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Viaggiare in Tibet

Amitaba propone viaggi in Tibet accompagnati da guide italiane o che parlano la lingua italiana, normalmente nel periodo estivo (consultare il Calendario) ed è specializzata nell’organizzazione di ogni tipo di percorso e di visita anche per viaggiatori individuali e per gruppi autonomi. Per dei suggerimenti sugli itinerari si può consultare la sezione dei percorsi su misura dedicata al Tibet e può essere utile anche consultare lo storico dei viaggi di gruppo, che in buona parte possono essere replicati.

INDICE:

  • Viaggiare in Tibet
  • Quando andare
  • Formalità e valuta
  • Accesso al Tibet
  • Le modalità di un viaggio

Viaggiare in Tibet

Gyantse, corsa degli yak

Carretto a Shegar

Kora del Kailash a cavallo

Gran parte dei viaggi che Amitaba propone in Tibet è accessibile a tutti coloro che hanno interesse per la cultura tibetana; non sono viaggi riservati agli “sportivi”. Usualmente si raggiungono i siti di interesse con mezzi meccanici e sono solo gli itinerari di trekking o i pellegrinaggi che richiedono di camminare in alta quota, che è l’unico vero ostacolo per il visitatore. Il Tibet è chiamato anche “Il tetto del mondo”, ma fortunatamente la maggior parte dei siti è posta sotto i 4000 metri e le visite, dopo un adattamento all’altitudine, sono eseguibili da chiunque abbia una normale capacità fisica. Si consiglia a questo proposito di consultare la pagina L’alta quota del Tibet.
I viaggi che portano nel Tibet Classico e utilizzano come base i centri principali usufruiscono di un livello di servizi alberghieri che oggi è vicino agli standard occidentali. Si tenga però presente che per poter visitare alcuni dei luoghi meno frequentati, lontani da Lhasa, Shigatse, Gyantse e Tsetang o lontani dal Tibet Classico, nelle regioni del Kham, dell’Amdo e del Tibet Occidentale, bisogna essere preparati a convivere con un ambiente diversissimo dal nostro, dove anche i criteri di pulizia sono molto diversi, e necessitano quindi di un certo senso di adattabilità, qualità tipica dei viaggiatori e non posseduta dai ‘turisti’. Per raggiungere alcune delle località più remote potrebbe essere necessario dormire in campo – tutti i viaggi che lo prevedono lo indicano precisamente; i campi a volte si utilizzano anche in località dove ci sono delle locande disponibili, ma da noi ritenute oltre il limite di una pur sportiva accettabilità.

Quando andare

Il Tibet è conosciuto anche con l’appellativo di “Paese delle Nevi”, un nome che di per sé suggerisce il fatto che la stagione invernale, quando alcune località nonostante i cieli tersi possono essere difficilmente raggiungibili, è fredda. La maggioranza dei visitatori si reca in Tibet nel periodo che va da aprile a ottobre. In estate a Lhasa il clima è prevalentemente secco e le temperature sono piacevoli, con la necessità di utilizzare felpe calde solo alla sera, ma in altre regioni le condizioni possono essere diverse; si consiglia di consultare la pagina Clima e attrezzatura richiesta.

