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AutorePeter Hopkirk |
TitoloDiavoli stranieri sulla via della seta |
Per quasi dieci secoli nelle regioni lungo le Vie della Seta intorno al deserto del Taklamakan era fiorita per lungo tempo una straordinaria cultura buddista, nello stesso tempo monacale e guerriera, rappresentata da città-oasi dominate da monasteri, templi, stupa e grotte contenenti migliaia di affreschi e di rotoli di manoscritti e traduzioni eseguite dai monaci. Questa grande civiltà buddista finì con il tempo ad essere seppellita dalle sabbie del deserto. Esploratori ed avventurieri europei andarono quindi sulle sue traccie…
Stefano Berra
“Improvvisamente il cielo diventa nero … e subito dopo la tempesta aggredisce con violenza terrorizzante la carovana. Enormi vortici di sabbia mista a sassi sono sollevati in aria e turbinando colpiscono uomini e bestie. L’oscurità aumenta e strani schianti risuonano fra i ruggiti e gli ululati della bufera … è un fenomeno che sembra lo scatenarsi dell’inferno”. Il deserto del Taklamakan, nel Turkestan cinese, è ancora oggi una meta sconsigliata dalle agenzie turistiche, e per secoli, dal graduale abbandono della Via della Seta in poi, è rimasto uno dei luoghi meno attraversati del pianeta. Finché all’inizio del Novecento, quasi all’improvviso, alcuni fra i migliori – e più visionari – studiosi di cose antiche hanno deciso, tutti insieme, di partire alla scoperta delle civiltà che si dicevano sepolte, e intatte, sotto la sabbia. In questo libro, Peter Hopkirk racconta la storia, ancora una volta semisconosciuta ed emozionante, di come un gruppo di uomini quasi troppo adatti alla parte – per rendersene conto, basta guardare i ritratti di Le Coq, di Aurel Stein o di Paul Pelliot che corredano il volume abbiano sfidato e sconfitto il caldo rovente, il gelo mortale, le tribù ostili, e persino i demoni che la leggenda voleva a guardia dei tesori disseminati sulla Via della Seta. Il risultato è una cronaca accurata e fedele che trasuda, quasi involontariamente, romanzesco ed esotismo.
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