Mongolia
Amitaba fino all’arresto delle attività turistiche del 2020 ha destinato una parte dei ricavi dei viaggi organizzati in Mongolia ad attività di sostegno nel Paese (per maggiori approfondimenti, vedi anche Mongolia, famiglie nomadi); dopo opportune verifiche si è scelto di collaborare con Asral ONG, fondata da un importante Lama su espressa richiesta di SS il XIV Dalai Lama, e con il monastero di Shank, con cui Alfredo Savino ha costruito negli anni un ottimo rapporto di collaborazione. Nonostante la crescita economica in corso, stimolata dai flussi di denaro degli investitori stranieri nelle miniere d’oro, carbone e terre rare, vi sono infatti enormi necessità d’intervento.
L’inizio delle attività di sfruttamento delle immense risorse naturali della Mongolia ha favorito un ingente ingresso di capitali che ha cambiato il volto di Ulaanbaatar trasformandola in una città moderna, ma ha anche aumentato il divario tra gruppi sociali. I molti stranieri che oggi vivono e lavorano per le miniere guadagnano in un anno quello che un mongolo medio non guadagna in una vita e una piccola minoranza di mongoli vive oggi seguendo i modelli più spinti del capitalismo.

Questo vento di selettiva prosperità è giunto in un Paese che stava emergendo da un vero cataclisma economico. Infatti, dopo 70 anni di dominio sovietico, dal 1990 in Mongolia è tornata la libertà di espressione e movimento per la gente, ma il passaggio all’indipendenza è stato anche traumatico perché l’economia locale sopravviveva in completa dipendenza dall’URSS con interscambi protetti e la garanzia delle forniture essenziali: tutto questo è venuto a cadere di colpo, ed i mongoli si sono trovati a doversela cavare da soli, avendo nel contempo un paese organizzato secondo un modello produttivo e di scambio che dall’oggi al domani si è disintegrato. Inflazione, disoccupazione, mancanza di sicurezza e povertà hanno portato in brevissimo tempo almeno un terzo della popolazione a vivere sotto il livello della povertà e la maggior parte a subire uno stato di costante difficoltà. La situazione agli inizi del nuovo millennio si è acutizzata per le condizioni invernali particolarmente difficili, indotte forse dai cambiamenti climatici globali, che hanno portato alla perdita di alcuni milioni di capi di animali: molti allevatori nomadi si sono quindi riversati ad Ulaanbaatar e in altri centri minori creando un gran numero di campi attorno ai centri urbani, dove si sono trovati a vivere in una situazione di carenza quasi completa di servizi. La vita per molti di loro è ancora difficile, in particolare per il gran numero di gruppi famigliari retti da donne, spesso mogli abbandonate per motivi del diffuso alcolismo, in molti casi senza una dimora, che fanno spesso fatica anche solo a procurarsi il cibo ed il combustibile con un conseguente gran numero di bimbi che vive in strada o in stato di abbandono. Si consideri la difficoltà di questo quando d’inverno la temperatura a volte scende a -40°c.
Il governo mongolo non destina molti fondi per intervenire nei problemi sociali, e molte fonti critiche indicano che forse non ha né la capacità né la volontà. Fortunatamente sono attive alcune organizzazioni umanitarie, che purtroppo però non riescono a sopperire che a una minima parte dei bisogni: c’è sicuramente un grande bisogno d’aiuto!
