India: Progetto Alice
Da circa vent’anni il progetto Alice, iniziato da Valentino Giacomin e Luigina de Biasi, sta sviluppando un’interessantissima sperimentazione pedagogica e didattica in diverse aree povere dell’India. È un lavoro che può fornirci molti punti di riflessione su quello che si può intendere con ‘processo educativo’. Oltre ad assolvere il compito di formare i giovani per un positivo inserimento nella società, che oggi richiede alti livelli di specializzazione e conoscenze, l’approccio dimostra come il benessere interiore degli allievi, prescindendo da credo o ideologia, sia la vera chiave di volta per aiutare le giovani persone in un cammino di crescita che sviluppi la loro duratura felicità.
Nel corso dei viaggi che Amitaba organizza in India che prevedono di raggiungere Varanasi o Bodhgaya ci si reca quasi sempre a visitare le scuole del Progetto Alice, in particolare quella di Sarnath, punto di origine del progetto. Moltissimi amici viaggiatori hanno così avuto l’opportunità di osservare quanto avviene i questi ben organizzati istituti ed avere delle presentazioni delle attività. Si è così dato un piccolo contributo alla diffusione delle formidabili metodologie pedagogiche che sono state sviluppate con grande successo, ed alcuni hanno anche offerto dei propri contributi.
Abbiamo così ritenuto interessante pubblicare una relazione storica di Valentino Giacomin e alcune note di Luigina de Biasi su questo importante progetto, che ha sviluppato un metodo didattico transculturale che tiene in considerazione anche il contenuto interiore di ciascuno, onde aiutare i giovani a maturare l’intelligenza emotiva e la capacità introspettiva.
Per approfondire, prendere contatto e offrire delle donazioni: www.aliceproject.org.
DI SEGUITO UNA RELAZIONE STORICA DI VALENTINO GIACOMIN
Lettera di Natale 2013
Cari amici, eccoci arrivati ad un nuovo incontro… natalizio. Anno dopo anno, siamo a quota diciannove. Già la mente è proiettata all’appuntamento dei vent’anni. Sembra ieri quando invitammo i rappresentanti delle diverse tradizioni religiose, presenti a Sarnath, per benedire il posto su cui sarebbe sorta la prima scuola. Abbiamo trovato una foto di quell’evento. (Foto a sinistra)
Come potete vedere, mentre il Padre Francescano Padre Pereira, benedice la terra, a sinistra c’è un altro religioso che sta recitando delle preghiere.
È un jainista il quale, al termine della sua cerimonia, disse: “Questo terreno non vi basterà!”. Mai profezia fu più vera, anche se a quel tempo nessuno avrebbe mai immaginato che saremmo arrivati ad avere tre scuole, frequentate da più di mille studenti. Pensavamo, infatti, di aprire una scuola elementare e di fermarci alla classe quinta.
Passo dopo passo, abbiamo aperto la scuola media, poi la scuola superiore, poi l’Università di sanskrito. Le scuole sono tre, in tre diversi Stati dell’India: la sede centrale è a Sarnath (vedi foto in alto), nello Stato dell’Uttar Pradesh, una succursale si trova a Bodhgaya, nello Stato del Bihar (vedi foto sotto). Una terza è stata fondata nel Nord dell’India, nello Stato dell’Arunachal Pradesh, per la comunità chakma (rifugiati del Bangladesh perseguitati per motivi religiosi). (Vedi foto sotto)
Una terza è stata fondata nel Nord dell’India, nello Stato dell’Arunachal Pradesh, per la comunità chakma (rifugiati del Bangladesh perseguitati per motivi religiosi).
Proprio quest’anno la scuola per chakma (vedi foto sotto) è stata riconosciuta dallo Stato fino alla quinta elementare. Una significativa conquista per il Progetto Alice, dopo cinque anni di tentativi e sforzi. In ogni scuola è stato aperto un ostello per ospitare studenti poveri di altre regioni.
In Arunachal Pradesh i posti dell’ostello sono riservati solo alle bambine. Circa cento bambine e ragazze sono assistite gratuitamente nei tre ostelli. Due nuovi gruppi di studenti chakma sono stati accolti quest’anno in sostituzione degli studenti che avevano finito la scuola superiore.
