il più bello e storicamente importante del paese. Viene curato con amore e senza badare a spese, come si riscontra dalla qualità dei lavori che sono stati fatti per restaurare il tempio principale che era stato danneggiato da un’inondazione. Tra gli affreschi si ammirano anche rarissimi mandala difficili da trovare altrove, neppure nei testi specifici. L’antica arte iconografica qui è… nel presente. Al termine della visita si prosegue per un tratto verso nord e si sale sulle pendici dei monti arrivando a Chorten Nyinpo, che dista circa 8 km dallo Dzong, un luogo bucolico posto a 1750 mt sui monti sopra la valle del Mo Chu. Il tempio fu costruito nel XIV secolo e contiene una statua di Maitreya; di fronte vi è un antico albero la cui leggendaria origine è legata a Drukpa Kunley: secondo la tradizione egli lanciò da dove meditava sui monti un ramo infuocato per scacciare i demoni, che si conficcò nel terreno e divenne questo venerato albero. Nel pomeriggio si effettua un’escursione sui monti della valle, dove si trovano le scuole monastiche di Talo e Nalanda ed il tempio di Nabgang tra tipici, ben curati villaggi.
11°g. 1/5 Punakha – Thimpu
Si lascia la valle di Punakha valicando verso ovest il passo del Dochu arrivando a Thimpu, la capitale, dove si alloggia nel medesimo hotel. Ci si dedica alle visite iniziando da Dechen Podrang, un palazzo che fu la sede del governo prima della costruzione di Trashichhoe ed è ora una scuola monastica; nei pressi ci si reca a vedere il convento femminile. È molto interessante il tempio di Changangkha Lhakhang, sopra Thimpu, il luogo dove le persone del luogo portano i nuovi nati per essere benedetti, un vero gioiello dove spesso è possibile assistere alle cerimonie dei monaci. Ci si reca al grandioso Trashichhoe Dzong, visitabile dopo le ore 17.00, dove sono situate la sede del governo, la sala del trono del re e la sede estiva del Je Khempo, l’Abate del Bhutan, che vi risiede con i circa 1600 monaci che costituiscono il suo seguito nei sei mesi più caldi dell’anno (la sede invernale è Punakha). Tempo permettendo ci si reca anche al Memorial Chorten, dove spesso si vedono gli anziani di Thimpu che effettuano le circumambulazioni recitando i mantra, ed alla gigantesca statua di Buddha, particolarmente ben realizzata, che troneggia dalla collina.
12°g. 2/5 Thimpu – Paro
Si parte per Paro e, nei pressi di Thimpu, si sosta per una visita a Semtokha Dzong, che fu il primo degli Dzong bhutanesi ad essere costruito dallo Shabdrung nel XVII secolo; ha giovato di recenti restauri ed è ora sede di una scuola monastica. Giunti nella valle di Paro ci si reca al bel villaggio di Dzongdraka dove si trova un piccolo tempio e, lungo una ripida falesia, un panoramico eremo che la tradizione dice essere stato utilizzato da Guru Padmasambhava. Tornati a valle si completa la giornata andando a Yoeto Gompa, un antico tempio dove vivono alcuni giovani monaci; da qui con una breve passeggiata (20 min) si raggiunge l’eremo di Drakarpo, un altro dei mitici siti di meditazione di Guru Rimpoce, attorniato da una serena comunità di anziani meditatori. Ci si reca quindi in hotel, si alloggia al Rema Resort o simile.
13°g. 3/5 Paro: escursione a Taktshang
A nord di Paro si trova il monastero di Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo più celebre del Bhutan, sospeso tra le rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto), con una modica spesa chi vuole può noleggiare un cavallo che porta fino ad un rifugetto situato a oltre metà della strada da cui si gode una vista stupenda, il punto dove volendo si possono fermare i meno allenati e dove solitamente si consuma il pranzo. Tornati a valle ci si reca al villaggio ed al forte di Drukyel e poi a Kyuchu Lhakhang che contiene alcune preziosissime statue di Cenresi, uno dei monasteri più antichi del Bhutan, la cui fondazione è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.) ed è uno dei 108 templi geomantici del Tibet.
14°g. 4/5 Paro, volo di rientro
Chi rientra via Katmandu parte alle 8.30 con arrivo alle 9.15; per Delhi la partenza è alle 8.50 con arrivo alle 9.15. Amitaba può organizzare ogni servizio che possa essere richiesto per i trasferimenti sia a Katmandu che a Delhi, ed anche organizzare delle interessanti estensioni in Nepal o in India. La maggior parte dei voli di rientro prevede di viaggiare la notte arrivando a destinazione il giorno successivo.
15°g. Sabato 5 maggio, arrivo a destinazione
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