Formalità e valuta

Per recarsi in Tibet è necessario munirsi di un visto cinese e se ci si reca nel territorio delineato come “Regione Autonoma del Tibet” o in zone poste vicino ai confini meridionali del Kham servono dei permessi supplementari. Molte aree di confine verso l’India, il Nepal, il Bhutan e la Birmania sono del tutto chiuse al turismo.
Le formalità inerenti ai permessi d’ingresso vengono tutte curate da Amitaba. Se si entra in Tibet dal Nepal è sufficiente trasmetterci una copia del passaporto in tempo utile prima della partenza per predisporre il rilascio del visto cinese all’arrivo a Katmandu. Se ci si reca in Tibet dalla Cina è invece necessario ottenere il rilascio del visto prima della partenza dall’Italia.
I viaggi che si svolgono all’interno del territorio della “Regione Autonoma del Tibet” richiedono obbligatoriamente la presenza di una guida ufficiale, dotata del necessario patentino statale, che abitualmente parla almeno un po’ di inglese; se si necessita di una guida locale che parli italiano molto difficilmente la si può reperire in Tibet ed è necessario individuare la persona dall’Italia. I viaggi di gruppo di Amitaba prevedono la presenza di un accompagnatore in aggiunta alla guida ufficiale, che oltre a portare un contributo conoscitivo offre una garanzia al buon svolgimento del programma. L’accompagnatore è utile anche perché a volte le guide ufficiali hanno un atteggiamento poco collaborativo con chi abbia un reale interesse per il mondo tibetano: devono essere infatti filo cinesi, se pur tibetane, altrimenti rischiano di perdere la licenza…. Per tutti i viaggi individuali e di gruppi autonomi che non prevedono la presenza di un accompagnatore, Amitaba provvede a selezionare le guide locali migliori, ma esistendo un sistema di rotazione, a volte può capitare di incappare in una guida antipaticamente pro cinese.
Il programma che viene sottoposto alle autorità è molto importante, perché indica i luoghi in cui sono previste le visite; se un luogo non è indicato nel permesso di viaggio che viene rilasciato può essere a volte difficile, se non impossibile, recarvisi, perché i controlli in alcune zone sono rigorosi. D’altra parte, se un luogo è stato inserito nel programma, anche se le guide locali a volte, per pura pigrizia, cercano di “passar via”, si ha titolo di insistere perché la visita sia eseguita. Può anche succedere che un permesso rilasciato venga comunque rifiutato dall’autorità locale – ma solo per i siti minori, non turistici.
VALUTA Si raccomanda di portare dei dollari in contanti (meglio se anche di piccolo taglio) per eventuali spese; in Tibet gli euro non sono ancora abitualmente riconosciuti e si possono cambiare solo nelle città principali e in alcune banche. Le carte di credito si stanno sempre più diffondendo ma generalmente sono utilizzabili solo nei negozi e esercizi ricettivi dei centri principali.

Accesso al Tibet

In aereo

Il punto d’ingresso aeroportuale normalmente utilizzato è Gongsar, posizionato a circa 3600 metri di quota, che serve sia Lhasa che Tsetang ed è collegato a diverse città cinesi ed a Katmandu. Sono stati aperti alcuni altri aeroporti, ad esempio a Bayi nel Kongpo o a Senge Tsangpo (Shiquanhe) nella regione di Ngari del Tibet Occidentale, la cui possibilità di utilizzo da parte dei visitatori va preventivamente verificata.

Via terra

Per arrivare nel Tibet Classico è possibile utilizzare percorsi stradali o la ferrovia che collega Xining, capitale del Qinghai, con Lhasa, e che ora arriva fino a Shigatse; il treno tra Xining e Lhasa impiega  circa venti ore e si possono utilizzare cabine con le cuccette, in vagoni che sono pressurizzati (si superano i 5000 metri di quota), ma l’effetto della quota di sente lo stesso.
La rotta stradale maggiormente utilizzata è quella che collega Shigatse a Katmandu in Nepal. E’ un percorso entusiasmante perché attraversa una zona himalaiana stupenda, concedendo nelle giornate limpide la vista di ben tre dei giganteschi “8000″: Everest, Cho Oyu e Shisha Pangma. Il viaggio può diventare avventuroso nel periodo monsonico, quando le profonde gole che portano dagli oltre 5000 metri dei valichi himalaiana alle calde valli tropicali del Nepal sono soggette alle frane.
Sono in corso da lungo tempo trattative tra Cina ed India al fine di aprire un confine terrestre tra i due stati utilizzando la strada che da Gangtok in Sikkim arriva a Gyantse attraverso il passo del Natu: la via storica più importante utilizzata per penetrare in Tibet dal generale inglese Younghusband ed in più occasioni da Giuseppe Tucci. Dal 2006 su questa strada a diverse riprese vi è stato un traffico commerciale controllatissimo; non si può escludere che in futuro si possa utilizzare questa via anche per un ingresso turistico.
Tutti gli altri punti di accesso stradale sono molto lontani da Lhasa: sia che si arrivi in Qinghai all’aeroporto di Xining, a Langzhou nello stato del Gansu, a Chengdu in Sichuan o a Kunming nello Yunnan, per arrivare a Lhasa nel Tibet Classico si devono affrontare parecchi giorni di viaggio. La rotta più facile, sia per la minor distanza che per la morfologia del territorio, parte da Xining arrivando in direzione sud ovest fino a Kermo (Golmud) e da qui procede verso sud fino a Lhasa, un percorso di 1930 chilometri; ma è la strada meno interessante perché attraversa lunghi tratti molto spogli e privi di siti da visitare. La ferrovia, che dal luglio 2006 collega Lhasa,  segue il medesimo percorso fino a Kermo (Golmud) e arriva poi a Xining passando un po’ più a nord della strada carrabile. Nella storico dei viaggi di gruppo in Tibet si trovano diversi percorsi che attraversano questi vasti territori fino a Lhasa, tutti piuttosto impegnativi, ma che offrono quanto di meglio un viaggiatore possa cercare.

