Uzbekistan: Diario di viaggio
La nostra amica e collega Monica Morganti – psicoterapeuta a Roma, ma anche scrittrice, pittrice e consulente di viaggio personale – ha voluto condividere con noi alcuni passaggi del suo diario di viaggio in Uzbekistan, sulla Via della Seta, dove è stata tra il 29 luglio e il 7 agosto 2019.
Amante dell’arte e della storia in tutte le sue declinazioni, nei suoi viaggi ha sempre un’attenzione particolare per musei, templi o luoghi di culto, siti archeologici, particolari architettonici ed eventi di folklore. Questo diario, con un dettagliatissimo corredo fotografico, è già stato pubblicato sulla sua pagina Facebook e sul suo blog dedicato ai racconti di viaggio.
IL RACCONTO
- La partenza: 28 luglio 2019
- Tashkent: 29 luglio 2019
- Khiva: 30 luglio 2019 – 1 agosto 2019
- In treno verso Bukhara: 2 agosto 2019
- Bukhara: 3-4 agosto 2019
- Samarcanda: 5 – 7 agosto 2019
- Ritorno a casa: 9 agosto 2019
La partenza: 28 Luglio 2019
Mi piace tutto del viaggio…di ogni viaggio…la valigia aperta in camera per una settimana dove ogni tanto butto quello che penso mi servirà… l’ansietta mentre aspetto il taxi che mi porterà all’aeroporto, anche se so che l’ho prenotato calcolando tutti gli anticipi necessari… l’aeroporto, meraviglioso non luogo senza tempo dove passeggio libera da ogni pensiero… il cibo in volo, che da giovane non assaggiavo nemmeno e che adesso spizzico curiosa… osservare ed amare tutti indistintamente quelli in volo con me, perché hanno colori e sguardi così diversi e mi fanno sognare innumerevoli mondi lontani… le ore di volo, che passo tutte vedendo film in un’orgia di cinema a cui nessuno mi puo’ sottrarre… la leggera tensione di un volo che parte un’ora e mezza dopo… la sottile soddisfazione di scegliere scali di tre ore così non corro rischi e non mi stresso… sono solo ad Istanbul, nell’attesa del volo per Tashkent… mangio i dolcetti turchi che mi sono appena comprata e sono immensamente felice: sono in viaggio… di nuovo!
Tashkent: 29 luglio 2019
E poi nei miei viaggi ci sono gli hotel, scelti con cura amorevole… li voglio piccoli… carichi di storia… possibilmente antichi palazzi riadattati… silenziosi… spaziosi… piccoli luoghi di ristoro per il corpo e l’anima… questo è l’Ichan Qala a Tashkent.



A Tashkent ci sono 47 gradi… la mia prima volta, ma il clima è secco e così sono sopravvissuta alla prima uscita per la città vecchia… e, se avete l’impressione che in giro non ci sia nessuno, è esatto! Ora un po’ di ristoro nella piscina “a filo”. Mi ricorda la prima simile dove nuotai… in Sri Lanka, dal bordo a filo si vedeva la foresta … “oziare in un mondo nuovo è la più impegnativa delle occupazioni”… è scritto nel libro di viaggi che mi sono portata… La polvere del mondo…
Khiva: 30 luglio 2019 – 1 agosto 2019
Stamattina alle 4.30 sveglia per raggiungere il deserto-steppa e visitare il museo chiamato il Louvre del deserto… il racconto per me comincia da lei …la foto di una Amazzone… scopro che queste terre furono governate da un matriarcato e che Alessandro Magno non le attaccò riconoscendo l’autonomia del loro regno… c’è anche il loro elmo ricco di pietre preziose… potere e grazia.


Giungo al tramonto nella città gioiello, Khiva… ho scelto questo hotel per festeggiare il mio compleanno… è una storica madrassa riconvertita… sono esattamente di fronte al minareto… si chiama Orient Star.

Khiva mi regala una cosa che non so… qui è nato il primo mappamondo… chi è un viaggiatore può capire la mia emozione. È difficile rinunciare a fotografare qualcosa… è tutto meraviglioso.

