I giorni dal secondo all’ottavo sono dedicati alla creazione del Mandala.
“Le iniziazioni di Kalachakra vengono conferite sulla base di un Mandala, la sacra dimora con le sue divinità residenti, di solito raffigurato in forma grafica” “Mentre tutti gli altri Mandala riguardano solo il singolo praticante, il Mandala di Kalachakra coinvolge l’intera comunità, la società nel suo complesso”.
S. S. IL DALAI LAMA
Per intuire il significato di questo Mandala è necessario visualizzarne il duplice aspetto, allo stesso tempo sia Palazzo Divino, dove le divinità risiedono, che loro manifestazione intrinseca. In essenza rappresenta la dissoluzione delle apparenze impure in quelle pure, trasmutazione che viene compresa come espressione dell’unione di vacuità e beatitudine.
Il Mandala non rappresenta una struttura architettonica concreta, pur avendo la forma della pianta di un palazzo, bensì la forma della mente Illuminata.
“È importante capire quali sono gli aspetti fondamentali del sentiero buddista che forniscono il contesto al cui interno i Mandala possono essere usati come oggetto di meditazione. Il primo è il forte desiderio di mettere fine alle esperienze di sofferenza degli esseri ordinari. Queste vanno dal piacere relativo degli dei e degli umani fino al dolore e ai tormenti degli animali, degli spiriti famelici e degli abitanti delle regioni infernali. Il praticante deve inoltre provare un forte desiderio di realizzare l’illuminazione per il bene degli altri e avere una corretta visione della realtà.”
S. S. IL DALAI LAMA
Il Mandala di Kalachakra è stato composto dai monaci del monastero di Namgyal con sabbie colorate ottenute da materiali preziosi, quale supporto materiale per la creazione del Mandala vero e proprio che sorge dal potere della visualizzazione e della concentrazione.
Viene creato in giorni astrologicamente di buon auspicio, considerati sacri, e anche quando l’atmosfera è pacifica e il maestro soddisfatto del comportamento dei suoi discepoli.
Il Mandala di Kalachakra è stato composto dai monaci del monastero di Namgyal con sabbie colorate ottenute da materiali preziosi, quale supporto materiale per la creazione del Mandala vero e proprio che sorge dal potere della visualizzazione e della concentrazione.
Vengono tracciate poi le diagonali nelle direzioni intermedie, anch’esse passanti per il centro, poi le quattro linee perimetrali che determinano il quadrato del Mandala. Queste prime otto linee sono chiamate linee maggiori.
Vengono poi tracciate le linee interne e, con una goccia d’acqua profumata, segnati i punti in cui risiedono le divinità principali. Su ogni goccia viene poggiato un fiore, simbolo del trono delle divinità, e sopra il fiore un chicco di grano, simbolo della divinità stessa. Con la meditazione sulla vacuità, i chicchi vengono visualizzati nelle diverse divinità a cui vengono fatte offerte e lodi.
Le sabbie colorate sono polveri di sostanze preziose quali oro, argento, corallo, perle, turchesi, lapislazzuli, pietre dure, ecc. Nel corso di alcuni giorni i monaci completano con estrema cura e pazienza il mandala delle polveri colorate dopo aver meditato a lungo sulla mancanza d’esistenza intrinseca del sé e della realtà fenomenica (vacuità), poiché è proprio da questa sfera che sorge il Mandala.
Per disporre con precisione le polveri colorate sul piano, e procedere quindi alla costruzione dettagliata del palazzo, i monaci fanno uso di particolari coni zigrinati da cui fanno discendere minime quantità di polvere praticando un leggero sfregamento con un bastoncino sul cono stesso.
Dopo aver completato il palazzo divino, i monaci passano alla preparazione dei cinque mandala esterni o sfere degli elementi (terra, acqua, fuoco, aria e spazio).
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