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Armenia e Georgia


Le perle del Caucaso

Vestigia storiche, popoli, culture e bellezze naturali


Tbilisi

Monastero di Sevan

Tempio di Garni

Uplistsikhe

Tempio di Zvartnots

PARTENZA
07/08/2022
RITORNO
20/08/2022
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
14 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il tour è molto completo, attraversa gli antichi percorsi carovanieri collegati alla Via della Seta per scoprire l’intreccio di culture, religioni e tradizioni. Dagli altopiani armeni alle selvagge vette georgiane, percorrendo valli e canyon che ci conducono ad architetture religiose di inestimabile pregio, fulcro della diffusione della cristianità, s’incontrano siti archeologici e musei che svelano la ricchezza storica e culturale di questi due Paesi. Si scoprono città scavate nella roccia con mirabile abilità, che ci portano a cogliere anche la vita quotidiana del passato, castelli e fortezze che hanno sfidato invasioni ed affrontato battaglie per stagliarsi ancora oggi in scenari naturali ineguagliabili. Ed anche il fervore di Erevan e Tbilisi, vivaci piccole capitali che aprono la vista su uno spaccato di storia ed architettura moderna, quasi in contrasto con le forti tradizioni.

Dove non c’è giustizia, non c’è pace.
  • Erevan
  • Echmiadzin
  • Zvartnots
  • Garni
  • Gaghard
  • Khor Virap
  • Goris
  • Monastero di Tatev
  • Noraduz
  • Lago di Sevan
  • Dilijan
  • Haghartsin
  • Haghpat
  • Akhtala
  • Sadakhlo
  • Tbilisi
  • Mtskheta
  • Dzalisa
  • Borjomi
  • Vardzia
  • Khertvisi
  • Gelati
  • Kutaisi
  • Tskhaltubo
  • Uplistsikhe
  • Ananuri
  • Gudauri
  • Gergeti
  • Tbilisi

 Presentazione del viaggio


Armenia e Georgia rivelano un mondo di una ricchezza storica sorprendente, aggraziato da una natura bella, rigogliosa ed a tratti selvaggia, dove la gente è legata tenacemente alle tradizioni: una regione ancora europea, ma geograficamente asiatica e strettamente collegata nella storia al vicino Oriente. Per gli armeni il collante fortissimo è l’unicità linguistica, etnica e religiosa, che ha consentito di resistere per secoli alle pressioni islamiche ottomane e persiane, facendo quadrato attorno alla sentitissima istituzione della Chiesa Armena. Similarmente, anche la Georgia ha una fortissima identità, pur ospitando culture diverse; presenta paesaggi spettacolari ed è ornata di vestigia storiche fenomenali. E vi aleggia anche un peculiare punto d’orgoglio: infatti fu qui che l’uomo inventò il vino! Il viaggio dura due giorni in più rispetto al programma del 2019, che già aveva avuto un ottimo successo, e sono stati ulteriormente migliorati gli standard delle sistemazioni in Georgia.

Nel corso del viaggio sarà anche molto bello constatare come la durezza della storia di questi popoli non sembra aver intaccato in alcun modo lo spirito di ospitalità ed amichevolezza delle persone.

NOTA TECNICA

I servizi erogati sono molto validi sia in Armenia che in Georgia, sia per gli alloggi che per il cibo. Gli armeni sono molto orgogliosi della loro cucina, ed il piacere di sperimentarla è parte delle gioie del viaggio; anche in Georgia la cucina è ricca e gustosa, accompagnata dai rinomati vini locali, passione nazionale. Ci si sposta utilizzando automezzi privati di buona qualità e il clima ad agosto è ottimale per una visita, perché giova del caldo secco estivo senza avere temperature opprimenti: è il mese con minori precipitazioni e la temperatura massima prevista arriva a 30°c. Non sono necessari visti turistici di entrata per gli italiani.

