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Bhutan


Conoscere Druk Yul da Gomkora al festival di Paro

Estensione: Sikkim, regno himalaiano – rientro il 23/4


Paro Tsechu

Yogi a Gomkor

Jakar Dzong

Chorten di Tashiyangtse,

Gomkora donna Monpa

PARTENZA
02/04/2017
RITORNO
16/04/2017
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
23/04/2017
2a ESTENSIONE
DURATA
15 – 22 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio offre una visione completa del Bhutan e del suo intenso mondo culturale. Arrivati in volo a Guwahati nell’Assam si raggiunge il confine orientale del Bhutan a Samdrup Jonkhar, iniziando un fantastico percorso che attraversa tutto Druk Yul, il Paese del Drago, da est ad ovest. Si incontra la gran parte dei siti più belli ed importanti, e si estende l’esplorazione a luoghi più remoti e fuori dai normali circuiti, che ispirano un’attrattiva speciale alle rare persone che li visitano. Si sarà presenti allo svolgimento di tre interessantissimi eventi del folclore bhutanese, iniziando con il cham di Gomkora, di origine arcaica, dove confluiscono diverse etnie dell’Himalaia orientale. A Paro si segue la giornata più importante del grande festival, divenuto ora famoso nel mondo, con le processioni e l’esposizione del gigantesco Thongrol. E si completa con un evento fuori dal calendario ufficiale, in un bucolico villaggio ai bordi di falesie dove meditò Guru Rimpoce.

Il paese più felice del mondo
  • Delhi
  • Guwahati
  • Samdrup Jongkhar
  • Trashigang
  • Gomkora
  • Tashiyangtse
  • Mongar
  • Jakar
  • Trongsa
  • Punakha
  • Thimpu
  • Paro

 Presentazione del viaggio


Da Paro si potrà decidere se rientrare o proseguire il viaggio con il capogruppo con il programma “Sikkim, regno himalaiano”, un tour completo delle vallate a ridosso del Kanchedzonga, da Rumtek a Gangtok, Tashiding e Pemayangtse che include anche le cittadine storiche di Kalimpong e Darjeeling. Per maggiori informazioni sul Sikkim, si può consultare India himalaiana orientale: Sikkim.

UN CENNO SUI CHAM DEL BHUTAN

I Cham sono uno straordinario insieme di musiche sacre, danze in costume con maschere rituali, riti religiosi ed esorcistici, eseguite da monaci ed anche da laici nei Cham minori, il tutto immerso in un attento ma allegro e rilassato assiepamento di persone che esibiscono i migliori abiti tradizionali e godono di un atteso momento di gioiosa convivialità. Parteciparvi offre al visitatore che desidera accedere al cuore della realtà bhutanese un modo intelligente per avvicinarne lo scenario intimo legato alla spiritualità, alle tradizioni ed alla storia. Nel Cham il confine percettivo imposto dalla mente razionale scompare e il fondersi di spirito, emozioni e pensiero genera le dimensioni di mondi sottili che nella cultura europea verrebbero relegati in una definizione di immaginario, ma che in Bhutan sono il vero perno di una profonda realtà percettiva. Ogni Cham ha delle caratteristiche diverse sia per il contenuto religioso delle rappresentazioni che per l’intreccio delle trame, che hanno spesso un riferimento agli eventi storici specifici del luogo in cui si svolge e ai diversi personaggi e maestri spirituali a cui ci si riferisce.
È improprio e limitativo chiamare questi eventi “festival”, perché quello che avviene è un insieme di funzioni religiose, trame teatrali mitiche ed evocazioni vicine allo spiritismo immerse in un contorno di folclore intenso. Per maggiori informazioni, vedi Druk Yul e Cham del Bhutan.

