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Il regno del Sikkim oggi è uno stato himalaiano dell’India. E’ raccolto in un magnifico spazio, un grande anfiteatro di monti contornati da Nepal, Tibet e Bhutan, e conserva un microcosmo composto da diverse etnie che vivono nelle profonde valli che si diramano ai piedi del Kanchendzonga, dove troviamo una ricca cultura con tradizioni folcloristiche uniche, in una regione interessante anche per il trekking. Per dei ben calibrati suggerimenti su come esplorare quest’affascinante antico regno himalaiano può essere utile consultare la sezione dei percorsi su misura dedicata al Sikkim e, per chi ama i percorsi a piedi, trekking in Sikkim.
Il Sikkim ha conservato la propria indipendenza fino al 1975, quando è diventato il 22° stato dell’India; buona parte del territorio è oggi aperto al turismo, previo il rilascio di un permesso (che viene richiesto direttamente da Amitaba, e sono quasi sempre … dipende dal funzionario… necessarie due foto tessera all’ingresso nello stato). I visitatori sono in numero contenuto; recarsi tra queste stupende valli himalaiane soddisfa il desiderio di entrare in contatto con un mondo che è immerso in un contesto naturale unico per varietà, dove la gente vive in modo partecipe anche la dimensione delle proprie pratiche religiose, che qui sono il fondamento della cultura e vengono armoniosamente inserite nella vita quotidiana.
Il Sikkim ad ovest, verso il Nepal, è delimitato dalla catena impenetrabile del Kanchendzonga, una gigantesca montagna che supera gli 8500 metri, la terza al mondo per altezza e la meno scalata tra i colossi himalaiani: ricca di leggende, viene venerata e considerata da tutti i sikkimesi come una viva divinità protettrice. A nord e a nord-est la catena del Chola segna il confine con il Tibet; anche questa è una catena impervia, valicabile solo attraverso alti passi, di cui il più accessibile è il Natu La di 4328 metri, situato ad est di Gangtok, la capitale, che è stato storicamente il punto di accesso meridionale più utilizzato per raggiungere l’altopiano tibetano: da qui passarono il generale Younghusband ed anche Tucci con Maraini, ed oggi vi è in progetto l’apertura al transito commerciale e turistico. A sud est le propaggini meridionali della catena del Chola marcano il confine con il Bhutan. Il bordo meridionale è delimitato dai fiumi Teesta e Rangeet che ne delineano lo spazio verso le zone collinari del Bengala indiano, dove le cittadine di Darjeeling e Kalinpong, originariamente parte del regno del Sikkim, sono ora inserite amministrativamente nello stato del Bengala.
In Sikkim vivono circa 650.000 persone appartenenti ad un caleidoscopio di etnie diverse. Le popolazioni originarie che erano costituite in gran parte da Lepcha, Limbu e Bhotia rappresentano oggi circa il 20% della popolazione complessiva e sono di tradizione buddista tibetana con forti tendenze animistiche tra i Lepcha e da un certo numero di cristiani, convertiti dai missionari britannici, tra i Limbu; vivono qui anche un certo numero di rifugiati tibetani. La maggioranza è oggi costituita dalle genti di origine nepalese, principalmente Newari, ed in piccola parte Sherpa, Tamang e Rai ed altri; il loro afflusso ha fatto si che la maggioranza della popolazione sia oggi induista, religione vissuta spesso in forme sincretiche con il buddismo.
In Sikkim si trovano siti di interesse storico ed un gran numero di antichi monasteri appartenenti a diverse scuole del buddismo tibetano; il più celebre, anche se pur non il più antico, è Rumtek, sede del Karmapa, la cui attuale reincarnazione, un monaco fuggito da Tsurphu in Tibet, ancora nel 2021 non aveva il permesso da parte dello stato indiano di installarvisi a causa del malumore dei cinesi e di rivalità dinastiche provocate da uno dei suoi ex discepoli. I siti più antichi si trovano nella parte occidentale non lontani da Yuksom, l’antica capitale, e sono in buona parte di scuola Nyingmapa. Vi sono anche siti Sakya, tra cui Ngor, Ghelupa ed il monastero Bon di Kundraling. Molti di questi centri di culto conservano reperti artistici importanti ed i monasteri principali organizzano coreografici festival di danze sacre esibendo costumi e maschere lignee di ottima fattura.
Il clima di queste valli è monsonico, con piogge torrenziali tra fine maggio ed agosto, che favorisce una varietà botanica eccezionale: si contano quasi mille tipi di orchidee, ed a quote più alte le foreste di rododendri sono un paradiso naturale. Un viaggio nel cuore del monsone non è consigliabile, perché muoversi può risultare difficile oltre che scomodo: fortunatamente i mesi adatti sono la maggior parte, perché le quote a cui si trovano i siti di maggior interesse culturale non sono elevatissime e possono essere visitati anche nei mesi più freddi, non solo in primavera ed autunno, utilizzando sistemazioni alberghiere sempre decorose e dotate anche di riscaldamento. Le strade sono quasi tutte asfaltate, solo spesso piuttosto strette e tortuose, dove si procede lentamente godendo di panorami molto belli.
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