UNA BREVE NOTA SULL’ARMENIA

L’Armenia, situata nella bellissima regione del Caucaso meridionale, è grande circa un decimo dell’Italia ed ha una popolazione di circa 3 milioni e mezzo di abitanti. Ha una storia antichissima e la sua capitale Erevan è tra le poche antiche città del mondo di cui si conosce con esattezza la data di origine: l’iscrizione in caratteri cuneiformi che venne qui rinvenuta indica nell’estate del 782 a.C. la sua fondazione da parte del Re di Urartu, Arghishti I, che la battezzò col nome di Erebuni. Fu anche il primo stato ufficialmente cristiano della storia a seguito dell’evangelizzazione nel IV secolo di Gregorio l’“Illuminatore”, che divenne il primo Catolicos, o Patriarca Supremo della chiesa apostolica armena. In tempi più recenti le vicende furono legate al confronto tra i potenti imperi ottomano e persiano, con alterne vicende fino alla conquista russa a metà del XIX secolo. Il momento più traumatico per gli armeni fu però il fatidico 1915, quando nel corso del primo conflitto mondiale gli ottomani ordinarono la deportazione di tutti gli armeni che abitavano le regioni da loro controllate nell’Armenia Occidentale nell’est della Siria, attraverso le montagne, d’inverno ed a piedi, un’azione che fu messa in atto molto crudelmente da truppe e milizie irregolari, formate in gran parte dai curdi, nemici storici degli armeni: quello che il mondo conosce come il “genocidio armeno”. Oggi l’Armenia è uno stato indipendente, pacifico e bello da visitare; lo strascico della storia si evince dai confini chiusi con Turchia e Azerbaigian e dal supporto che l’Armenia fornisce al Nagorno-Karabakh, la regione abitata in prevalenza da armeni con cui confina a sud est. Qui, a seguito del collasso del sistema sovietico, nel 1988 e 1994 erano state combattute pesanti guerre che portarono alla formazione di questo piccolo stato, che non è stato però riconosciuto dalla comunità internazionale, anche per le pressioni della componente islamica dell’ONU. Nel 2020 gli azeri, con l’aiuto della Turchia, sono poi passati al contrattacco e circa due terzi del Nagorno-Karabakh sono stati occupati dall’Azerbaigian, uno scontro cruento a cui gli azeri si erano attentamente preparati, che ha causato la morte di circa 6000 persone e l’esodo di buona parte della popolazione verso l’Armenia. La linea di cessate il fuoco è ora garantita dall’esercito russo e l’ingresso turistico nel Nagorno-Karabakh non è più consentito. Queste vicende non hanno comunque alcun impatto per chi visita l’Armenia, ed il clima rilassato e fortemente conviviale che si respira ad Erevan, la capitale, fanno sembrare che tutto ciò sia parte di una storia molto lontana.

UNA BREVE NOTA SULLA GEORGIA

La Georgia, situata nella Regione Caucasica tra Russia, Mar Nero, Turchia, Azerbaigian ed Armenia, è un Paese incastonato tra le due catene del Caucaso Minore e Maggiore, storica terra di passaggio di potenze straniere e di mercanti lungo le Vie della Seta. Conta quasi 4 milioni di abitanti, che vivono ancor oggi in prevalenza di agricoltura e che hanno mantenuto, nonostante le vicissitudini dei secoli, una forte identità culturale, religiosa e linguistica. I georgiani si considerano discendenti di Kartlos, pronipote di Noè, e chiamano la loro nazione Saqartvelo, la terra dei Kartveli, mentre Georgia deriverebbe dalla parola persiana Gurj. Situata in posizione geografica storicamente cruciale, la Georgia ha vissuto da sempre passaggi di dominazioni diverse (greci, arabi, turchi selgiuchidi, mongoli, persiani, russi) intervallate da periodi d’oro in cui i Regni locali resistettero ad invasioni, assedi e stermini. Già divenuto nel IV secolo il secondo stato cristiano della storia, dopo l’Armenia, tra il 1000 e il 1200 la Georgia fu centro della cultura cristiana caucasica, il periodo di David il Costruttore. Importanti vestigia di quest’epoca d’oro sono ancor oggi disseminate in tutto il paese: cittadelle, fortificazioni, torri, castelli, monasteri, città rupestri, conventi e basiliche, ben incorniciati da splendidi paesaggi creati da una natura spesso ancora intatta e selvaggia. La cultura di questo piccolo ed affascinante paese è quindi antica e formata con influenze diverse. Dal 1991 la Georgia è uno stato indipendente ed ha vissuto per un decennio fasi alterne di pace e sicurezza e guerre intestine, fino alla Rivoluzione delle Rose (così chiamata per via dei fiori in mano ai manifestanti), un colpo di stato incruento del 2003. Nel 2008 la Georgia si è poi scontrata con la Russia con una breve guerra che ha causato la perdita dei territori dell’Abcazia, lungo la costa nordorientale del Mar Nero, e dell’Ossezia Meridionale, una regione che, dalla parte centrale dei monti del Caucaso Settentrionale georgiani, si protende verso sud fino alle aree pianeggianti non lontano da Gori. Il retaggio di queste più recenti vicissitudini per i visitatori si riduce al fatto che Abcazia ed Ossezia Meridionale non sono visitabili; il Paese è estremamente pacifico e tranquillo, con una popolazione amichevole ed allegra.