NOTA TECNICA

In Bhutan all’inizio di aprile il clima è solitamente secco; si tenga comunque presente che ci possono sempre essere delle piogge locali. Si incontrano le temperature minime a Jakar nel Bumthang ed a Paro, dove di notte si possono avere anche solo 5 gradi, mentre le massime previste sono a Sandrup Jongkhar, situata ai margini delle pianure indiane, ed a Trashigang, dove si può arrivare fino a circa 27 gradi. Per gli spostamenti in Bhutan si utilizzano dei comodi pulmini giapponesi. Gli alloggi sono puliti con stanze dotate di bagno con acqua calda e lenzuola; nelle regioni orientali sono piuttosto spartani, in particolare a Tashiyangtse, mentre man mano che ci si sposta verso ovest la qualità migliora. Il cibo è valido, tra l’indiano e l’internazionale con anche qualche pietanza locale e cinese; tutti gli amici italiani che hanno viaggiato in Bhutan con noi non hanno perso un etto….

 Programma del viaggio


1°g. Domenica 2 aprile, volo per Delhi
Per raggiungere Delhi Amitaba utilizza voli Etihad, Lufthansa, KLM o di altre compagnie scelte dai viaggiatori; la maggior parte dei voli giunge a Delhi nelle prime ore del mattino successivo, consentendo di proseguire in transito per Guwahati. Se in funzione della scelta dei voli fosse utile usufruire di servizi a Delhi in andata o ritorno (trasferimenti, hotel o altro) Amitaba potrà soddisfare ogni richiesta.

2°g. 3/4 Delhi – Guwahati – Samdrup Jongkhar
Il volo per Guwahati in Assam parte da Delhi alle 9.50 ed arriva alle 13.35 (orario da confermare), dove è in attesa del gruppo la guida bhutanese che parla la lingua inglese. Si prosegue il viaggio verso il confine del Bhutan, che dista circa 110 km, un percorso che si effettua in circa 3 ore. Superato il confine ci si accomoda nel primo alberghetto bhutanese di questo bellissimo viaggio, il Menjong o il TLT.

3°g. 4/4 Samdrup Jongkhar – Trashigang
La strada per Trashigang serpeggia per 180 km tra valli rigogliose, dove via via che si sale verso le regioni più interne del Bhutan orientale si osserva una lenta metamorfosi delle foreste; si percorrono 180 km in circa 6 ore. Trashigang è un paesino grazioso con una piccola piazzetta circondata da case tradizionali, ci si sistema in una locanda, Druk Dejung Lodge (la migliore disponibile, con la maggior parte delle stanze con servizi privati e un ristorante che solitamente è ben apprezzato) e ci si reca a visitare lo Dzong, una bella struttura posta in posizione dominante sulla ripida vallata.

4°g. 5/4 Trashigang – Gomkora (festival) – Tashiyangtse
Il tempio di Gomkora è situato a poco più di mezz’ora di guida da Trashigang, lungo la sponda occidentale del possente fiume che fluisce da Tashiyangtse e da Tawang in Arunachal Pradesh; è costruito in un luogo dove secondo la tradizione meditò Guru Rimpoce e vi risiede una piccola comunità di monaci. E’ un sito tranquillissimo tutto l’anno ma per il festival si riempie di persone che giungono dai diversi distretti del Bhutan orientale: si radunano, oltre ai bhutanesi, le genti di Sakten, folti gruppi di Monpa provenienti da Lumla e Tawang in Arunachal Pradesh ed altre etnie minori. Il programma non è sempre fisso, è un evento vivo che di volta in volta presenta delle varianti: nella giornata di oggi si prevedono diverse cerimonie nel tempio ed alcune danze. La gente fa ressa per visitare la fonte d’acqua che si dice sia stata fatta sgorgare dal grande Guru; ma il Cham è anche un’occasione di incontro per i giovani che giungono qui con la speranza di trovare un’anima gemella, se non per la vita, almeno per il festival… Tutti eseguono innumerevoli volte la circumambulazione del sito fino a tarda notte, secondo le regole di una antica tradizione; attorno alla zona sacra vi sono tantissimi banchetti che offrono cibi, birra, chang e merci, oltre ad un gran numero di diversi giochi d’azzardo – che prevedono piccole puntate – a cui i bhutanesi non sanno assolutamente rinunciare: non di rado si vedono anche dei monaci impegnati nelle scommesse! L’insieme è decisamente folcloristico e vivace. Dopo questa prima immersione nel festival si procede proseguendo lungo il fiume alla volta di Tashiyangtse (dista in tutto 52 km da Trashigang) seguendo una strada che offre panorami belli e selvaggi; il tempo di percorrenza è di circa due ore. Si visitano il vecchio Dzong che risale al 1656, situato su di un colle che si erge nel centro della valle prima del paese, che oggi ospita una scuola monastica; quindi, rientrati sulla strada principale, il famoso stupa di Chorten Kora costruito in stile nepalese, una gemma bianca che si erge sul bordo del fiume che scorre impetuoso, il nuovo Dzong amministrativo ed il tempio di Rinchengang. Si alloggia in una locanda a gestione famigliare, con semplici stanze dotate di servizi.

