Argentina
Grande esplorazione della Puna Argentina

Paseo de Los Colorados

Los Cardones

Dunas Blancas, bacino di Carachipampa

Antofalla

Campos Amarillos, regione di Antofalla









Sintesi del viaggio
Il viaggio esplora i deserti della Puna argentina, una regione che affascina per l’armonica combinazione di paesaggi e cultura, fortemente legati alla potente natura che li circonda. S’incontrano paesaggi spettacolari e poco conosciuti, forse i più belli di tutta l’America meridionale: valli di roccia multicolore, grandi salares e resti di antichi laghi di montagna, formazioni glaciali nei deserti in quota, lagune abitate da fenicotteri, coni vulcanici, labirinti di pietra pomice e sabbia nera. E, sopra ad ogni cosa, spazia il cielo più blu che si possa trovare sulla Terra.
- Buenos Aires
- Salta
- Tilcara
- Iruya
- Payogasta
- Cafayate
- Fiambalá
- El Peñón
- Tolar Grande
- San Antonio de los Cobres
- Salta
- Buenos Aires
Presentazione del viaggio
La Puna è un’ampia regione che occupa la parte nordoccidentale dell’Argentina con un’estensione che è all’incirca la metà dell’Italia. Gran parte del territorio è costituito da un deserto costellato di montagne, vulcani, pianure di sale e lagune colorate che si spinge fino ad oltre i 5.000 metri di altitudine. Infatti, nell’antica lingua Quechua “Puna” significa “alto” La porta di ingresso a questo paradiso è la città di Salta, situata a 1.200 metri di altezza, e da qui si sale gradatamente al cospetto delle più alte vette andine. Le piste segnate sono poche e i villaggi abitati, i “pueblos”, sono sperduti nel nulla.
Il viaggio porta nei luoghi più significativi di questa grande regione, come ad esempio la zona di El Penon: distese di pietra pomice, dune di sabbia bianca ai piedi di vulcani ancora attivi. Intorno a Tolar Grande, ex villaggio minerario, si scopre il Deserto del Diablo, con mille sfumature di rosso e ocra, e si raggiunge il Salar de Pocitos, una bianca distesa di sale sotto un cielo blu intenso. Si vede il Viaducto de la Polvorilla, parte di una linea ferroviaria costruita negli anni ’30, un capolavoro di ingegneria utilizzato ancora oggi. Si ammirano paesaggi mozzafiato, come il Balcon del Pissis da dove si osservano diverse lagune colorate dal verde, all’azzurro, al nero. Attraversando piste sterrate si raggiunge il cono di Arita, una montagna perfettamente conica che si erge nella piana del salar de Arizaro. A pochi chilometri da Tolar Grande si scoprono gli Ojos de Mar, piccole pozze saline dai diversi colori, al cui interno vivono ancora gli stromatoliti, antichissimi batteri produttori di ossigeno.
In sintesi, un viaggio perfetto per chi ama gli spazi senza confini!
NOTA TECNICA
Sistemazioni Si utilizzano buone sistemazioni che variano da hotel a 3 stelle a boutique hotel. Solo a El Penon e Tolar Grande si richiede un minimo di spirito di adattamento. Si alloggia in appartamenti o stanze gestite direttamente dalla comunità locale, che offrono comunque camere con bagno privato e massima pulizia; si segnala che in questi luoghi sono le migliori sistemazioni disponibili.
Cibo e bevande Le empanadas, le humitas, i tamales, il locro, i formaggi, gli essiccati, la quinoa, la carne di lama e la patata andina sono gli ingredienti tipici del menu nord argentino. Le marmellate e la varietà di frutta in sciroppo realizzati in modo del tutto artigianale completano il percorso delle prelibatezze da assaporare. La qualità dei “vini di altitudine” è riconosciuta a livello internazionale e verranno degustati lungo le Valli Calchaquíes ed a Cafayate.
