A cura di Riccardo Marini di Villafranca
MONACO INIZIATORE: Nichiren (1222-1282)
ENTITÁ VENERATE: Budda Śākyamuni (per la scuola Nichiren Shu) e Nichiren (per la scuola Nishiren Shoshu)
Il buddismo Nichiren accetta buona parte delle idee del buddismo Mahāyāna e del buddismo Tendai, riviste da Nichiren: la Vacuità del mondo reale, i tre Corpi del Budda (= Trikaya), la buddità come condizione innata (hongaku, o illuminazione intrinseca) di ogni essere senziente (che occorre solo risvegliare), e così via. Pertanto l’illuminazione può essere raggiunta nella propria vita presente e condizione personale, ma è distintiva di questa scuola un’autentica venerazione per il Sutra del Loto (nella versione del monaco Kumārajīva, ma con l’aggiunta dei commentari dei maestri cinesi di scuola Tiāntái), che è considerato come l’insegnamento completo impartito dal Budda Shakyamuni. Esso contiene infatti tutti gli ammaestramenti pratico/teorici per giungere all’illuminazione personale.
Come anche nella setta Tendai, particolare attenzione viene prestata a due capitoli di questo sutra: il II (hoben: mezzi abili o espedienti) e il XVI (juryo-hon: durata della vita del Budda). In particolare, il secondo capitolo tratta dei mezzi con cui ottenere lo stato di buddità (giapp. bussho), mentre il sedicesimo capitolo parla della durata della vita del Budda che si è illuminato nell’infinito passato. Egli è perciò per se stesso da sempre illuminato.
Le critiche di Nichiren alle altre scuole buddiste erano:
Da ciò si evince che, in ultima analisi, Nichiren non avrebbe avuto, almeno inizialmente, intenzione di fondare una nuova scuola buddista, quanto piuttosto quella di riportare l’insegnamento buddista alle origini, ovvero alla preminenza del Sutra del Loto così come insegnato nell’antica scuola cinese Tiāntái e dal suo fondatore Zhìyǐ.
La liturgia viene chiamata Gongyo ed è celebrata generalmente due volte al giorno, una al mattino ed una alla sera. Le sue modalità variano nelle varie scuole (Nichiren-Shu; Nichiren Shoshu; Soka Gakkai).
Essa consiste nella recitazione multipla di:
La Soka Gakkai (= società per la creazione di valore) è un movimento religioso di laici, diffuso in tutto il mondo, che asserisce di praticare il Buddhismo Nichiren. Esso fu fondato nel 1930 dall’educatore nipponico Tsunesaburō Makiguchi. La Soka Gakkai in origine si affiliò al monastero Taiseki-Ji, tempio principale della scuola buddista giapponese Nichiren Shōshū. Dal 1960 il suo attuale presidente onorario, Daisaku Ikeda, ne è anche il suo “padre-padrone”. Originariamente egli era un semplice figlio di pescatori, ora diventato miliardario. Egli divenne il terzo presidente della sezione nazionale della Soka Gakkai giapponese ed è stato in carica nel periodo dal 1960 al 1979, quando iniziarono i dissidi con la setta Nichiren Shoshu, che nel 1991 sfociarono nella sua “scomunica“, tramite decreto di apostasia ed espulsione. Dopo la scomunica, alcuni membri della Soka Gakkai cominciarono a descrivere il loro gruppo come il primo movimento Protestante e Riformatore del Buddismo, facendo un paragone con il Protestantesimo cristiano.
Sviluppatasi inizialmente nel solo Giappone, questa setta ha cominciato a diffondersi, dopo la seconda guerra mondiale, con la creazione di alcune organizzazioni all’estero. Nel 1975 è stata fondata la Soka Gakkai International, che attualmente è presente in 192 paesi. Daisaku Ikeda ne è attualmente il presidente effettivo. In Giappone La Soka Gakkai conta 10 milioni di fedeli, in Italia 70.000, cioè circa la metà dei buddisti italiani.