5°g. 6/4 Tashiyangtse – Gomkora (Thongdrol) – Mongar
Si parte presto per tornare a Gomkora: verso le 8 del mattino si svolge infatti la grande cerimonia del Thongdrol, l’esposizione della sacra tanka che è di ottimo auspicio ammirare. Il grande rotolo di tessuto viene portato dal tempio in processione con grande solennità circumambulando il terreno sacro della fonte d’acqua e fino allo spazio delle danze rituali, con un elegante seguito di monaci e dignitari bhutanesi. La grande tanka viene quindi issata e la gente forma una lunghissima coda per poterla toccare mentre iniziano le cerimonie e quindi le danze. Nel pomeriggio si parte per Mongar, iniziando il percorso verso ovest che porterà fino a Paro. Si segue il flusso del vorticoso fiume fino all’imbocco del passo di Kori (2300 mt); lungo la salita si transita dalla Shedra di Ngatshang, una piccola scuola monastica carinissima da visitare, e poco dopo il valico si arriva a Mongar, un paesello con le case costruite in stile tradizionale che ospitano varie botteghe, dove si trova uno Dzong di costruzione piuttosto recente. Si alloggia in un semplice albergo, il Druk Zhongar o il Wangchuk.

6°g. 7/4 Mongar – Jakar
Jakar dista quasi 200 km, un tragitto che richiede circa 7 ore. Da Mongar si scende fino al fiume Kuru (650 mt) e da qui ci si inerpica pian piano osservando diversi tipi di ambienti arborei, dalle foreste tropicali ai boschi di rododendri e pini himalaiani, seguendo la strada che in alcuni tratti sembra letteralmente sospesa alle pareti ripidissime fino al passo di Thrumshing (3750 mt); con il tempo limpido si godono spettacolari visioni della catena himalaiana dell’est del Bhutan. Scendendo verso il Bumthang si visita il villaggio di Ura, dove si trova un bel tempio e, se sono presenti, ci si potrà recare a visitare una famiglia che detiene un importante lignaggio Nyingmapa. Arrivati a Jakar, che è il centro principale della regione centrale bhutanese del Bumthang, ci si accomoda allo Yugarling Resort, o al Peling Hotel o al Dendup Ling Lodge.

7°g. 8/4 Jakar – Trongsa
A Jakar si visita Jambay Lhakhang, la cui origine risale all’VIII secolo e conserva antichissimi affreschi; il tempio è uno dei 108 edificati dal re del Tibet Songtsen Gampo per domare la mitica orchessa del Tibet, e si dice essere posizionato sul ginocchio sinistro del demone. E’ considerato il più antico sito buddista del Bhutan, costruito pochi anni prima di Kyuchu, che si visita il 14/4, che sarebbe invece posto sul piede sinistro del demone. Si prosegue con la visita dell’austero Dzong, posto panoramicamente sopra la villaggio, dove nella parte monastica si trovano templi con belle pitture. Si parte quindi per Trongsa (68 km) attraverso il passo dello Yotong (3425 mt); qui ci si reca all’imponente Dzong, bello ed importante anche perché è il luogo di origine dell’attuale dinastia reale, ed a Ta Dzong, la torre che lo sovrasta, ottimamente restaurata e trasformata con l’aiuto degli europei in un interessante e ben congeniato museo. Si alloggia presso il Yangkhil Resort.

