Bhutan
Bhutan Orientale e Cham di Jambay e Paker
Traversata di Druk Yul, il Paese del Drago: da Paro a Tashi Yangtse

Jakar

Giochi a Paker

Jambay Lhakhang Drup

Bimbi bhutanesi

Chendebji Chorten, mantra di Chenresi









Sintesi del viaggio
Questo viaggio, frutto di una approfondita ricerca, porta ad un vero contatto con il misterioso mondo del Bhutan. Si visitano i siti principali del Bhutan occidentale, tutto ciò che fa parte dell’irrinunciabile bagaglio condiviso da tutti coloro che si recano in Bhutan, ma il fulcro del viaggio sono il Bumthang, la regione del Bhutan centrale dove ebbe origine la cultura bhutanese dove si partecipa ai festival di Jambay e di Paker, e le remote regioni orientali, un’area raramente raggiunta dai visitatori, dove si trovano luoghi affascinanti e si incontrano comunità di persone che vivono preservando tradizioni antichissime.
Presentazione del viaggio
L’itinerario tocca tutti i principali centri e monasteri-fortezza del Bhutan, chiamati Dzong, che sorgono in posizione dominante sulle valli himalaiane enunciando anche con l’imponenza della struttura il loro ruolo difensivo; costruzioni che non sono soltanto un simbolo del paese ma sono tutt’oggi i centri religiosi ed amministrativi, dove la gente entra con grande contegno indossando esclusivamente il proprio costume tradizionale. Oltre a queste parti stupende ma più note, si toccano luoghi sconosciuti, tra cui l’importante monastero Nyingmapa di Dametsi e l’isolatissimo Belling Chubum. Nelle valli dell’estremo est si avrà l’opportunità di avvicinare le persone di una comunità Gomchen, ponendo un campo nei pressi del loro monastero e piccolo villaggio. I Gomchen sono laici che si dedicano con grande impegno alle pratiche di misticismo ispirate direttamente da Guru Padmasambhava, il leggendario essere che portò il buddismo in Tibet, intrecciandole con forti componenti sciamaniche.
Il viaggio prevede di essere in Bumthang quando avvengono i due ”Cham” più interessanti della regione, Jambay Lhakang Drup e Paker Tsechu. In questi eventi si assiste ad un insieme di funzioni religiose, trame teatrali mitiche ed evocazioni vicine allo spiritismo immerse in un contorno di folclore intenso. Partecipare ad un Cham offre al visitatore che desidera accedere al cuore della realtà bhutanese un modo intelligente per avvicinarne lo scenario intimo legato alla spiritualità, alle tradizioni e alla storia. Nel Cham il confine percettivo imposto dalla mente razionale scompare e il fondersi di spirito, emozioni e pensiero genera le dimensioni di mondi sottili che nella cultura europea verrebbero relegati in una definizione di immaginario, ma che in Bhutan sono il vero perno di una profonda realtà percettiva.
ALCUNI CENNI SUL LHAKANG DRUP DI JAMBAY E SULLO TSECHU DI PAKER
Ogni Cham ha delle caratteristiche diverse sia per il contenuto religioso delle rappresentazioni che per l’intreccio delle trame. Il Lhakang Drup di Jambay risale all’VIII° secolo, quando fu fondato il tempio, il più antico sito buddista del Bhutan che è anche uno dei 108 luoghi sacri edificati dal re del Tibet Songtsen Gampo; si dice che Jambay sia posizionato sul ginocchio sinistro di una mitica orchessa che impediva l’apertura al buddismo. La tradizione orale tramanda che i demoni continuavano ad interferire impedendone la costruzione; vennero quindi eseguite delle potenti cerimonie di esorcizzazione tramandate fino ad oggi, che liberarono l’area dalle presenze negative. L’evento dimostra una forte radice nella tradizione sciamanica, come testimoniato dalla danza notturna che si svolge attorno ad un gran falò ed è eseguita da monaci nudi, coperti solo da una sciarpa bianca. Queste azioni che consentirono la sconfitta dei demoni vengono ripetute annualmente fin da quei lontani giorni per rigenerare il vigore energetico del luogo, compresa la danza dei monaci nudi, che quando viene eseguita scatena un gran turbinio di uomini e donne che danzano attorno al fuoco invocando un anno di buona fortuna e prosperità. Oltre a questa esibizione piuttosto rara, che si trova in questa forma solo a Jambay, nel corso delle giornate vengono eseguite molte danze in costume e maschere, accompagnate da tipici strumenti rituali, seguendo le antiche prescrizioni della scuola Nyingmapa.