 Programma del viaggio


1°g.  Domenica 7 agosto, volo per Erevan
Per arrivare a Erevan, capitale dell’Armenia, vi sono diverse possibilità di volo. All’arrivo si viene ricevuti dal corrispondente di Amitaba e ci si trasferisce presso Hotel Royal Plaza (4*). Erevan, capitale dell’Armenia, copre una bella zona di colli che si affacciano a sud verso il monte Ararat, ed è posta tra i 900 ed i 1300 metri di quota, rendendo il clima gradevole anche in estate. Ha origini antichissime, fu fondata nel 782 a.C., ed oggi ospita più di un terzo dei circa 3 milioni di abitanti del Paese.

2°g.  8/8 Erevan, escursione a Garni e Geghard
Ci si sposta verso est per raggiungere Garni, sito che presenta una continuità di occupazione dall’Età del Bronzo al Medioevo; vi si ammirano i resti della cittadella/fortezza, con l’unico tempio pagano in stile ellenistico dedicato a Mitra, sopravvissuto alla cristianizzazione del Paese, residenze signorili e impianti termali. A nord-est di Garni, lungo la gola del fiume Azat, si visita uno dei migliori esempi di architettura medievale armena, il monastero rupestre di Geghard fondato da San Gregorio, capolavoro scavato nella roccia tra il IV e il XIII secolo e iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. All’interno, nella prima encalave a sinistra, sgoga una sorgente d’acqua che pare abbia il potere di mantenere giovani! Si rientra quindi a Erevan; il percorso è di circa 50 km. In serata, cena di benvenuto in ristorante tradizionale; si potrà così apprezzaree anche la serena ma vivace vita di questa città, dove sembra quasi che l’intera popolazione si riversi per una tranquilla convivialità tra giardini e viali, animando un gran numero di baretti e ristoranti.

3°g.  9/8 Erevan, visita della città
La giornata è dedicata alla città di Erevan. S’inizia con un sopralluogo alla Cascade, la monumentale scalinata che collega piazza dell’Opera col Parco della Vittoria, ornata da fontane, la cui costruzione iniziò in epoca sovietica, e diventata un luogo di esposizione di opere d’arte moderna (ci sono anche due statue di Botero). Una serie di scale mobili che corrono tra oggetti d’arte moderna porta fino in cima (se no si salgono circa 800 scalini), in un punto da cui si gode anche di una bella vista sulla città con lo sgaurdo che spazia, col tempo limpido, fino al monte Ararat. Ci si reca quindi al Museo di Storia Armena che ci introduce alle culture che hanno caratterizzato l’altopiano armeno dalla Preistoria al Medioevo. Si passa quindi dal mercato della frutta, dove si apprezza la grande varietà e qualità della produzione armena, unita all’accattivante capacità di esporre la merce in modo colorato ed elegante, con anche gustosissimi e bei vasssoi di frutta secca. Dopo pranzo si completa con il sito di Erebuni, città-fortezza degli Urartu dell’VIII-VII secolo a.C, dove possenti mura racchiudono questi antichissimi resti. Cena in ristorante tradizionale.