8°g. 9/4 Trongsa – Punakha
Si lascia Trongsa seguendo i costoni delle vallate coperti di foreste con diverse aree più aperte dove si vedono bucolici villaggi; si sosta al bellissimo sito di Chendenbji Chorten, una candida costruzione in stile nepalese immersa nella valle ripida e verdeggiante, edificata da un Lama nel XVIII secolo per imprigionare il demone che aveva reso intransitabile la regione. Si prosegue valicando il passo del Pele (3390 mt), da dove si scende fino a Wangdi Phodrang (1250 mt, 129 km da Trongsa) godendo ancora una volta delle diversissime tipologie arboree, questa volta in discesa. Da qui si risale per un tratto il corso del fiume e con una passeggiata che transita per un bel villaggio si raggiunge il tempio della fertilità di Chimi Lhakhang, posto in cima ad una panoramica collina, a metà strada tra Punakha e Wangdue. Questo tempio fu fondato dal grande Lama Kunley, “l’illuminato pazzo” il cui emblema fallico adorna l’ingresso di molte case rurali. Le coppie che non riescono ad avere figli e chiedono qui con fiducia questa grazia vengono quasi sempre esaudite …anche gli stranieri! Si prosegue quindi per il vicino hotel, nella valle di Punakha, il Zangtopelri o il Meri Phunsum Resort.

9°g. 10/4 Punakha – Thimpu – Paro
Si visita lo Dzong di Punakha, il più bello e storicamente importante del paese, che fu anche la sede del governo fino agli anni ’50 e dove è conservato il preziosissimo Chorten dello Shabdrung, fondatore del Bhutan; oggi è la sede estiva del Je Khempo, l’Abate del Bhutan, che risiede qui nei sei mesi più freddi con un seguito di 1600 monaci. Situato a 1250 mt alla confluenza di due fiumi, lo Dzong è curato con amore e senza badare a spese, come si riscontra dalla qualità dei lavori che sono stati fatti per restaurare il tempio principale, che era stato danneggiato da un’inondazione. Tra gli affreschi si ammirano anche rarissimi mandala che non si trovano facilmente rappresentati altrove, neppure nei testi specifici. Si parte quindi per Thimpu (77 km), la capitale, ripercorrendo la medesima strada per il breve tratto fino a Chimi Lhakhang; da qui inizia la salita al passo di Dochu, di 3166 metri, dove in una foresta lussureggiante con una stupenda visuale dell’arco himalaiano si trovano migliaia di bandiere di preghiera colorate che circondano 108 Chorten (reliquiari); qui si trovano anche tanti piccoli tsa tsa contenenti le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. La discesa verso Thimpu (2320 mt) è più breve. Si incontrano qui i partecipanti giunti per seguire la parte successiva del programma e con loro ci si reca al grandioso Trashichhoe Dzong, dove sono situate la sede del governo, la sala del trono del re e la sede estiva dell’Abate del Bhutan. Dopa la visita si prosegue per Paro, circa due ore di viaggio, dove ci si accomoda presso l’hotel Dewachen o il Rema Resort.

