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Quando ci si reca al Kailash o all’Amnye Machen, e, più in generale, in regioni dove le quote sono elevate e si prevede l’utilizzo dei campi mobili, è importante avere una attrezzatura adeguata che consenta di vivere comodamente anche alle basse temperature, completa ma non eccessiva. Nel periodo estivo raramente si scende sotto lo zero termico, ma lungo il sentiero del Kailash, soprattutto sul versante nord, possono sempre verificarsi dei cali di temperatura che rischiano di portare di notte anche a –10°c e la neve può cadere in ogni mese dell’anno. Al Kailash la maggior parte delle notti si passa in tenda; per i campi viene fornito tutto da Amitaba tranne il sacco a pelo. Molti viaggiatori portano anche un proprio materassino tipo Term-a-rest per un maggiore confort. È necessario un buono spirito di adattamento per la diversità dell’ambiente, l’alta quota ed i possibili imprevisti; recarsi in queste regioni non è mai un viaggio “normale”, ma una vera e magnifica avventura!
Il problema principale da affrontare è l’alta quota, tenendo presente che al Kailash la base delle valli attorno al monte è già oltre i 4000 metri e che durante la circumambulazione si raggiungono i 5600 mt. Un periodo di adattamento è quindi fondamentale; fortunatamente le quote delle tappe di avvicinamento e il tempo necessario per arrivare alla montagna fa sì che spesso i problemi principali quando si giunge all’imbocco dei sentieri siano già almeno in parte superati. Chiaramente al Kailash, quando sul versante nord si arranca oltre i 5000 mt del campo di Dirapuk verso il passo di Dolma, ognuno ha sempre delle difficoltà personali per l’affaticamento. Per questo, spesso ci aiuta vedere le vecchie donne tibetane che procedono lungo il sentiero sacro in scarpe da tennis appoggiate al loro bastone recitando il mantra di Chenresi, tenendo magari per mano la nipotina: loro non hanno con sé neanche il sacco a pelo…!
Molti hanno avuto un riscontro positivo nell’attenuazione dei sintomi dell’alta quota con l’utilizzo del diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota: totale 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2/3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico. Per l’ipertensione invece alcuni hanno trovato un buon ausilio nell’agopuntura e nella medicina tibetana; anche in questo caso è comunque sempre necessario un parere del proprio medico. Ci si aspetti comunque di avere qualche disagio nei primi 2 o 3 giorni. A Lhasa è anche facile trovare dei preparati naturali che mitigano i sintomi dell’altitudine; quasi tutte le farmacie nella zona del Barkor ne hanno diversi tipi in vendita. La nostra esperienza ha riscontrato un effetto positivo di queste cure.
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Amitaba invia bimestralmente ai propri amici viaggiatori tramite posta elettronica il “Diario di bordo”, una raccolta che focalizza alcuni dei viaggi in partenza, presenta diversi argomenti di ambito culturale e immagini dei viaggiatori.
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