4°g.  10/8 Erevan ed escursione a Echmiadzin, Hripsime e Zvartnots
Si proseguono le visite della città con il Matenadaran, l’archivio che custodisce documenti storici e manoscritti impreziositi da straordinarie miniature; di fronte all’ingresso si trova la statua di Mesrop Mashtots, che creò l’alfabeto armeno. Si visita poi il Memoriale e Museo del Genocidio Armeno che commemora i terribili fatti avvenuti a partire dal 1915 che condussero alla morte di 1.500.000 armeni e all’integrale pulizia etnica di quella che era l’Armenia Occidentale. Il Museo presenta la documentazione storica degli eventi; il Memoriale, con l’acuminata stele di 44 mt con due punte, a significare le due parti storiche dell’Armania, occidentale ed orientale, di cui ora esiste solo la seconda, è composto da 12 grandi lastere di basalto che convergono a cupola verso il centro, dove arde una fiamma perenne a commovente memoria di questo terribile passato. Dopo pranzo ci si dedica alla scoperta di tre siti iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, simbolo della cristianità del Paese. Echmiadzin, cuore della Chiesa Apostolica Armena e residenza del Catolicos, il suo Patriarca; qui si visita la Cattedrale, costruita nel 301-303 da San Gregorio l’Illuminatore. Ci si reca quindi alla vicina, bella chiesa di Santa Hripsime, che risale al 618 d.C., edificata sul luogo dove venne martirizzata. E quindi a Zvartnots, sito archeologico con le rovine di una tra le più belle cattedrali armene che risalgono al VII secolo, posta sul luogo del celebre incontro tra San Gregorio e Re Tiidade II, che diede origine all’evangelizzazione del Paese. Si rientra quindi nella capitale, dove si cena in un ristorante tipico; si percorrono circa 50 km.

5°g.  11/8 Erevan – Khor-Virap – Noravank – Grotta di Areni – Karahunge – Goris; Khndzoresk
Ci si reca verso sud nella valle dell’Ararat, sul cui sfondo si staglia il biblico monte dove secondo la tradizione sarebbe approdata l’Arca di Noè; si attraversa il villaggio di Surenavan, dove si notano diversi nidi di cicogne sui pali della luce. Si visita il monastero di Khor-Virap, che, con la magia dell’Arart sullo sfondo, è divenuto il luogo simbolo dell’Armenia. La fondazione risale al IV secolo e la sua importanza è strettamente connessa con Gregorio l’Illuminatore, che introdusse il cristianesimo in Armenia. Si prosegue il cammino attraversando i monti verso sud est arrivando nella spettacolare gola dove, tra rocce dal colore intenso, si erge il monastero di Noravank, centro religioso e culturale del XII secolo spettacolarmente arroccato su formazioni rocciose di origine vulcanica. Nei pressi si visita la Grotta di Areni dove scavi archeologici hanno riportato in luce testimonianze di frequentazione umana dal Neolitico all’Età del Rame, con le eccezionali scoperte della più antica scarpa conosciuta al mondo e di strutture per la produzione di vino risalenti ad oltre 6000 anni fa. Completate le visite si prosegue il viaggio sempre verso il sud est del Paese risalendo il passo di Vorotan (2344 mt), tra ampi monti che qui sono coperti da praterie e, superato il lago di Spandarian, ci si ferma al sito di Karahunge: un antichissimo osservatorio che risale al V millennio a.C. e che ad alcuni ricorda Stonehenge, di cui è molto più antico. Si trova a 1770 mt ed è composto da oltre 200 lastre di basalto, di cui 84 hanno dei misteriosi fori larghi 4-5 centimetri. Si giunge quindi nella città di Goris, posta a 1372 mt di quota, percorrendo circa 263 km; ci si accomoda presso l’Hotel Mirhav 4*. Prima di cena ci si reca a Khndzoresk (dista circa venti minuti): si ammira un sito rupestre che che è stato utilizzato fino a tempi recenti. La cena è in hotel.