Clima, quota e attrezzatura Nei mesi da dicembre ad aprile le temperature variano da 20 a 25 gradi durante il giorno, per scendere fino a circa 0 gradi durante la notte. Si consiglia quindi un abbigliamento a strati che preveda anche capi invernali (pile, giacche di piuma, guanti), scarpe da trekking, berretto, occhiali da sole, crema di protezione solare.
L’itinerario è programmato con una salita di quota graduale, affinché ci si abitui gradatamente all’altitudine; il punto d’inizio, Salta, si trova a 1.200 metri, e si avrà ii tempo per acclimatarsi all’altitudine. I 3 punti più alti di sosta sono El Penon (3395) – si arriva qui il decimo giorno, Tolar Grande (3527 mt) – 13° giorno e San Antonio de los Cobres (3775 mt) – 16° giorno. Il punto più alto toccato è il 14° giorno quando, inoltrandosi nella Puna al confine con il Cile, si raggiungono i 5223 metri sul Cerro la Estrella, dove si trova la Mina Julia. (NB: non si garantisce di poter arrivare fino a Mina Julia, la decisione sull’itinerario dipenderà dalle condizioni meteo e stradali, sarà il capospedizione a valutare il giorno stesso).
Veicoli e itinerario Vengono utilizzate jeep (Toyota Hilux 4×4 o Volkswagen Amarok) occupate al massimo da tre passeggeri per veicolo, per essere più comodi e godere del percorso nel modo migliore. Vengono percorse strade asfaltate o sterrate, letti di fiumi e sentieri non sempre in buone condizioni. Questi trasferimenti saranno l’anima stessa del viaggio perché permetteranno di spostarsi in luoghi magici, difficilmente accessibili.
Elettricità e collegamenti La corrente in Argentina è 220 volts. Si consiglia di munirsi di un adattatore universale poiché le prese sono di diverso tipo. In alcuni posti c’è elettricità solo per alcune ore, perciò si consiglia di portare una torcia e un inverter per caricare apparecchi fotografici in auto durante gli spostamenti.
La copertura per la rete cellulare e il wi-fi sono presenti nelle principali città. In alcune zone remote c’è poca o nessuna copertura.
Programma del viaggio
1°g. Lunedì 6 marzo, volo per l’Argentina
La partenza da Milano Linate con Ita Airways per Roma è alle 15.00 con arrivo alle 16.10. Da Roma Fiumicino si parte con Aerolinas Argentina alle 18.15. (Orari da confermare)
2°g. 7/3 Arrivo a Salta (1200 mt)
L’arrivo a Buenos Aires è previsto alle 4.40; da qui si riparte per Salta alle 6.55 con arrivo alle 9.10. All’arrivo è in attesa dei partecipanti il corrispondente locale per il trasferimento presso l’hotel Ghala (3*). Oggi si raggiunge con una piacevole passeggiata il museo archeologico di alta montagna, che raccoglie il patrimonio relativo alle cerimonie inca eseguite sulle cime delle Ande. Particolarmente interessanti sono i reperti scoperti nel 1999 sulla cima del vulcano Llullaillaco; si osservano le mummie perfettamente conservate di 3 bambini e le offerte dal significato caratteristico. In serata cena conviviale di inizio viaggio in un locale tipico del centro storico.
3°g. 8/3 Salta – Tilcara (2465 mt)
Partenza da Salta in direzione nord lungo la Ruta 9 attraverso la jungla lussureggiante della regione, sino a giungere alla città di San Salvador de Jujuy (93 km). Si prosegue sempre in direzione nord addentrandosi nella Quebrada de Humahuaca, dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Si tratta di una profonda e angusta valle di origine tettonica e fluviale di 150 km di estensione. Si transita dai paesi di Vòlcan e Tumbaya per arrivare a Purmamarca, il cui nome in lingua Aymara significa “paese della terra vergine”, dove si esplora con un percorso a piedi di circa 45 minuti il Paseo de los Colorados, in un territorio formato da antichissimi depositi sedimentari. Il lato sud del paese è sovrastato dal Cerro de los Siete Colores, che, come suggerisce il nome spagnolo, presenta incredibili sfumature rosse, rosa, grigie, bianche e verdi. Continuando verso nord si arriva per la notte a Tilcara, considerata la capitale archeologica della provincia di Jujuy, poiché qui si trova la Pucarà de Tilcara, un’antica fortificazione preincaica, del popolo Omaguaca, posta sul lato di una montagna. Si alloggia presso l’Hosteria Canto del Viento (un hotel boutique). La tappa è di 276 km incluse le deviazioni, circa 5 ore e mezza.