Monastero di Shank
Dal 2010, con l’approvazione di Asral, Amitaba si è adoperata a sostenere il monastero di Shank, che è uno dei più antichi della Mongolia e che come molti altri ha subito la distruzione durante la dominazione sovietica – collaborando direttamente con un monastero sembrava un modo di sostenere anche la rinascita culturale, la rivalorizzazione delle radici antiche della cultura mongola. Negli anni ‘90 questo monastero è rinato anche come importante centro culturale del Paese, ma i suoi templi vessavano in pessime condizioni a causa della mancanza di fondi; lo stesso si poteva dire per la comunità di monaci che viveva in condizioni d’indigenza. Per questo motivo già dal 2008 Amitaba aveva iniziato a portare i suoi viaggiatori non solo a visitare, ma anche a pernottare nell’adiacente foresteria, contribuendo all’avvio di una piccola attività di ospitalità utile per raccogliere dei fondi. Poi nel 2010 Amitaba ha devoluto € 2000 ed i monaci hanno deciso di utilizzare i denari per dotarsi di un sistema di sicurezza che salvaguardi le opere d’arte contenute nei templi e per acquistare le scorte di carbone necessarie a scaldare la dimora dei monaci per l’inverno 2010 – 2011. A seguire si è continuata l’opera di sostegno e nell’ottobre 2016 è stata acquistata una gher per una famiglia locale particolarmente bisognosa. (vedi Mongolia, famiglie nomadi)
Asral ONG
Amitaba ha aderito al programma di Asral ONG per l’acquisto delle tende Gher, comprandone due nel 2008 ad un costo di € 770, due nel 2009 al costo di € 1000 e due nel 2012 al costo di € 2000: con queste ragionevoli cifre si è potuto procurare un luogo dove ora vivono sei famiglie (il tipo di tende acquistate sono quelle che si vedono nelle immagini di questa pagina). In tempi più recenti ci si è poi concentrati nel supporto al monastero di Shank.
Asral ha apprezzato il supporto ricevuto da Amitaba donandoci una amorevole targa di benemerenza, un gesto che ci ha commossi.
Una nota su Asral ONG
Questa organizzazione fu fondata sull’onda dell’aiuto che i mongoli hanno chiesto agli esuli tibetani, richiesta generata dal fatto che i due popoli condividono il medesimo mondo filosofico e religioso. Nel 1995 Sua Santità il XIV Dalai Lama visitò per la prima volta la Mongolia, accompagnato da un altro santo Lama, Panchen Otrul Rimpoce; al termine della loro visita egli chiese a Panchen Otrul di dedicarsi all’opera di aiuto che era così disperatamente necessaria. Il Lama accettò con ardore l’incarico, ulteriormente incentivato dal fatto che il suo maestro e padre spirituale era stato un mongolo. Lama Panchen Otrul ha così iniziato la sua opera partendo con l’aiuto raccolto tramite il suo centro di studi buddista che ha sede in Irlanda e fondando la Asral ONG che lavora basata in Mongolia; il gruppo irlandese è anche riuscito a coinvolgere per alcune iniziative il governo dell’Irlanda, in particolare nel progetto MIM (“Made in Mongolia”).
Asral lavora ad Ulaanbaatar, Gachhurt, Onderhill e Shank fornendo assistenza su più fronti ed ha iniziato anche il progetto MIM per far partire attività produttive di artigianato, tra cui primeggia la lavorazione del feltro, con cui cerca di dare uno sbocco reddituale alle persone che assiste. MIM sta cercando degli interlocutori validi per commerciare i prodotti anche in Italia.
Per dare un’idea concreta delle attività di Asral, ad esempio già nel 2007 il loro centro principale a Ulaanbaatar ha:
- fornito tende Gher con stufa ad 8 famiglie;
- sostenuto 100 famiglie per i bisogni di cibo e carbone;
- sponsorizzato 28 bimbi per gli studi alle scuole superiori e all’università;
- sostenuto 35 bimbi per la scuola (pasto caldo, libri e vestiti caldi);
- sostenuto 42 bimbi all’asilo;
- attrezzato degli asili con giocattoli didattici, vestiti, materassi e coperte;
- fornito sostegno finanziario ad un centro medico per 6 invalidi e 15 bimbi malnutriti;
- aiuto medico a 7 famiglie;
- formato 117 donne nelle tecniche di cucitura e preparazione del feltro;
- insegnato inglese a 120 bimbi nel periodo estivo.
Attività simili sono in corso negli altri centri; a questo proposito si possono consultare il siti di Jampaling e di Asral.

Targa di benemerenza
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