6°g.  12/8 Goris – Tatev – Selim – Noraduz – Sevanavank – Dilijan
Lasciando la cittadina si sosta per ammirare i siti rupestri che diedero origine a Goris e si prosegue per il monastero di Tatev, che si raggiunge utilizzando una funivia, lunga ben 5700 metri che si dice essere la più lunga d’Europa. È un sito UNESCO, una gemma d’architettura medievale d’Armenia, immerso in uno scenario fantastico: ai margini di una profonda gola, tra picchi montani e rocce che ne hanno fatto un convento inaccessibile. Si torna ora al passo di Vorotan e si lascia quindi la strada utilizzata per giungere qui per risalire ora il passo di Selim – una delle rotte della Grande Via della Seta medievale. Poco prima del passo si visita il Caravanserraglio di Selim, costruito nel 1332 dal principe Cesare Orbelyan. Nela storia gli armeni contribuivano al commercio esportando cavalli, sale, frutta secca, argento, oro e così via. Oltre il passo (2400 mt) si accede, attraverso le praterie dell’altopiano dove pascolano tranquille le mandrie, al bacino del vastissimo lago Sevan (1900 mt), che copre circa il 5% della superficie del Paese ed è alimentato da 28 fiumi. Si visita Noraduz, il più grande tra i cimiteri medievali che custodiscono le “Khachkar”, ovvero le croci in pietra armene, risalenti dal VII al X secolo; se ne contano cica 900. Raggiunta la costa occidentale del lago si visita il monastero di Sevan (VIII secolo), posizionato spettacolarmente su una penisola protesa sul lago. Si prosegue da qui per Dilijan, denominata da alcuni la “Piccola Svizzera”, una località immersa nelle foreste dove si vedono ancora alcune case tradizionali coi balconi in legno. Cena e pernottamento presso l’hotel Dilijan Resort (4*); la tappa è di circa 280 km.

7°g.  13/8 Dilijan – Haghartsin – Haghpat – Akhtala – Tbilisi (Georgia)
Ci si reca a nord della cittadina al monastero di Haghartsin, recentemente restaurato, la cui origine si colloca tra il X e il XIII secolo. Costituito da diversi edifici sacri, il complesso divenne famoso come sede di un’importante scuola di musica, è immerso tra i boschi lussureggianti di questa regione, che alcuni chiamano, per questo motivo, l Svizzera armena. Si torna quindi a Dilijan e si prosegue verso ovest superando le verdi, alte vallate che ospitano alcuni villaggi popolati dalla setta cristiana russa dei molocani, esiliati qui in epoca zarista, e, proseguendo quindi verso nord, oltre Alaverdi si arriva al complesso monastico di Haghpat (92 km da Dilijan). Il sito è inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO come apice dell’architettura religiosa armena. Fondato nel X secolo, successivamente si ampliò fino ad includere diverse chiese, cappelle, torri campanarie ed edifici accademici dove ci si dedicava agli studi umanistici e scientifici, biblioteche e refettori. Prossima tappa, Akhtala, un monastero che origina dal XII secolo circondato da mura difensive e fortificazioni, unico per gli affreschi in stile bizantino, collocato in una posizione scenografica tra le foreste della valle. Da qui si raggiunge la frontiera armeno – georgiana e si prosegue per Tbilisi, la capitale del Paese, dove si alloggia presso l’Hotel Ramada Encore (4*). Cena in ristorante; la tappa oggi è di circa 230 km.