Oggi in giro per Khiva c’è qualche viaggiatore in più e così andiamo in luoghi più segreti… moschea di legno… harem… madrassa con yurta… in un museo trovo un quadro che raffigura la Khiva antica ed esprime benissimo perchè sono qui… sulle tracce delle carovane della Via della Seta… grande emozione…Quando costruisco un viaggio cerco sempre di fermarmi in ogni luogo due intere giornate (tre notti) per poter vivere ogni luce del luogo con la giusta energia… qui sono su un tipico letto esterno ai locali dove di giorno si mangia e la notte si dorme, perchè dentro casa fa troppo caldo… sto chiacchierando con la mia guida locale …una donna… e mi sta raccontando il mondo femminile visto da qui… molto articolato… donne con stipendi uguali agli uomini e anche in posizioni apicali ma che possono essere ripudiate un qualunque momento. Basta che tuo marito dica tre volte “raqual” e non puoi tornare più in quella casa… per questo le uzbeke di un tempo, quando uscivano, indossavano sempre anche 5 kg di gioielli. Era quello che rimaneva di loro proprietà se non potevano rientrare in casa.
In Uzbekistan le scuole sono obbligatorie fino a 16 anni, poi le famiglie cominciano a cercare lo sposo per le loro figlie, perchè ci si deve sposare vergini… la famiglia della sposa compra i mobili… quella dello sposo costruisce materialmente la casa o si va a vivere dai suoceri… il banchetto è per 500 persone… si affitta una sala e le famiglie amiche aiutano a cucinare… c’è la famiglia esperta in dolci… quella in insalate, ecc. Prima si fa la festa e poi privatamente solo i due sposi con il mullah celebrano il matrimonio religioso… se la suocera lo permette la moglie può lavorare o studiare… la mia guida si è sposata un mese dopo aver conosciuto il marito perchè aveva già 26 anni ed era quasi in “scadenza”… ora ha tre figli maschi e dovrà costruire tre case!

In treno verso Bukhara: 2 agosto 2019
Lascio Khiva di buon mattino per prendere il treno che mi porta a Bukhara lungo la Via della Seta…il treno è nuovissimo e anche questa linea ferroviaria… farò 450 km in 6 ore… è proprio una parte del percorso che facevano le carovane lungo la steppa deserta… nella carrozza siamo solo una decina di stranieri… facce che ormai impari a conoscere passando per gli stessi luoghi… francesi… italiani… giapponesi… i sedili sono comodissimi e si allungano molto più dei nostri treni… non me la aspettavo proprio tanta comodità… passiamo a lato del Turkmenistan, un paese molto chiuso… mi racconta la guida che puoi uscire dal paese per venire in Uzbekistan solo tre giorni al mese. Una sua cugina, che ha sposato un turkmeno, è venuta a trovare la mamma che stava male e poi è tornata dal marito… quando la settimana dopo la madre è morta non le hanno permesso di tornare in Uzbekistan per il funerale.
Mi avete chiesto cosa ho mangiato… piatti tipici ovviamente… loro ti portano il pane fatto da loro al momento… una specie di pizza bianca… ciotoline di verdure miste melanzane, zucchine, pomodori, peperoni e cipolle dolcissime… per condire usano olio di cotone e sesamo… involtini di zucchine con formaggio… poi un unico piatto centrale, il “plov”: riso con carote, cipolla, uva passa e carne… “gomma”, ravioloni fritti ripieni di carne… “shashlik”, spiedini con il tipo di carne che vuoi… “samsas”, un fagottino di pasta sfoglia con carne e cipolla… niente dolci perché siamo a 40 gradi fissi… in compenso melone e anguria sono la frutta nazionale.
Arrivata a Bukhara… questa volta ho scelto un boutique hotel… poche camere in una tipica casa uzbeka del XIX secolo… la stradina dissestata mi fa temere che questa volta ho sbagliato la scelta, ma aperto il portone mi viene incontro la Storia… buonanotte dal Kumil hotel.

Bukhara: 3-4 agosto 2019
A Bukhara quando una donna partorisce la madre porta a casa della consuocera questa culla riccamente decorata. La neomamma dorme a casa della suocera per 40 gg., per essere aiutata, e il neonato fino a 6/7 mesi viene tenuto legato nudo in questa culla… ci sono due mini-cateteri di legno, uno per i maschi e uno per le femmine, dove fanno la pipì senza essere slegati, e anche un buco sotto la culla per il resto… la culla è appoggiata per terra e anche per allattare il bambino resta legato lì e la mamma si appoggia per dare il seno. La mia guida mi ha raccontato che lei non la voleva perche’ le sembrava antica ma dopo non aver dormito per un mese perche’ il figlio era inquieto ha accettato il consiglio della suocera e miracolo…entrambi I suoi figli non volevano mai essere tolti dalla culla!