4°g. 9/3 Tilcara: Uquila, Iruya, Hornocal
Ci si reca a Uquìa, 33 km più a nord, dove, con una bella passeggiata che impegna circa 45 minuti in tutto, si raggiunge la Quebrada de Las Senoritas, dove si ammirano formazioni rocciose dal colore rosso, tra grotte e caverne di origine tettonica. Proseguendo lungo la Ruta 9 si passa dai paesi di Iturbe, Chaupi Rodeo e Colanzuli per raggiungere el Còndor che, a 4000 metri, demarca il confine tra la provincia di Jujuy e quella di Salta. Da Colanzuli si arriva a Iruya – da Tilcara a Iruya sono 116 km in tutto e si lascia la ruta 9 per la n 13 dopo 69 km. Si arriva a Iruya, paese da cartolina del Nordovest Argentino. La prima impressione sarà quella di un villaggio “appeso alla montagna” per il modo in cui è stato costruito. Lasciato Iruya si torna verso Humahuaca, considerata la capitale storica della regione. Questo paese si trova a 2.939 metri ed è conosciuta per il suo carnevale, che attrae sia locali che turisti nazionali e stranieri. Circa 25 km ad est di Humahuanca, con un percorso sinuoso, si raggiunge il mirador dell’Hornocal, chiamato dai locali “Cerro dai 14 colori”, formato dall’azione del vento e della pioggia sulle pareti della montagna, che hanno eroso la parte superficiale scoprendone i bellissimi colori. Da qui si rientra a Tilcara (70 km).
5°g. 10/3 Tilcara – Payogasta (2200 mt)
Si lascia Tilcara ripercorrendo per un tratto verso sud la Ruta 9 fino a raggiungere la Ruta 52 che, serpeggiando verso ovest oltre i monti cromatici di Purmamarca, ci guida attraverso la panoramica Cuesta del Lipan tra monti erbosi fino al passo (4170 mt), che offre una visuale verso il monte Chiagni (5700 mt) e si apre verso l’immenso bacino di Salinas Grande (circa 90 km di guida). Il letto candido di questo letto bianco, formato da circa 30 cm di sale, si estende tra le province di Salta e Jujuy all’altitudine di 3450 metri. Qui la gente locale ha organizzato dei brevi giri da loro guidati per percorrere la superfice bianca ed ammirare le vasche d’acque per la raccolta del sale ed alcuni laghetti naturali. Ora si lasca la Ruta 52 imboccando una strada sterrata che contorna il bordo sudoccidentale di questo vasto spazio e prosegue verso sud arrivando al villaggio di San Antonio Los Cobres (3775 mt di quota, circa 100 km dal salares). Ad est del paese si imbocca la mitica Ruta 40 verso sud, che qui è sterrata, salendo fino al passo Abra de Acay, che sfiora i 5000 metri quota, con panorami stupendi. Lo sguardo spazia a nord fino a Salinas Grande ed a nord est fino al monte Chiagni, con la strada che passa in prossimità della vetta del monte Akay (5600 mt) e scende nella lunga valle che conduce verso Payogasta, tra monti spettacolari. Si passa da La Poma, circondata da imponenti picchi innevati, nel pieno della Valle Calchaquì, nei cui pressi troviamo i Vulcani Gemelli, la cui origine si ritiene risalga a più di centomila anni fa, nel periodo Quaternario. Giunti a Payogasta (134 km da S. Antonio) si alloggia presso l’Hotel Sala de Payogasta (un hotel boutique). La tappa, di circa 330 km, richiede approssimativamente 7 ore e mezza.