Sei di questi ex studenti hanno deciso di continuare a studiare presso l’Università di Bodhgaya, senza lasciare l’ostello. Sono ora in training per diventare insegnanti elementari. (Nelle foto: gli studenti chakma appena arrivati)
Qualcuno si domanderà come mai abbiamo deciso di espanderci, affrontando difficoltà economiche e organizzative non indifferenti. Luigina, per la verità, ha sempre cercato di tirare il freno a mano, gettando l’acqua del realismo sul fuoco dell’entusiasmo. La ragione principale che ha motivato le scelte “espansioniste” è difficile da spiegare. Ci provo. Il Progetto Alice, bisogna non dimenticarlo, è una ricerca sperimentale, prima di tutto. Noi vogliamo dimostrare che è possibile un cambiamento nell’educazione. Un cambiamento che prescinde dalla didattica, dalla metodologia. Secondo noi, la crisi della scuola e dell’educazione in generale non dipende dalla mancanza di strumenti didattici o dalla scarsa preparazione degli insegnanti, almeno per quanto riguarda l’insegnamento delle materie curriculari. I nostri insegnanti sono bravissimi. Ma nonostante la loro bravura, l’impegno professionale, la dedizione, sembra che i risultati non siano incoraggianti. Noi crediamo che la chiave per uscire dalla crisi debba essere trovata nella verifica della visione educativa, degli obbiettivi. Non solo matematica, ma soprattutto autoconoscenza, consapevolezza, visione critica, relatività delle percezioni (non credere che ciò che percepiamo e pensiamo sia vero in assoluto), valori morali, etica, spiritualità. Questi sono concetti vuoti se non sono seguiti da una sperimentazione pratica, una verifica sul campo, per dimostrare la verità delle nostre tesi e intuizioni. Così è nato il Progetto Alice: dopo l’analisi, la messa in discussione di un “vecchio” modello educativo (per noi) obsoleto, ecco la proposta pratica, l’alternativa. Infine, la verifica sul campo: la sperimentazione didattico educativa di Alice che dura da vent’anni. Per la sperimentazione non basta una scuoletta con pochi studenti, in un ambiente protetto, privilegiato… ma bisogna confrontarsi con la realtà e con la normalità del posto in cui operiamo: classi numerose di studenti, disagio, insegnanti che non conoscono la pedagogia… Di qui, la necessità di espandersi per dimostrare che il progetto Alice è ripetibile anche in situazioni difficili, in ambienti dove la norma sarebbe l’eccezione in Italia. In poche parole, abbiamo cercato di rispettare il più possibile lo standard di una sperimentazione scientifica. Di qui, test, gruppi di confronto, verifiche a breve, medio e lungo termine.
Lo stesso Dalai Lama, dopo aver visitato per la terza volta la nostra scuola di Sarnath, a gennaio, ci ha stimolati a continuare nell’espansione. Ha detto testualmente: “This school already emphasises moral principles. The facilities are quite basic, but the education you are giving here is wonderful, wonderful.” “In questa scuola già ponete l’enfasi sui principi morali. Le infrastutture sono alquanto essenziali, ma l’educazione che proponete è meravigiliosa, meravigliosa!” In un secondo breve incontro con il nostro Presidente della Società, a Daramsala, ci ha raccomandato di prendere contatti con il governo del Bihar e di allargare la nostra proposta educativa anche ad altre realtà. È quello che sta facendo Luigina in Italia da diversi anni, ora anche in India. Infatti, per la prima volta un’Istituzione privata molto prestigiosa e famosa, che lavora per bambini con handicap, conosciuta come Kiran Center, ha chiesto al Progetto Alice un training per gli insegnanti.
Esiste a Varanasi un’altra ONG, Bal Ashram, con una ventina di bambini orfani, presso la quale operano due nostri amici, volontari trevigiani, Camilla Previato e Lorenzo Bonaventura, i quali hanno aperto una scuola fondata sui principi e la metodologia del Progetto Alice. Il feedback è molto positivo. Camilla e Lorenzo, tramite la loro Associazione Anjali in Italia, sostengono anche il nostro progetto, non solo moralmente e culturamente, ma anche in modo concreto. Sempre restando in tema di “espansione”, abbiamo mandato un nostro insegnante (ex studente) in un ostello in Nepal. Il responsabile della struttura era preoccupato circa l’educazione da offrire agli ospiti. Qualcuno gli ha parlato del nostro Progetto e così è arrivata la richiesta di collaborazione.