Qui le donne non possono andare in moschea e pregano a casa… esistono mullah donne per celebrazioni femminili… prima del banchetto del matrimonio la mullah donna porta la coppia dietro una tenda e li fa specchiare in uno specchio, come se fosse la prima volta che si vedono (come accadeva un tempo), e celebra con versi Ie virtù di quella sposa… un’altra celebrazione è quella dei funerali… le donne non possono uscire per andare al cimitero col defunto e rimangono a casa in gruppo a piangere il morto… la mullah donna, per placare gli animi, le fa girare in cerchio e recitare lodi ad Allah.
Sincronicità e gratitudine: questa storia comincia così… da tempo sono affascinata dalle miniature mediorientali e prima di partire ho contattato un calligrafo che vive a Roma per prendere qualche lezione al mio ritorno… ieri scopro che nella via accanto al mio hotel abita un famoso Maestro Miniaturista… chiedo alla guida se posso incontrarlo e mi dà un appuntamento nel pomeriggio… tra le sue meravigliose opere mi colpisce una di Avicenna, un famosissimo antico maestro della medicina. Penso che starebbe benissimo nel mio studio a protezione del mio lavoro con i pazienti… quando prendo la carta di credito il chip non funziona e così decido di rinunciare… il Maestro Miniaturista, colpito dal mio amore per la miniatura e per i miei pazienti, insiste perché io lo prenda lo stesso senza pagare nulla nell’attesa del mio ritorno a Roma, tra molti giorni, quando gli farò un bonifico… esco da quella sala con questa opera meravigliosa e colma di gratitudine.
I turbanti prevedevano un tessuto lungo 20 mt. Li indossavano i carovanieri, che lungo il tragitto della Via della Seta potevano morire, e così avrebbero avuto pronto il tessuto per avvolgere il proprio cadavere… Suzani, ecco la storia… una donna andava all’hammam e così poteva vedere le ragazze nude e non nascoste dal chador… ne sceglieva una e la seguiva per vedere dove abitava, poi lo riferiva alla madre di un ragazzo… questa andava a casa della ragazza e la madre non le faceva vedere la figlia, ma presentava un tessuto ricamato dalla ragazza secondo la sua personalità… se il ricamo piaceva la trattativa continuava, altrimenti si cercava un’altra ragazza… nella foto ho messo il suzani che più mi rappresenta… ci sono 40 trecce decorate con perline che le figlie aristocratiche dovevano avere, perchè il loro peso le spingeva a camminare con la testa alta e la schiena dritta! A Bukhara quando la figlia usciva di casa per sposarsi veniva arrotolata in un tappeto posto su un cavallo, così non poteva riconoscere la strada che l’avrebbe portata a casa del marito e non sarebbe potuta tornare indietro… anche adesso si mantiene questa tradizione, ma semplicemente alla sposa si mette un velo davanti al volto e il tappeto si lega dietro alla macchina…

A Bukhara un nobile che aveva quattro figlie non belle fece costruire questa madrassa con quattro minareti, decorati ognuno in modo mirabile e differente. Invitò i pretendenti al matrimonio a scegliere la propria sposa in riferimento al minareto specifico, dicendo che la ragazza era bella come la sua decorazione… gli sposi furono imbrogliati, ma tennero le loro spose perché avevano una ricca dote…
Un’altra storia riguarda una vedova che era rimasta senza cibo per i figli: andò in un campo per lasciarsi morire ma… miracolo, trovò dei fagioli verdi che portò a casa e che le permisero di sfamare tutti per 40 giorni… da allora ogni donna ha diritto di fare almeno una volta nella vita una festa solo per donne in cui offre da mangiare a sette vedove. Adesso però si possono invitare anche tutte le amiche…
Perdersi per le stradine di Bukhara e ritrovarsi subito con i piedi nella sabbia… io che sono venuta a cercare la Via della Seta trovo qui facilmente le vie principali dove passavano le carovane dei cammelli, e ora lunghe fila di camion che dalla Turchia vanno in Cina… I caravanserraglio sono oggi hotel costruiti nello stesso identico luogo… accanto ai mercati che un tempo erano di spezie e ora dei prodotti del villaggio globale… è molto suggestivo rivedere i luoghi di ora come allora… ho detto alla guida che domani quando arriviamo a Samarcanda voglio cercare una libreria per vedere se trovo un libro con illustrazioni della Via della Seta… finora ho visto solo miniature…
Samarcanda: 5 – 7 agosto 2019
Samarcanda: arrivata dopo seiore lungo la via della seta, dove ora si incolonnano tir turchi e iraniani che sostituiscono I cammelli… incontro una cisterna del XVI secolo… una famiglia che da anni fa ceramiche tradizionali, e mi fermo a mangiare in quello che una volta era un caravanserraglio… una carne messa dentro un vaso di vetro con acqua e cipolla, sigillato e posto in un forno a cuocere…viene un bollito buonissimo! Come hotel questa volta ho optato per il comfort di una piscina e di un giardino di rose e melograni, che mi dà un po’ di giusto ristoro dopo giorni caldissimi… ma non mi sono fatta mancare un piccolo minareto appena scendo le scale della mia camera… Orient Star hotel…
Lungo la Via della Seta mi fermo a comperare questa specie di farmacia portatile… ci sono semi di ceci essiccati, mandorle tostate e delle albicocche, che qui vengono usati in casi di colite… l’uva essiccata (per la stipsi) e le albicocche essiccate vengono messe nell’acqua calda per un po’, e questa bibita è considerata un rinforzante per il cuore… lungo la Via della Seta ci sono moltissimi banchetti in cui le donne vendono questo liquido freddo ai camionisti, proprio per sostenere il loro cuore nella fatica di questi lunghi viaggi… c’è addirittura chi arriva in Cina col suo camion.