6°g. 11/3 Payogasta – Cafayate (1683 mt)
S’inizia questa giornata dirigendosi verso il Parco Nazionale Los Cardones; una parte del parco presenta un’incredibile concentrazione di cactus con la più grande diversità di piante grasse del Paese. Si prosegue per la Piedra del Molino, scavata nella roccia vulcanica, che con 3457 mt segna il punto più alto del percorso odierno. Si tratta di un punto panoramico che permette l’impressionante visuale verso la Cuesta del Obispo e la Quebrada de Escoipe, una zona di vegetazione selvatica caratteristica. Si attraversano paesaggi multicolori che non ci si stanca di ammirare, con mille tonalità di rosso dovute alla presenza di minerali di ferro delle rocce. Giunti al Camino de Los Colorados si gode del luogo con una facile passeggiata di circa un’ora e mezza. Si continua poi il viaggio parallelamente alla Ruta 40 verso il Camino de los Atesanos, conosciuto come la culla degli artigiani tessitori del “poncho saltegno”. Poco più di 20 km a sud s’incontra Seclantàs, cittadina perfettamente conservata con vecchi edifici ed un affascinante aspetto antico, e poi Molinos, con una chiesa di 300 anni dichiarata monumento storico nazionale. Sempre verso sud si raggiungere il monumento naturale di Angastaco, 1200 ettari situati all’interno dell’ecoregione montana. Una delle geo forme più sorprendenti che troviamo qui è la Quebrada de las Flechas, con strutture simili a punte di freccia. Si continua il tour nelle Valles Calchaquies andando a San Carlos e arrivando infine a Cafayate, dove si alloggia presso l’Hotel Los Sauces (3*); queste due località sono note per gli squisiti vini d’alta quota. La tappa è di 260 km, circa 6 ore.
7°g. 12/3 Cafayate
A pochi chilometri dalla cittadina di Cafayate s’incontra una riserva naturale con una curiosa formazione, la Quebrada de las Conchas, modellata dall’azione del vento e dell’acqua. La prima sosta sarà all’imponente riserva di 25.000 ettari di Los Colorados, caratterizzata da immense pareti di colore rossastro ricche di grotte. Qui si effettua un percorso a piedi di circa tre ore lungo il sentiero di El Paso fino a La Yesera, una vecchia miniera di gesso che presenta strati di diversi colori prodotti da sedimenti di ere geologiche diverse. In questo contesto da sogno è prevista una grigliata per riprendere le energie. Ci si dirige poi al belvedere di Tres Cruces, da cui si ha la migliore vista panoramica che la Quebrada de Las Conchas possa offrire: una policromia di colori che dal rosso virano al verde degli arbusti che circondano il fiume, associati al contrasto del cielo azzurro. La prossima tappa sarà El Anfiteatro, luogo con particolare acustica naturale, dove solitamente si trovano gruppi musicali locali. Le ultime sono a La Garganta del Diablo e a Los Castillos. Si torna quindi a Cafayate per il pernottamento; si percorrono circa 100 km in approssimativamente 4 ore.
8°g. 13/3 Cafayate – Fiambalà (1519 mt)
Si riprende il viaggio in direzione sud, lungo la Ruta 40, per attraversare la provincia di Tucuman, verso le rovine preincaiche di Quilmes. Si prosegue nella provincia di Catamarca, fermandosi nella città di Hualfin, circondata da fortificazioni e con importanti siti archeologici come la Pucara de Hualfin, Lomas de Maray e la Hualfin Inca. Si transita poi da Belèn e Londres, arrivando all’intersezione con la Ruta 60; ora si segue questa strada in direzione nord ovest osservando una serie di edifici coloniali e, oltrepassata Tinogasta, circondata da vigneti, uliveti e cantine che producono vini di ottima qualità, si arriva a Fiambalà, dove si alloggia per due notti presso Hotel La Cana (un hotel boutique). La tappa è di 450 km, circa 7 ore.