8°g.  14/8 Tbilisi
Giornata dedicata alla visita della bella e vivace capitale della Georgia, che oggi ospita circa un milione e mezzo di persone, cica il 40% della popolazione del Paese. Ci attendono le attrattive più importanti, cominciando dalla chiesa di Metekhi risalente al XIII secolo. Dai pressi della chiesa si sale con una spettacolare e panoramica funivia alla Fortezza di Narikala, il complesso di fortificazioni più antiche di Tbilisi (IV secolo). Da qui è molto bella la panoramica sulla città, che si estende lungo il fiume Mtkvari (o Kura), che è attraversato anche da un artistico ponte pedonale realizzato dal De Lucchi. Dalla fortezza con una piacevolissima passeggiata si scende verso il quartiere vecchio dove si trovano le suggestive Terme Sulfuree, con architetture in stile ottomano, e vi si scope anche una pittoresca cascata; tra le case tradizionali si trovano una moschea che, unica la mondo, ospita sia sciiti che sunniti, ed un’antica sinagoga. Tutta quest’area è piena di vita, pullula di negozi, ristorantini e luoghi di ritrovo. Si visitano la Cattedrale di Sioni dove si trova la preziosissima Croce di Santa Nino, la santa più venerata della Georgia, realizzata coi suoi capelli intrecciati a rami di vite; la Basilica di Anchiskhati, che è la più antica chiesa della città (VI secolo). Si completa con la visita al Museo Nazionale di Storia della Georgia e una passeggiata nel centro moderno, lungo il Corso Rustaveli, realizzato nel XIX secolo, che prende il nome dal grande poeta georgiano del XII secolo Shota Rustaveli. Cena in ristorante con spettacolo folcloristico.

9°g.  15/8 Tbilisi – Mtsketa – Borjomi
Si raggiunge Mtsketa nelle vicinanze di Tbilisi, l’antica capitale religiosa dove nel IV secolo Santa Nino convertì il paese al cristianesimo. Cuore spirituale della Georgia, vi si trovano alcune delle chiese più antiche e importanti del paese, iscritte alla lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Si visitano la Chiesa di Jvari, situata su di un colle che domina la confluenza dei fiumi ed offe una bella visuale sulla cittadina,  e la Cattedrale di Svetitskhoveli sotto cui, secondo la tradizione, sarebbe sepolta la tunica di Cristo. Si prosegue con la visita della vicina cattedrale di Samtavisi e quindi si continua il viaggio per la città termale di Borjomi, dove si può degustare l’acqua di questa famosa sorgente minerale. Cena e pernottamento presso l’Hotel Palace (4*); la tappa è di circa 170 km.

10°g.  16/8 Borjomi, escursione a Vardzia e Khertvisi
Si segue la strada che porta a sud ovest verso la Turchia incontrando la fortezza di Atskuri; nei pressi di Akhaltsikhe si segue quindi la strada che procede verso sud est per l’Armenia. L’ambiente naturale è molto bello, si passa gradatamente dalle foreste di Borjomi ai monti semi aridi che costeggiano i confini della Turchia. Si sosta alla fortezza del X secolo di Khertvisi, che ebbe un ruolo vitale nella difesa della regione favorita dalla posizione strategica in alto sopra la confluenza dei fiumi. Giungendo a Vardzia si osservano sui monti a sud le rovine di una cittadella che si ergeva sulla vetta di un irto monte, e, sul versante opposto, si nascondono due antichissime chiesette. La città rupestre di Vardzia (XII secolo) ha avuto un ruolo significativo nella vita politica, culturale, educativa e spirituale georgiana. Si tratta di un insediamento fatto scavare attorno al 1180 da Tamar, la grande regina figlia di Giorgio III, come ampliamento di una precedente fortificazione. La città si espanse fino ad ospitare cinquantamila abitanti, conta centoventi abitazioni costituite da oltre quattrocento ambienti ben identificabili e l’interno della Chiesa dell’Assunzione, affrescata intorno al 1185, è sopravvissuto al tempo. L’aspetto attuale rivela da lontano molte delle cavità del complesso: questo perché le pareti frontali degli ambienti che furono scavati sono in gran parte cadute a causa di un fortissimo terremoto. Si rientra quindi a Borjomi, dove si cena in hotel. Il percorso di andata e ritorno è di circa 216 km.