10°g. 11/4 Paro, il grande Cham
Ci si reca allo Dzong prima dell’alba per seguire il Lam Nittam, l’abate di Paro, che al suono dei corni guida la processione che porta a spalle solennemente e con grande reverenza la gigantesca tanka al sito delle danze, dove il Thongdrol viene issato. Di fronte al palazzo su cui viene posizionata la tanka è allestito un lungo altare riccamente ornato di offerte dove siedono i monaci officianti; la gente si accalca per poter toccare il gigantesco drappo. Si torna quindi in hotel e dopo un breve riposo si torna allo Dzong per assistere all’uscita dei monaci che da uno dei templi interni formano una seconda processione, ora nella luce del giorno, per dare inizio alle danze che chiudono il Cham. Le rappresentazioni di oggi sono le più interessanti e attese, in particolare il Guru Tshen Gye, ovvero la danza delle otto manifestazioni di Guru Rimpoce, quando vengono esposte con magnifica pomposità le forme che il Guru assunse per portare il messaggio di liberazione ai vari tipi di esseri. Si trascorre qui la giornata, mescolati alla folla di bhutanesi.

11°g. 12/4 Paro: cham rurale di Dzongdraka
Ci si reca al villaggio di Dzongdraka tra i monti della valle di Paro, dove oggi si svolge un interessantissimo Cham rurale. Sono molto belle le processioni eseguite nella parte iniziale dell’evento, che si muovono a ridosso di una falesia dove meditò Guru Rimpoce (Padmasambhava). Completati i cortei ed i cerimoniali che si svolgono tra l’eremo ed il tempio del villaggio, nell’area sovrastante iniziano le danze in costume; si consuma qui un picnic, mescolati all’allegra e rilassata comunità locale, dove molti non disdegnano delle sane bevute in compagnia, una situazione molto genuina e poco formale rispetto al festival di ieri. Si torna quindi a valle ed arrivati a Paro si visita il Dungtse Chorten, costruito dal mitico Tamgtok Gyalpo, che all’interno rivela una potente atmosfera mistica e stupendi affreschi; se si avrà tempo, con una breve passeggiata ci si reca al bucolico villaggio di Drangchok, dove si trova un antico tempio.

12°g. 13/4 Paro: escursione a Chile, Yoeto e Drakarpo
Si risalgono i monti del versante meridionale della valle di Paro arrivando fino al passo del Chile, a quasi 4000 metri di quota. Da qui parte un panoramico sentiero che porta in circa un’ora all’eremo di Chile, dove vive isolata tra i monti una piccola comunità di monache. Chi preferisse, può arrivare all’eremo anche partendo da sotto: una breve diramazione dalla strada del passo consente di arrivare alla base di una salita che richiede circa 40 minuti a piedi. Si consuma qui un picnic. Tornati a valle si completa la giornata andando a Yoeto Gompa, un antico tempio dove vivono alcuni giovani monaci; da qui con una breve passeggiata (20 min) si raggiunge l’eremo di Drakarpo, un altro dei mitici siti di meditazione di Guru Rimpoce, attorniato da una serena comunità di anziani meditatori.

13°g. 14/4 Paro: escursione a Taktshang
A nord di Paro si trova il monastero di Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo più celebre del Bhutan, sospeso tra le rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto), con una modica spesa chi vuole può noleggiare un cavallo; sul percorso si giunge ad un rifugetto da cui si gode una vista stupenda, il punto dove volendo si possono fermare i meno allenati e dove solitamente si consuma il pranzo. Tornati a valle ci si reca al villaggio e al forte di Drukyel e poi a Kyuchu Lhakhang che contiene alcune preziosissime statue di Cenresi, uno dei monasteri più antichi del Bhutan, la cui fondazione è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.) ed è uno dei 108 templi geomantici del Tibet.

PER CHI RIENTRA

14°g. 15/4 Paro – Katmandu e volo di rientro
Il volo per Katmandu della Druk Air parte alle 8.25 con arrivo alle 9.30; il volo è molto spettacolare: si ha una visione dell’arco himalaiano dal Chomolhari al Kanchendzonga, Makalu, Everest e Cho Oyu fino allo Shisha Pangma: ben 5 degli ‘8000’, oltre ad un’infinità di altri picchi! All’arrivo si ha a disposizione fino all’imbarco sul volo di rientro un veicolo con autista per delle visite e un giro di acquisti (Pashupatinath e Bodanth sono vicinissimi all’aeroporto). Amitaba con un piccolo costo aggiuntivo predisporrà eventuali servizi aggiuntivi richiesti sia a Katmandu che a Delhi per chi transita da qui dopo Katmandu: assistenza in aeroporto, trasporti locali, pernottamento e visite.