9°g. 14/3 Fiambalà
Proseguendo lungo la Ruta 60 ci si inoltra in una zona montuosa e scoscesa, la Quebrada de Las Angosturas, dove si osservano geo forme composte da varie rocce e colori. Continuando verso ovest si entra nella Valle de Chaschuil, porta d’accesso alla zona di alta montagna da dove si possono vedere le vette andine. Continuando a salire il clima diventa sempre più secco e si assiste alla transizione dalla steppa arbustiva della Puna alla steppa di graminacee alto andina, caratterizzata da cespugli e graminacee. Passando si ammira il Cerro de La Coipa, la cui cima piramidale sporge tra le cime arrotondate della regione, giungendo infine al Balcon del Pissis, da dove si ammira il vulcano Pissis, alto 6793 metri, il rilievo terzo per altezza di tutte le Ande, avendo ai propri piedi quattro lagune colorate. Si passa infine da Cortaderas e da qui si rientra a Fiambalà, ripercorrendo la Ruta 60. Il percorso è di circa 300 km approssimativamente 6 ore.
10°g. 15/3 Fiambalà – El Penon (3395 mt)
Si torna verso sud ripercorrendo la Ruta 60 e poi verso nord ripercorrendo la Ruta 40 per raggiungere Londres, dove si sera transitati il 13/3, una delle città più antiche del Paese, più volte rifondata per il costante assedio dei Chalchaquies, un popolo di gente di indole pacifica fino al 1561 quando, con la guida di Juan Calchaquì, si lanciarono alla difesa delle proprie terre armati di asce di pietra, archi e frecce. L’impresa terminò con esiti negativi nel 1565, anno in cui i conquistadores li vinsero e li distribuirono in tutto il Paese al fine di evitare eventuali ribellioni. Importante attrazione turistica è l’antico insediamento preincaico di El Shincal de Quimivil, considerato la capitale meridionale dell’Impero Inca. Si visitano il Tempio della Luna, la piazza principale ed il Tempio del Sole. Si ripassa dalla cittadina di Belen e si lascia infine la Ruta 40 per seguire verso nord ovest la Ruta 43 attraverso la Quebrada de Indalecho, una zona arida con strane formazioni rocciose modellate dal vento. Continuando a salire si nota il paesaggio mutare da terroso a sabbioso: questa è la Cuesta de Randolfo, la porta della “puna catamarquena”. Lo sterrato sale zigzagando tra piante xerofile che contrastano con l’azzurro infinito del cielo: a volte il percorso sembra perdersi in mezzo a dune sabbiose a più di 3000 metri di altezza. Si transita lungo il versante del Pasto Ventura, caratterizzato da crinali, valli e piccoli vulcani conici e antiche colate laviche, arrivando al villaggio di El Penon, dove si sosta per tre notti presso l’Albergue La Pomez (una casa di famiglia con bagni privati). La tappa è di 435 km, incluse le deviazioni, circa 6 ore. (NB: Per raggiungere El Penon vi è la possibilità di seguire una pista che da Fiambalà procede verso nord incontrando il villaggio di Palo Blanco e prosegue per il pueblo di Las Papas e quindi per El Penon – è un percorso tutto sterrato e piuttosto impegnativo, che è percorribile solo se la regione è molto asciutta. Il capogruppo deciderà in loco la fattibilità di questa affascinante opzione).
11°g. 16/3 El Penon
A 8 km a sud ovest di El Penon si entra nell’area naturale protetta del Campo de Piedra Pomez, di 75.550 ettari di superficie. La prima forma che appare è il vulcano Carachipampa, che accanto alla sua colata lavica ha una gigantesca salina ed una laguna che testimoniano l’attività vulcanica che avvenne milioni di anni fa. Continuando verso sud si giunge ad un immenso mare di sabbia abbagliante, las Dunas Blancas, formate da sabbia vulcanica con feldspati, onice e mica. Si arriva infine al Campo de Piedra Pomez, il prodotto delle eruzioni del Volcan Blanco avvenute migliaia di anni fa. Ritorno a El Penon in serata; si percorrono circa 100 km in approssimativamente 5 ore, con un percorso a piedi di un paio d’ore.