Al nostro “inviato” è stata data carta bianca e gli è stato affidato il compito di direttore dell’ostello. “Se tutto andrà bene – ha detto il responsabile – apriremo una scuola, fondata sulla metodologia di Alice, solo per gli studenti nepalesi dell’ostello e un’altra a Siliguri per i chakma.” Intanto, prosegue la pubblicazione di libri di didattica e filosofia relativa al Progetto. Tre nuovi libri sono stati stampati quest’anno: una riedizione di “Coniglio Saggio” per le elementari, in italiano e inglese e una guida, in italiano, per gli insegnanti. In un numero limitato di copie sono stati stampate tre libri guida per gli insegnanti: matematica, inglese e hindi per le elementari; raccolta di poster con brevi citazioni tratte dai libri sacri di tutte le tradizioni religiose. Una novità interessante: per la prima volta, un Istituto superiore di Arte di Trento ha accettato di stabilire un “gemellaggio culturale” tra la nostra scuola e gli studenti di Arte. Guidati dalla professoressa Loretta Viscuso, gli studenti hanno illustrato una ventina di fiabe e storie scritte dal sottoscritto per gli studenti di Alice. Le storie, inutile dirlo, sono tutte mirate a far comprendere i concetti che stanno alla base della ricerca di Alice: interdipendenza; la mente che proietta le proprie creazioni senza consapevolezza; la relatività dei pensieri e delle emozioni; il divenire (tutto cambia). Un lavoro, durato un anno, che si è concluso proprio in questo mese. Pensiamo di completare la stampa per la fine di Dicembre.
Un’altra novità: il prossimo libro per la scuola superiore sarà scritto da alcuni studenti che hanno accettato di far parte di un gruppo sperimentale di meditazione vipassana, sotto la guida di una insegnante qualificato. Gli studenti terranno un diario della loro esperienza e, alla fine, pubblicheremo in un libro i vissuti, le conquiste (se ci saranno) di questo percorso introspettivo. Dobbiamo informare che Gloria Germani, la scrittrice conosciuta per i suoi libri su Tiziano Terzani e Madre Teresa, ha appena consegnato all’editore le bozze di un libro dedicato al Progetto Alice nel contesto della “decrescita felice”. Il titolo: “Educare alla Felicità e alla Decrescita Felice – Il Progetto Alice”, Editori Riuniti University Press – Edizioni per la Decrescita Felice – Franco Muzzio Editore.
Uno dei nostri libri sarà tradotto in Francese e poi in swahili (Uganda), grazie all’idea di una dinamica e mitica suora Cristiana, Marie Josè (nella foto con Luigina), che ha trascorso alcune settimane presso la scuola di Sarnath. La suora ha una storia drammatica alle spalle: durante il genocidio, durato diciannove anni, il padre e cinque fratelli sono stati uccisi dai ribelli. Le abbiamo chiesto che cosa provasse al pensiero degli assassini dei suoi familiari. “Li ho perdonati”, ha risposto. “Non posso vivere con il rancore nel cuore per il resto della mia vita.” Suor Marie Josè ha chiesto di lavorare con noi per comprendere il Progetto Alice e proporlo nelle sue scuole frequentate da 600 bambini malati di Aids. “Ora mi prendo cura anche dei figli di chi ha sterminato la mia famiglia”, ha detto. E lo fa con un infinito amore. Una storia commovente, che ci ha spinto a dedicarle la nuova edizione del libro “Wise Rabbit”. Un altro incontro che ha colpito gli studenti di Alice è stato quello con Padre Tiziano Tamussi, dell’Ordine dei “Ricostruttori nella preghiera”. Anche Padre Tiziano è venuto alla scuola per imparare. E si è posto umilmente in ascolto, partecipando alle attività degli studenti, lavorando, pregando e meditando insieme. Ha detto che la nostra proposta educativa è in perfetta sintonia con la sua missione e visione educativa: il recupero di villaggi e borghi abbandonati per tornare ai valori della semplicità, del rispetto della Terra e di se stessi, in un nuovo rapporto con la Natura e la propria… anima. Nell’ambito del nostro programma di preparazione dei futuri insegnanti, abbiamo mandato tre studenti presso l’Università di Yoga, a Bagalore, per un corso di specializzazione di un mese. Alla fine del corso, due studenti sono tornati e un terzo, Sanjay Kumar è rimasto per conseguire un diploma in un corso universitario triennale: Yoga come terapia in campo medico e psicologico. Sanjay ha una storia particolare che racconteremo in futuro.