15°g. Domenica 16 aprile, arrivo a destinazione

PER CHI SEGUE L’ESTENSIONE “SIKKIM, REGNO HIMALAIANO”

14°g. 15/4 Paro – Puntsholing
Si parte verso sud scendendo verso le pianure indiane; si transita da Chhuka, dove è stato costruito un nuovo Dzong, e si prosegue zigzagando fino a Puntsholing al bordo delle pianure gangetiche, che dista circa 180 km, un percorso di circa 6 ore. Sistemazione presso il Druk o il Lhaki hotel, dove si trascorre l’ultima notte in Bhutan.

15°g. 16/4 Puntsholing – Kalimpong
Accompagnati dalla nuova guida locale e dall’autista giunti dal Sikkim si entra in India; giungendo dal Bhutan, che alcuni amano chiamare ‘Tirolo dell’Himalaia’, il cambiamento è notevole: poche centinaia di metri e si è immersi nella tipica confusione dell’India. Si segue il lembo meridionale dell’Himalia in direzione ovest per circa 130 km attraversando alcuni fiumi e, raggiunto l’impetuoso Tista nei pressi del villaggio di Sevoke, se ne risale il corso entrando di nuovo tra i monti in una regione che oggi è parte del Bengala Occidentale; si lascia quindi il fiume risalendo il versante orientale della grande vallata arrivando a Kalimpong, situata a circa 1200 mt. Si percorrono in tutto 175 km in 5 ore circa. Si alloggia presso l’Himalaya hotel, immerso in un bel giardino e piacevolmente arredato in stile coloniale, dove si viene raggiunti dai partecipanti che seguono solo questa parte del viaggio. Per le luci della sera ci si reca al monastero di Zong Dog, un importante centro Nyingmapa fondato da Dudjom Rimpoce che contiene interessantissimi affreschi e un mandala tridimensionale.

16°g. 17/4 Kalimpong – Rumtek – Gangtok
A Kalimpong si visitano i monasteri di Tharpa Choeling, di scuola Ghelupa, che si raggiunge con una piacevole passeggiata e di Thongsa, originariamente fondato dai bhutanesi nel 1692. Si parte quindi per Gangtok; si ridiscende al fiume e poco più a nord si incontra la confluenza con il fiume Ranjeet, che con il Tista delimita il confine meridionale dell’attuale territorio dello Stato del Sikkim. Si prosegue lungo il Tista entrando nel territorio sikkimese; si lascia la vallata di questo fiume verso nord est seguendo un affluente e con una deviazione sul versante occidentale della valle si arriva (in tutto 74 km di strada) all’importantissimo monastero di Rumtek, il principale sito della scuola Karma Kagyu, dove vi sono interessanti templi e viene conservato lo Stupa d’oro che contiene il corpo del XVI Karmapa. Si riparte per Gangotk (circa 20 km) tornando a valle e risalendo il versante opposto verso nord est; qui si alloggia presso all’Hotel Tibet, ben posizionato tra i negozietti della zona centrale della cittadina – la quota è di 1700 mt.

17°g. 18/4 Gangtok
Per chi lo desidera si prevede di recarsi sui monti sopra la cittadina per godere dell’alba sul Kanchendzonga. Dopo colazione si parte per un’escursione a nord di Gangtok, dove tra valli rigogliose sorgono bei villaggi e si trovano i monasteri di Kabi, Phodang, Phesang e Labrang. Tornati a Gangtok, ci si reca a visitare l’interessante monastero di Ngor, l’unico di scuola Sakya del Sikkim, e il tempio di Enchey, il principale della cittadina, dove in una cappella alloggiano anche le divinità di protezione della città.