Le modalità di un viaggio

Dormire

Ovunque possibile si utilizzano dei buoni alberghi, scelti anche in funzione della loro posizione; ad esempio, a Lhasa si alloggia vicino al Barkor, nei pressi del Jokhang. Nei centri minori, dove esistono solo locande, si utilizzano le migliori disponibili e, ove è possibile la scelta, si cerca di utilizzare esercizi di proprietà o gestiti da tibetani. In alcuni casi potrebbe essere utile o necessario (se non si porta l’attrezzatura da campo) utilizzare gli umili ostelli dei monasteri. Fuori dalle principali città un certo spirito di adattamento è comunque sempre necessario; si consiglia di portare con sé un sacco-lenzuolo. Per alcune destinazioni può anche essere utile il sacco a pelo; quando lo si ritenesse necessario, viene indicato nel programma. Per quasi tutti i pernottamenti si riesce ad avere il bagno annesso, sempre che poi funzioni l’impianto idrico… Se i servizi sono esterni, a volte possono anche essere decisamente sgradevoli.
Se si utilizzano dei campi tutta la necessaria attrezzatura è fornita da Amitaba, ad eccezione del sacco a pelo. Molti preferiscono portare anche il proprio materassino. Si utilizzano tende a due posti (chi vuole può avere la tenda “singola”), una tenda comune dove consumare i pasti e una tenda per i servizi. Il montaggio e smontaggio dei campi e la cucina sono curati dal personale di Amitaba. Durante un trekking (o, più in generale, se le jeep non possono arrivare alle tende) il bagaglio personale è trasportato da animali da carico o da portatori.

Mangiare

La cucina è sufficientemente ricca; è facilissimo, ad esempio, trovare degli ottimi tagliolini saltati con le verdure, e anche una gran varietà di pietanze cinesi. La birra è economica e si trova ovunque. Anche la frutta fresca è disponibile in quasi tutte le località.

Viaggiare

Per tutti gli spostamenti terrestri previsti dai programmi Amitaba utilizza veicoli privati che, in funzione delle destinazioni, possono essere pulmini o jeep – le jeep si utilizzano dove le 4 trazioni possono essere fondamentali, ad esempio lungo la strada che collega Shigatse al confine nepalese, dove i pulmini potrebbero bloccarsi se c’è fango. Nei percorsi più difficili in aree remote dove non c’è assistenza è importante avere con sé anche un buon meccanico ed evitare di usare mezzi che dipendano da componenti elettroniche non riparabili.
Si tenga anche presente che a volte la programmazione ottimale prevista può subire modifiche sul posto, solitamente a causa di ostacoli naturali. Una frana sulla strada, un guado ingrossato o condizioni atmosferiche che rimandano un volo sono gli esempi più comuni.

Visite

Per molte visite è necessario fare dei tratti a piedi; questo richiede una normale capacità fisica e può essere difficile solo nei primi giorni per via dell’alta quota. Anche salire al Potala può essere faticoso ai 3600 mt di Lhasa e, ad esempio, il grande monastero di Drepung nei pressi della capitale si gira tutto a piedi.

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