La scuola lo ha adottato dopo che aveva trascorso otto anni in un Istituto tipo “riformatorio” di Varanasi. Non aveva commesso nessun reato. Si era semplicemente perso in una stazione di non si sa quale città. La polizia ha pensato “bene” di inserirlo in quella istituzione non avendo altre alternative. È con noi da sei anni. Si è diplomato quest’anno ed ora studia per diventare “dottore in yoga therapy”.
Una visita inaspettata è stata quella dell’Ambasciatore italiano a Delhi: Daniele Mancini e la moglie, signora Anna Rita de Luca. L’Ambasciatore ha espresso la propria sorpresa e compiacimento per la scuola, definendola una ricerca “profonda e interessante”.
In conclusione di questa lettera, vogliamo condividere con i nostri amici una preoccupazione che riguarda il futuro della nostra Istituzione. Come in tutte le famiglie, i genitori, con l’avanzare dell’età, cominciano a riflettere su come passare le consegne, per evitare futuri traumi. Anche noi siamo alla ricerca della soluzione migliore per assicurare continuità al nostro progetto educativo, in un contesto ambientale operativo molto difficile. Siamo aperti a suggerimenti e proposte. In questo momento “ci stiamo guardando attorno” per analizzare eventuali “eredi”. Ci sono arrivati diversi input (da persone disinteressate e neutre da un punto di vista religioso) che spingono nella direzione dei cristiani. Noi saremmo davvero felici se le scuole fossero gestite da persone come Padre Tiziano, ad esempio, cui abbiamo sopra. Ma non è facile trovare sacerdoti aperti, disponibili al dialogo, capaci di comprendere il linguaggio dei simboli, impegnati non solo nel sociale ma anche in un lavoro di ascesi (meditazione, preghiera, contemplazione). Questo per rassicurare i nostri sostenitori: sappiamo di non essere eterni e, dunque, stiamo sinceramente impegnati per una alternativa che assicuri la continuuità non solo da un punto di vista accademico, ma, soprattutto, della ricerca educativa. Suggerimenti e proposte sono benvenute.
Nel congedarci, vogliamo ringraziare dal profondo del cuore tutti quelli che ci sono vicini sia con aiuti materiali (senza i quali il progetto non potrebbe sopravvivere) e anche sostegno morale. Nonostante la grave crisi economica, grazie alla vostra generosità, riusciamo a far fronte alle spese di tre scuole dove studiano più di mille studenti. Siamo convinti che i semi che gettiamo germoglieranno un giorno. E saranno germogli positivi, perchè alimentati da valori morali, etici che oggi pochi propongono nelle scuole. Quando spunteranno i fiori della consapevolezza nel “giardino della mente”, come usa spiegare Luigina nei suoi corsi di aggiornamento, il profumo di quei fiori arriverà lontano, passando, per primo, nei cuori dei nostri sponsor, ovunque essi siano. Non importa quando. Questo, per noi è il significato del Natale: la nascita del “fiore della consapevolezza” rappresentato del Bambino divino, che è venuto, appunto, per aiutarci a trasformare la nostra mente in un luminoso giardino di pace e amore. Buon Natale. Buon… Giardino a tutti.
Valentino Giacomin
UN MESSAGGIO DI LUIGINA DE BIASI
Sarnath, 21 novembre 2013
Cari amici,
vorrei ringraziare tutti voi che state sostenendo il nostro Progetto, attraverso varie iniziative e donazioni individuali. Anche quest’anno riproponiamo l’ acquisto del Riso Solidale che, da anni ormai, la Cascina Teglio di Rovasenda (Vc) gentilmente ci offre. Regalare un chilo di Riso Solidale ai nostri amici, a Natale, potrebbe essere una buona idea!
Per eventuali richieste, rivolgersi a: shangri8la@libero.it, mariadirov@libero.it, info@associazioneriso.org
Auguro a tutti voi un Buon Natale ed un Sereno Anno Nuovo!
Luigina
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