18°g. 19/43 Gangtok – Yuksom
Da Gangtok si attraversa la valle verso ovest risalendo al passo di Ravang (2200 mt); lungo la discesa si incontra il grazioso monastero Bon di Yungdrung Kundraling, che contiene affreschi molto interessanti e i cui monaci sono gentili e ben disposti a fornire delucidazioni in merito alla loro esoterica scuola. Si prosegue fino al fondovalle e si risale sul versante opposto arrivando all’imbocco del sentiero che porta in meno di un’ora al monastero Nyingmapa di Tashiding, uno dei siti più sacri del Sikkim, posto in una stupenda posizione panoramica in cima ad un colle, tra un mare di bandiere di preghiera, muri Mani e Chorten. Il paese di Yuksom non è molto distante; ci si accomoda all’hotel Tashigang; la quota qui è di 1750 mt. La tappa richiede in tutto tra le 4 e le 5 ore di guida.

19°g. 20/4 Yuksom – Pelling
Si lascia Yuksom per il lago sacro di Khencheopari, conosciuto come “il lago che esaudisce i desideri”: pare che questo tranquillo specchio, immerso nella foresta, non abbia mai delle foglie che vi galleggiano perché gli uccelli guardiani lo ripuliscono appena vi si posano. A Pelling (1500 mt) si alloggia al Norbugang Resort, in vista del Kanchendzonga. Una piacevole passeggiata (circa 40 min.) porta al monastero Nyingmapa di Sangacholing, costruito sulle falde di un monte che è un importante luogo di cremazione per la gente di etnia Lepcha e Bhutia, posto in una stupenda posizione con panorami sulle valli circostanti e sul Kanchendzonga. Successivamente ci si reca al monastero di Pemayangtse, anch’esso di scuola Nyingmapa, che risale all’inizio del XVIII secolo; contiene, tra le cose più interessanti, un modello tridimensionale del paradiso di Guru Rimpoce che con i suoi sette livelli riempie fino al soffitto la stanza superiore del monastero. Completa la giornata la visita delle rovine del palazzo reale di Rabdentse.

20°g. 21/4 Pelling – Darjeeling
La strada per Darjeeling (2134 mt), se pur vicina come distanza, richiede quasi 5 ore di guida; si inizia scendendo al fiume Ranjeet che score impetuoso ai piedi di Pelling e lo si segue verso sud attraverso un magnifico ambiente naturale dominato da imponenti foreste; si lascia il Sikkim rientrando nel Bengala Occidentale e si lascia il fiume per salire sulle creste dei monti incontrando piantagioni di tè ed arrivando a Darjeeling, dove si alloggia all’hotel New Elgin, che evoca gli splendori dell’era coloniale. Ci si reca a visitare il mercato, il monastero di Bhutia Busty e il museo himalaiano.

21°g. 22/4 Darjeeling – Bagdogra – Delhi e volo di rientro
Al mattino chi lo desidera può recarsi a Tiger Hill per godere dell’alba sul Kanchendzonga. Lasciando Darjeeling si visita il monastero di Ghoom (Yogachoeling), spesso citato nella letteratura del Raj, che ospitò anche A. Govinda; si scende all’aeroporto di Bagdogra (90 km, circa 3 ore), dove si prende il volo per Delhi alle 13.45 con arrivo alle 16.10 (orari da confermare). A destinazione si procede per gli imbarchi internazionali per il volo di rientro. Amitaba predisporrà eventuali servizi aggiuntivi richiesti a Delhi con un piccolo costo aggiuntivo: assistenza in aeroporto, trasporti locali, pernottamento e visite.

22°g. Domenica 23 aprile, arrivo a destinazione

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Danza Cham

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Gomkora, donne Monpa
Paro Tsechu
Yogi a Gomkor
Jakar Dzong
Chorten di Tashiyangtse,
Gomkora donna Monpa

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.