Non sono poche le critiche che vengono rivolte alla Soka Gakkai nel mondo. L’insegnamento della Soka Gakkai non è poi così in armonia coi precetti buddisti, principalmente perché i fedeli, anziché tendere all’eliminazione del desiderio e della brama (secondo il Budda causa di attaccamento e sofferenza) vengono quasi stimolati a praticarli. Il tutto avverrebbe mediante la recitazione reiterata e perseverante del titolo (daimoku) del Sutra del Loto, in giapponese “nam myōhō renge kyō“, e la lettura ripetuta quotidianamente (gongyō), in lingua antica, del II e XVI capitolo del Sutra del Loto stesso, davanti alla pergamena Gohonzon. Ciò produrrebbe non solo un “innalzamento del proprio stato vitale”, ma anche la realizzazione dei propri obiettivi e desideri, quasi si trattasse di pratiche magiche per trovare un lavoro, migliorare la propria situazione finanziaria, trovare casa, trovare un fidanzato o una fidanzata, risolvere problemi familiari o sociali oppure guarire da malattie. In pratica, è un po’ come se qualcuno credesse che si può imparare a guidare un auto semplicemente recitando insistentemente le parole “codice stradale, codice stradale, codice stradale…”.
Il Buddismo, invece, dovrebbe spezzare il legame di collegamento fra gli avvenimenti materiali e lo stato della mente ed offrire una prospettiva molto più elevata, anche in termini di felicità. Non si è felici per il raggiungimento di obiettivi o possesso di cose, bensì tramite un atto di pura consapevolezza della realtà “così com’è“ (cioè: coincidenza di Samsara e Nirvana). Ciò richiede un lavoro che si svolge esclusivamente nella nostra mente, la quale non ha più bisogno che la tal cosa accada o che la tal’altra sia da evitare. Una mente felice è una mente liberata dalla successione degli eventi e dall’attaccamento alle cose, alle opinioni, alle idee, alle illusioni. La Soka Gakkai propone invece, quasi esclusivamente, la ripetizione pressoché ossessiva del daimoku, e di brani del Sutra del Loto, in un incomprensibile giapponese medioevale (inintelligibile agli stessi giapponesi!) per risvegliare la propria innata Buddità.
Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:
Viale Ca’ Granda, 29 (cit. # 79)
20162 Milano
orari: lun ven 9.30 / 18.00
tel. 02 33614196
cell. 333 1953284
email: amitaba@amitaba.net
part. IVA 13152290154
codice univoco per FE: T9K4ZHO
Amitaba invia bimestralmente ai propri amici viaggiatori tramite posta elettronica il “Diario di bordo”, una raccolta che focalizza alcuni dei viaggi in partenza, presenta diversi argomenti di ambito culturale e immagini dei viaggiatori.
3 days ago
4 days ago
6 days ago
Pakistan: Karakorum, Himalaia e Hindu Kush, con la festa di primavera dei Kalash
amitaba.net
Pakistan: Karakorum, Himalaia e Hindu Kush, con la festa di primavera dei Kalash7 days ago
1 week ago
2 weeks ago
2 weeks ago
2 weeks ago
2 weeks ago
3 weeks ago
3 weeks ago
Sri Lanka: Festival di Kandy, storia ed ayurveda
amitaba.net
Sri Lanka: Festival di Kandy, storia ed ayurveda. Benessere di corpo e mente nella Gemma dei Tropici.3 weeks ago
4 weeks ago
4 weeks ago
amitaba.net
Conoscere il Madagascar, dagli altopiani alle coste dell'Ovest, dalle foreste pluviali agli altopiani centrali.4 weeks ago
4 weeks ago
4 weeks ago
1 month ago
1 month ago
Tagikistan: Wakhan e Pamir, nel cuore dell’Asia Centrale
amitaba.net
Tagikistan: Wakhan e Pamir, un viaggio tra culture ed etnie affascinanti, alla scoperta di una natura sorprendente1 month ago
1 month ago
1 month ago
1 month ago
1 month ago
Mongolia: cultura nomade e Festival del Naadam
amitaba.net
Mongolia: cultura nomade e Festival del Naadam. Dal nord al deserto del Gobi, alla scoperta di un mondo senza confini1 month ago