Il Paker Tsechu è un altro Cham molto interessante, che si svolge nel piccolo cortile del tempio di un villaggio, Paker, e segue le forme tipiche degli Tsechu, un insieme di rappresentazioni che si ispira alla vita di Padmasambhava e ne espone alcuni degli insegnamenti. Parte della trama è dedicata alla purificazione dal demone del male con dei riti che spesso sono inclusi nel contesto del Sha-Na Cham, la danza dei “cappelli neri”. Pur essendo un Cham di villaggio, animato dal tipico folclore bhutanese, la qualità esecutiva è ottima in quanto danzatori, maschere e costumi provengono dal monastero di Nymalung, posto sul monte sopra il villaggio a circa mezz’ora di cammino – il luogo dove trovò rifugio il grande maestro Dilgo Kientsen quando fuggì dal Tibet, noto per la qualità dei monaci che vi risiedono.
Programma del viaggio
1°g. Venerdì 7 ottobre, partenza per Katmandu
2°g. 8/10 Arrivo a Katmandu
Arrivo a Katmandu dove si viene ricevuti dal corrispondente di Amitaba e ci sistema in albergo. Si alloggia all’hotel Vajra, immerso in un bel giardino e posto ad un quarto d’ora di cammino dal centro della città e dallo Stupa di Swayambhu, costruito nello stile tradizionale newari, con decorazioni in legno eseguite dall’artista Utam Raj di Patan, dotato di piacevoli spazi comuni.
3°g. 9/10 Katmandu
Giornata libera.
4°g. 10/10 Katmandu – Paro – Punakha
Partenza in volo per il Bhutan alle 11.35 [orario da confermare] con arrivo a Paro alle 12.50; dall’aereo si gode la vista della parte più spettacolare dell’arco himalaiano: si ammirano l’Everest e il Makalu, e ormai a destinazione, il Kanchendzonga ed il Chomolhari. A Paro (posto a 2280 mt di quota) ci si reca a visitare lo Dzong, e quindi si parte in pulmino privato per Punakha, valicando il passo di Dochu (3116 mt), dove in una foresta lussureggiante migliaia di bandiere di preghiera colorate circondano 108 Chorten [reliquiari] costruiti per commemorare le recenti battaglie svoltesi ai confini con l’Assam; qui si trovano anche tanti piccoli Tsa Tsa che contengono le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. La discesa tra scenari grandiosi porta alla valle di Punakha, dove ci si sistema in hotel. Si copre una distanza di circa 143 km, un percorso di circa 5 ore.
5°g. 11/10 Punakha – Jakar
Si visita lo Dzong di Punakha (1250 mt), che riveste un ruolo centrale nella storia del Bhutan e a detta di molti è anche il più bello del paese. Fu uno dei primi Dzong ad essere costruito dallo Shabdrung nel 1637 ed è il luogo dove egli morì mentre si trovava immerso in uno stato di meditazione; i suoi resti sono conservati qui in un preziosissimo Stupa posto in uno dei templi interni. Punakha ha visto l’incoronazione dei re del Bhutan, fu la sede invernale del governo bhutanese fino agli anni ‘50 (quando fu deciso di mantenere la capitale fissa a Thimpu) ed è la sede amministrativa della regione. Ancora oggi l’Abate del Bhutan, il Je Khempo, e i circa 1600 monaci che costituiscono il suo seguito utilizzano Punakha nei mesi più freddi dell’anno. Lasciato Punakha si transita da Wangdue, dove si erge l’imponente Dzong di Wangdi Phodrang, e si sale pian piano tra foreste rigogliose ricche di giganteschi rododendri verso il passo del Pele. Oltre il Pele La (3390), si transita dal Chendebji Chorten e quindi da Trongsa, un paese dominato dall’imponente Dzong, quindi, superato il passo dello Yotong (3425 mt), che si apre sulle valli del Bumthang, si arriva a Jakar (2580 mt), il villaggio principale della regione dove ci si sistema in una buona guest house. La distanza che si copre è di 218 km e richiede circa 7 ore di guida.
6°g. 12/10 Jakar – Mongar
Oggi si svolge il tratto più spettacolare dell’avvincente itinerario che porta nell’est del Bhutan raggiungendo Mongar, che dista quasi 200 km. Dopo circa 40 km si arriva al villaggio di Ura, uno dei più belli del Bumthang, dove si visita un bel tempio. Si attraversano quindi i passi di Shertang (3573 mt) e di Thrumshing (3750 mt); con il cielo limpido si godono delle spettacolari visioni della catena himalaiana. Scendendo dal passo di Thrumshing la strada in alcuni tratti sembra letteralmente sospesa alle pareti ripidissime dei monti; si attraversano diversi tipi di zone arboree, dai boschi di rododendri e pini fino alle foreste tropicali, calando fino a soli 650 mt di quota. Superato il ponte sul fiume Kuru, che fluisce da Lhuentse, si sale a Mongar (1650 mt), un paesello con le case costruite in stile tradizionale che ospitano varie botteghe dove ci si sistema in una guest house piuttosto modesta, la migliore disponibile.
7°g. 13/10 Mongar – Trashigang