12°g. 17/3 El Penon
Oggi si esplorano le meraviglie naturali a nord di El Penon. Si raggiunge il bordo del cratere del Volcan Galàn, una spaccatura di 42 km di lunghezza e 24 di larghezza, all’interno del quale si osserva una delle lagune più straordinarie, la Laguna Diamante, dall’incredibile acqua turchese che ospita al suo interno batteri stromatoliti. Nel cratere si trovano fumarole e acque termali con temperature superiori ai 70 gradi e, sul bordo a 4.755 metri di quota, la Laguna Pabellòn. Dopo aver attraversato un altopiano si arriva alla Laguna Grande, dove vive la più grande colonia di fenicotteri rosa al mondo, dichiarato Sito RAMSAR, cioè zona umida di importanza per la conservazione della biodiversità. Completata l’esplorazione si rientra a El Penon per il pernottamento; si percorrono circa 180 km in approssimativamente 6 ore, con un percorso a piedi di meno di un’ora.
13°g. 18/3 El Penon – Tolar Grande (3527 mt)
Si continua verso nord lungo la Ruta 43 fino ad Antofogasta de la Sierra, circondati da una natura spettacolare di vulcani e lagune colorate. Lasciata la ‘43’ ci si sposta verso nord ovest, oltre la Quebrada de Calaste, dove è comune incontrare mandrie di vigogne, e si passa dalla Vega Colorada, punto di confluenza della fauna della Puna. Dopo pochi chilometri si arriva al Salar de Antofalla, lungo 163 km, la distesa di sale più lunga al mondo. Ci dirige quindi a Pozo Bravo, sito di interesse scientifico e turistico della comunità indigena locale, dove si individuano molto bene le stratificazioni rocciose dei vari periodi geologici. Giungendo ad Antofalla, remoto paese della Puna. Proseguendo verso nord lo sterrato porta attraverso i Campos Amarillos, estese superfici di terreno ricoperte da un’erba chiamata Paja Brava. A 70 km a Nord di Antofalla, nel territorio di Salta, si trova poi il Cono de Arita, una singolare geo forma piramidale di origine vulcanica: con un’altezza di circa 200 metri è considerato il cono naturale più perfetto al mondo. Questo gioiello si trova nel Salar di Arizaro, un luogo pieno di storia perché veniva attraversato da carovane che partivano dalla valle di Lerma per giungere in Cile; la tradizione tramanda che i mandriani, per sopravvivere ai venti estremi, a volte solevano uccidere una vecchia mucca per usarne il corpo come riparo. Uno dei significati di Arizaro è “posatoio di avvoltoi”, in quanto i condor vi si radunavano attratti dai resti di bestiame morto. Si completa questa splendida tappa attraversando la salina, sempre in direzione nord, per raggiungere Tolar Grande, dove si sosta per tre notti. Si alloggia presso l’Hosteria Casa Andina (un piccolo hotel con bagni privati) o in una casa di famiglia. La tappa è di 320 km, circa 6 ore, con un percorso a piedi di circa un’ora e mezza.
14°g. 19/3 Tolar Grande
Tolar Grande è un paese di 180 anime situato in mezzo alle rosse colline del Salar di Arizaro. Fondato ai tempi dell’attività mineraria di Mina Julia (estrazione di zolfo) e di Mina Arita (estrazione di onice), il paese costituiva la stazione più importante della ferrovia che unisce Salta con San Antonio de los Cobres, dove oggi si snoda il circuito turistico del Treno delle Nuvole. Oggi si attraversa nuovamente il Salar de Arizaro per entrare nelle Cerranias del Taca Taca. Queste catene montuose presentano una curiosa gamma di colori dovuti ai minerali che ne compongono le rocce e che le rendono una visione spettacolare. Si arriva poi al Campamento La Casualidad, stazione mineraria a ridosso del confine cileno dove più di 2500 persone hanno lavorato fino al 1979. Inoltrandosi nella Puna al confine con il Cile si raggiungono i 5.223 metri, il punto più alto toccato con l’itinerario, sul Cerro la Estrella, dove si trova la Mina Julia da cui si estraeva lo zolfo. Al termine delle esplorazioni si torna a Tolar Grande. (NB: non si garantisce di poter arrivare fino a Mina Julia, la decisione sull’itinerario dipenderà dalle condizioni meteo e stradali. Sarà il capospedizione a valutare il giorno stesso). Si torna quindi a Tolar Grande; si percorrono circa 210 km in approssimativamente 5 ore, con un percorso a piedi di circa di un’ora.
