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Amitaba si occupa di viaggi in Mongolia da molti anni in collaborazione con Alfredo Savino, che risiede a Ulaanbaatar, ed è stata fondata una cooperativa, Sain Sanaa, in cui operano persone di diverse aree, anche remote, del Paese. Si ha così la possibilità di usufruire dei necessari contatti che hanno consentito di organizzare numerose spedizioni esplorative e trekking anche a cavallo, un bell’insieme di avventure in territori emozionanti, disponendo di guide affidabili.
Per gli appassionati del trekking in Mongolia ci sono molte possibilità, infatti come premessa va ricordato che la Mongolia offre un ambiente naturale vastissimo che per la gran parte è privo di strade, un territorio che si estende su una superficie cinque volte quella dell’Italia. Ogni viaggio, anche di natura culturale, prevede ampi tratti su piste e solitamente anche dei brevi percorsi a piedi, necessari per visitare in modo pieno i siti più affascinanti, dal Gobi alle aree settentrionali della taiga fino agli Altai ad ovest. In questa magnifica vastità sono possibili trekking sia a piedi che a cavallo, che è ancora utilizzato dai nomadi mongoli per gli spostamenti. Anche gli amanti della ‘mountain bike’ possono cimentarsi con tantissime traversate.
Amitaba in Mongolia può organizzare ogni tipo di trek e spedizione che possa essere richiesto curando ogni aspetto organizzativo e logistico necessario, usufruendo di una buona esperienza, che è necessaria in quanto ci si muove in territori dove spesso non ci sono rifornimenti locali e che sono privi di strutture; quindi bisogna predisporre ogni cosa in modo preciso e sicuro.
A nostro avviso, le aree più interessanti per dei percorsi a piedi sono due:
A queste si aggiungono altre zone più circoscritte e montagne che permettono trekking più o meno estesi, come ad esempio il bellissimo percorso nella zona degli otto laghi (Naiman Nuur) all’interno della catena montuosa dei Khangai nella Mongolia centrale; o anche l’ascesa alla montagna più sacra ai mongoli, il Burkhan Khaldun nell’area strettamente protetta di Khentei Nuuruu nell’est del Paese.
Khubsugul è il lago più grande e profondo della Mongolia, il secondo specchio d’acqua dolce per grandezza dell’Asia centrale, lungo 136 km largo 36, che si trova ad una altitudine di 1645 mt. La sua superfice è gelata da gennaio fino ad aprile o maggio, tant’è che ogni anno nel periodo invernale vi si svolge il ‘Festival del ghiaccio’; a nord giunge vicino al confine con la Siberia. La costa orientale è contornata da montagne che vi declinano dolcemente mentre il versante occidentale è affiancato dalla catena montuosa dei Saridag Khoridol Bayan.
Qui Amitaba organizza numerosi trekking che seguono i contorni del lago, sia a piedi che a cavallo. Se da qui ci si avventura nei territori a nord ovest della catena dei Saridag si giunge (solitamente utilizzando dei cavalli) nel territorio degli Tsaatan, un’etnia di allevatori di renne. Fare un trekking qui consente di condividere appieno la vita nomade della taiga, e porta a conoscere uno stile di vita che è rimasto immutato nel tempo, con un sincero e forte incontro con una delle dimensioni più belle di questo affascinante Paese.
La catena degli Altai dista circa 2000 km da Ulaanbaatar nell’estremo ovest della Mongolia e delinea il confine naturale con la Russia ed il Kazakistan a dominio cinese. Qui si trova la vetta più alta del Paese, il l’Huiten Uul (4373 mt), che fa parte delle cinque cime del Tavan Bogd (letteralmente, “i cinque illuminati”), con il monte più alto degli Altai, il Belukha (4506 mt), in territorio russo. È una regione, denominata Batìyan Ulgii, vasta e poco abitata ornata di laghi e 20 vasti ghiacciai, tra cui il Potanina è quello più esteso. Offre una grande varietà ambientale per percorsi a piedi di una sola settimana, con anche molte possibilità di escursioni più brevi. Il parco nazionale di Altai Tavan Bogd, che si estende tra la Mongolia e il confine cinese, vanta numerosi laghi come l’Hoton e il Dayan Nuur.
Gli abitanti degli Altai sono in maggioranza kazaka ed hanno lingua, religione e usanze diverse dai mongoli. Hanno iniziato a trasferirsi in queste aree verso il 1840 pascolando le pecore e le capre nel periodo estivo; dall’inizio del ‘900 hanno poi cominciato a stabilirsi permanentemente nella regione. Sono rimasti isolati dalle loro terre d’origine e conservano tradizioni millenarie andate ormai perdute nel Kazakistan; si dedicano tutt’ora soprattutto alla pastorizia transumante abitando in inverno in villaggi di case di legno, riparati all’interno di valli profonde, per migrare poi in estate verso i pascoli di montagna utilizzando delle tende molto simili alle grandi gher dei Mongoli, con alcune differenze che le rendono tipiche.
Negli Altai Amitaba organizza quasi ogni anno trekking che hanno come meta principale il campo base del Tavan Bodg con il ghiacciaio Potanina.
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