Dopo la visita dello Dzong si lascia Mongar superando il passo di Kori (2300 mt), in un ambiente naturale che è sempre pristino, con foreste rigogliose non toccate dalla mano dell’uomo; lungo la discesa si visita il tempio di Ngatshang, sede di una piccola scuola monastica. Giunti all’impetuoso fiume che porta a Trashigang, una deviazione di circa 20 km porta a Dametsi, posto all’apice di un colle a 2400 mt; fondato nel XVI° secolo, è il monastero storicamente più importante dell’est del Bhutan. Giunti a Trashigang (1070 mt), un paesino grazioso con una piccola piazzetta circondata da case tradizionali, ci si sistema in una guest house di modesta qualità (comunque la migliore disponibile) e ci si reca a visitare lo Dzong, una bella struttura posta in posizione dominante sulla valle. La distanza da Mongar è di 96 km (circa 3 ore di guida), più l’escursione a Dametsi.
8°g. 14/10 Trashigang – Tashi Yangtse
La strada per Tashi Yangtse serpeggia verso nord risalendo le acque turbolente del fiume che si fa largo tra ripide foreste, e transita dal bel tempio di Gom Kora, costruito in uno dei luoghi dove meditò Guru Rimpoce; vi risiede una piccola comunità di monaci. I panorami verso Tashi Yangtse sono particolarmente belli e selvaggi; il tempo di guida per arrivare fin qui è di circa due ore. Il vecchio Dzong, che risale al 1656, è situato su di un colle che si erge in centro alla valle, prima del paese, e ospita una scuola monastica; la parte amministrativa è stata trasferita in un nuovo Dzong a Tashi Yangtse. Qui si trova il famoso stupa di Chorten Kora, costruito in stile nepalese, una gemma bianca che si erge sul bordo del fiume che scorre impetuoso. A Tashi Yangtse (1850 mt) è prevista un’escursione al monastero di Belling Chubum, un luogo di ritiro immerso tra i monti, che si raggiunge con circa 1 ora e mezza di cammino. Ci si sistema in un’umile ma pulita guest house.
9°g. 15/10 Tashi Yangtse – Shakshing
Si lascia la strada carrozzabile e con un percorso a piedi di circa un’ora e mezza si arriva a Chorten Kadam; proseguendo, con circa un’altra ora di cammino si arriva al monastero di Shakshing, dove vive un’isolatissima comunità Nyingmapa, e si pone un campo per la notte. Chi lo desidera potrà poi recarsi ad un eremo che dista circa un’altra ora e mezza.
10°g. 16/10 Shakshing – Mongar
Tornati sulla strada, dove è in attesa il pulmino, si parte per Mongar, che dista circa 4 ore di guida, iniziando il percorso verso occidente.
11°g. 17/10 Mongar – Jakar
Si ripercorre l’itinerario del 7° giorno; la bellezza naturale del percorso rende un secondo passaggio assolutamente gradito! Se si arriva in tempo ci si reca a visitare lo Dzong di Jakar. Sistemazione in guest house.
12°g. – 13°g. 18 – 19/10 Jakar: Jambay Lhakang Drup e Paker Tsechu
In queste giornate si svolgono i festival di Jambay e Paker; si seguiranno i momenti più interessanti di questi eventi e nel tempo che resterà disponibile si visitano i siti più interessanti della zona. Il monastero di Jambay è situato nei pressi di Jakar; Paker è posto all’ingresso della vicina valle di Chumey, a una mezz’ora di guida da Jakar, e si raggiunge con una brevissima passeggiata. Tra le visite più importanti ci sono quelle al complesso di Kurjey, considerato uno dei siti più sacri del Bhutan, fondato nel 1652 sul luogo intriso di leggende dove Guru Rimpoce aveva lasciato impressa su una roccia l’impronta del proprio corpo (ku significa roccia; jey corpo) ed a Tamshing, fondato nel 1501 da Pema Lingpa e retto dalla sua attuale reincarnazione, il più importante centro Nyingmapa del paese che rivela affreschi storicamente importanti, mai ritoccati e magnificamente conservati.
14°g. 20/10 Jakar – Trongsa
Si trascorre buona parte della giornata tra i Cham e le visite, partendo nel pomeriggio per e Trongsa, che dista 68 chilometri e si raggiunge con circa 2 ore e mezzo di guida. A Trongsa (2180 mt) ci si sistema in un alberghetto, il migliore disponibile.
15°g. 21/10 Trongsa – Thimpu
Dopo la visita dello Dzong si parte per Thimpu, la capitale del Bhutan, un viaggio di circa sette ore (sono circa 200 chilometri), ripercorrendo la bella strada che valica i passi del Pele e del Dochu. A Thimpu sistemazione in hotel.
16°g. 22/10 Thimpu – Paro
Dopo la visita del grandioso Trashichhoe Dzong, dove sono situate la sede del governo, la sala del trono del re e la sede estiva dell’Abate del Bhutan, si parte per Paro (65 chilometri, circa 2 ore di viaggio) e si prosegue verso nord arrivando al sentiero che porta al monastero di Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo più celebre del Bhutan, sospeso sulle rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto) chi vuole può noleggiare un cavallo. A Paro sistemazione in hotel.
17°g. 23/10 Paro – Katmandu
Partenza in volo alle 9.30 [orario da confermare] con arrivo a Katmandu alle 10.25 e sistemazione in albergo. Giornata libera.
18°g. Lunedì 24 ottobre, volo di rientro
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