15°g. 20/3 Tolar Grande
Anche oggi si gusta la Puna Saltena, esplorandola a nord di Tolar Grande, visitando la Laguna de Santa Maria, uno specchio d’acqua ricco di avifauna. Ci si reca poi ai famosi Ojos de Mar situati nel Salar del Tolar Grande: si tratta di lagune di origine vulcanica con acqua turchese di salinità fino a 300 volte quella dell’acqua oceanica. In questi pozzi sono stati scoperti stromatoliti viventi, microorganismi considerati creatori di vita nell’ambiente primordiale perché produttori di ossigeno. Rientrando in paese si fa un percorso a piedi alla Cueva del Oso raggiungendo la cima della Duna Escondida, da dove si gode una vista meravigliosa del paesaggio. Si rientra quindi a Tolar Grande; si percorrono circa 140 km in approssimativamente 3 ore e mezza, con un percorso a piedi di circa due ore e mezza.
16°g. 21/3 Tolar Grande – San Antonio de los Cobres (3775 mt)
Oggi si visita il Salar del Diablo, dal paesaggio rossastro che ricorda Marte, e si percorrono la strada conosciuta come “7 Curvas” ed il Desierto del Laberinto, con particolari saliscendi e viste panoramiche. In questa zona è molto bello anche il Salar de Pocitos, che si cercherà di raggiungere. Dirigendosi ad est si passa in una impressionante gola, l’Abra del Gallo, a 4.650 metri. Percorrendo la Ruta 129 e poi la Ruta 51 si arriva al Viaducto La Polvorilla, un’opera di ingegneria del 1930, un viadotto ferroviario di 60 metri di altezza e 220 di lunghezza, percorso ancora oggi dal “Treno delle Nuvole”. Si arriva così a San Antonio de los Cobres, il centro urbano più elevato della provincia di Salta, dove si pernotta presso l’Hosteria Portal de Los Andes (un piccolo hotel con bagni privati); si percorrono circa 230 km in approssimativamente 7 ore, con un percorso a piedi di circa di un’ora e mezza.
17°g. 22/3 San Antonio de los Cobres – Salta
Oggi si attraversa il punto più alto della Ruta 51, immersi nello spettacolo delle cime andine, arrivando ad Abra Blanca a 4.180 metri, porta della Quebrada del Toro. Proseguendo sulla Ruta 51 si arriva al sito archeologico di Tastil, dove si trovano le grotte di un sito preincaico, importante centro dove vivevano 2.500 persone. Continuando verso sud est si attraversa il paesino di El Alfarcito. Ci si accorge che le montagne multicolori della Quebrada del Toro lasciano spazio al verde: si sta rientrando nella Selva de La Yungas. A Campo Quijano si vede la prima locomotiva che transitò attraverso la diramazione “C-14” della Ferrovia General Manuel Belgrano, diventata poi una tratta ferroviaria turistica gestita da privati. Giunti a Salta si alloggia presso il medesimo hotel; si percorrono circa 160 km in approssimativamente 4 ore, con un percorso a piedi di meno di un’ora mezza.
18°g. 23/3 Salta – Buenos Aires e volo per l’Italia
Dopo colazione, passeggiata nel centro storico di Salta per gli ultimi acquisti. Trasferimento in aeroporto e partenza in volo per Buenos Aires alle 16.40 con arrivo alle 18.40 (orari da confermare); si parte da qui, sempre con Aerolinas Argentina, per Roma Fiumicino alle 22.45.
19°g. Venerdì 24 marzo, arrivo a destinazione
Arrivo a Roma Fiumicino alle 16.00. La prosecuzione per Milano Linate con Ita Airways è 18.00 con 19.10.
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