In Uzbekistan dopo il matrimonio lo sposo prende la donna sulle spalle e prima di entare in casa fa tre giri intorno al fuoco per allontanare gli spiriti cattivi… generalmente i primi anni si vive a casa della suocera e se ci sono più figli e cognate vivono tutti insieme… la mia guida, quando il cognato si è sposato, ha trovato più saggio comperare una casa per la sua famiglia, per evitare una coabitazione troppo numerosa… mi ha detto che “si sceglie la suocera, non il marito” perché qui la madre dello sposo conta moltissimo… anche quando ha partorito, in ospedale con lei c’era la suocera!
Perché sono arrivata a Samarcanda? È un viaggio cominciato quando ancora ero bambina e il Corriere della Sera aveva un inserto con fumetti “di cultura”, gli unici che mio padre voleva che leggessi… lì mi sono innamorata perdutamente di Corto Maltese e della sua Casa dorata di Samarcanda… dopo 50 anni oggi ho finalmente dato corpo al mio sogno di bambina… mi piacerebbe poterlo dire a mio padre, che mi ha sempre incoraggiata a sognare mondi lontani… ho imparato la geografia del mondo con lui, che da piccola mi insegnava I luoghi attraverso una collezione di francobolli usati che raccoglieva proprio per me.
A Samarcanda oggi (7 agosto) mi sono fatta portare dove nasce la carta di seta che viene usata per dipingere le miniature che io adoro… è un lavoro pazzesco! Le ragazze tolgono la corteccia al rametto di gelso con un coltellino, così da lasciare la parte morbida che viene resa poltiglia con l’acqua del mulino… poi viene messo un setaccio della grandezza del foglio che vuoi e tirata su per asciugare… poi resa liscia strofinandoci sopra ripetutamente una pietra di onice o una conchiglia… adesso è pronto! Mi rendo conto che questo rende la mia miniatura ancora più preziosa per il mio cuore, e mi domando per quanto tempo ancora sarà possibile mantenere viva questa tradizione.
Samarcanda: la leggenda del chador… si narra che la moglie di Tamerlano chiese all’architetto di accellerare il completamento del mausoleo perchè voleva fare una sorpresa al marito che tornava dalla battaglia… l’architetto le impose di poterla baciare in cambio del lavoro e alla fine lei accettò di farsi dare un bacio sulla guancia… ma il bacio era così appassionato che le ustionò la guancia… per non farsi scoprire da Tamerlano lei si mise un velo/chador su viso, ma il marito glielo tolse e la condannò ad essere sepolta viva, e ordinò che tutte le donne dell’impero portassero lo chador per rimanere fedeli. 8 marzo 1927: le donne di Bukhara uscirono dalle mura della città e bruciarono i loro chador… da allora in Uzbekistan le donne non portano più il chador…
Ritorno a casa: 9 agosto 2019
Sono tornata! Rispondo con questo post a tutte le domande chemi avete fatto… è un paese sicuro da visitare, ma occorre una guida perchè quasi nessuno parla inglese e, a parte Khiva, tutte le altre città hanno i luoghi da visitare un po’ dispersi.
Merita una decina di giorni e il periodo migliore va da maggio a ottobre (luglio è il più caldo ma io sono sopravvissuta tranquillamente…).
Necessariamente dovrete avere come mezzi di trasporto voli interni/treno/macchina con autista…
Adesso vado a riprendermi dal volo notturno e grazie a tutte per l’attenzione affettuosa con cui avete vissuto il viaggio con me.