11°g.  17/8 Borjomi – Gelati – Kutaisi e Grotta di Prometeo
Si torna a valle fino a Khashuri per poi proseguire verso ovest per Kutaisi, nei cui pressi si raggiunge il complesso monumentale di Gelati (139 km), Patrimonio dell’UNESCO, immerso tra panoramiche colline boschive, è un luogo particolarmente emozionante per la spettacolarità dell’architettura medievale della Cattedrale, delle Chiese, dell’Accademia di Filosofia e per i magnifici affreschi ed il mosaico della cupola della cattedrale. Si torna quindi a Kutaisi, antichissima città che a più riprese ha giocato un ruolo fondamentale nella storia della Georgia. Fu tra i centri più importanti dell’antica Colchide, una regione abitata da 4000 anni, famosa per essere stata la destinazione di Giasone e degli Argonauti in cerca del Vello d’Oro. Ci si reca da qui alla cittadina termale di Tskaltubo nei cui pressi si visita la grotta carsica di Prometeo (22 km), solcata da uno scenografico fiume sotterraneo navigabile. Rientrati a Kutaisi è piacevole fare un sopralluogo al mercato coperto e si completa con la visita della cattedrale di Bagrati. Si pernotta e si cena in hotel.

12°g.  18/8 Kutaisi – Uplistsikhe – Gori – Ananuri – Gudauri
Si torna in direzione est fino Uplistsikhe (161 km), poco oltre Gori, la più antica città rupestre della Georgia, fondata nel I millennio a.C. lungo un ramo della Via della Seta. È un sito molto scenografico e piacevolissimo da esplorare, si cammina lungo gli antichi passaggi tra rovine e ambienti scavati nella roccia, dove si individua anche un’antichissima farmacia, con i resti dei granai ed i recipienti di terracotta per la conservazione del vino. Ci si reca quindi a Gori, luogo di nascita di Josef Stalin, dove si visita il museo a lui dedicato. Si prosegue da qui verso Tbilisi arrivando sulla famosa ‘strada militare Russa’, la via che ancora oggi collega la Georgia al potente vicino. Si segue ora questa strada verso nord entrando nel cuore dei monti del Caucaso Settentrionale. Giunti sul grande lago artificiale, dove i versanti dei monti sono ammantati da verdissime foreste, si visita il complesso di Ananuri (XVII sec.), antica dimora dei duchi di Aragvi, una dinastia feudale che governava la zona. Proseguendo, si arriva a Gudauri (2196 mt), la principale località sciistica delle Georgia, dove si pernotta presso il Gudauri Lodge; il percorso complessivo è di 327 km.

13°g.  19/8 Gudauri – Gergeti – Dzalisa – Tbilisi
Si valica il passo di Jvari (2395 mt) lungo magnifiche valli dove, nelle parti più alte, si estendono verdi praterie e si giunge al villaggio di Stepantsminda (33 km), situato ai piedi del maestoso monte Kazbeghi, alto ben 5054 mt, a soli 12 km dal confine russo. Qui, utilizzando dei veicoli 4×4, si sale a Gergeti, o Monastero della Santissima Trinità (XIV secolo). Il luogo è magico, sia per la sua intrinseca bellezza che per la posizione tra i monti, posto sulla vetta di un colle a 2170 mt di quota, con il bellissimo monte Kazbeghi che cinge l‘orizzonte a nord ovest; tant’è che questo mitico luogo è stato promosso a simbolo della Georgia. Al termine delle visite si rientra a Tbilisi (178 km inclusa la deviazione per Dzalisa) ripercorrendo la magnifica strada utilizzata per giungere fin qui, con il passo di Jvari e Ananuri. Prima di arrivare in città con una breve deviazione si raggiunge il sito archeologico di Dzalisa, una località citata anche da Tolomeo (Geographia, 10,3) come una delle principali città dell’Iberia; qui è notevole il mosaico policromo del III sec. d.C. che rappresenta Arianna e Dionisio. A Tbilisi si alloggia nel medesimo hotel e si cena in un ristorante tradizionale.

14°g.  Sabato 20 agosto, volo di rientro
Trasferimento all’aeroporto di Tbilisi secondo il volo di rientro, arrivo in Italia.

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PAESI E TRADIZIONI

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Folclore armeno

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Geghard
Stepantsminda (Gergeti), Georgia
Tbilisi
Monastero di Sevan
Tempio di Garni
Uplistsikhe
Tempio di Zvartnots
Dilijan
Monastero di Noravank
Monastero di Noravank
Bimbo armeno

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.